| | | OFFLINE | | Post: 10.499 Post: 1.578 | Città: PALERMO | Età: 54 | Sesso: Maschile | Utente Gold | Vescovo | |
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06/07/2010 12:01 | |
del R. P. Schouppes S.J. - Modena - Via de' Servi, 10 - Modena – 1883 - Con approvazione Ecclesiastica Eccovi uno di tali fatti, provato giuridicamente nel processo della canonizzazione di san Francesco di Girolamo, e deposto con giuramento da gran numero di testimoni oculari L'anno 1707 predicava il Santo, secondo l'usato, per le contrade di Napoli, parlando dell'Inferno e dei castighi terribili che attendono i peccatori ostinati. Abitava lì vicino una donna di mala vita, la quale importunata da quella voce che destava in cuore i rimorsi, cercò di sopraffarla con ischerni e gridi, accompagnati dal suono di romorosi strumenti. E com'ella stavasi sfrontatamente alla finestra, il Santo le gridò su: Badate, figliuola, che se voi resistete alla grazia, il Signore prima di otto giorni vi punirà! Ma la infelice seguitò anche peggio. Trascorsi gli otto giorni, il Servo di Dio tornò a predicare di rimpetto alla medesima casa, che questa volta era in silenzio, a finestre chiuse; e gli uditori costernati gli si fanno incontro dicendo: Caterina, tal era di nome la mala femmina, è morta subitaneamente poche ore sono. È morta! rispose il Santo; ebbene, or ella ci dirà che abbia guadagnato a beffarsi dell'Inferno. Su, andiamo ad interrogarla. - Le quali parole, scolpite con accento da ispirato misero tutti in aspettazione di un miracolo. Ed egli, seguito da gran folla, sale di presente al camera mortuaria; dove fatta breve preghiera, scopre la faccia della estinta, chiedendo a gran voce: Caterina, di' ove ora tu sei! A tale domanda, la morta solleva il capo aprendo le truci pupille, si ricolora in volto, contrae i lineamenti in aspetto di orribile disperazione e con lugubre voce risponde: All'Inferno, sono all'Inferno! E ripiomba cadavere. - Io fui presente a tale spettacolo, depone uno dei testimoni nei processi, ma non potrò mai spiegare l’impressione da esso prodotta in me e negli astanti; né quella che provo tuttora, ogni qualvolta passo davanti a quella casa e riguardo a quella finestra, parendomi udire risonar tuttavia da quella sinistra dimora il grido lugubre: All'Inferno, sono all'Inferno!
Radbodo re dei Frisoni, del quale si parla nella storia ecclesiastica al secolo ottavo, avea detto a san Vulfrando di non temere l'Inferno, e di volervi essere coi re suoi antenati ed altri illustri personaggi, aggiungendo: Del resto, potrò sempre ricevere il battesimo più tardi. Signore, gli rispose il Santo, non trascurate la grazia offertavi, mentre quel Dio che offre perdono al peccatore, non gli promette il domani. - Il re non diede ascolto e differì la conversione; ma un anno appresso, saputo l'arrivo di san Villibrordo, gli andò un messo pregandolo di venire in corte a battezzarlo. Troppo tardi, rispose il Santo all'inviato, il vostro signore, dopo la vostra partenza, è morto. Ha sfidato il fuoco eterno, e vi è caduto. Questa notte appunto l'ho io visto carico di ardenti catene in fondo all'abisso.
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà
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