Gesù era un profeta ebreo intinerante, esorcista e guarotore, un missionario apocalittico che annunciava la “buona novella” dell'arrivo imminente, anzi incombente, del Regno per opera di Dio. Dopo essere stato discepolo di Giovanni il battezzatore ed essersene staccato con altri adepti, ha predicato quasi esclusivamente in Galilea, in piccoli centri di contadini e pescatori spesso analfabeti, per pochi mesi se stiamo ai tre vangeli sinottici, per tre anni secondo il quarto, al culmine dei quali, recatosi a Gerusalemme, avendo provocato qualche disordine, viene condannato alla crocifissione insieme ad altri due ladroni......
Storicamente, una figura di minore importanza rispetto al Giovanni che battezzava sulle rive del Giordano e di altri predicatori nominati da Flavio Giuseppe ( l'Egiziano, Teuda, Giuda il Galileo). Come ha scritto il maggior biblista cattolico italiano del dopoguerra:
la vicenda di Gesù, al di fuori di quanti a lui si richiamano, è stata in realtà, di poca o nessuna rilevanza politica o religiosa: una delle non poche presenze scomode in una regione periferica dell'impero romano, messe prontamente a tacere in modo violento dall'autorità romana del posto con la collaborazione, più o meno decisiva di capi giudaici
Giuseppe Barbaglio, Gesù ebreo di Galilea PAG. 39