Rovistando in un vecchio baule, contenitore di ricordi di un passato ormai non più prossimo, ho ritrovato, tra mille cose, anche il mio libro di catechismo della 4 classe elementare.
Il libro è ancora in buono stato e ricco di sottolineature, testimonianza di un certo zelo nello studio della dottrina.
Il catechismo è ancora quello di Pio X e quindi precedente il concilio vaticano II.
Rileggendolo, mi sono soffermato su alcuni versetti che venivano indirizzati ai giovani decenni di allora.
Alcune perle.
Nel commentare il 9 comandamento che proibisce i “pensieri e desidèri cattivi” l’estensore proponeva ai virgulti, prima di andare a letto, la recita di 3 Ave Maria “per mantenere pura la propria anima”.
Oppure, per il sesto , il consiglio era quello di portare “il massimo rispetto alla propria ed altrui persona per conservare puri gli occhi per vedere la madonna in paradiso”.
“Usa il corpo solo per salvare l’anima, usalo solo per il Signore. I tuoi occhi sono per vedere le cose belle e sante, le mani te le ha date per lavorare, per giuocare (proprio così, con la “u” n.d.r), per congiungersi quando lo preghi; le tue orecchie sono per sentire la voce di quelli che ti vogliono bene, ti istruiscono” e via discorrendo.
A distanza di anni mi chiedo: masturbarsi con due mani ed in atteggiamento di preghiera, dopo aver recitato le 3 Ave Maria, era peccato?
Giuocare al dottore con le amichette , usando le mani per “lavorare” sulla paziente era cattolicamente lecito?
Tra le opere di misericordia “vestire gli ignudi “ era altrettanto meritorio quanto spogliare le gnocche?
Babila.