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Giornata mondiale dell' AIDS

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2010 08:47
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01/12/2010 15:26
 
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Morti virtuali e ... morti e basta!

In concomitanza della giornata dedicata alla lotta all’Aids che celebra oggi, 1 dicembre, prende il via la campagna 2010 del Ministero della Salute con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica alla prevenzione di una malattia che, anche se se ne sente parlare meno, continua mietere vittime in tutto il mondo

La campagna 2010 del Ministero della Salute, si rivolge in particolare alle persone nella fascia di età compresa tra i 30 e i 40 anni. Senza far distinzione di nazionalità od orientamento sessuale, tutti sono chiamati a fare il test per l’Hiv e ad assumere comportamenti sessuali responsabili: uno dei modi più efficaci per cercare di limitare la diffusione di questa grave infezione. Ed è proprio tenendo alta l’attenzione su questa patologia, che si può tentare di arginare la continua e inesorabile diffusione tra la popolazione, anche tra quelle fasce un tempo considerate non a rischio.

Continua a leggere: www3.lastampa.it/benessere/sezioni/news/articolo/lstp/378144/

Un mio modesto contributo:






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"MA COME UN'AQUILA PUO' DIVENTARE AQUILONE? CHE SIA LEGATA OPPURE NO, NON SARA' MAI DI CARTONE " -Mogol
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Padre Inquisitore
01/12/2010 15:35
 
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Re: Morti virtuali e ... morti e basta!


Mi unisco al tuo appello.



01/12/2010 19:25
 
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Funziona il vaccino italiano!
messo a punto dall'Istituto Superiore di Sanità

Aids, nuovi dati dal vaccino italiano
Agisce colpendo la proteina Tat, che si trova all'interno del virus Hiv: è il motore che gli permette di replicarsi

Agisce colpendo la proteina Tat, che si trova all'interno del virus Hiv: è il motore che gli permette di replicarsi


Il virus Hiv
MILANO - Aiuta e rigenera il sistema immunitario il vaccino terapeutico contro l'Aids messo a punto in Italia dall'Istituto Superiore di Sanità e giunto alla fase due della sperimentazione. I risultati sono pubblicati sulla rivista Plos One. La sperimentazione, coordinata dal gruppo di Barbara Ensoli, è in corso in 11 centri ed è stata finanziata con 13 milioni.

COME AGISCE - Frutto di una ricerca che ha portato finora a 10 brevetti da parte di una struttura pubblica come l'Iss, il vaccino terapeutico agisce colpendo la proteina Tat, che si trova all'interno del virus Hiv: è il motore che gli permette di replicarsi e diffondersi nell'organismo. «Abbiamo visto che il vaccino arriva dove i farmaci si fermano», spiega la ricercatrice. I farmaci antiretrovirali riducono infatti il numero delle particelle di virus in circolazione, ma non riescono ad azzerarle. Il virus continua a essere presente e si rifugia in "santuari", costringendo il sistema immunitario a un continuo stato di allerta. Il risultato è una vera e propria sindrome, che si manifesta con problemi cardiovascolari, epatici, renali. «Il vaccino - aggiunge Ensoli - sembra riportare il sistema immunitario verso uno stato di equilibrio».

FAZIO: FONDI SI TROVANO - I finanziamenti per portare avanti la sperimentazione del vaccino terapeutico «in un modo o nell'altro si troveranno - ha detto il ministro della Salute Ferruccio Fazio -. La fase due è molto importante e l'avanzamento della sperimentazione che ci sarà porterà a risultati ancora più certi. Bisognerà vedere se a questo aumento di immunogenicità corrisponderà anche la capacità di alleviare i sintomi». Per quanto riguarda i fondi, il ministro ha sottolineato che «non sono mai un problema, non dico che ci siano ma che se una cosa è giusta e fatta bene in un modo o nell'altro si trovano». «È significativo il risultato ottenuto dall'Istituto Superiore di Sanità attraverso una ricerca tutta italiana - ha aggiunto il ministro -. Siamo particolarmente felici che sia stato raggiunto dalla ricerca pubblica con l'appoggio costante di questo Ministero attraverso uno sforzo che ci auguriamo di continuare a sostenere soprattutto nell'interesse dei malati».

AIUTI: «CAUTELA» - Raccomanda cautela l'immunologo Fernando Aiuti, che ha partecipato alla prima fase della sperimentazione. Almeno quattro, secondo l'immunologo professore emerito dell'università La Sapienza, i motivi che impongono prudenza nella valutazione dei dati. «In primo luogo il vaccino è stato inoculato in un gruppo limitato di soggetti e l'effetto è stato ottenuto in sottogruppo di soggetti; inoltre non si rivela alcun potenziamento delle difese immunitarie nelle persone vaccinate e in particolare nei linfociti Cd4, che sono l'unico parametro a livello internazionale ritenuto utile per valutare l'efficacia nella risposta ai farmaci». In terzo luogo, prosegue, «la vaccinazione è stata condotta unitamente alla terapia antiretrovirale Haart, che notoriamente oggi è efficace nella maggioranza dei soggetti e che di per sé induce la ricostituzione immunologica». I risultati, ha detto ancora l'immunologo, «vengono a sei anni dalla fase 1 e finora questo vaccino non ha avuto nessun riconoscimento internazionale né in congressi né in riviste che hanno un alto fattore di impatto». Aiuti rileva infine che «viviamo in un momento di grave crisi economica e di carenza di fondi per la ricerca, e che questo vaccino ha già assorbito enormi risorse negli ultimi otto anni. Consiglio estrema cautela in un investimento in questo senso e di sentire il parere di esperti internazionali per eventuali proseguimenti del lavoro».

COME AGISCE - L'importanza del vaccino sta nel fatto che colpisce il virus Hiv al cuore. Il suo bersaglio è infatti la proteina Tat, il motore molecolare che permette al virus di riprodurre copie di se stesso e di diffondere l'infezione. Contrariamente a molte altre proteine utilizzate come bersaglio negli studi finora condotti sui vaccini, la Tat non si trova sulla superficie del virus Hiv ma al suo interno. Pensando al virus dell'Aids come a un'automobile, si può dire che le proteine di superficie possono cambiare facilmente come il colore della carrozzeria, ma il motore resta sempre lo stesso. La proteina Tat si è infatti conservata nel tempo senza alterare le sue caratteristiche. Nel momento in cui il virus infetta una cellula, comincia a produrre la proteina in abbondanza, dopodiché questa esce dalla cellula e prepara il terreno al virus, aprendogli le porte sulla superficie di altre cellule sane. Il vaccino punta a bloccare l'azione della Tat. Una delle conseguenze osservate nella fase 2 della sperimentazione è che "silenziare" il motore del virus Hiv lascia più tranquillo il sistema immunitario.

IMMUNOATTIVAZIONE - In generale anche quando i farmaci della terapia antiretrovirale altamente aggressiva (Haart) riescono a decimare le particelle di virus Hiv nell'organismo, alcune di esse sfuggono nascondendosi indisturbate nei cosiddetti "santuari" e la loro presenza continua a stimolare le difese immunitarie, facendole funzionare in uno stato di allarme continuo. Questa condizione di perenne allerta, chiamata immunoattivazione, è all'origine di molti disturbi a sistema cardiovascolare, fegato e reni. Il vaccino basato sulla proteina Tat ha dimostrato di riuscire a bloccare l'immunoattivazione, riportando il funzionamento del sistema immunitario in una condizione di equilibrio. Alla fase 2 della sperimentazione, che punta ad arrivare a 160 pazienti, partecipano 11 centri di sei regioni: Piemonte (ospedale Amedeo di Savoia di Torino), Lombardia (istituto San Raffaele e ospedale Sacco di Milano, Spedali Civili di Brescia, San Gerardo di Monza) Emilia Romagna (policlinico di Modena e arcispedale Sant'Anna di Ferrara), Toscana (ospedale S.M. Annunziata di Firenze), Lazio (istituto San Gallicano di Roma e ospedale S.M. Goretti di Latina) e Puglia (policlinico di Bari).

DIECI BREVETTI - Sono dieci i brevetti registrati dall'Istituto Superiore di Sanità nel corso della ricerca sul vaccino. «Sono una proprietà pubblica e permetteranno di accelerare il passaggio dei risultati dal bancone del laboratorio al letto dei pazienti - ha detto il presidente dell'Iss Enrico Garaci -. I brevetti sono proprietà dello Stato e senza di essi non sarebbe possibile portare i risultati ai cittadini perché nessuna industria sarebbe interessata. Il nostro obiettivo è cederli, quando sarà il momento, in vista della commercializzazione del vaccino». È soddisfatto, il presidente dell'Iss, per i dati positivi appena pubblicati dal gruppo coordinato dalla Ensoli. «Le cose da fare sono ancora tante e si procede passo dopo passo», ha aggiunto. Finora sono stati trattati 114 pazienti e l'obiettivo è arrivare a 160. Vanno quindi reclutati i 46 che mancano all'appello e, soprattutto, bisognerà trovare nuovi fondi. La fase 2 della sperimentazione è costata 13 miliardi (su 21 promessi) in tre anni: «Sono tutti fondi pubblici, assegnati dal Ministero della Salute», ha osservato Garaci. Compresa la fase iniziale della ricerca, il vaccino è costato finora circa 20 milioni: «Questa somma sarebbe stata 10 volte superiore se fosse stata l'industria a svilupparla». Ora sono necessari altri soldi per completare questa fase della sperimentazione e poi per verificare come il vaccino agisce in altre situazioni, ad esempio in persone sieropositive asintomatiche o quando la terapia antiretrovirale viene interrotta per brevi periodi.



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12 novembre 2010
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01/12/2010 20:34
 
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Viva la ricerca e viva la sperimentazione di nuove sostanze e nuove cure.
Intanto, però, vi sono ancora le emergenze. Ho letto i giornali online di oggi: belle foto, grandi mobilitazioni ma ... forse è mancata una cosa: la raccolta di fondi.

L'AIDS, purtroppo, non miete soltanto vittime, lascia anche una grande e grave "scia" di vedove/vedovi e soprattutto di orfani che, nel frattempo che la malattia sia debellata, hanno le necessità che sappiamo.

La "spettacolarizzazione" fatta da alcune celebrità del mondo dello spettacolo, dello sport ecc. negli States potrebbe sembrare pacchiana, ma ha avuto il pregio di portare molti soldi per affrontare i suddetti problemi. Ho visto che in molte nazioni occidentali hanno organizzato delle manifestazioni ponderose, ma mi è "sfuggito" quello che è stato fatto nel nostro Paese...

Poi, come il proverbiale "cacio sui maccheroni", la chiesa cattolica avrebbe potuto sbilanciarsi un pochino a proposito dell'uso del preservativo. Sembra, invece, che l'esternazione papale di alcuni giorni fa sia subitaneamente rientrata nei soliti oscuri meandri della politica vatikana!

[SM=g2407710]
[Modificato da Agabo 01/12/2010 20:37]



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01/12/2010 20:40
 
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Re: Funziona il vaccino italiano!
nevio63, 01/12/2010 19.25:

messo a punto dall'Istituto Superiore di Sanità

Aids, nuovi dati dal vaccino italiano
Agisce colpendo la proteina Tat, che si trova all'interno del virus Hiv: è il motore che gli permette di replicarsi

Agisce colpendo la proteina Tat, che si trova all'interno del virus Hiv: è il motore che gli permette di replicarsi


Il virus Hiv
MILANO - Aiuta e rigenera il sistema immunitario il vaccino terapeutico contro l'Aids messo a punto in Italia dall'Istituto Superiore di Sanità e giunto alla fase due della sperimentazione. I risultati sono pubblicati sulla rivista Plos One. La sperimentazione, coordinata dal gruppo di Barbara Ensoli, è in corso in 11 centri ed è stata finanziata con 13 milioni.

COME AGISCE - Frutto di una ricerca che ha portato finora a 10 brevetti da parte di una struttura pubblica come l'Iss, il vaccino terapeutico agisce colpendo la proteina Tat, che si trova all'interno del virus Hiv: è il motore che gli permette di replicarsi e diffondersi nell'organismo. «Abbiamo visto che il vaccino arriva dove i farmaci si fermano», spiega la ricercatrice. I farmaci antiretrovirali riducono infatti il numero delle particelle di virus in circolazione, ma non riescono ad azzerarle. Il virus continua a essere presente e si rifugia in "santuari", costringendo il sistema immunitario a un continuo stato di allerta. Il risultato è una vera e propria sindrome, che si manifesta con problemi cardiovascolari, epatici, renali. «Il vaccino - aggiunge Ensoli - sembra riportare il sistema immunitario verso uno stato di equilibrio».

FAZIO: FONDI SI TROVANO - I finanziamenti per portare avanti la sperimentazione del vaccino terapeutico «in un modo o nell'altro si troveranno - ha detto il ministro della Salute Ferruccio Fazio -. La fase due è molto importante e l'avanzamento della sperimentazione che ci sarà porterà a risultati ancora più certi. Bisognerà vedere se a questo aumento di immunogenicità corrisponderà anche la capacità di alleviare i sintomi». Per quanto riguarda i fondi, il ministro ha sottolineato che «non sono mai un problema, non dico che ci siano ma che se una cosa è giusta e fatta bene in un modo o nell'altro si trovano». «È significativo il risultato ottenuto dall'Istituto Superiore di Sanità attraverso una ricerca tutta italiana - ha aggiunto il ministro -. Siamo particolarmente felici che sia stato raggiunto dalla ricerca pubblica con l'appoggio costante di questo Ministero attraverso uno sforzo che ci auguriamo di continuare a sostenere soprattutto nell'interesse dei malati».

AIUTI: «CAUTELA» - Raccomanda cautela l'immunologo Fernando Aiuti, che ha partecipato alla prima fase della sperimentazione. Almeno quattro, secondo l'immunologo professore emerito dell'università La Sapienza, i motivi che impongono prudenza nella valutazione dei dati. «In primo luogo il vaccino è stato inoculato in un gruppo limitato di soggetti e l'effetto è stato ottenuto in sottogruppo di soggetti; inoltre non si rivela alcun potenziamento delle difese immunitarie nelle persone vaccinate e in particolare nei linfociti Cd4, che sono l'unico parametro a livello internazionale ritenuto utile per valutare l'efficacia nella risposta ai farmaci». In terzo luogo, prosegue, «la vaccinazione è stata condotta unitamente alla terapia antiretrovirale Haart, che notoriamente oggi è efficace nella maggioranza dei soggetti e che di per sé induce la ricostituzione immunologica». I risultati, ha detto ancora l'immunologo, «vengono a sei anni dalla fase 1 e finora questo vaccino non ha avuto nessun riconoscimento internazionale né in congressi né in riviste che hanno un alto fattore di impatto». Aiuti rileva infine che «viviamo in un momento di grave crisi economica e di carenza di fondi per la ricerca, e che questo vaccino ha già assorbito enormi risorse negli ultimi otto anni. Consiglio estrema cautela in un investimento in questo senso e di sentire il parere di esperti internazionali per eventuali proseguimenti del lavoro».

COME AGISCE - L'importanza del vaccino sta nel fatto che colpisce il virus Hiv al cuore. Il suo bersaglio è infatti la proteina Tat, il motore molecolare che permette al virus di riprodurre copie di se stesso e di diffondere l'infezione. Contrariamente a molte altre proteine utilizzate come bersaglio negli studi finora condotti sui vaccini, la Tat non si trova sulla superficie del virus Hiv ma al suo interno. Pensando al virus dell'Aids come a un'automobile, si può dire che le proteine di superficie possono cambiare facilmente come il colore della carrozzeria, ma il motore resta sempre lo stesso. La proteina Tat si è infatti conservata nel tempo senza alterare le sue caratteristiche. Nel momento in cui il virus infetta una cellula, comincia a produrre la proteina in abbondanza, dopodiché questa esce dalla cellula e prepara il terreno al virus, aprendogli le porte sulla superficie di altre cellule sane. Il vaccino punta a bloccare l'azione della Tat. Una delle conseguenze osservate nella fase 2 della sperimentazione è che "silenziare" il motore del virus Hiv lascia più tranquillo il sistema immunitario.

IMMUNOATTIVAZIONE - In generale anche quando i farmaci della terapia antiretrovirale altamente aggressiva (Haart) riescono a decimare le particelle di virus Hiv nell'organismo, alcune di esse sfuggono nascondendosi indisturbate nei cosiddetti "santuari" e la loro presenza continua a stimolare le difese immunitarie, facendole funzionare in uno stato di allarme continuo. Questa condizione di perenne allerta, chiamata immunoattivazione, è all'origine di molti disturbi a sistema cardiovascolare, fegato e reni. Il vaccino basato sulla proteina Tat ha dimostrato di riuscire a bloccare l'immunoattivazione, riportando il funzionamento del sistema immunitario in una condizione di equilibrio. Alla fase 2 della sperimentazione, che punta ad arrivare a 160 pazienti, partecipano 11 centri di sei regioni: Piemonte (ospedale Amedeo di Savoia di Torino), Lombardia (istituto San Raffaele e ospedale Sacco di Milano, Spedali Civili di Brescia, San Gerardo di Monza) Emilia Romagna (policlinico di Modena e arcispedale Sant'Anna di Ferrara), Toscana (ospedale S.M. Annunziata di Firenze), Lazio (istituto San Gallicano di Roma e ospedale S.M. Goretti di Latina) e Puglia (policlinico di Bari).

DIECI BREVETTI - Sono dieci i brevetti registrati dall'Istituto Superiore di Sanità nel corso della ricerca sul vaccino. «Sono una proprietà pubblica e permetteranno di accelerare il passaggio dei risultati dal bancone del laboratorio al letto dei pazienti - ha detto il presidente dell'Iss Enrico Garaci -. I brevetti sono proprietà dello Stato e senza di essi non sarebbe possibile portare i risultati ai cittadini perché nessuna industria sarebbe interessata. Il nostro obiettivo è cederli, quando sarà il momento, in vista della commercializzazione del vaccino». È soddisfatto, il presidente dell'Iss, per i dati positivi appena pubblicati dal gruppo coordinato dalla Ensoli. «Le cose da fare sono ancora tante e si procede passo dopo passo», ha aggiunto. Finora sono stati trattati 114 pazienti e l'obiettivo è arrivare a 160. Vanno quindi reclutati i 46 che mancano all'appello e, soprattutto, bisognerà trovare nuovi fondi. La fase 2 della sperimentazione è costata 13 miliardi (su 21 promessi) in tre anni: «Sono tutti fondi pubblici, assegnati dal Ministero della Salute», ha osservato Garaci. Compresa la fase iniziale della ricerca, il vaccino è costato finora circa 20 milioni: «Questa somma sarebbe stata 10 volte superiore se fosse stata l'industria a svilupparla». Ora sono necessari altri soldi per completare questa fase della sperimentazione e poi per verificare come il vaccino agisce in altre situazioni, ad esempio in persone sieropositive asintomatiche o quando la terapia antiretrovirale viene interrotta per brevi periodi.



Redazione online
12 novembre 2010



Grazie Nevio per l'interessante e pertinente articolo.

Per favore potresti inserire la fonte ? grazie





"il punto essenziale non è se una teoria piaccia o non piaccia, ma se fornisca previsioni in accordo con gli esperimenti. Dal punto di vista del buon senso l'elettrodinamica quantistica descrive una Natura assurda. Tuttavia è in perfetto accordo con i dati sperimentali. Mi auguro quindi che riusciate ad accettare la Natura per quello che è: assurda. (da QED. La strana teoria della luce e della materia, traduzione di F. Nicodemi, Adelphi, 1989)
02/12/2010 06:27
 
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02/12/2010 08:47
 
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(...)


"Le promesse non mantenute del governo. Nell'ultimo decennio, ha ricordato Simonelli, l'Italia ha contribuito alla lotta all'Aids per l'80% attraverso il Fondo Globale per la lotta contro l'HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria e per il restante 20% attraverso accordi bilaterali con i singoli Paesi beneficiari. "Ma negli ultimi due anni il nostro paese è l'unico tra i donatori a non aver versato le proprie quote al Fondo, cioè circa 130 milioni di euro all'anno", ha ammonito l'esperto, "sommate al contributo straordinario di 30 milioni di dollari promesso durante il G8 dell'Aquila dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, l'ammanco italiano sale a circa 280 milioni di euro. Un ritardo aggravato dall'imbarazzante assenza del nostro governo alla Conferenza di Rifinanziamento del Fondo Globale stesso"."

(...)

"Carla Bruni "riconoscente" con il Papa. Carla Bruni-Sarkozy 12, première dame
di Francia, si è detta "stupita, sorpresa e riconoscente" dopo le aperture del Papa Benedetto XVI sull'uso del preservativo per ridurre i rischi di contaminazione da Aids.
Parlando stamattina ai microfoni di RTL per la Giornata mondiale di lotta all'Aids, la Bruni ha detto: "sono molto emozionata per la recentissima dichiarazione di Benedetto XVI, e riconoscente. Alcuni paesi africani sono cristiani ed ascoltano molto la parola del Papa"."

Leggi tutto: www.repubblica.it/solidarieta/cooperazione/2010/12/01/news/giornata_mondiale_aids-9707144/?ref...

Allo stato dei fatti, lo Stato italiano non ha fatto niente ieri, Giornata Mondiale dell'AIDS. E non capisco di che cosa possa essere grata la Carla Bruni al papa visto il silenzio dello stesso proprio nella giornata di ieri su questo argomento.




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