PAPA/ 1. Peter Hitchens: il mio viaggio dall’ateismo alla fede e quello di Benedetto XVI
INT.
Peter Hitchens
giovedì 16 settembre 2010
Dall’ateismo alla fede. E’ la storia personale di Peter Hitchens, pluripremiato giornalista inglese 59enne, che nell’ultimo libro dal titolo La rabbia contro Dio. Come l’ateismo mi ha portato alla fede racconta la sua conversione dall’ateismo militante e dal trotzkismo alla fede anglicana e a posizioni conservatrici. Un percorso che lo ha portato a convinzioni opposte a quelle del fratello, lo scrittore Christopher Hitchens, uno dei più accesi polemisti anti-cristiani viventi. Abbiamo intervistato Peter Hitchens in occasione della visita del Papa Benedetto XVI in Gran Bretagna, dove sarà da oggi fino al 19 settembre per la beatificazione di John Henry Newman. Un’occasione per fare il punto sulle opportunità legate a quello che si presenta come un evento storico e, nello stesso tempo, molto delicato dal punto di vista diplomatico.
Oggi, 16 settembre, il Papa Benedetto XVI sarà in Gran Bretagna. Ritiene che sarà un’opportunità positiva per il suo Paese?
Sono sicuro che sarà un’opportunità positiva. Dubito seriamente però che la Gran Bretagna la coglierà. La visita è stata organizzata dal precedente governo, per motivazioni che restano da chiarire. Il suo momento centrale, la beatificazione di John Henry Newman, è sconosciuto alla maggioranza del popolo inglese che – essendo analfabeta in materia di religione – ha udito a malapena di Newman e nutre scarso interesse per quanto riguarda il suo stato di beato. La Chiesa cattolica in Gran Bretagna inoltre è generalmente su posizioni liberali, e (io sospetto) non molto favorevole nei confronti delle opinioni conservatrici di Benedetto XVI. E quindi non ritengo che ci sia una grande volontà che la visita abbia successo.
Il popolo inglese, benché in gran parte indifferente nei confronti della religione e ignorante per quanto riguarda le differenze tra protestantesimo e cattolicesimo, che un tempo lo avrebbero interessato, può facilmente farsi aizzare in un bigottismo anti-cattolico, specialmente sull’argomento degli abusi sessuali dei sacerdoti.
Che cosa ne pensa della posizione di Richard Dawkins e di suo fratello Christopher, che hanno chiesto di inquisire Benedetto XVI per crimini contro l’umanità in relazione alla vicenda dei preti pedofili?
E’ semplicemente ridicola.
Secondo quanto dichiarato pochi giorni fa dal portavoce della Conferenza Episcopale inglese, Jack Valero, Papa Benedetto XVI potrebbe incontrare dieci vittime degli abusi in Gran Bretagna. Questo fatto aiuterà a sanare le ferite delle persone che hanno subito degli abusi?
Lo spero di cuore. Quanti però desiderano usare questo problema per attaccare la Chiesa cattolica non desisteranno, qualsiasi cosa accada. Verrebbe da pensare, dal modo con cui insistono, che la Chiesa cattolica abbia istruito i suoi sacerdoti perché abusassero dei bambini, e che nessun bambino abbia mai subito abusi nelle istituzioni laiche e liberali. Il vero problema in questo caso è la crescita della furia laicista contro il Cristianesimo.
Nel suo libro La rabbia contro Dio racconta che tra gli elementi che hanno giocato un ruolo nella sua conversione c’è stata anche la paura provata di fronte a un quadro, il Giudizio universale di Rogier van der Weyden. Ritiene che l’origine della religione sia un sentimento di paura, o qualche cos’altro?
No, l’origine della religione non è certamente la paura. L’origine della religione risiede nel fatto che l’esistenza di Dio spiega così tanti dei misteri dell’universo - specialmente la coscienza.
Lo scrittore russo Fedor Dostoevskij, negli appunti del romanzo I demoni, si domandava: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?». Lei che cosa risponderebbe?
Sì. Perché il fatto di essere un uomo colto e un europeo dei nostri giorni dovrebbe essere un ostacolo al fatto di credere? Io avrei detto piuttosto che i fallimenti e le barbarie compiute nel 20esimo secolo dall’uomo senza Dio, soprattutto in Europa, hanno reso la Divinità di Cristo più facile da comprendere e più necessaria. E per quanto riguarda il fatto che siamo uomini colti, basti ricordare che la Divinità di Cristo è il fondamento della nostra cultura.
Lei ha dichiarato che il suo ateismo è iniziato ad andare in crisi anche di fronte alla bellezza delle chiese del Medioevo: «I miei disprezzati antenati non erano né rozzi né ignoranti, ma uomini e donne di grande abilità e geni dell’ingegneria, un genio non contraddetto o bloccato dalla fede, ma rafforzato da questa». Perché ritiene che la fede possa rafforzare le abilità e le qualità umane?
Perché il desiderio di conoscere la sovranità di Dio ispira gli uomini a compiere cose più grandi di quanto possa fare la semplice esistenza quotidiana. Per capirlo, basta paragonare una cattedrale con una villetta a schiera, la musica di Giovanni Pierluigi da Palestrina con una canzone pop, Leonardo da Vinci con gli affreschi murali di Pompei.
(Pietro Vernizzi)
fonte
"Ciò che tu eviteresti di sopportare per te, cerca di non imporlo agli altri" (Epitteto)
Col concetto cristiano della vita, l'amore non è una necessità e non si esercita su nulla; esso è una facoltà essenziale dell'anima umana. L'uomo ama, non perché ha interesse di amare questo o quello, ma perché l'amore è l'essenza dell'anima sua, perché egli non può non amare.
La dottrina cristiana insegna all'uomo che l'essenza dell'anima sua è l'amore, che la sua felicità non è di amare la tale o la tal altra entità, ma bensì il principio di tutto, Dio, ch'egli ha coscienza di contenere in sé. Ecco perché egli amerà tutti e tutto.
(Tolstoj)