Edizioni Villadiseriane Imprimatur - Mons. José Carmelo Martínez - vescovo di Chota (Perù)
DATI STORICI SU GESU’
Lo studio della figura di Gesù è sempre al centro della storia umana da quando egli comparve tra noi, fino a tare il fulcro stesso del tempo. Conoscendo Gesù non si può non credere in lui, non amarlo, non seguirlo. Egli infatti si rivela come il Messia (colui che Dio manda a noi per salvarci) a chi lo cerca con cuore sincero e mente aperta alla verità.
Il primo passo verso questa conoscenza è la ricerca di Gesù nella storia. Nessuno nega l'esistenza storica di Cristo: il farlo sarebbe un assurdo storico, un tradimento della stessa storia. Di nessun uomo è stato detto e scritto tanto quanto di Gesù, e ciò in ogni dove e in ogni tempo.
Vediamo quali sono le antichissime testimonianze su di Lui.
1) I libri del Nuovo Testamento
I Vangeli narrano brevemente la vicenda terrena di Gesù, gli Atti e le Lettere apostoliche ci riportano gran parte della sua dottrina, l'Apocalisse è una profezia del trionfo finale suo e dei suoi eletti.
Da principio nelle comunità cristiane si tramandò a voce la vita e le parole di Gesù, ma dall'anno 51 circa alla fine del primo secolo, queste tradizioni orali furono messe per iscritto o dagli apostoli o dai loro discepoli. Questi documenti furono redatti tutti in lingua greca e sono giunti fino a noi. A causa del materiale deperibile su cui furono scritti, non possediamo gli autografi originali, ma in compenso abbiamo ben cinquemila copie manoscritte del Nuovo Testamento, tra cui spiccano per completezza e antichità (IV sec.) i codici "Vaticano" e "Sinaitico". Di nessuna vicenda o personaggio dell'antichità si possiedono documenti così numerosi.
Oggi il Nuovo Testamento è tradotto in ben 1200 lingue. Nessun libro antico può vantare una diffusione così imponente. È il testo più letto e studiato nella storia dell'umanità.
Ebbene, questi 27 libri ci parlano di Gesù. Essi fanno parte dei libri canonici, cioè indicati dalla Chiesa come facenti parte integrante della Bibbia.
2) I Padri Apostolici
Sono così chiamati gli scritti su Gesù e la sua dottrina composti dai discepoli degli apostoli o dai loro immediati discepoli.
Tra queste opere spiccano: la Didaché (raccolta di precetti, riflessioni, esortazioni di carattere evangelico); la lettera di S. Clemente papa ai Corinzi; sette lettere di S. Ignazio di Antiochia; la lettera di S. Policarpo, vescovo di Smirne; la lettera di Barnaba.
Questi documenti ci riportano una forte testimonianza su Gesù, anche perché sono pressoché contemporanei ai libri canonici.
3) Libri apocrifi
Questi scritti si chiamano "apocrifi" per indicare che non sono da considerarsi, come quelli canonici, ispirati da Dio, ma come letteratura pia, a volte bizzarra, fiorita sulla vita di Gesù. Tuttavia anche questi volumi, che sono più di cento, costituiscono una testimonianza della realtà storica di Cristo.
4) Storici pagani
Ci soccorrono, a conforto del nostro tema, anche i più famosi storici pagani del tempo, e segnatamente: Tacito, Svetonio e Plinio il Giovane.
a) Tacito, nei suoi "Annales", scritti verso il 116, ci parla di Cristo e dei cristiani, confermando il racconto evangelico sul supplizio di Gesù sotto il procuratore Ponzio Pilato.
b) Svetonio (a.120) parla della persecuzione di Nerone contro i cristiani ("Vita di Nerone").
c) Plinio il Giovane, governatore della Bitinia, verso il 112 scrisse all'imperatore Traiano una lettera in cui parla dei cristiani che vengono consegnati ai tribunali, della loro vita intemerata e della loro dottrina. Afferma inoltre che essi sono soliti, in un determinato giorno, riunirsi per "cantare lodi a Cristo come a un Dio".
5) Fonti ebraiche
Abbiamo infine degli scrittori ebraici che ci parlano di Gesù. Il più importante di essi è Giuseppe Flavio, che compose in Roma, attorno agli anni 93-94, le "Antichità giudaiche". Il brano che ci interessa recita: "In quel tempo visse Gesù, un uomo di grande valore, un esecutore di opere meravigliose. Egli ha guadagnato alla sua causa molti giudei, ma anche molti pagani. Costui era il Messia. Allorché Pilato, in base ad un'accusa mossa contro di lui dai nostri uomini più eminenti, lo ebbe condannato a morire in croce, coloro che prima lo avevano seguito non si staccarono per questo da lui. Ancora oggi la gente dei cristiani, che prende il nome da lui, non ha cessato di esistere".
Nel Talmud (sec. IV), che è un commento di antiche leggi ebraiche, si legge: "Il giorno dell'esecuzione giudiziaria, prima della festa di Pasqua, Gesù di Nazareth fu appeso alla croce perché egli aveva con le sue magie sedotto e sviato Israele".
Sulla base di queste e di molte altre testimonianze che si potrebbero addurre, nessun uomo sano di mente può dubitare dell'esistenza storica di Cristo.
Per chiudere vorrei ricordare queste parole scritte da un grande testimone di Cristo, l'apostolo Pietro, che condivise gli ultimi tre anni di vita del Signore: "Non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza" (Seconda Lettera di Pietro, 1,16)
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà