Gay Pride a Gerusalemme e la chiesa protesta
Una provocazione nei confronti della famiglia e del matrimonio, gli omosessuali lascino la citta ai suoi pellegrini e ai suoi fedeli.
Ieri gli omosessuali di Israele hanno sfilato per le vie di Gerusalemme per rivendicare i loro diritti e protestare contro le discriminazioni sessuali. Oggi, come era prevedibile, la Chiesa Cattolica ha voluto unirsi alla "ferma protesta" espressa dai leader religiosi della Terra Santa - Ebrei, Cristiani, Musulmani e Drusi - per il Gay Pride.
Il matrimonio - In una nota diffusa dal Patriarcato latino di Gerusalemme e pubblicata dal Servizio Informazione Religiosa, la manifestazione viene letta come "una provocazione nei confronti della famiglia e del matrimonio, istituzioni volute da Dio, che ha benedetto l'unione tra l’uomo e la donna. Questa parata e gli organizzatori e le autorità che la permettono, non dimostrano - infatti - alcuna sensibilità nè nei confronti delle famiglie e dei loro sentimenti, né verso la santità di questa città".
La Città Santa - I toni si fanno sempre più aspri e il patriarca Fouad Twal incalza: "Gli omosessuali tengano le loro parate dove vogliono, ma lascino Gerusalemme ai suoi pellegrini ed ai suoi fedeli. Questa città ha già sofferto tante ferite ed umiliazioni, ed è doloroso constatare che mentre a milioni di suoi abitanti arabi, compresi quelli dei Territori dell’Autorità Palestinese, viene impedito di visitare i Luoghi Santi di Gerusalemme per ragioni di sicurezza, sia invece d’altro canto permessa, senza costituire problema, una tale manifestazione".
I comandamenti - Infine, dopo un ulteriore elogio dell'unione tra uomo e donna e una prolungata difesa della sacralità della città, mons. Twal assicura "profondo rispetto nei confronti di ogni essere umano", e dunque anche degli omosessuali, ma ricorda allo stesso tempo che è compito dei credenti annunciare "la verità dei Dieci Comandamenti, che non lasciano spazio all’apologia del disordine morale, proclamando che il fondamento della felicità è nella Parola del Signore: "se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti".
30/07/2010
Ieri gli omosessuali di Israele hanno sfilato per le vie di Gerusalemme per rivendicare i loro diritti e protestare contro le discriminazioni sessuali. Oggi, come era prevedibile, la Chiesa Cattolica ha voluto unirsi alla "ferma protesta" espressa dai leader religiosi della Terra Santa - Ebrei, Cristiani, Musulmani e Drusi - per il Gay Pride.
Il matrimonio - In una nota diffusa dal Patriarcato latino di Gerusalemme e pubblicata dal Servizio Informazione Religiosa, la manifestazione viene letta come "una provocazione nei confronti della famiglia e del matrimonio, istituzioni volute da Dio, che ha benedetto l'unione tra l’uomo e la donna. Questa parata e gli organizzatori e le autorità che la permettono, non dimostrano - infatti - alcuna sensibilità nè nei confronti delle famiglie e dei loro sentimenti, né verso la santità di questa città".
La Città Santa - I toni si fanno sempre più aspri e il patriarca Fouad Twal incalza: "Gli omosessuali tengano le loro parate dove vogliono, ma lascino Gerusalemme ai suoi pellegrini ed ai suoi fedeli. Questa città ha già sofferto tante ferite ed umiliazioni, ed è doloroso constatare che mentre a milioni di suoi abitanti arabi, compresi quelli dei Territori dell’Autorità Palestinese, viene impedito di visitare i Luoghi Santi di Gerusalemme per ragioni di sicurezza, sia invece d’altro canto permessa, senza costituire problema, una tale manifestazione".
I comandamenti - Infine, dopo un ulteriore elogio dell'unione tra uomo e donna e una prolungata difesa della sacralità della città, mons. Twal assicura "profondo rispetto nei confronti di ogni essere umano", e dunque anche degli omosessuali, ma ricorda allo stesso tempo che è compito dei credenti annunciare "la verità dei Dieci Comandamenti, che non lasciano spazio all’apologia del disordine morale, proclamando che il fondamento della felicità è nella Parola del Signore: "se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti".
30/07/2010
www.libero-news.it/news/462958/Gay_Pride_a_Gerusalemme_e_la_Chiesa_prote...
"Ciò che tu eviteresti di sopportare per te, cerca di non imporlo agli altri" (Epitteto)
Col concetto cristiano della vita, l'amore non è una necessità e non si esercita su nulla; esso è una facoltà essenziale dell'anima umana. L'uomo ama, non perché ha interesse di amare questo o quello, ma perché l'amore è l'essenza dell'anima sua, perché egli non può non amare.
La dottrina cristiana insegna all'uomo che l'essenza dell'anima sua è l'amore, che la sua felicità non è di amare la tale o la tal altra entità, ma bensì il principio di tutto, Dio, ch'egli ha coscienza di contenere in sé. Ecco perché egli amerà tutti e tutto.
(Tolstoj)