Arezzo: sacerdote confessa vent’anni di abusi

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kelly70
00venerdì 13 giugno 2008 23:40


Vent’anni di abusi, di violenze sessuali su bimbi e adolescenti di mezz’Italia finiti con una telefonata intercettata dagli inquirenti. Poi lo scandalo, uno dei peggiori che la Chiesa italiana, non solo aretina, abbia dovuto fronteggiare negli ultimi anni. Non capita tutti i giorni che un sacerdote decida di liberarsi la coscienza prima confessando il caso per il quale è finito agli arresti domiciliari e poi altri 37 episodi, tutte storie di molestie, più o meno gravi ma comunque sempre oltre la soglia della violenza sessuale, cominciati a metà degli anni ‘80 e finiti solo nel luglio del 2005, l’11 per la precisione, quando Don Pierangelo Bertagna, abate di Farneta, viene portato fuori dalla canonica fra due carabinieri, a capo chino, mentre i parrocchiani lo guardano allibiti e increduli.

Stamani, quasi tre anni dopo, il processo. Nell’aula del Gip Simone Salcerini. Col rito abbreviato e lo sconto di pena, perchè nessuno ha interesse alla scomoda pubblicità di un dibattimento pubblico. Il parroco, ormai ex, rischia almeno cinque anni ma potrebbero essere anche di più. Tutto dipenderà dal bilanciamento che il giudice farà fra attenuanti generiche e le due aggravanti contestate dal Pm Ersilia Spena: l’aver agito in danno di minori di 14 anni e l’aver abusato di ragazzi che erano affidati alla sua custodia.

Comincia tutto nel triangolo delle parrocchie (Farneta, Monsiglio e Montecchio) amministrate da Don Pierangelo, barba lunga, figura ascetica, spirito tormentato fra spiritualità intensa e peccati della carne. Dorme in terra e mangia solo verdure per resistere alla tentazione, ma non basta. Non basta neppure con l’ultimo ragazzino vittima delle sue attenzioni. Stavolta però l’adolescente si confida con la mamma. E lei va dai carabinieri. Poi la telefonata della signora all’Abate per chiedere chiarimenti. Una telefonata registrata dai carabinieri, con tanto di decreto di intercettazione del magistrato. Don Pierangelo ammette tutto, quasi fosse una liberazione dal diavolo dell’impulso sessuale che lo scava dentro, chiede scusa. Il testo finisce sul tavolo del Pm Spena, che chiede e ottiene l’arresto dal Gip Gianni Fruganti.

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L’articolo completo di Salvatore Mannino è consultabile sul sito de La Nazione

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