Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

Preti pedofili perché il Papa difende Sodano?

Ultimo Aggiornamento: 04/07/2010 10:13
04/07/2010 00:58
 
Quota


Preti pedofili perché il Papa difende Sodano?

Repubblica — 30 giugno 2010   pagina 132   sezione: PRIMA PAGINA
IERI il papa ha sottolineato che il pericolo più grande per la Chiesa viene dal fronte interno: "Il danno maggiore lo subisce da ciò che inquina la fedee la vita cristiana dei suoi membri e delle sue comunità". Ma allora perché, due giorni fa, ha pubblicamente umiliato il cardinale Christoph Schönborn, finora il più coraggioso degli uomini di Chiesa nel lottare contro il terribile inquinamento interno che è la pedofilia del clero? Io quasi non volevo crederci, non poteva essere vero che Benedetto XVI, dopo aver più volte affermato di voler fare tutto il possibile per stabilire la verità e perseguire la giustizia nello scandalo pedofilia, avesse costretto l' arcivescovo di Vienna a una specie di Canossa vaticana. Eppure era vero. Benedetto XVI aveva costretto il presule, nonché stimato teologo di orientamento conservatore a lui molto vicino, a una conciliazione forzata con il cardinal Sodano. La logica del potere romano è la forza che ancora domina la Chiesa cattolica. Quello che però a mente fredda colpisce di più è il disinteresse mostrato dal papa per il merito delle accuse mosse pubblicamente da Schönborn il 28 aprile scorso contro il cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato sotto Giovanni Paolo II, accusandolo di aver insabbiato il caso Groer. Hans Hermann Groer (1919-2003), monaco benedettino, arcivescovo di Viennae cardinale, fu costretto a dimettersi nel 1995 per aver molestato un seminarista minorenne (in seguito a suo carico emersero molti altri casi). Immediato successore di Groer nella diocesi di Vienna, Schönborn quando accusava Sodano parlava di cose che conosce molto bene. Ma diceva la verità oppure mentiva? È vero o non è vero che Sodano da Roma ostacolò le indagini di Vienna? Il papa semplicemente non se ne è curato, non è entrato nel merito, alla verità ha preferito la forma ricordando che solo a lui è concesso accusare un cardinale. Così il comunicato ufficiale: "Nella Chiesa, quando si tratta di accuse contro un cardinale, la competenza spetta unicamente al papa". Ma se è così, allora il papa è tenuto ad andare fino in fondo verificando se le accuse di Schönborn a Sodano sono fondate o sono solo calunnie. Lo farà? Non lo farà, per il motivo che dirò alla fine di questo articolo. Nella predica a conclusione dell' Anno sacerdotale a piazza San Pietro l' 11 giugno Benedetto XVI aveva detto di "voler fare tutto il possibile affinché un tale abuso non possa succedere mai più". Alla luce del trattamento riservato a Schönborn queste parole appaiono molto sfuocate, mera retorica di stato. Di che cosa stiamo parlando, infatti? Stiamo parlando (occorre ricordarlo sempre!) di migliaia e migliaia di giovani vittime. Oltre all' Austria scandali sono emersi ovunque. Negli Stati Uniti finora sono stati pagati indennizzi per 1.269 miliardi di dollari, con il conseguente fallimento di non poche diocesi. In Irlanda nel 2009 sono usciti documenti come il Rapporto Murphy e il Rapporto Ryan, quest' ultimo sugli abusi del clero dagli anni ' 30 agli anni ' 70 (notare: anni ' 30, altro che responsabilità della rivoluzione sessuale del postconcilio come scrive Benedetto XVI nella "Lettera ai cattolici irlandesi"): il risultato è che la Chiesa irlandese deve versare 2.100 milioni di euro di risarcimenti. Poi c' è la Germania del papa: abbazia benedettina di Ettal in Alta Baviera, coro di Ratisbona, dimissioni di mons. Mixa vescovo di Augusta per molestie sessuali su minori, collegio Canisius dei gesuiti a Berlino... C' è il Belgio con le dimissioni del vescovo di Bruges per i medesimi tristi motivi e le perquisizioni delle tombe nella cattedrale di Malines con le conseguenti deplorazioni pontificie. Ci sono Polonia, Svizzera, Olanda, Danimarca, Norvegia, Inghilterra, Australia... Don Ferdinando Di Noto, il prete da anni in prima linea contro la pedofilia, simbolo della rettitudine della gran parte dei preti, dichiarava il 18 febbraio scorso che in Italia i casi accertati sarebbero un' ottantina. Da allora, vista la frequenza delle notizie sui giornali, temo che la cifra sia aumentata non poco. Di fronte a questi dati due cose sono sicure. Primo: se non fosse stato per la forza dei giornali e delle tv tutto sarebbe rimasto sconosciuto e insabbiato; se la Chiesa riuscirà un giorno a fare pulizia al proprio interno lo dovrà alla forza delle scomode verità fatte emergere dalla libera informazione. Secondo: fino a poco tempo fa la linea tenuta dal cardinal Sodano sul caso Groer era la prassi abituale, come appare anche dalla Epistula de delictis gravioribus inviata il 18 maggio 2001 dall' allora cardinal Ratzinger ai vescovi di tutto il mondo che imponeva il secretum Pontificium per tutte le gravi trasgressioni del clero (notare: il caso Groer risale a sei anni prima!). È proprio questa la peculiarità dello scandalo, non tanto la pedofilia di preti e vescovi, quanto l' insabbiamento da parte delle gerarchie, il fatto incredibile che i vertici ecclesiastici sapevano di questi crimini e, per non indebolire il potere politico della Chiesa, tacevanoe insabbiavano. Per anni e anni. Per interi decenni è stata preferita l' onorabilità della struttura politica della Chiesa rispetto alla giustizia verso le vittime, e quindi verso Dio. Le dichiarazioni del cardinal Sodano che riduceva a "chiacchiericcio" le accuse erano esattamente in linea con questa politica dell' insabbiare, e l' umiliazione inferta dal papa al cardinale Schönborn per averlo criticato è una conferma che questa politica non è terminata. La subdola peculiarità di questo scandalo mondiale è purtroppo ancora in vita. Salvare la Chiesa prima di tutto. Prima dei bambini e della loro vita psichicae affettiva. Prima dei genitori e del loro inestirpabile dolore. Prima del senso di giustizia di tutta una società. Prima della giustizia di cui rendere conto davanti a Dio. Prima di tutto, la Chiesa e la sua immagine, e il conseguente potere che ne deriva. Per questo l' ordine era (anzi è, perché altrimenti non si sarebbe salvata l' onorabilità del potente cardinal Sodano) coprire, insabbiare, dissimulare, mentire, negare, comprare. Tra l' ottantina di cardinali della Chiesa solo uno aveva avuto il coraggio e l' onestà di puntare il dito contro il vertice della nomenclatura. Il papa l' ha messo a tacere, l' ha fatto rientrare tra le fila, imponendogli una bella dichiarazione di facciata. Ma com' è possibile che nella Chiesa tanti crimini siano stati occultati e che all' interesse delle vittime sia stato preferito quello dei loro aguzzini? La risposta a mio avviso consiste nella teologia elaborata lungo i secoli che ha condotto a una vera e propria idolatria della struttura politica della Chiesa, a una sorta di sequestro dell' intelligenza da parte della struttura per affermare se stessa sopra ogni cosa, il cui inizio si può emblematicamente collocare, come già intuito da Dante, nella stesura del falso documento conosciuto come "Donazione di Costantino" da parte della cancelleria papale (documento svelato come falso da Lorenzo Valla nel 1440). Questa teologia ecclesiastica ha condotto a fare dell' obbedienza alla Chiesa gerarchica il segno distintivo dell' essere cattolico: il cattolico è anzitutto colui che obbedisce al papa e ai vescovi. Se non obbedisci, non sei cattolico. Dante non lo sarebbe più, neppure san Paolo, che ebbe l' ardire di opporsi pubblicamente a Pietro, non potrebbe far parte di questa Chiesa cattolica. Al termine degli Esercizi spirituali così Ignazio di Loyola illustrava il rapporto con la verità che deve avere il cattolico: "Quello che io vedo bianco, lo credo nero se lo stabilisce la Chiesa gerarchica". Da tempo immemorabile la bilancia è il simbolo della giustizia. Su un piatto della bilancia ci sono le vite di migliaia di bambini, ragazzi e giovani irrimediabilmente deturpate da uomini di Chiesa. Sull' altro, che cosa mette la Chiesa? Oggi è costretta a mettere i nomi dei colpevoli, e tantissimi soldi. Ma si ferma qui, e non basta. Essa infatti deve aggiungere se stessa, la struttura di potere che l' ha fatta precipitare in questo abisso. Solo a questa condizione i due piatti possono tornare in equilibrio e generare la vera giustizia, quella che Gesù diceva di cercare sopra ogni altra cosa. - VITO MANCUSO
OFFLINE
Email Scheda Utente
Post: 10.499
Post: 1.578
Città: PALERMO
Età: 54
Sesso: Maschile
Utente Gold
Vescovo
04/07/2010 10:13
 
Quota

COMUNICATO SU SCHÖNBORN

Un passaggio che esige

di essere spiegato


Il 28 giugno scorso, il Papa ha ricevuto in udienza il cardinale di Vienna, Christoph Schönborn, che aveva fatto notizia, nelle settimane scorse, per aver proposto a più riprese un "ripensamento" della disciplina del celibato del clero e per aver aspramente criticato atti e parole del cardinale Sodano in materia di pedofilia. Nel comunicato rilasciato lo stesso giorno dalla sala stampa vaticana, c'è un passaggio, forse passato inosservato, che esige di essere spiegato. È quello in cui il Papa rimprovera Schönborn per le accuse da lui rivolte a Sodano a proposito del "compianto" cardinale Hans Hermann Groër, arcivescovo di Vienna dal 1986 al 1995. In pratica Schönborn accusò Sodano di aver coperto gli abusi sessuali commessi da Groër. Commessi? In realtà Groër non ammise mai alcuna colpa, né fu mai sottoposto ad alcun processo, né canonico né civile. Anzi, morì nel 2003 senza che Giovanni Paolo II, l’unico che aveva questo potere – come ha ribadito il comunicato del 28 giugno scorso –, abbia espresso una parola di condanna nei suoi confronti."




Rileggere il caso Groër

per capire lo strano comunicato su Schönborn



"Si ricorda che nella Chiesa, quando si tratta di accuse contro un Cardinale, la competenza spetta unicamente al Papa; le altre istanze possono avere una funzione di consulenza, sempre con il dovuto rispetto per le persone". Questa frase, pubblicata nel singolare comunicato rilasciato lunedì dalla sala stampa vaticana sull’udienza concessa da Benedetto XVI al cardinale di Vienna Christoph Schönborn, è stata voluta personalmente dal Pontefice e si riferisce specificatamente al caso del "compianto", cosi si legge e non casualmente nel medesimo comunicato, cardinale Hans Hermann Groër accusato negli ultimi anni della sua vita di abusi sessuali compiuti decenni prima. Nei Sacri Palazzi si fa notare che questa frase, in realtà, costituisce il primo della mezza dozzina di punti in cui è strutturata Ia famosa lettera di biasimo che il Papa aveva spedito al suo ex allievo Schönborn dopo che questi aveva espresso pubblicamente giudizi negativi nei confronti del cardinale Angelo Sodano accusandolo, in pratica, di aver coperto il cosiddetto scandalo Groër. La lettera non verrà pubblicata, ma nella dichiarazione di lunedì Benedetto XVI ha voluto ribadire che in caso di accuse nei confronti di un porporato è il Papa a dover giudicare. Insomma lui crea i cardinali e lui eventualmente li punisce, ed eventualmente gli toglie la porpora (come fece Pio XI con il gesuita Billot). Ma per capire in pieno Ia frase in questione è necessario ricordare per sommi capi il caso Groër, che scoppia nel 1995, quando dopo le accuse di abusi propalate sui media vengono accettate le dimissioni del cardinale, che aveva già compiuti i 75 anni. Al suo posto viene nominato proprio Schönborn che in pochi mesi da ausiliare diventa arcivescovo di Vienna. In quella prima fase il giovane presule domenicano, a dire il vero, non si mostrò colpevolista nei confronti del predecessore benedettino. Il caso Groër riesplode nel gennaio 1998, quando ad accusarlo sono alcuni suoi confratelli monaci. Il 21 febbraio di quell’anno è previsto il concistoro in cui c i Schönborn riceve la berretta cardinalizia e lui cerca di evitare che alla cerimonia sia presente anche Groër. In quel momento infatti ha già maturato un atteggiamento colpevolista. Giovanni Paolo II però non solo non impedisce la venuta di Groër ma, il 20 febbraio, lo riceve in udienza. Al rientro in Austria si riunisce il Consiglio permanente dell’episcopato. Vi partecipano Schönborn e altri quattro vescovi: Kapellari, Eder, Weber e Aichern. Alla fine in quattro firmano una nota in cui si dichiarano moralmente certi della colpevolezza di Groër. L'unico a non firmare e Aichern, anche lui benedettino, che forse conosceva meglio degli altri le beghe tra confratelli in cui erano maturate le accuse. A questo punto Schönborn scende a Roma per chiedere Ia ratifica della condanna espressa dai presuli. Ma senza successo. Il diniego viene manifestato con toni chiari e netti durante Ia Settimana Santa di quell’anno quando Giovanni Paolo II e Sodano ricevono in udienza Schönborn, Weber e Eder. La Santa Sede non ritiene probanti le accuse. Comunque dopo Pasqua Groër emette un comunicato in cui chiede perdono nel caso abbia fatto qualcosa di male, ma non ammette nessuna colpa. Nel giugno di quell'anno poi c'è Ia ,visita del Papa in Austria. Schönborn insieme ad altri vescovi, ma non tutti, chiede che Groër non sia presente alla visita e che il Vaticano esprima una condanna nei suoi confronti. La prima condizione viene accordata, Ia seconda no. Groër morirà nel 2003 senza che Giovanni Paolo II abbia espresso una parola di condanna nei suoi confronti. […]

Il Foglio 1 luglio 2010



Per approfondire leggi anche:

Mentre Roma è sotto assedio, i cardinali litigano
chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1343939


fonte www.fattisentire.org/modules.php?name=News&file=article&...






-------------------------------------------------

Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Risposta Veloce
Nick  
Titolo
Messaggio
Smiles
Copia il codice di controllo qui sotto





Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 19:00. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com