“Siamo accecati dagli effetti dell’abitudine e dell’arroganza e azzoppati dalla scarsa comprensione dei nostri limiti. Non vediamo tutto ciò che guardiamo eppure, a volte, “vediamo” cose che non sappiamo di aver visto. Siamo in grado di giudicare l’onestà o la simpatia in un batter d’occhio, eppure non notiamo che la persona che ci passa accanto trasportando una porta non è uguale a quella che ci aveva sfiorati un attimo prima. Le nostre decisioni, anche su argomenti importanti come la vita e la morte, possono essere influenzate non solo dalle eventuali alternative, ma anche dal modo in cui tali alternative vengono presentate. Ci facciamo suggestionare pesantemente dalla prima impressione anche quando ci sforziamo di evitarlo, e presentiamo una notevole avversione per le istruzioni: rinunciamo a leggerle e a seguirle, e preferiamo assecondare il nostro intuito sul modo in cui le cose potrebbero o dovrebbero funzionare.”
“(…) spiega Shoemaker (…) Se si inducono le persone a svolgere il ruolo dell’avvocato del diavolo con se stesse – spingendole a tenere sempre presenti le circostanze avverse – si riesce a eliminare la presunzione quasi del tutto. Quindi, perchè non provare?”
Joseph T. Hallinan, Il metodo antierrore – Perchè guardiamo senza vedere, osserviamo senza ricordare e ci facciamo convincere da discorsi privi di fondamento, Newton Compton Editori, Roma, 2009, pgg. 278 e 282.
spaziomente.wordpress.com/2011/04/19/metodo-antierrore-di-h...La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno.
Le religioni dividono. L'ateismo unisce
Il sonno della ragione genera mostri (Goya)