Città del Vaticano, 23 nov. (Apcom)
“Laddove un sacerdote vive insieme a una donna si deve esaminare se esista una vera volontà matrimoniale e se i due possano contrarre un buon matrimonio. Se così fosse, dovranno imboccare quella strada”: lo chiarisce il Papa nel libro-intervista ‘Luce del mondo’ presentato oggi in Vaticano. “Se invece si trattasse di una caduta della volontà morale, senza un autentico legame interiore, sarà necessario trovare vie di risanamento per lui e per lei. In ogni caso è necessario provvedere al fatto che i bambini – che sono il bene più prezioso – siano tutelati e che possano vivere nel contesto educativo vivo del quale hanno bisogno”
l celibato ecclesiastico
don Giuseppe Rottoli
II celibato ecclesiastico, cioè lo stato di vita per il quale i ministri ordinati negli ordini maggiori (suddiaconi, diaconi, sacerdoti, vescovi) si astengono dal matrimonio per dedicarsi a Dio, risale a Nostro Signor Gesù Cristo. Egli stesso ne diede il consiglio, la dottrina e l'esempio: infatti volle nascere da una Vergine, si affidò alle cure di un padre putativo vergine e visse vergine fino alla morte.
Allorché Pietro disse a Gesù: "Ecco noi abbiamo abbandonato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che cosa avremo noi?" Gesù rispose:In verità vi dico: non vi è nessuno che abbia abbandonato casa, genitori, fratelli, moglie e figli per amore del regno di Dio che non riceva molto più in questo tempo e nel secolo avvenire la vita eterna' (Le 18,28; Mt 19,27; Me 10,28).
Con queste parole Nostro Signore affermò che la vita dedicata al servizio di Dio, con la rinunzia alla famiglia e ai propri cari, avrà una ricompensa eterna.
Inoltre, nella discussione sorta a proposito del divorzio, quando i discepoli si mostrarono colpiti dai gravissimi obblighi e fastidi del matrimonio che il Maestro aveva loro esposto, gli dissero: "Se tale è la condizione dell'uomo verso la moglie non conviene sposarsi", Gesù rispose: "Non tutti capiscono questa parola ma solo coloro ai quali è concesso" (Mt 19,10). Egli spiegò che alcuni sono impossibilitati al matrimonio per difetto di natura, altri per la violenza e la malizia degli uomini, altri invece si astengono da esso spontaneamente e di propria volontà per il Regno dei deli e concluse: "Chi può comprendere comprenda". Con queste ultime parole Gesù "proclamò che il celibato è superiore al matrimonio quando sia scelto per uno scopo religioso in vista del Regno dei cieli, ma insieme avvertì che la sua scelta per questo scopo è libera ed effetto di una grazia divina"[1], infatti non tutti capiscono queste parole. Da queste parole e dalle precedenti è evidente il consiglio di Gesù di vivere in perfetta continenza per il Regno dei cieli, tanto che gli Apostoli vollero vivere così per primi, imitando il Divin Maestro. Si sa che alcuni o furono vergini, o quelli che prima erano sposati lasciarono tutto (come è citato sopra) incluse le proprie famiglie per seguire Gesù (Mt 19,27-29).
Possiamo dividere la pratica del celibato ecclesiastico in due periodi:
il primo, dal I al IV secolo, in cui il celibato era in onore, sia nella Chiesa latina che nella Chiesa orientale, senza essere propriamente obbligatorio;
il secondo, dal IV secolo fino ai nostri giorni, nel quale fu sottomesso a delle leggi più precise, molto più rigorose in Occidente che in Oriente.
fonte
tertiumnondatur.blogspot.com/2010/12/benedetto-xvi-se-un-prete-vuole-spos...
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà