Le incongruenze della beatitudine eterna e del ricongiungimento degli affetti terreni
Il problema
È impossibile parlare di beatitudine eterna per la madre che in Paradiso, leggendo tutto in Dio, ha piena e continua conoscenza dei tormenti del figlio dannato. Ciò dimostra l’assurdità di una prospettiva oltremondana che sia al tempo stesso
1) di beatitudine in base a meriti (e/o grazie) individuali e
2) di “ricongiungimento” di persone che si amano, in vista di una continuazione dei rapporti terreni. Tale prospettiva consolatoria mostra chiarissimamente di essere stata costruita ad hoc, in base al principio del “credo quod cupio”.
In primo luogo, infatti, nessuno può dire, di se stesso o di altri, se finirà in paradiso o all’inferno. È pertanto impossibile credere alla buona fede di quel teologo di Radio Maria che alla vedova inconsolabile dice: “Ma cara signora, la sua è solo una separazione temporanea, destinata a ricomporsi in cielo.”
Come può lui garantire che sia andato in cielo il marito e che ci vada poi la moglie?
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