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Gli abusi che non fanno scandalo

Ultimo Aggiornamento: 15/05/2010 08:05
13/05/2010 23:58
 
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Chiesa e pedofilia

Copyright by THEA 2010

I casi di pedofilia nella Chiesa cattolica non devono essere usati né come forma di denigrazione per una religione che non viene approvata né come forma di contenimento del potere di un'organizzazione.

Devono essere letti per quelli che sono: la riprova che la Chiesa non ha nessun diritto a ergersi a dispensatrice della morale; in altri termini, come è spiegato in questo
video, un uomo moderno e positivo non ha bisogno del papa per trovare la sua strada.

Infatti, i dati mostrano che non si tratta di casi isolati, come ha sempre cercato di far credere la Chiesa cattolica, ma di un tratto comune a tutte le nazioni dove è ben presente la religione cattolica.
 
Austria
 
Partiamo con questo Paese perché è recentissima (marzo 2010) la dichiarazione del portavoce della Santa Sede, padre Lombardi: "in Austria sono 17 i casi di pedofilia che riguardano la Chiesa, ma ben 510 quelli al di fuori; quindi si deve prestare attenzione anche al di fuori della Chiesa e non puntare i riflettori solo su di essa".

Purtroppo la "statistica" di padre Lombardi ha convinto molti cattolici dotati di scarso
spirito critico a ritenere che "tutto sommato, che ci siano preti pedofili è normale".

In realtà l'affermazione del portavoce vaticano è un boomerang pazzesco.

I dati austriaci rilevano che su 32 pedofili uno è un prete.

Cioè circa il 3,12% della popolazione pedofila è rappresentato da sacerdoti.

In Austria ci sono 0,31 sacerdoti ogni 1.000 abitanti, cioè circa lo 0,062% della popolazione maschile. Non è difficile concludere che:

un prete ha 50 possibilità in più di essere pedofilo che un comune cittadino.


Si noti che fra i comuni cittadini sono compresi anche assassini, ladri, prostitute, evasori fiscali e chiunque abbia commesso un reato.

50 (3,12 diviso per 0,062) non è un numerino e padre Lombardi avrebbe dovuto sotterrarsi dalla vergogna invece di presentarsi alle telecamere; e papa Benedetto XVI dovrebbe evitare di parlare di relativismo morale di chi cattolico non è.

Il dato austriaco è confermato anche dai dati di altre nazioni. Per esempio, nella popolazione statunitense il numero di accuse per pedofilia è di 1 caso ogni 2.000 abitanti. Quindi per la popolazione laica, lo 0,05% è coinvolta in denunce per pedofilia contro il 4% indicato dal rapporto Jay (vedi oltre).
 
Gran Bretagna
 
Risalgono al 1997 le prime cause: oltre 240 che riguardano, oltre che abusi sessuali, anche violenze fisiche e morali in orfanotrofi.
 
Irlanda
 
Risale al 1994 il primo scandalo con la condanna di Brendan Smith: durante il processo furono accertati a suo carico 74 casi di abusi su minore.

Nel 2006 la Bbc mandò in onda uno speciale (Sex crimes and the Vatican) in cui si raccontavano gli abusi subiti da un centinaio di bambini a opera di 26 sacerdoti irlandesi.

Nel 2009 la Child Abuse Commission, la commissione istituita dall'allora primo ministro irlandese Bertie Ahern, concluse i suoi lavori dopo nove anni di inchieste e presentò un dossier con le testimonianze di 2.500 vittime di violenze, avvenute tra gli anni '40 e gli anni '80, negli istituti gestiti da preti e suore in Irlanda.
 
Stati Uniti
 
Le prime notizie sui casi di pedofilia risalgono agli anni '90 quando le pressioni dei media costrinsero la Chiesa a istituire una commissione indipendente retta dal governatore dell'Oklahoma, F. Keating, che però abbandonò l'incarico denunciando forti pressioni da parte della Chiesa.

Nel 2002 il Boston Globe denunciò i primi scandali nell'arcidiocesi di Boston dove più di 200 sacerdoti (su circa 1.500) furono accusati di abusi sessuali.

Sempre il Boston Globe nel 2004 pubblicò un aggiornamento della situazione con il coinvolgimento di dieci Stati.

Il rapporto (2004) commissionato dai vescovi americani allo studio legale John Jay evidenziò che dal 1950 al 2002 4.392 sacerdoti americani (su oltre 109.000, circa il 4%) sono stati accusati di relazioni sessuali con minorenni (sia casi di pedofilia sia casi di rapporti sessuali con adolescenti; l'81% dei casi riguarda bambini o adolescenti di sesso maschile): il 50,9% delle vittime aveva una età compresa tra gli 11 e i 14 anni, 27,3% tra i 15 anni e i 17, il 16% tra gli 8 e i 10 anni e circa il 6% sotto i 7 anni.

Nel 2007 fu la volta dell'arcidiocesi di Los Angeles, con 508 vittime e 113 preti coinvolti, arrivando a un accordo extragiudiziario che prevedeva un risarcimento della cifra record di 774 milioni di dollari.

Secondo una stima (2007) di Andrew Greeley, sacerdote dell'arcidiocesi di Chicago e professore di sociologia alle Università di Chicago e dell'Arizona, dal 1950 al 2002, da 2.000 a 4.000 preti avrebbero abusato di 100.000 minori, spesso senza che alcun provvedimento venisse preso al riguardo.

Nel novembre del 2007, in Alaska la Compagnia di Gesù è arrivata a un accordo extragiudiziale (che non prevede un riconoscimento di colpevolezza da parte dei Gesuiti) di 50 milioni di dollari con 110 presunte vittime di abusi sessuali (1959-1986) in 15 villaggi Yupik.
Nel 2008 toccò all'arcidiocesi di Chicago risarcire per circa 80 milioni di dollari le vittime di oltre 260 casi di pedofilia.
 
Canada
 
Nel 2009 ad Antigonish sono venuti alla luce casi di abusi sessuali su alcune dozzine di persone negli anni 1950; ironia della sorte volle che il vescovo Lahey, dopo aver accettato di pagare un risarcimento di 15 milioni di dollari canadesi, fosse poi colpito da mandato d'arresto per possesso di materiale pedopornografico.
 
Brasile
 
In Brasile circa 1.700 preti (10% del totale) sono stati coinvolti in casi di cattiva condotta sessuale tra cui violenze e abusi sui minori.
 
Spagna
 
In una dichiarazione al settimanale cattolico Vida Nueva (giugno 2009) il cardinale Claudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero, ha dichiarato al settimanale cattolico spagnolo che "i casi di pedofilia a volte non arrivano nemmeno al 4% dei sacerdoti", correggendo una sua precedente dichiarazione (gennaio 2008 all'Osservatore Romano), in cui dichiarava che tra i sacerdoti "neppure l'1% ha a che fare con problemi di condotta morale e sessuale".
 
Australia
 
Fino al 2009 in Australia si registrano 107 casi di condanne di sacerdoti o religiosi (nel 2005 c'erano in Australia poco più di 3.000 sacerdoti) per abusi sessuali su minori, ma secondo i gruppi di supporto le vittime si contano a migliaia e solo dopo le prime condanne stanno uscendo allo scoperto.
 
Italia
 
In Italia il diffuso spirito religioso ha sempre annebbiato la coscienza statistica della popolazione, riportando i casi di abusi a errori del singolo, a casi isolati. In realtà, negli ultimi anni sono una trentina i religiosi condannati.


Gli insabbiamenti della Chiesa


Ovviamente fanno clamore le notizie che riguardano un coinvolgimento dei papi.

Nel marzo 2010 il New York Times uscì con un articolo in cui si denunciava che le gerarchie ecclesiastiche non presero le misure necessarie contro un religioso del Wisconsin (Lawrence C. Murphy) che aveva abusato sessualmente di circa 200 ragazzini di un istituto per sordi tra il 1950 e il 1974; e questo nonostante i vescovi americani avessero ripetutamente avvertito la Santa Sede che la vicenda avrebbe potuto creare grave imbarazzo alla Chiesa.

Secondo il New York Times, risulta evidente la preoccupazione di proteggere la Chiesa dallo scandalo. Infatti nel 1996 il cardinale Ratzinger, alla guida della Congregazione per la dottrina della fede, non rispose a due lettere sulla vicenda inviate dall'arcivescovo di Milwaukee Rembert G. Weakland.

Dopo otto mesi il suo vice, cardinale Tarcisio Bertone, oggi segretario di Stato vaticano, incaricò i vescovi del Wisconsin di avviare un processo canonico segreto per l'allontanamento di padre Murphy.

Secondo il New York Times, lo stesso Bertone fermò il processo dopo che padre Murphy scrisse personalmente al cardinale Ratzinger spiegando che non avrebbe dovuto essere messo sotto processo perché pentito e in cattive condizioni di salute.

Padre Murphy non ricevette mai punizioni o sanzioni, ma fu trasferito in segreto in varie parrocchie e scuole cattoliche ed è morto nel 1998.

Parallelamente alle rivelazioni del New York Times, nel marzo 2010 il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung riporta la notizia del trasferimento per motivi disciplinari di un prete tedesco con precedenti di abusi sessuali ai danni di minori nella comunità della chiesa locale a Monaco di Baviera, durante il periodo in cui papa Benedetto XVI era arcivescovo di Monaco di Baviera e di Freising.

In un'intervista al quotidiano Passauer Neuen Presse sui presunti episodi di pedofilia nel coro di Ratisbona, il fratello del papa, Georg Ratzinger, direttore del coro dal 1964 al 1994, ha ricordato che alcuni ragazzi gli raccontarono come andavano le cose nella scuola di preparazione. Però, ha sottolineato, le loro storie non lo indussero a pensare di "dover intervenire in qualche modo".

Dopo le accuse all'attuale papa Benedetto XVI si sono diffuse accuse anche ad altri suoi predecessori, a partire da Paolo VI fino a Giovanni Paolo II.

Sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, nel 1985 Tom Doyle, un prete e canonico dell'ambasciata vaticana a Washington, inviò un rapporto confidenziale che avvertiva i funzionari cattolici americani della prossima bufera sulla pedofilia.
Secondo OC Weekly, già nel 1990 i vescovi inviavano i documenti potenzialmente incriminanti al delegato apostolico perché il suo ufficio godeva dell'immunità diplomatica. Nel 1993 papa Giovanni Paolo II si riferì allo scandalo degli abusi sessuali negli Stati Uniti accusando i media che non avevano perso "un'occasione di sensazionalismo"! Giovanni Paolo II si oppose alla politica della tolleranza zero, evitando di rimuovere il cardinale di Los Angeles R. Mahoney e il vescovo di Orange T. D. Brown, nonostante avessero preso le difese dei preti accusati di pedofilia.
 
Germania
 
In un'intervista al settimanale Focus (marzo 2010), il presidente della Conferenza episcopale tedesca, arcivescovo di Friburgo Robert Zollitsch, ha ammesso per la prima volta che la Chiesa cattolica tedesca ha nascosto "per anni" i casi di abusi sessuali commessi da religiosi nei confronti di minori.
 
Irlanda
 
Secondo la Bbc gli abusi denunciati durante la trasmissione Sex crimes and the Vatican sarebbero stati insabbiati dal Vaticano e dall'allora cardinale Ratzinger (papa Benedetto XVI), a capo della Congregazione della Dottrina della Fede.
Nel 2006 la commissione Murphy chiese dettagli al Vaticano circa i rapporti sugli abusi inviati dal 1975 al 2004 alla Santa Sede dall'arcidiocesi di Dublino, ma il Vaticano declinò la richiesta poiché non era passata attraverso gli usuali canali diplomatici, nonostante il carattere indipendente della commissione rispetto al governo irlandese non implicasse la necessità di tali canali. Una seconda inutile richiesta di informazioni e documenti venne avanzata nel febbraio 2007 al Nunzio apostolico a Dublino. Solo nel marzo 2010 Benedetto XVI ha reso pubblica una lettera pastorale ai cattolici d'Irlanda scaricando tutta la colpa sui preti responsabili e sulle autorità della Chiesa irlandese. Nessun commento sulle voci di un suo coinvolgimento nella vicenda.
 
Stati Uniti
 
Durante la vicenda del 2007 che ha coinvolto la Compagnia di Gesù in Alaska, un ex monaco benedettino e prete, Patrick Wall, ha dichiarato che le gerarchie gesuite erano a conoscenza delle tendenze dei sacerdoti accusati in quanto
"avevano il potere assoluto sulle persone e sulla cultura del luogo.
Avevano il potere politico.
Avevano il potere della razza.
Avevano il potere di farti andare all'inferno.
Per le vittime non c'era via di scampo".
 
Italia
 
In Italia spesso il sacerdote colpevole degli abusi viene semplicemente trasferito (incredibile il caso Marchese in cui dopo il trasferimento in altra località, nella nuova sede è stato accusato di ulteriori abusi sessuali nei confronti di minorenni).

Umoristico il caso di don Cantini: il cardinale Antonelli lo ritenne colpevole degli abusi sessuali attribuitigli dal 1973 al 1987 e, come pena, gli proibì per cinque anni di confessare, celebrare la messa in pubblico, assumere incarichi ecclesiastici. Gli fu ordinato di fare un'offerta caritativa e recitare ogni giorno il Salmo 51 o le litanie della Madonna.

Non rari i casi di  sacerdoti condannati o ricercati all'estero per reati di pedofilia trasferiti in Italia.

Clamoroso il caso di James Tully, condannato per pedofilia in Massachusetts: dopo la condanna, il Vaticano decise il trasferimento a Vicenza, salvo ritrasferirlo negli USA quando le vittime erano decise a tenere una conferenza stampa in Italia per denunciare l'accaduto. Identico il caso di Joseph Henn, ricercato in Arizona per molestie su tre giovani di età tra i 14 e i 15 anni, svanisce nel nulla a Roma, dove era agli arresti domiciliari nel 2005 presso la casa generalizia dei Padri Salvatoriani in via della Conciliazione, nei pressi del Vaticano.

Il parroco di Gordola, Canton Ticino (Svizzera), don Italo Casiraghi, condannato a 6 mesi con la condizionale, è stato trasferito a Sesto Calende (VA).



Conclusioni

Agghiacciante il fatto che diversi esponenti della Chiesa cattolica minimizzino i dati statistici, usando la legge dei piccoli numeri: dire che solo il 3% dei preti sono pedofili suona molto meno grave che ammettere che un prete ha 50 volte più probabilità di essere pedofilo che un cittadino comune perché 3 è minore di 50, anche se le due ammissioni sono equivalenti.

Per esempio, nel settembre del 2009 l'arcivescovo Silvano Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede all'ONU a Ginevra, minimizzava dicendo che "nel clero cattolico solo tra l'1,5% e il 5% dei religiosi ha commesso atti di questo tipo".

Domandone a tutti coloro che non sono credenti praticanti, ma mandano i loro figli al catechismo per non dispiacere al coniuge, ai loro genitori, ai parenti con la classica scusa che "poi in fondo che male c'è, quando sarà grande deciderà lui" (
neofarisei): avete capito che in base ai dati stessi forniti dalla Chiesa, un prete su 66 (se va bene) o su 20 (se va male) commette reati sessuali?

Io in una scuola dove mio figlio avrebbe una probabilità 50 volte superiore di subire abusi rispetto alla media non lo manderei mai.
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