| | | OFFLINE | | Post: 10.499 Post: 1.578 | Città: PALERMO | Età: 54 | Sesso: Maschile | Utente Gold | Vescovo | |
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05/06/2010 21:06 | |
E qui comando io e questa è casa mia! Questo verso di una vecchia canzone ruspante sembra oggi tornato di moda: non lo cantano col gargarozzo, ma se lo ripetono nella loro mente tarata e lo praticano abitualmente e senza scrupoli i preti progressista... per "vocazione". E a rimorchio di questi "professionisti della disobbedienza" vanno i "dilettanti", i menefreghisti ... di fatto, quelli che, pur non sentendosi chiamati come i primi a contraddire e calpestare sempre e con passione le norme della Chiesa, si accodano tranquillamente all'andazzo senza alcuna resistenza e senza alcun problema di coscienza. Gli uni e gli altri si mettono sistematicamente (!!!) sotto i piedi le norme della Chiesa e fanno sempre, dovunque e comunque, ciò che vogliono. Lor signori non si sentono figli e ministri della Chiesa, ma i suoi "padroni": «E qui comando io! E questa è casa mia». È il loro "credo" e da questo "credo" derivano tutte le loro scelte. Non obbediscono né tanto e né poco a quanto legittimamente deciso dai Pastori della Chiesa e tanto meno prendono in considerazione le legittime richieste dei fedeli che chiedono ai loro preti di non farla da padroni, di non reinventare il cristianesimo secondo le mode e, guarda caso ... secondo i loro comodi (!), di non espropriarli del loro diritto a vivere la vita cristiana... "come Dio comanda".
Il 25 marzo 2004 la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha dato alla Chiesa la "Redemptionis Sacramentum: Istruzione su alcune cose che si devono osservare ed evitare circa la SS Eucarestia".
Sull'importanza di questo documento (in cui si notano purtroppo tracce di compromesso!) non c'è alcun dubbio: «Il Sommo Pontefice, affinché la Chiesa tuteli debitamente anche al giorno d'oggi un così grande mistero nella celebrazione della sacra liturgia, ha dato disposizione a questa Congregazione di preparare, d'intesa con la Congregazione per la Dottrina della Fede, la presente Istruzione». Un documento necessario, ma non sufficiente.
Necessario.... Perché, si legge nel documento: «Non possono passare sotto silenzio gli abusi, anche di minima gravità, contro la natura della Liturgia e dei Sacramenti, nonché contro la tradizione e l'autorità della Chiesa ... In alcuni luoghi gli abusi commessi in materia liturgica sono all'ordine del giorno, il che ovviamente non può essere ammesso e deve cessare. Tali abusi contribuiscono ad oscurare la retta fede e la dottrina cattolica» sull'Eucarestia. Più chiaro di così...!!!! Dunque, il male è lucidamente diagnosticato! Ma ... mi chiedo: «sarà anche debitamente curato?».
La Chiesa ha parlato ancora una volta: questo andazzo "deve cessare". Sì, ha parlato, ma ha solo (!) parlato e ... "can che abbaia non morde", Il documento c'è! Per la verità non è il primo e non sarà l'ultimo ma non si nota in giro alcun segno di cambiamento. Sono al corrente di non pochi e gravi abusi fatti in diverse parrocchie, ma anche dopo che la Chiesa ha ri-parlato ... tutto sta continuando come prima. I ribelli non hanno accusato il colpo e sono stracerti che possono continuare sistematicamente nella loro ribellione e nelle loro profanazioni senza dover temere alcuna conseguenza. E intanto ... il rispetto, l'adorazione e la fede nel valore infinito dell'Eucarestia vanno a farsi benedire, la Messa diventa sempre più una "carnevalata" e la presenza reale di Gesù sempre più insignificante. E intanto ... molti fedeli (trattati dai loro pastori come il "due di coppe"!) continuano a subire e a dover digerire delle Messe fatte ad immagine e somiglianza delle ostinate follie dei loro preti pre(poten)ti. E intanto ... la ribellione e non più l'obbedienza sta diventando il criterio-guida di certi preti. E grazie all'esempio negativo dei "pionieri" l'infezione dilaga e non è più percepita nella sua gravità. E intanto con questa tolleranza eccessiva ed assurda l'autorità della Chiesa si fa complice di chi ne mina le basi e, di fatto, riconosce a se stessa solo ... un potere di consiglio, ma non di governo. Borbotta, si lamenta, piagnucola per le cose che non vanno, ma non si impone! Tiene per sé la penultima parola e lascia l'ultima agli ostinati ribelli.
La Chiesa dice che.. neanche per motivi ecumenici si puó dare l'Eucarestia a chi non crede nella presenza reale di Gesù? Ma qualche prete (e.., purtroppo anche qualche Vescovo... !!1) di fatto, risponde: «Me ne frego! E do la Comunione a chi voglio io».
La Chiesa dice che ... non si devono usare "testi e riti non approvati", inventando parti della Messa a proprio piacimento? Ma qualche prete di fatto risponde: «Me ne frego! E nella Messa dico quello che mi viene al momento, quello che mi suggerisce la fantasia, quello che mi pare e piace».
La Chiesa dice che... certi cambiamenti ledono il "giusto diritto dei fedeli", generano "insicurezza dottrinale", danno "scandalo al popolo di Dio" e causano "reazioni aspre"? Ma qualche prete di fatto risponde: «Me ne frego! Decido io cosa tenere e cosa cambiare, e se ai fedeli piace, bene, se no ... peggio per loro».
La Chiesa dice che ... "regolamentare la Sacra Liturgia compete unicamente all'autorità della Chiesa", cioè al Papa e subordinatamente ai Vescovi? Ma qualche prete, di fatto, risponde: «Me ne frego! Nella mia parrocchia faccio quello che voglio io, qui sono Vescovo, Papa e Vice-Padreterno».
La Chiesa dice che ... è importante anche "l'atteggiamento del corpo", quindi lo stare in piedi, seduti e ... in ginocchio? Ma qualche prete di fatto, risponde: «Me ne frego! Noi non siamo servi ma figli di Dio, ed i figli stanno in piedi davanti al Padre, e non in ginocchio». Non solo, ma in certe nuove chiese (come nella grande basilica di San Pio da Pietrelcina, a San Giovanni Rotondo) si sono piazzati solo dei banchi senza inginocchiatoio.
La Chiesa dice che... nella Messa ognuno deve compiere "solo tutto ciò che è di sua competenza", che "soltanto laddove la necessità lo richieda, i ministri straordinari possono, a norma del diritto, aiutare il sacerdote celebrante" nel dare l'Eucarestia e quindi che i ministri "straordinari" della Comunione non possono diventare ministri "ordinari" e dare l'Eucarestia ai fedeli quando sono disponibili dei sacerdoti? Ma qualche prete, di fatto, risponde: «Me ne frego! Nella mia parrocchia l'unico ministro straordinario sono io, che ho da fare tante altre cose più importanti che dare la Comunione ai fedeli e ai malatï». In una parrocchia la "fantasia" di un prete è andata anche oltre: «Oggi è la Festa della mamma e allora si facciano avanti tre mamme e saranno loro a dare l'Eucarestia», ovviamente anche se non erano minïstre straordinarie della Comunione.
La Chiesa dice che ... "La preghiera Eucaristica" (che è il cuore della Messa) deve essere interamente recitata dal solo sacerdote? Ma qualche prete, di fatto, risponde: «Me ne frego! Nella mia parrocchia il popolo viene sempre coinvolto anche in ciò che secondo la Chiesa non gli compete»: è un populismo di bassa lega! Basta infatti che ïl "popolo", tanto osannato quando fa comodo, proponga al prete qualcosa che non gli va e subito si vede che conta meno di niente.
La Chiesa dice che ... «non è permesso sostituire le letture bibliche... con altri testi non biblïci»? Ma qualche prete, di fatto, risponder «Me ne frego! Alla mia gente propongo letture migliori di quelle imposte dalla Chiesa». E, guarda caso, si tratta sempre di ispirazioni filo comuniste.
La Chiesa dice che ... «non è consentito ad un laico proclamare il Vangelo»? Ma qualche prete, di fatto, risponde: «Me ne frego! Nelle mie Messe faccio leggere il Vangelo al primo che capita, perché non c'è differenza tra preti e laici». Lo stesso criterio vale per l'omelia. A Foggia un prete è arrivato a far tenere la predica della Messa di Natale a un mussulmano, l'anno dopo ad una prostituta e successivamente ad un omosessuale. Vista la "fantasia" di quel parroco, siamo in attesa di altre sorprese. E perché non ad un pedofilo, ad un mafioso, ad un medico abortista, ad uno spacciatore di droga e ... altri bischeri?
La Chiesa dice che... "non si ammetta un Credo" diverso da quello previsto? Ma qualche prete, di fatto, risponde: «Me ne frego! Il Credo semplicemente lo elimino per lasciare ai fedeli la libertà di pensare come vogliono». E così anche la Messa serve per far perdere la fede ... !!!
La Chiesa dice che ... «dei sacerdoti ascoltino le confessioni dei fedeli ... anche mentre si celebra la Messa nello stesso luogo». E invece sta vertiginosamente crescendo il numero dei preti che, lasciando vuoti i confessionali di domenica rispondono di fatto all'appello della Chiesa con un «Me ne frego! Se vogliono confessarsi vengano in un altro momento». E quando? Di giorno feriale? O tra una Messa e l'altra di domenica? Anche allora quei preti continuano ... non esserci. Sulla coscienza di chi graveranno quei peccati non confessati? Più che sulla coscienza di chi li ha commessi, certamente sulla coscienza del prete che non si è reso disponibile a perdonarli!
La Chiesa dice che ... « a ricevere l'Eucarestia non accedano bambini che non abbiano raggiunto l'età della ragione (che si dovrebbe presumere intorno ai 7 anni visto che già da un anno frequentano la scuola elementare - n.d.r.) ... Tuttavia talora avvenga che un bambino, in via del tutto eccezionale, rispetto all'età sia ritenuto maturo per ricevere il sacramento, non gli si rifiutï la Prima Comunione, a condizione che sia stato sufficientemente preparato?». E la maggior parte dei preti risponde: «Me ne frego! Nella mia parrocchia la Prima Comunione si fa quando lo voglio io, a dieci anni, alla fine della quarta elementare, e se ai genitori la cosa non va non li autorizzo ad emigrare in un'altra parrocchia, perché i miei diritti (quei diritti che non ha! - n, d. r.) vengono prima dei diritti dei genitori e soprattutto del diritto che ha il bambino di ricevere Gesù Eucaristia». Non è, questa, una odiosa formula di clericlarismo, ancora più odiosa se si pensa che è praticata da preti che ipocritamente dicono di voler dare spazio ai laici? Del loro sacerdozio conservano ben poco nel loro modo di pensare e agire e quasi niente del loro. modo di vestire, ma il loro potere sacerdotale, quando fa comodo, lo ingigantiscono fino a togliere spazio e respiro a chiunque non sia disposto ad inchinarsi alle loro prepotenze.
La Chiesa dice che ... «non è lecito negare a un fedele la Santa Comunione per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l'Eucarestia in ginocchio oppure in piedi»? Ma qualcuno risponde: «Me ne frego! Nella mia parrocchia la Comunione si riceve solo in piedi». Pretendono dai loro fedeli tutto il loro rispetto, anche quello che non meritano (!), ma negano al Signore un piccolo gesto di rispetto e ai fedeli la possibilità di esternarlo. E se questi si arrischiano a farlo, devono subire l'umiliazione di qualche pesante rimprovero davanti a tutti. Lo stesso si può dire di chi, come è suo diritto, vuol ricevere la Santa Comunione in bocca.
La Chiesa dice che ... «nella Messa... veste propria del sacerdote celebrante è la casula o la pianeta ... il Sacerdote che porta la casula ... non tralasci di indossare la stola, e i Vescovi e i Superiori religiosi provvedano che ogni uso contrario sia eliminato». Non importa. Qualche prete (e il numero è in vertiginoso aumento) risponde: «Me ne frego! La casula la metto quando voglio io, perché d'estate con il caldo che c'è il camice è anche troppo e quando indosso la casula non metto la stola perché non ha alcun senso visto che nessuno può notarla». Strano, celebrano il Sacrificio di Cristo (perché questo è la Messa!), ma non si associano a Lui neanche con il piccolo sacrificio di sopportare un po' di caldo. E in quanto alla stola, è vero che sotto la casula nessuno la nota, ma potrebbe e dovrebbe notarla il sacerdote e ricordarsi, nell'indossarla, che rappresenta il giogo e quindi la responsabilità che pesa sulle sue spalle. Evidentemente è proprio questo che vuole dimenticare: le loro responsabilità nei confronti di Dio e dei fedeli.
Bene. Mi fa piacere che l'autorità della Chiesa si sia fatta sentire e abbia messo, o rimesso, dei punti fermi. Ora, per raddrizzare le storture, non resta che passare dalle parole ai fatti e far osservare quanto stabilito. E a chi tocca? Tocca all'autorità della Chiesa. E infatti, nel documento in questione, "Redemptionis Sacramentum", l'Autorità ricorda a se stessa (!) il suo dovere (!) di vigilanza (!). Ne cito alcuni passi: «È di competenza della Sede Apostolica.. vigilare perché gli ordinamenti liturgici ... siano osservati fedelmente ovunque» (n. 16); «La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ... esercita attenta vigilanza perché siano osservate esattamente le disposizioni liturgiche, se ne prevengano gli abusi e, laddove essi siano scoperti, vengano eliminati» (n. 17); «I fedeli hanno il diritto che l'autorità ecclesiastica regoli pienamente ed efficacemente la sacra Liturgia, in modo tale che essa non sembri mai proprietà privata di qualcuno» - (n. 18); «Il popolo cristiano ha il diritto che il Vescovo diocesano vigili affinché non si insinuino abusi nella disciplina ecclesiastica, specialmente riguardo al ministero della Parola, alla celebrazione dei Sacramenti e dei sacramentali, al culto di Dio e dei Santi» (n. 24); «Se gli abusi persistono, occorrerà procedere, a norma del diritto, a tutela del patrimonio spirituale e dei diritti della Chiesa, facendo ricorso a tutti i mezzi legittimi» (n. 170); «Ogni cattolico sia sacerdote sia diacono sia fedele laico, ha il diritto di sporgere querela su un abuso liturgico presso il Vescovo diocesano... o alla sede apostolica in virtù del primato del Romano Pontefice» (n. 184).
Bene davvero! Ora, le regole non mancano e l'autorità ricorda a se stessa (!) che è suo dovere (!) vigilare e ... intervenire (!) per riparare i guasti operati dall'anarchia clericale. Ma interverrà davvero? Come cristiano e come sacerdote ... me lo auguro, lo spero e ci prego. Come esperto e collaudato conoscitore della paura che si portano dentro troppi di coloro che sono rivestiti dell'autorità ... mah, meglio che lasci perdere!. Scrive Mino Maccari: «Ogni imbecille tollerato è un'arma regalata al nemico». Parafrasando queste parole e adattandole al tema trattato, mi scappa di dire: «... Ogni prete anarchico tollerato è un'arma regalata al nemico» e chi sia il "nemico" ... lo sappiamo fin troppo bene. Tratto da "Combatti la buona battaglia" – Rivista “Presenza Divina”.
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà
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