"Ci hanno detto potete morire"

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pcerini
00martedì 15 dicembre 2009 19:11
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---> da www.uaar.it/news/2009/12/15/hanno-detto-potete-morire/

La reazione diffusa conseguente all’aggressione fisica a Silvio Berlusconi è stata, giustamente, di solidarietà alla persona e di difesa dell’istituzione della Presidenza del Consiglio. Voglio ricordare che è di circa un mese fa la sentenza sul crocifisso della Corte europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), organismo sovranazionale riconosciuto dall’Italia, che ne è uno dei membri fondatori, in cui veniva condannato lo Stato Italiano per il mancato rispetto di alcuni diritti fondamentali nei confronti della nostra famiglia, titolare del ricorso. In quell’occasione non c’è stato alcun rispetto né per le nostre persone né per l’istituzione (CEDU): autorevoli personalità politiche vi si sono scagliate contro, arrivando a forme di aggressione verbale inaudite; un ministro della Repubblica ha gridato davanti alle telecamere della RAI che: “…possono morire loro (cioè i proponenti, quindi la mia famiglia) e quegli organi internazionali che non contano nulla (la CEDU).” Senza che ci sia stata alcuna reazione verso queste disgustose affermazioni. In seguito a ciò e all’atteggiamento di altre figure istituzionali come quelle ad esempio di un sindaco (anche deputato leghista) che è arrivato a proporre qualcosa di simile a una taglia sulla mia testa (annunciando di voler esporre manifesti con la dizione “WANTED”), abbiamo ricevuto lettere minatorie e siamo stati oggetto di atti vandalici. Credo che il rispetto per le persone e per le istituzioni non debba rispondere a criteri di occasionalità e di opportunità, ma sia un valore da difendere sempre e comunque. Senza se e senza ma. Ci auguriamo perciò di riscontrare un atteggiamento di responsabilità più omogeneo e coerente da parte dei rappresentanti delle istituzioni e di portavoce politici in occasione della futura sentenza definitiva da parte della CEDU.

Massimo Albertin
Soile Lautsi
Blumare369
00mercoledì 16 dicembre 2009 23:14
Io credo fermamente che i simboli sacri di qualunque religione non debbano essere esposti in luoghi pubblici.

I simboli cattolici poi sono imposti in maniera odiosa. Non mi pongo il problema degli stranieri di altre religioni, ma di cittadini italiani come molti di voi, come me e i miei figli che non ci consideriamo cattolici. I miei figli poi, hanno anche subito emarginazione e discriminazione per non essere battezzati. Ma (incredibile) questo in una città che vantava fino a pochi anni orsono un 78% di elettori comunisti.
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