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Cosa è veramente accaduto il giorno di Pasqua'

Ultimo Aggiornamento: 23/07/2010 09:52
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03/06/2010 18:12
 
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Paolo ha scritto: -Ma se cristo non è riscuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la nostra fede. Noi poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perchè contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato Cristo, mentre non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono- (Prima Lettera ai Corinzi 15:14-15).

Gradirei che qualcuno tra chi crede la Bibbia un libro valido dal punto di vista storico, mi aiutasse a capire come si sono svolti i fatti il giorno della resurrezione, visto che quando le testimonianze non convergono vuol dire che siamo di fronte a narrazioni diverse di medesimi episodi, e che tutto quanto viene riportato in merito è accaduto, anche se i testimoni ne sono influenzati in maniera diversa.



Tenendo conto di:

Matteo 28

Marco 16

Luca 24

Giovanni 20-21

Atti degli Apostoli 1:3-12

Prima Lettera ai Corinzi 15: 3-8



Chi mi può riassumere quanto è accaduto in un breve resoconto che includa tutto quanto si dice nei passaggi da me sopra riportati?

Grazie infinite anticipatamente a chi mi aiuterà a comprendere
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04/06/2010 22:05
 
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Re:

Senza nulla togliere alla validita' storica della Bibbia, della quale non ho mai dubitato, secondo me va ricercato al di fuori della Bibbia.

Molto se non tutto cio' che dice di Cristo, ma anche di altro, e' copiato o almeno ispirato da culture e religioni precedenti.

E' parte integrante di quella che noi atei definiamo Menzogna globale.

A proposito, e' di questi giorni l' uscita dell' ennesimo libro sul tema:

"Cristo non e' mai esistito".

Ciao
Claudio





“Non esiste delitto, inganno, trucco, imbroglio e vizio che non vivano della loro segretezza. Portate alla luce del giorno questi segreti, descriveteli, rendeteli ridicoli agli occhi di tutti e prima o poi la pubblica opinione li getterà via. La sola divulgazione di per sè non è forse sufficiente, ma è l'unico mezzo senza il quale falliscono tutti gli altri”.
Joseph Pulitzer (1847-1911), Fondatore Premio Pulitzer
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06/06/2010 19:46
 
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Re:
flabot, 03/06/2010 18.12:



Non riesco poi a capire questo limitarsi da parte di Paolo alla sola resurrezione del Cristo.

E Lazzaro ormai putrefatto? E la resurrezione dei giusti a Gerusalemme, morti da tempo?

Non dovrebbero essere anch'essi forieri di verità affinchè non sia vana la fede cristiana?

Molto probabilmente l'ineffabile Paolo non ne era a conoscenza durante la stesura delle sue lettere.

Molto strano, vista la sua dichiarazione di aver attinto direttamente dagli apostoli tutte le informazioni su Gesù.

Questa cosa la dice quindi lunga sulla cosidetta verità storica dei vangeli.

Babila.



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08/06/2010 09:52
 
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La mistificazione è foriera di confusione.
Mentre Paolo direbbe della risurrezione poi si contraddirebbe affermando che "carne e sangue non possono ereditare il Regno di Dio" (1 Cor 15:50).
Tutte le altre risurrezioni non sono altro che mistificazione. La Chiesa c. lo dice perfino nel suo credo, e con questo inganna tutti i suoi adepti.

Solo lo spirito raggiunge l'al di là, come è specificato in Giobbe: "E qundo, dopo la mia pelle, sarà distrutto questo corpo, senza la mia carne, vedrò Iddio" (19:26). Giobbe ebbe la pelle consumata.



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08/06/2010 10:00
 
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La verità dei vangeli e dei testi post Cristo.

Occorre tener presente che tali testi sono stati visitati, abbondantemente, dal falsario per fare i suoi bisogni. Basta leggerli con la dovuta attenzione per ricavarne le tante contraddizioni. Occorre discernere severamente il vero dal falso, altrimenti si finisce per chiudere il Libro e pensare ad altro.

Buona lettura.



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Papessa
21/07/2010 21:11
 
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Scusami, caro flabot, ma cos'è che non ti è chiaro?
I vangeli indicano tutti come giorno della resurrezione il primo giorno della settimana cioè l'attuale domenica.

Io tempo fa avevo notato una incongruenza nella Bibbia sul giorno della sua morte come la cristianità oggi indica cioè il venerdi.
E ho trovato questo interessantissimo studio:
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TRE GIORNI E TRE NOTTI NELLA TOMBA: I FATTI



di Giovambattista Mele - Nicola Martella



È un luogo comune che il Signore Gesù Cristo sia morto di venerdì. Ora, però, esaminando bene i testi biblici inerenti e risalendo a informazioni giuste e precise, dobbiamo concludere che Gesù morì di mercoledì. Ciò si accorda con le parole dello stesso Gesù che disse: «Generazione cattiva e Spergiura! Va in cerca d’un segno! Ma non le sarà dato altro segno che quello del profeta Giona. Infatti, come Giona rimase nel ventre del pesce per tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo rimarrà nel cuore della terra per tre giorni e tre notti» (Mt 12,39s). In tal modo il Signore comunicò che sarebbe restato nel cuore della terra tre giorni e tre notti.

La sua morte avvenne in concomitanza con la Pasqua, quando si sacrificava l’agnello. Secondo l’ordine del Signore, il popolo ebraico festeggiava la Pasqua nel «primo mese dell’anno», ossia nella luna di marzo (tra marzo e aprile), secondo il calendario giudaico, e precisamente il 14° giorno, fra i due crepuscoli (Lv 23,5).

Il 15° giorno di quel mese veniva festeggiata la festività pasquale quale «sabato solenne» (o «gran sabato»); essa cadeva ogni anno in un giorno qualsiasi della settimana. In quell’anno, tale festività cadde di giovedì; secondo la legge, nei giorni di festa (o sabati) non bisognava eseguire nessun lavoro. Oltre al «gran sabato» pasquale, in quella settimana ricorreva pure il normale «sabato settimanale»; vi furono quindi due «sabati».

Gesù Messia fu, dunque messo in croce all’ora terza (alle ore 9 del mattino); morì dopo 6 ore d’agonia, all’ora nona (alle quindici). Fu sepolto prima delle diciotto, in quanto dopo tale ora cominciava la vigilia del «gran sabato» pasquale.

L’evangelista Luca precisò che «le donne, che erano venute con Gesù dalla Galilea, avendo seguito Giuseppe [d’Arimatea], guardarono la tomba e come v’era stato posto il corpo di Gesù. 56Poi, essendosene tornate, prepararono aromi e oli odoriferi» (23,55s; per i dettagli cfr. Mc 15,42-47). Durante il «sabato settimanale» osservarono il riposo, come prescritto dalla legge mosaica (Lc 24,1).

Poi, «il primo giorno della settimana, Maria Maddalena si recò di buon mattino al sepolcro, mentre era ancora buio, e vide la pietra rimossa dal sepolcro» (Gv 20,1). Per intenderci, oggigiorno diremmo «domenica» al posto di «primo giorno della settimana», ma tale designazione nacque solo secoli dopo. Facendo un paragone con l’oggi, per gli antichi il giorno andava dalle diciotto di un giorno alle diciotto di quello successivo. Poiché il «sabato settimanale» terminava alle diciotto, Gesù risuscitò dalle 18,01 in poi, quando iniziò già il nuovo giorno (e la nuova settimana); sebbene, quando Maria Maddalena andò alla tomba fosse ancora buio, era già il primo giorno della settimana.

Ricapitoliamo i fatti di quella settimana.

■ Terzo giorno (martedì): Quella sera, Gesù celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Nella giudaismo c’erano due modi diversi di festeggiare la Pasqua: gli abitanti della Giudea lo facevano quell’anno di mercoledì e gli Ebrei del resto della Palestina e nella diaspora anticipavano di un giorno. Gesù e gli apostoli, essendo Galilei, festeggiarono la Pasqua quell’anno di martedì. Era chiaro che l’agnello potevano scannarlo e mangiarlo solo coloro che erano presenti a Gerusalemme.

La Pasqua (= saltare passando) veniva celebrata per ordine del Signore, per ricordare il passaggio dell’angelo distruttore (uccise i primogeniti degli Egiziani e «saltò» quelli ebrei) e la liberazione del popolo d’Israele dall’Egitto. La Pasqua veniva celebrata con l’uccisione dell’agnello, che veniva scannato dai sacerdoti nel tempio di Gerusalemme. L’agnello doveva essere senza difetto. Il sangue veniva spruzzato sull’altare per l’espiazione del peccato, mentre la carne dell’agnello era destinato all’offerente. Ogni famiglia, dopo averlo arrostito, doveva mangiarlo senza rompere alcun osso.

La notte di quel martedì, Gesù celebrò la Pasqua con i discepoli, poi uscirono di casa, si recarono al monte degli Ulivi e qui il Messia fu arrestato e posto sotto interrogatorio. La notte stessa gli fecero il processo, lo condussero avanti e indietro: nel Sinedrio, da Pilato e da Erode e ancora da Pilato.

■ Quarto giorno (mercoledì): La mattina presto fu condotto dalla casa di Caiafa davanti a Pilato; ma, scrisse Giovanni, le guide religiose e politiche «non entrarono nel pretorio per non contaminarsi e così poter mangiare la pasqua» (Gv 18,28). Infatti, come abbiamo già evidenziato, gli abitanti della Giudea, a differenza degli altri Ebrei di Palestina e della diaspora, scannavano quel giorno l’agnello pasquale.

Alle 9 del mattino, Gesù venne inchiodato alla croce, alle 15 morì e alle ore 18 circa veniva deposto nel sepolcro. È evidente che era il quarto giorno della settimana (mercoledì). Così Gesù fu crocifisso e morì fra una Pasqua e l’altra, fra quella degli Ebrei e quella dei Giudei. In tal modo, era l’agnello di Dio per tutto il giudaismo.

Le guide religiose chiesero a Pilato che il sepolcro fosse «sicuramente custodito fino al terzo giorno» da una guardia (Mt 27,62-66). La pietra fu inoltre sigillata (v. 66).

■ Quinto giorno (giovedì): Infatti Gesù non poteva rimanere in croce in quanto dalle ore diciotto in poi iniziava il giovedì e, quindi, il «sabato solenne» della Pasqua. Esso era un giorno di riposo. Gente suppliziata che fosse rimasta senza sepoltura avrebbe dissacrato la Pasqua.

■ Sesto giorno (venerdì): Il venerdì le donne prepararono gli aromi per la sepoltura.

■ Settimo giorno (sabato): Il giorno dopo, essendo il «sabato settimanale» gli Ebrei si riposarono, come prescriveva la legge.

■ Primo giorno della nuova settimana: Esso cominciava già sabato, dalle 18° in poi. La mattina dopo, quand’era ancora buio, le donne andarono al sepolcro. La pietra era stata rimossa da qualcuno. Maria Maddalena, che era arrivata prima delle altre, non trovò il corpo del Signore.



Come si vede, furono realmente «tre giorni e tre notti», come aveva preannunciato anche il Signore stesso.

Durante il corso della storia, i capi religiosi spostarono la morte del Signore al venerdì; ma così facendo, non si avranno mai tre giorni e tre notti. Tutte le spiegazioni al riguardo sono insufficienti.

Poiché la Parola di Dio non può contraddirsi, è bene prenderla sul serio, senza cercare di adeguarla alle proprie tradizioni. Certo tutto ciò non cambia nulla al fatto che Gesù sia realmente morto sulla croce per la salvezza di chiunque crede e che la Pasqua sia la commemorazione della sua morte (1 Cor 5,7s). Rimane comunque la questione della verità. Se le sacre Scritture danno questo quadro dei fatti, non dobbiamo adeguarla alle nostre tradizioni, ma siamo noi a doverci adeguare ad essa.
In ogni modo, come già ribadito, deve interessarci soprattutto quello che è successo sopra quella croce: lo spargimento del sangue di Gesù Cristo per amore verso ognuno di noi. Ognuno fa bene a recarsi idealmente ai piedi di quella croce e chiedere al Signore Gesù di riscattarlo proprio mediante il prezzo del suo sangue. Infatti, «non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, 19ma col prezioso sangue di Cristo, come d’agnello senza difetto né macchia» (1 Pt 1,8).
---------------------------------------------------------------------
Devo dire che questa spiegazione mi convince molto.
--------------------------------------------------------------------


Lo sbaglio di fare cadere la morto di Cristo il venerdi secondo me deriva dalla scrittura
Giovanni 19.31
30 E quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: È compiuto! E chinato il capo, rese lo spirito. 31 Allora i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato (poiché era la Preparazione, e quel giorno del sabato era un gran giorno), chiesero a Pilato che fossero loro fiaccate le gambe, e fossero tolti via.

Non tenendo conto che quel sabato era un grande sabato e quindi poteva cadere in un qualsiasi giorno della settimana e non per forza nel sabato settimanale.

Comunque sia concordo con le parole degli autori del testo che dicono:

"Certo tutto ciò non cambia nulla al fatto che Gesù sia realmente morto sulla croce per la salvezza di chiunque crede e che il giorno della Pasqua ebraica sia la commemorazione della sua morte."


[Modificato da Cristianalibera 21/07/2010 21:18]



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Re:
Cristianalibera, 21/07/2010 21.11:

Scusami, caro flabot, ma cos'è che non ti è chiaro?
I vangeli indicano tutti come giorno della resurrezione il primo giorno della settimana cioè l'attuale domenica.

Io tempo fa avevo notato una incongruenza nella Bibbia sul giorno della sua morte come la cristianità oggi indica cioè il venerdi.
E ho trovato questo interessantissimo studio:
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TRE GIORNI E TRE NOTTI NELLA TOMBA: I FATTI



di Giovambattista Mele - Nicola Martella



È un luogo comune che il Signore Gesù Cristo sia morto di venerdì. Ora, però, esaminando bene i testi biblici inerenti e risalendo a informazioni giuste e precise, dobbiamo concludere che Gesù morì di mercoledì. Ciò si accorda con le parole dello stesso Gesù che disse: «Generazione cattiva e Spergiura! Va in cerca d’un segno! Ma non le sarà dato altro segno che quello del profeta Giona. Infatti, come Giona rimase nel ventre del pesce per tre giorni e tre notti, così il Figlio dell’uomo rimarrà nel cuore della terra per tre giorni e tre notti» (Mt 12,39s). In tal modo il Signore comunicò che sarebbe restato nel cuore della terra tre giorni e tre notti.

La sua morte avvenne in concomitanza con la Pasqua, quando si sacrificava l’agnello. Secondo l’ordine del Signore, il popolo ebraico festeggiava la Pasqua nel «primo mese dell’anno», ossia nella luna di marzo (tra marzo e aprile), secondo il calendario giudaico, e precisamente il 14° giorno, fra i due crepuscoli (Lv 23,5).

Il 15° giorno di quel mese veniva festeggiata la festività pasquale quale «sabato solenne» (o «gran sabato»); essa cadeva ogni anno in un giorno qualsiasi della settimana. In quell’anno, tale festività cadde di giovedì; secondo la legge, nei giorni di festa (o sabati) non bisognava eseguire nessun lavoro. Oltre al «gran sabato» pasquale, in quella settimana ricorreva pure il normale «sabato settimanale»; vi furono quindi due «sabati».

Gesù Messia fu, dunque messo in croce all’ora terza (alle ore 9 del mattino); morì dopo 6 ore d’agonia, all’ora nona (alle quindici). Fu sepolto prima delle diciotto, in quanto dopo tale ora cominciava la vigilia del «gran sabato» pasquale.

L’evangelista Luca precisò che «le donne, che erano venute con Gesù dalla Galilea, avendo seguito Giuseppe [d’Arimatea], guardarono la tomba e come v’era stato posto il corpo di Gesù. 56Poi, essendosene tornate, prepararono aromi e oli odoriferi» (23,55s; per i dettagli cfr. Mc 15,42-47). Durante il «sabato settimanale» osservarono il riposo, come prescritto dalla legge mosaica (Lc 24,1).

Poi, «il primo giorno della settimana, Maria Maddalena si recò di buon mattino al sepolcro, mentre era ancora buio, e vide la pietra rimossa dal sepolcro» (Gv 20,1). Per intenderci, oggigiorno diremmo «domenica» al posto di «primo giorno della settimana», ma tale designazione nacque solo secoli dopo. Facendo un paragone con l’oggi, per gli antichi il giorno andava dalle diciotto di un giorno alle diciotto di quello successivo. Poiché il «sabato settimanale» terminava alle diciotto, Gesù risuscitò dalle 18,01 in poi, quando iniziò già il nuovo giorno (e la nuova settimana); sebbene, quando Maria Maddalena andò alla tomba fosse ancora buio, era già il primo giorno della settimana.

Ricapitoliamo i fatti di quella settimana.

■ Terzo giorno (martedì): Quella sera, Gesù celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Nella giudaismo c’erano due modi diversi di festeggiare la Pasqua: gli abitanti della Giudea lo facevano quell’anno di mercoledì e gli Ebrei del resto della Palestina e nella diaspora anticipavano di un giorno. Gesù e gli apostoli, essendo Galilei, festeggiarono la Pasqua quell’anno di martedì. Era chiaro che l’agnello potevano scannarlo e mangiarlo solo coloro che erano presenti a Gerusalemme.

La Pasqua (= saltare passando) veniva celebrata per ordine del Signore, per ricordare il passaggio dell’angelo distruttore (uccise i primogeniti degli Egiziani e «saltò» quelli ebrei) e la liberazione del popolo d’Israele dall’Egitto. La Pasqua veniva celebrata con l’uccisione dell’agnello, che veniva scannato dai sacerdoti nel tempio di Gerusalemme. L’agnello doveva essere senza difetto. Il sangue veniva spruzzato sull’altare per l’espiazione del peccato, mentre la carne dell’agnello era destinato all’offerente. Ogni famiglia, dopo averlo arrostito, doveva mangiarlo senza rompere alcun osso.

La notte di quel martedì, Gesù celebrò la Pasqua con i discepoli, poi uscirono di casa, si recarono al monte degli Ulivi e qui il Messia fu arrestato e posto sotto interrogatorio. La notte stessa gli fecero il processo, lo condussero avanti e indietro: nel Sinedrio, da Pilato e da Erode e ancora da Pilato.

■ Quarto giorno (mercoledì): La mattina presto fu condotto dalla casa di Caiafa davanti a Pilato; ma, scrisse Giovanni, le guide religiose e politiche «non entrarono nel pretorio per non contaminarsi e così poter mangiare la pasqua» (Gv 18,28). Infatti, come abbiamo già evidenziato, gli abitanti della Giudea, a differenza degli altri Ebrei di Palestina e della diaspora, scannavano quel giorno l’agnello pasquale.

Alle 9 del mattino, Gesù venne inchiodato alla croce, alle 15 morì e alle ore 18 circa veniva deposto nel sepolcro. È evidente che era il quarto giorno della settimana (mercoledì). Così Gesù fu crocifisso e morì fra una Pasqua e l’altra, fra quella degli Ebrei e quella dei Giudei. In tal modo, era l’agnello di Dio per tutto il giudaismo.

Le guide religiose chiesero a Pilato che il sepolcro fosse «sicuramente custodito fino al terzo giorno» da una guardia (Mt 27,62-66). La pietra fu inoltre sigillata (v. 66).

■ Quinto giorno (giovedì): Infatti Gesù non poteva rimanere in croce in quanto dalle ore diciotto in poi iniziava il giovedì e, quindi, il «sabato solenne» della Pasqua. Esso era un giorno di riposo. Gente suppliziata che fosse rimasta senza sepoltura avrebbe dissacrato la Pasqua.

■ Sesto giorno (venerdì): Il venerdì le donne prepararono gli aromi per la sepoltura.

■ Settimo giorno (sabato): Il giorno dopo, essendo il «sabato settimanale» gli Ebrei si riposarono, come prescriveva la legge.

■ Primo giorno della nuova settimana: Esso cominciava già sabato, dalle 18° in poi. La mattina dopo, quand’era ancora buio, le donne andarono al sepolcro. La pietra era stata rimossa da qualcuno. Maria Maddalena, che era arrivata prima delle altre, non trovò il corpo del Signore.



Come si vede, furono realmente «tre giorni e tre notti», come aveva preannunciato anche il Signore stesso.

Durante il corso della storia, i capi religiosi spostarono la morte del Signore al venerdì; ma così facendo, non si avranno mai tre giorni e tre notti. Tutte le spiegazioni al riguardo sono insufficienti.

Poiché la Parola di Dio non può contraddirsi, è bene prenderla sul serio, senza cercare di adeguarla alle proprie tradizioni. Certo tutto ciò non cambia nulla al fatto che Gesù sia realmente morto sulla croce per la salvezza di chiunque crede e che la Pasqua sia la commemorazione della sua morte (1 Cor 5,7s). Rimane comunque la questione della verità. Se le sacre Scritture danno questo quadro dei fatti, non dobbiamo adeguarla alle nostre tradizioni, ma siamo noi a doverci adeguare ad essa.
In ogni modo, come già ribadito, deve interessarci soprattutto quello che è successo sopra quella croce: lo spargimento del sangue di Gesù Cristo per amore verso ognuno di noi. Ognuno fa bene a recarsi idealmente ai piedi di quella croce e chiedere al Signore Gesù di riscattarlo proprio mediante il prezzo del suo sangue. Infatti, «non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, 19ma col prezioso sangue di Cristo, come d’agnello senza difetto né macchia» (1 Pt 1,8).
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Devo dire che questa spiegazione mi convince molto.
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Lo sbaglio di fare cadere la morto di Cristo il venerdi secondo me deriva dalla scrittura
Giovanni 19.31
30 E quando Gesù ebbe preso l'aceto, disse: È compiuto! E chinato il capo, rese lo spirito. 31 Allora i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato (poiché era la Preparazione, e quel giorno del sabato era un gran giorno), chiesero a Pilato che fossero loro fiaccate le gambe, e fossero tolti via.

Non tenendo conto che quel sabato era un grande sabato e quindi poteva cadere in un qualsiasi giorno della settimana e non per forza nel sabato settimanale.

Comunque sia concordo con le parole degli autori del testo che dicono:

"Certo tutto ciò non cambia nulla al fatto che Gesù sia realmente morto sulla croce per la salvezza di chiunque crede e che il giorno della Pasqua ebraica sia la commemorazione della sua morte."









Mi sembra che hai voluto mettere troppa carne al fuoco, a me basta un riassuntino del giorno di Pasqua, tenendo conto di mettere tutti gli avvenimenti citati nei passi del vangelo da me segnalati nel primo post.
Io personalmente non ci riesco se facciamo succedere una cosa, non può esserne successa un altra. Le donne, per esempio, che entrarono per prime nella tomba, la trovarono chiusa o aperta? Uno o due angeli? dove stava o stavano? Cosa disse o disserò? Ecc. ecc. ecc.
Provaci a riassumere tutti gli avvenimenti e quando ti accorgerai che tutti quanti non ci entrano spiegami il perchè. Grazie per l'attenzione.
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Papessa
22/07/2010 17:15
 
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Re: Re:
flabot, 22/07/2010 16.41:







Mi sembra che hai voluto mettere troppa carne al fuoco, a me basta un riassuntino del giorno di Pasqua, tenendo conto di mettere tutti gli avvenimenti citati nei passi del vangelo da me segnalati nel primo post.
Io personalmente non ci riesco se facciamo succedere una cosa, non può esserne successa un altra. Le donne, per esempio, che entrarono per prime nella tomba, la trovarono chiusa o aperta?



Procediamo uno per uno...

La trovarono aperta... non vedo nessuna contraddizione nei vangeli, mi vorresti forse farla notare tu con i reciproci versetti che si contraddicono...



saluti cari
Veronika




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22/07/2010 18:50
 
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Non ho ancora capito il senso del post....

Qualcuno pensa che i vangeli si contraddicono nel narrare quell'avvenimento??

La Papessa è stata abbastanza rigorosa nel riportare gli avvenimenti descritti nei vangeli........non capisco ancora dove sia l'eventuale contraddizzione.

Spiegatevi please.... [SM=g27833]



°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
forum Testimoni di Geova




Nella vita non ci sono problemi ma.....soluzioni.
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22/07/2010 19:01
 
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Nel Vangelo di Matteo abbiamo un solo angelo che rotola la pietra nel momento in cui arrivano le donne, e ci si siede sopra.

Nel Vangelo di Marco le donne trovano il sepolcro aperto e un giovane vestito di bianco DENTRO il sepolcro.

Nel Vangelo di Luca la tomba è aperta e "due uomini in vesti sfolgoranti" appaiono dopo che le donne sono entrate nel sepolcro.

Nel Vangelo di Giovanni invece, solo Maria di Magdala si reca al sepolcro e trovandolo vuoto va ad avvertire Simon Pietro. Solo dopo compaiono i due angeli alla donna che piange fuori dal sepolcro.

Le parole che dicono gli angeli sono simili in Matteo e Marco, "E' risorto, non è più qui, vi precede in Galilea" (cito a memoria)

Luca: "E' risorto, non è qui, ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea"

In Giovanni è Gesù stesso che parla a Maria e la esorta ad andare ad annunciare ai suoi fratelli che lui torna al Padre.

Kelly



La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Apocalisse Laica
Le religioni dividono. L'ateismo unisce


Il sonno della ragione genera mostri (Goya)


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