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piccolo libretto

Ultimo Aggiornamento: 27/08/2011 20:27
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22/07/2011 21:03
 
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Ho acquistato la scorsa domenica un librettino molto interessante che consiglio a tutti, ne posto sotto un passaggio.


Quanto al cosidetto ingresso trionfale in Gerusalemme, solennemente celebrato nella domenica delle palme, che Ratzinger ripropone a dimostrazione della consapevole regalità, e dunque messianicità di Gesù è palesemente un calco da Zaccaria 9,9, con cui le comunità cristiane progressivamente in conflitto con il resto dell'ebraismo vogliono accreditare la pretesa che Gesù come Messia sia stato annunciato dai profeti. Se davvero vi fosse stata una manifestazione di massa ineggiante a un “Re dei Giudei”, la truppe romane, che venivano spostate da Cesarea a Gerusalemme proprio in occasione delle grandi festività per timori di disordini, l'avrebbero repressa all'istante, con la consueta e sanguinaria brutalità. Il carattere teologico della narrazione, che riproduce Zaccaria anziché un fatto tramandato, è evidenziata dal clamoroso errore di Matteo, che equivoca il significato dell'originale biblico, stilisticamente formulato con la reitarazione <<e cavalca un asino, un puledro, figlio d'asina>>, come si trattasse di due animali diversi <<condussero l'asina e il puledro>> Matteo 21,7


Paolo Flores d'Arcais GESU' L'invenzione del Dio cristiano


Edit Riproposto testo senza HTML omega/mod
[Modificato da =omegabible= 22/07/2011 21:45]
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23/07/2011 15:56
 
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Vista la naturale e giusta diffidenza, ( che dovrebbe sempre essere presente in ognuno di noi ) iniziamo dall'introduzione.



Questo libricino deve tutto a grandi studiosi contemporanei del Gesù storico come Geza Vermes, Ed Parish Sanders, Paula Fredriksen, Bart D. Ehrman, John Dominic Crossan, Bruce M. Metzger, Gerd Thiissen, Petr Pokorny, Etienne Trocmè, François Vouga e a molti altri che però non hanno avuto per il mio lavoro la stessa importanza. Il mio è infatti solo un lavoro di divulgazione di tesi storiografiche ormai largamente consolidate fra gli studiosi, pur nel permanere di divergenze e polemiche che li dividono su questioni anche non marginali. Ho tenuto presente naturalmente i grandi testi cattolici, a partire dai volumi di John P. Meier, tanto esibiti da Ratzinger nei suoi libri su Gesù, per tutte le obiezioni possibili sollevate contro le tesi qui divulgate. Ma sopratutto ho voluto far parlare direttamente le fonti del N.T.. Sono più che sufficienti per fare giustizia di ogni pretesa di storicità della dogmatica che si è affermata dal Concilio di Nicea in poi.

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23/07/2011 19:14
 
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Direi di continuare con le fonti e i testi utilizzati



Per l'A.T., la traduzione italiana della BIBBIA CONCORDATA e quella inglese della NEW OXFORD ANNOTETED
Per il N.T., il testo bilingue greco-italiano a cura di Agostino Merk e Giuseppe Barbaglio
Per gli apocrifi l'edizione a cura di Luigi Moraldi: TUTTI GLI APOCRIFI DEL NUOVO TESTAMENTO, ma consultando anche l'edizione francese PLEIADE-GALLIMARD e quella inglese a cura di Bart. D. Ehrman
Per i padri della chiesa:
Eusebio di Cesarea, STORIA ECCLESIASTICA
Ireneo di Lione, CONTRO LE ERESIE
Tertilliano, CONTRO GLI ERETICI
Giustino, LE APOLOGIE e DIALOGO CON TRIFONE
Per il Corano, l'edizione a cura di Alessandro Bausani

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23/07/2011 19:39
 
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Gesù non era cristiano. Era un ebreo osservante, rimasto tale fino alla morte, che mai avrebbe immaginato di dar vita a una nuova religione e men che mai di fondare una chiesa. Per rendersene conto basta leggere con attenzione e sopratutto per intero il N.T........

Gesù non si è mai sognato di proclamarsi il Messia, e se qualcuno degli apostoli ha ipotizzato che fosse Cristo lo ha fulminato di anatema. All'idea di essere considerato addirittura <Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre> secondo il <<Credo>> del Concilio di Nicea tuttora in vigore nella Chiesa cattolica – sarebbe stato preso da indicibile orrore.



EDIT Tolto codice HTML omega/mod
[Modificato da =omegabible= 23/07/2011 22:17]
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23/07/2011 22:30
 
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Gesù era un profeta ebreo intinerante, esorcista e guarotore, un missionario apocalittico che annunciava la “buona novella” dell'arrivo imminente, anzi incombente, del Regno per opera di Dio. Dopo essere stato discepolo di Giovanni il battezzatore ed essersene staccato con altri adepti, ha predicato quasi esclusivamente in Galilea, in piccoli centri di contadini e pescatori spesso analfabeti, per pochi mesi se stiamo ai tre vangeli sinottici, per tre anni secondo il quarto, al culmine dei quali, recatosi a Gerusalemme, avendo provocato qualche disordine, viene condannato alla crocifissione insieme ad altri due ladroni......

Storicamente, una figura di minore importanza rispetto al Giovanni che battezzava sulle rive del Giordano e di altri predicatori nominati da Flavio Giuseppe ( <<l'Egiziano>>, Teuda, Giuda il Galileo). Come ha scritto il maggior biblista cattolico italiano del dopoguerra:

<<la vicenda di Gesù, al di fuori di quanti a lui si richiamano, è stata in realtà, di poca o nessuna rilevanza politica o religiosa: una delle non poche presenze scomode in una regione periferica dell'impero romano, messe prontamente a tacere in modo violento dall'autorità romana del posto con la collaborazione, più o meno decisiva di capi giudaici>>

Giuseppe Barbaglio, Gesù ebreo di Galilea PAG. 39

[Modificato da =omegabible= 24/07/2011 21:19]
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24/07/2011 21:07
 
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Riposto questo post, perchè il precedente non è riuscito completo.


Gesù era un profeta ebreo intinerante, esorcista e guarotore, un missionario apocalittico che annunciava la “buona novella” dell'arrivo imminente, anzi incombente, del Regno per opera di Dio. Dopo essere stato discepolo di Giovanni il battezzatore ed essersene staccato con altri adepti, ha predicato quasi esclusivamente in Galilea, in piccoli centri di contadini e pescatori spesso analfabeti, per pochi mesi se stiamo ai tre vangeli sinottici, per tre anni secondo il quarto, al culmine dei quali, recatosi a Gerusalemme, avendo provocato qualche disordine, viene condannato alla crocifissione insieme ad altri due ladroni......

Storicamente, una figura di minore importanza rispetto al Giovanni che battezzava sulle rive del Giordano e di altri predicatori nominati da Flavio Giuseppe ( l'Egiziano, Teuda, Giuda il Galileo). Come ha scritto il maggior biblista cattolico italiano del dopoguerra:


la vicenda di Gesù, al di fuori di quanti a lui si richiamano, è stata in realtà, di poca o nessuna rilevanza politica o religiosa: una delle non poche presenze scomode in una regione periferica dell'impero romano, messe prontamente a tacere in modo violento dall'autorità romana del posto con la collaborazione, più o meno decisiva di capi giudaici

Giuseppe Barbaglio, Gesù ebreo di Galilea PAG. 39


[Modificato da =omegabible= 24/07/2011 21:18]
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Padre Guardiano
24/07/2011 21:25
 
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Caro Flabot, quando fai dei riporti da un testo in presenza di simboli<> devi togliere la spunta della conversione HTML altrimenti tutto ciò che si trova fra i simboli non viene riportato.
omega/mod



O=============O===========O

Se la vita ti sorride,ha una paresi.(Paco D'Alcatraz)

Il sonno della ragione genera mostri. (Goya)

Apocalisse Laica

Querdenker evangelico anticonvenzionale del 1° secolo. "Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam!" g.b.--In nece renascor integer ./Satis sunt mihi pauci,satis est unus,satis est nullus. Seneca-Ep.VII,11


Vivo fra lo Stato Sovrano della Fica e la Repubblica Popolare del Cazzo
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25/07/2011 15:21
 
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Per Ratzinger la Resurrezione è un fatto storico, perchè altrimenti ci resta - UNA SORTA DI CONCEZIONE RELIGIOSA DEL MONDO, MA LA FEDE CRISTIANA è MORTA - ( PAG. 269 ). Prendiamolo in parola e leggiamo con i criteri della ricerca storica le fonti stesse. Il primo e unico testimone che parli per conoscenza diretta di un incontro col Risorto è Paolo. Nella prima lettera ai Corinzi scrive -ULTIMO FRA TUTTI APPARVE ANCHE A ME COME A UN ABORTO -. La prova della resurrezione è infatti nelle apparizioni. Paolo parla della sua, vissuta direttamente......

La prima cosa da sottolineare e non dimenticare mai, è che per Paolo le apparizioni a Cefa, ai dodici e infine all'aborto che egli stesso è conferiscono eguale legittimazione perchè sono di analoga natura. Paolo nelle sue lettere non racconta mai i termini dell'apparizione, benchè la citi più volte, ma fa intendere chiaramenta che si è trattato di un'esperienza mistica, attraverso cui Gesù lo fa apostolo e gli trasmette il vangelo (Galati 1, 11 -12 ).

Le apparizioni a Cefa e ai dodici non sono più reali delle sue esperienze mistiche, sono anzi di analoga natura visto che non conferiscono loro alcuna legittimazione maggiore della sua. Paolo anzi si spinge a dire – IO RITENGO DI NON ESSERE IN NULLA INFERIORE A QUESTI SUPERAPOSTOLI (2 Corinzi 11,5) e –SONO MINISTRI DI CRISTO? STO PER DIRE UNA PAZZIA, IO LO SONO PIU' DI LORO- (11,12)

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25/07/2011 15:50
 
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Del resto la risurrezione dei corpi resta per le prime generazioni dei cristiani (ma forse ancor oggi) alquanto enigmatica. Il greco per E' RESUSCITATO suona EGEGERTAI, che letteralmente indica FU RISVEGLIATO. E inoltre, nei primi testi cristiani risurrezione ed esaltazione di Gesù erano espressioni intercambiabili evocavano l'attesa entusiastica della prossima fine dei tempi e della seconda venuta di Gesù nella gloria.....

La seconda cosa altrettanto essenziale è che i resoconti dei vangeli su ciò che segue la morte di Gesù differiscono in dettaglio praticamente sotto ogni profilo, al punto che conciliarli in narrazione coerente è praticamente impossibile......Nel vangelo di Marco le donne -ENTRANDO NEL SEPOLCRO, VIDERO UN GIOVANE, SEDUTO SULLA DESTRA, VESTITO D'UNA VESTE BIANCA-, un angelo che le avvisa -ANDATE, DITE AI SUOI DISCEPOLI E A PIETRO CHE EGLI VI PRECEDE IN GALILEA, LA LO VEDRETE, COME VI HANNO DETTO- esse fuggirono spaventate senza dire niente a nessuno. Il vangelo di Marco finisce così. Nessuna apparizione il finale è un aggiunta di epoca posteriore.
In Luca gli angeli sono due le donne obbediscono e gli apostoli le prendono per pazze. L'apparizione averrà a due apostoli sulla strada di Emmaus non con la fisionomia di Gesù ma si tratta di un viandante riconosciuto per i gesti e le parole dell'ultima cena.
In Matteo l'angelo torna uno, le donne obbediscono ma Gesù appare a loro per prime sulla strada del ritorno ai discepoli.
Anche per il vangelo di Giovanni la prima apparizione del Risorto è per Maria di Magdala, questa volta presso il sepolcro, solo la donna se ne rende conto. Gesù appare poi ai discepoli, ad esclusione di Tommaso

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25/07/2011 22:14
 
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Gesù non si è mai proclamato “Messia”. L'unica volta in cui ciò sembra accadere è nell'interrogatorio davanti al sommo sacerdote, che non potendogli imputare nulla per il contraddirsi dei testimoni, lo apostrafa direttamente con un “sei tu il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?”. Al che Gesù risponde deciso: “Io lo sono”' se stiamo a Marco, con un evasivo “anche se ve lo dico, non mi credereste....lo dite voi stessi che io lo sono” in Luca, e con un “tu l'hai detto” in Matteo, cui l'evangelista fa seguirela citazione del salmo in cui però non si fa menzione del Messia ma del Figlio dell'uomo.
Ora, poiché nella letteratura rabbinica il “tu lo dici” equivale a una negazione, la proclamazione della propria messianicità in Marco risulta contraddetta in Luca e Matteo. E la cosa sarebbe enigmatica. Per fortuna, esistono importanti manoscritti del vangelo di Marco in cui la formula è quella della negazione: “L'hai detto tu che io lo sono”. Tutto ciò ha spinto gli storici, ormai unanimi (compresi i più conservatori, Vermes cita in proposito Vincent Taylor), a riconoscere che Gesù rifiutò sempre il titolo di Messia.


Del resto, conclusivo è il “vade retro Satana” espressione della vulgata latina entrato nell'uso proverbiale, con cui Gesù respinge violentemente la speranza di Pietro “Tu sei il Cristo”. Il botta e risposta fra Gesù e Pietro è spezzato in due, intervallato da alcune pericopi in cui il redattore del Vangelo ha aggiunto una delle tante predizioni post factum, in questo caso per corroborare la fede nella resurrezione. Ma in origine faceva tutt'uno, come ricostruito dai filologi anche confrontandolo con Matteo (16,16-18 e 16,23), dove l'affermazione di Pietro e l'anatema di Gesù sono ancora più distanziati, per consentire l'interpolazione teologica di segno opposto, con cui la comunità di Matteo, in un solo colpo, fa annunciare a Gesù la propria messianicità e la fondazione della Chiesa: “Beato te, Simone figlio di Giona, perchè né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il padre mio che sta nei cieli”, per cui arriva l'investitura: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. L'inciso “perchè né la carne né il sangue te l'hanno rivelato” è però a sua volta rivelatore: nessun elemento reale, nessun detto o fatto compiuto o pronunciato da Gesù autorizzava quella proclamazione, tanto che i discepoli lo consideravano un predicatore apocalittico o un profeta.

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