“Basta immigrati, niente moschee e sesso solo se sposati”

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kelly70
00sabato 16 aprile 2011 12:16
Sono contro il sesso fuori dal matrimonio, gli stranieri e l’Unione Europea. I Veri Finlandesi si preparano al boom alle prossime elezioni nazionali
 

 

Timo Soini14 aprile 2011 - Anche in Finlandia la destra populista e conservatrice è la probabile vincitrice delle prossime elezioni.
Sono contro il sesso fuori dal matrimonio, gli stranieri e l’Unione Europea. I Veri Finlandesi si preparano al boom alle prossime elezioni nazionali. I sondaggi li rilevano prossimi al 20 per cento, diventando così decisivi per la formazione del nuovo governo. La politica dell’Europa del Nord non tornerà più a essere così corretta, armoniosa e socialdemocratica come prima. E dopo Danimarca e il boom in Svezia anche la Finlandia registrerà la formidabile ascesa della destra populista nel fu tempio del progresso socialdemocratico.

IL VERO FINLANDESE - Come appare un radicale, un populista di destra e xenofobo, che vuole fermare l’immigrazione e il miope progetto del multiculturalismo, che disprezza minoranze etniche e musulmani, e vuole cancellare l’Euro? Timo Soini, 48 anni, sorride in modo calmo e si descrive così:

 “ Io sono un finlandese tradizionalista, niente di più“. E in effetti appare in questo modo. Leggermente sovrappeso, capelli pettinati all’indietro, una faccia tonda e gioviale. Soini ama la sauna, la sua casa estiva e andare alle gare di trotto. “Tutti hanno bisogno delle proprie radici, e in questo senso sono anche populista”. Soini è il leader dei Veri Finlandesi, l’ultima formazione di destra che sta sfruttando l’onda travolgente delle formazioni populiste. In questo momento è l’unico parlamentare europeo del suo partito, ma la prossima domenica spera di scambiare il seggio di Strasburgo con un più comodo mandato parlamentare a Helnsinki, anche se la sua vera ambizione è arrivare al governo. Unico impedimento, la sua immagine troppo radicale. Soini infatti ha riplasmato l’antico partito rurale finlandese trasformandolo in una forza populista, euroscettica e anti stranieri, in una maniera molto simile a quanto fatto da Christoph Blocher con la Svp in Svizzera. E come la destra svizzera è raddoppiata in quindici anni affermandosi come il primo partito del Paese, un simile destino sembra arridere anche ai Veri Finlandesi.

REAZIONARI ALLA RISCOSSA - “E‘ vero, lavoro molto bene con il partito popolare danese“, afferma Soini. Una formazione da anni al governo della Danimarca, e che è schierata fermamente sul lato destro dello scacchiere politico di Copenaghen. “Ma vado d’accordo anche col nostro ministro degli Esteri Alexander Stubb e il ministro della Difesa Jyri Häkämies”. Due conservatori che appartengono alla Coalizione Nazionale, una formazione che fa parte della maggioranza di centrodestra che regge la Finlandia dal 2006. Entrambi lo corteggiano da tempo, nonostante la sua militanza nel gruppo parlamentare Europa per la Libertà e per la Democrazia dove trovano casa tutti i populisti europei, dai popolari danesi agli indipendentisti britannici fino alla nostra Lega  Nord. “Nessuno ha più paura di toccarci”, sorride soddisfatto il leader dei Veri Finlandesi. Ora anche in Finlandia. Dopo la Danimarca e la Svezia, dopo i successi di Marine Le Pen in Francia e i trionfi delle forze populiste in altri Paesi membri della Ue – con la costante eccezione della Germania – ora anche Helsinki si prepara all’arrivo dell’onda reazionaria. I Veri Finlandesi giurano sulle tradizioni della Patria, vogliono incentivare la finlandestità, rifiutano tanto l’aborto quanto i matrimoni omosessuali, sono contro il sesso fuori dal matrimonio e le donne prete, e ovviamente contro gli stranieri e l’Unione Europea.

ASCESA METEORICA – Nei sondaggi si trovano appaiati ai tre partiti tradizionali dell’establishment finlandese, che da molti decenni si scambiano i ruoli al governo e all’opposizione. I socialdemocratici, ora in minoranza, il partito di Centro della premier Mari Kiviniemi e il suo più importante alleato, la Coalizione Nazionale. Le previsioni per le prossime elezioni finlandesi confermano la trasformazione del panorama politico di quella che per decenni era stata la patria della socialdemocrazia, la placida e progressista Scandinavia. I democratici svedesi, forza anti stranieri, sono entrati per la prima volta l’anno scorso nel  Parlamento di Stoccolma con un tonico 5,7%, mentre le altre formazioni conservatrici hanno conquistato il 13,9% in Danimarca e in Norvegia il 22,9%. Alle passate elezioni i Veri Finlandesi avevano preso solo il 4,1%, e i loro sei parlamentari sedevano come paria in Parlamento, derisi per il loro abbigliamento scuro e serioso. L’estate scorsa però il clima è cambiato. Una volta la Finlandia era in testa nelle graduatorie per l’apprendimento scolastico, nelle classifiche internazionali sulla qualità della vita, la forza dell’economia, la stabilità finanziaria o per la lotta alla corruzione. Ora però tutto appare diverso, e il politically correct che ispiravano i finlandesi è ormai sparito. Un infinito scandalo sulle donazioni ai partiti ha portato grande discredito alle forze tradizionali, prima di tutto il Centro, la formazione attualmente al governo della Finlandia. Dopo pagamenti dubbiosi effettuati da un grande fondo immobiliare e da alcune fondazioni, l’anno scorso si è dimesso il premier Matti Vanhanen lasciando spazio alla giovane Mari Kiviniemi. L’impresa di armamenti Patria, a maggioranza azionaria pubblica, è stata coinvolta in un caso di tangenti in Slovenia, mentre il Capo dell’autorità di costruzione delle strade si è dimesso per affari poco chiari a fine 2009. Un breve e non esaustivo elenco dei casi che hanno deturpato l’immagine delle forze tradizionali della politica finlandese, lasciando spazio a chi da sempre era all’opposizione.

RISPOSTA PATRIOTTICA ALLA SFIDUCIA  - I Veri Finlandesi si presentano come un controprogetto patriottico. In questo senso sfruttano il sentimento nazionale che è forte in molti finlandesi.  I finnici non sono però veramente nazionalisti, ma piuttosto conservatori, tradizionalisti e locali, cioè come si presenta il leader dei Veri Finlandesi Soini. Da 42 anni il presidente del partito populista vive a Espoo, la seconda città della  Nazione, nello stesso quartiere, nello stesso condominio, e negli stessi novanta metri quadri “dove ho sempre vissuto”. Sua moglie è un medico e insieme hanno due figli adolescenti. “Conosco bene i sobborghi, significano molto per me”. Alle europee del 2009 ha preso 130 mila voti personali, un risultato che nessun altro politico finlandese ha ottenuto.  L’amore per la patria dei finlandesi nasconde da tempo anche una certa irritazione verso gli estranei. Un sentimento che hanno conosciuto i turisti che hanno trascorso le loro vacanze in Finlandia, in particolare i russi. Nella città di Lappeenranta sono stati appesi fogli alle vetrate di negozi e supermercati che dicevano che era vietato l’ingresso a gruppi di russi. Oggi un simile sentimento di ostilità tocca gli immigrati, nonostante che la percentuale di stranieri residenti in Finlandia, con il suo tre per cento, sia molto più bassa rispetto a quella della vicina Svezia, sei per cento, oppure al 9 per cento della Germania. Ma la crisi finanziaria in cui è stata coinvolta l’Unione Europea ha rafforzato l’euroscetticismo tradizionale dei finlandesi, inquietandoli anche sulle loro prospettive di benessere. Anche il Welfare dell’Europa del Nord, un tempo simbolo di progresso ed efficienza, mostra le prime crepe. I lunghi tempi di attesa per ricevere un appuntamento col medico lo testimoniano.

DECISIVI PER IL GOVERNO - Questi aspetti vengono sfruttati dai Veri Finlandesi, come prima di loro è stato sfruttato dai veri austriaci, fiamminghi, francesi oppure olandesi. Nel loro programma chiedono una rapida espulsione dei finti profughi, ed una riduzione delle prestazioni sociali degli immigrati. “Uno straniero è proprio qualcosa di diverso da un finlandese”, ha detto uno dei leader del partito di Soini. Uno dei loro candidati ha esposto dei manifesti dove venivano messi i lavori di costruzione delle moschee dietro i recinti, caricando su Internet una mappa cittadina con i nomi in arabo, intitolata Helsinki 2020. La direzione del partito locale ha giudicato questa propaganda come un incentivo alla discussione. Una simile ostilità verso gli stranieri viene lasciata da Soini ai suoi compagni di partito, perché il leader dei Veri Finlandesi punta sul carisma, sull’abilità retorica, con battute e charme, doti molto rare nel tradizionale grigiore della politica nazionale. Soini auspica che grazie a questa impostazione i Veri Finlandesi possano arrivare al governo dopo le elezioni del prossimo weekend. “Se superiamo il 15%, non possiamo dire che non parteciperemo al prossimo esecutivo”. Non ha nessun dubbio in proposito sul fatto che gli sarà chiesto. “A parte i Verdi, nessuno ha detto che non possiamo governare”.

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