A ciascuno il suo

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kelly70
00sabato 2 febbraio 2008 00:15


Avrei preferito non dover scrivere questo editoriale. Quanto è accaduto all’Università «La Sapienza» di Roma potrebbe infatti sfociare, negli anni a venire, in conseguenze negative per lo sviluppo della nostra scienza, già mal ridotta. Corriamo il rischio che si frantumi del tutto il principio civile per cui la scienza nasce dalla naturale curiosità degli esseri umani e non deve essere qualificata come atea, laica, religiosa o asservita alle multinazionali. In un’Università pubblica, l’inaugurazione dell’anno accademico ruota attorno alla lectio magistralis, affidata a uno studioso il quale analizza i rapporti fra ricerca e docenza, suggerisce criteri per la loro crescita ed è comunque disposto a confrontarsi con ipotesi alternative. Queste condizioni sono ovviamente inapplicabili a un intellettuale che espone delle Verità divine e, quindi, non negoziabili, non passibili di critica. Soprattutto se si invita uno studioso come Ratzinger, nei cui scritti si percepisce da sempre sia la difficoltà in cui versa il cattolicesimo di fronte agli sviluppi della cultura d’oggi, sia l’inclinazione della Chiesa romana a invadere uno scenario politico che si sta sfarinando. È stato ingenuo, quindi, chiedere al Papa di presentare la lectio in un’Università pubblica e in un momento in cui i toni ecclesiali si vanno facendo aspri. Qualche esempio, per rinfrescare la memoria. Il 14 settembre 2006 il quotidiano della CEI critica coloro che accettano la teoria dell’evoluzione, accusandoli di screditare il Dio Creatore e l’uomo, «non più immagine di Dio, ma delle grandi scimmie»: la biologia starebbe alla radice degli «orrori della modernità» e potrebbe indurre a «giustificare il cannibalismo». Parole di ferro, queste. Ma non divergenti da quelle che nel 2004 aveva usato l’allora cardinale Ratzinger per difendere lo spirito da uno sviluppo dell’Occidente governato da patologie della ragione, nel senso che «attraverso la ricerca del codice genetico la ragione si impossessa delle radici della vita» e che, di conseguenza, «la dignità umana scompare». Ratzinger è libero di esporre le proprie opinioni e di credere, come scrive nel suo messaggio inviato a «La Sapienza» citando sant’Agostino, che «il semplice sapere… rende tristi», ma l’Università pubblica ha il dovere di difendere l’autonomia della conoscenza da ogni tentativo di controllo esterno, sia laico che religioso. Ecco perché ritengo una leggerezza l’invito rivolto al Papa, e fuorviante ciò che ne è seguito. Questo paese vive una fase storica difficile, nella quale i problemi si appesantiscono mentre l’agire politico si sta svuotando di livelli decisionali e non riesce a introdurre veri elementi di innovazione nell’organizzazione dello Stato e nella cultura diffusa nella società civile. Le controversie su «La Sapienza» fanno insomma dimenticare che la modernizzazione del paese non decolla senza la crescita di una scienza libera da ipoteche politiche e religiose, una scienza che non è triste - come si legge nel messaggio del Papa - ma è ricca dell’appagante piacere della scoperta e della conoscenza.
Noi italiani - atei, laici e credenti - abbiamo allora bisogno di uomini di Stato che con una politica saggia nutrano l’intero albero della cultura scientifica e umanistica, per costruire un paese moderno dove l’abbraccio tra sapere e democrazia possa generare un futuro migliore per tutti i cittadini. Anche per quelli che credono di possedere già la Verità, e sognano una scienza in libertà vigilata. A ciascuno il suo, insomma, prima che per tutti si faccia buio.

Enrico Bellone. Le Scienze, febbraio 2008, n.474

www.uaar.it/news/
®@ffstef@n
00sabato 2 febbraio 2008 00:32
Siiiiiiiiiiiiiii Scrivono tante frottole per sdrammatizzare sul quel buio che ormai, è già calato da anni e cercano in tutti i modi di nascondere , al punto che un mastella per non essere imprigionato chiede .....elezioni immediate, al punto che Berluscono si sia fatto regole e leggi per cautelare i suoi falsi in bilancio.

DICO IO...............MA SIAMO/SIETE TALMENTE IGNORANTI DAL NON CONSTATARE CHE GLI UNICI AD ARRICCHIRSI SONO: LA CHIESA E I (come li chiama il grillo della favola) NOSTRI DIPENDENTI ?????

INSURREZIONE





P.S.

PRENDETE ESEMPIO DAI CAMIONISTI SE NON VOLETE ESSERE IMBOCCATI


QUELLA PICCOLA, E DICO PICCOLA MINORANZA, HA MESSO IN GINOCCHIO LO STATO E NON I SUOI "DIPENDENTI"

SI PREDICA BENE E SI RAZZOLA MALE

P.S.

QUALE LINEA DURA ???

CHI E' STATO ARRESTATO ???

PAGHEREMO NOI IGNORANRI
®@ffstef@n
00sabato 2 febbraio 2008 01:25
MI SPIACE PIU' A ME.

PREFERISCO ESSERE BANNATO

E CONVINCERMI CHE NON SONO BEN ACCETTO IN QUESTI SPAZI

ALMENO NON LEGGEREI CHI SI REPUTA FIOR FIORE DI "AVVOCATO", COLUI CHE SI RIBELLA PER UN ARTICOLO DI STATUTO CHE MIRA A FARE SOLO GLI INTERESSI DI UNA CLASSE MINORITARIA "ONLUS" O MEGLIO ...(OPPOSIZIONE),

NEL MENTRE VOGLIONO FAR CREDERE CHE SI INTERESSANO DEI DIRITTI DI TUTTI.

E' VERGOGNOSO

Rainboy
00sabato 2 febbraio 2008 01:44

P.S.

PRENDETE ESEMPIO DAI CAMIONISTI SE NON VOLETE ESSERE IMBOCCATI


QUELLA PICCOLA, E DICO PICCOLA MINORANZA, HA MESSO IN GINOCCHIO LO STATO E NON I SUOI "DIPENDENTI"




Quella "piccola minoranza" aveva il potere di affamare intere città con pochi giorni di sciopero. E' un potere straordinario, che neppure i metalmeccanici o i tassisti hanno mai avuto. Il che è tutto dire vista l'estrema visibilità di cui anche queste categorie godono.

Il governo deve farci i conti.

Ma se scioperassero i ricercatori, o i professori di fisica, mi spieghi chi lo noterebbe?
Sono pochi, disorganizzati (hanno ben altro a cui pensare) e del tutto slegati dalle attività di sussistenza della nazione.

Il loro potere politico è ZERO.

Negli altri paesi almeno godono di grande stima sociale, cosa che compensa in una certa misura le carenze nella capacità di lobbying. Ma qui?

[SM=x789052]

Qui conta molto di più il sindacato degli spazzini!

®@ffstef@n
00sabato 2 febbraio 2008 01:57
Hai perfetamente ragione fino a quando, come anche tu fai 2 pesi 2 misure.

Ad alcuni è consentito scrivere in caratteri cubitali, ad altri no.

Sembrerebbe un OT, ma il guaio è ......... che non vogliamo prendere consapevolezza che il comando non è del berlusca o di mastella
o dei vari politici, cattolici di turno ne dei tassinari ne dei trasportatori compresi i loro sindacati.


SIAMO SEMPLICEMENTE DIVENTATI UN POPOLO DI IGNORANTI CORROTTI baciaculi di quei politici o semplici assessori comunali,

che erroneamente pensiamo che ci hanno favoriti

e per l'appunto pecoroni alle urne a rivotare mastella, prodi o berlusconi

ucci ucci ucci
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