di Fausto Gasparroni
CITTA' DEL VATICANO - "Indecorosi attacchi", "segni di ignoranza frutto di schemi ideologici", una "cosa indegna e triste" che non tiene conto che "non c'é nessuna omofobia nella Chiesa cattolica". Si è levato un coro di critiche da parte dei vescovi alla mozione anti-Bagnasco di cui sono stati firmatari tre europarlamentari italiani di Rifondazione comunista (Agnoletto e Catania) e Verdi (Frassoni), presentata nel corso del dibattito sull'omofobia giunto oggi al voto del Parlamento europeo. L'Europarlamento ha approvato oggi una mozione anti-omofobia in cui vengono condannati "i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali". Dal testo approvato è stato comunque tolto un passaggio - che era stato proposto dai tre eurodeputati italiani del Prc e dei Verdi - in cui si criticava espressamente il presidente dei vescovi italiani, monsignor Angelo Bagnasco. L'iniziativa dei tre esponenti della sinistra ha tuttavia suscitato una serie di reazioni da parte di vescovi e cardinali. Ad aprire le danze è stato il Sir, l'agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla Cei, avvertendo in una nota dedicata all'episodio: "é ora di dire basta". "Ci risiamo - scrive il Sir -. Proseguono, questa volta nella sede del Parlamento europeo per opera di una pattuglia di deputati comunisti e verdi, gli indecorosi attacchi al presidente della Cei mons. Angelo Bagnasco". Il Sir parla di "argomentazioni propagandistiche e vietamente anticlericali di un pugno di facinorosi", parla di "falsificazione, disinformazione, propaganda che ancora oggi (in pieno ventunesimo secolo), si definisce 'comunista'", e del rischio "che, batti e ribatti, la falsità generi odio e provochi conseguenze imprevedibili". Quindi dire "basta" a "questi attacchi significa nello stesso tempo assicurare che tutti, non solo i cattolici, continueranno a parlare con passione e con impegno di quei grandi temi - la famiglia, la vita, la verità e la giustizia - sui quali mons. Bagnasco ha inaugurato la sua presidenza della Cei, in piena coerenza con il magistero del Papa e nella continuità della testimonianza delle Chiese in Italia".
Per mons. Aldo Giordano, segretario generale del Ccee (Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa), prendere di mira Bagnasco è segno "del non voler comprendere le cose" e anche "di ignoranza". "Noi siamo pronti - ha assicurato a margine di una conferenza stampa - a discutere sulla vita, sulla famiglia, sui diritti degli individui. Le reazioni come quelle dei tre europarlamentari, invece, non nascono da una riflessione, ma da schemi ideologici. E questo ci dispiace". Sulla vicenda è intervenuto anche il patriarca di Venezia, card. Angelo Scola, secondo cui "si tratta di una cosa indegna e triste, perché è il segno di un deficit di ascolto reciproco estremamente grave". "Le posizioni di mons. Bagnasco sono state falsificate - ha affermato alla rubrica 'Mosaico' dell'emittente tv Sat2000 -: non c'é nessuna omofobia nella Chiesa cattolica, e sarebbe quindi auspicabile che il pregiudizio nei suoi confronti finisse. Come si fa a pensare - si è chiesto Scola - che uomini e donne cristiani, preti, vescovi, che ogni giorno si chinano nella condivisione dei bisogni di tutti, senza distinzioni, come si fa a pensare che non cerchino di accompagnare il cammino di tutti?". "Talora - ha proseguito - ho l'impressione che non potendo, o non riuscendo a intervenire su tematiche politiche di primo piano, come la politica estera o la difesa, l'Unione Europea si appigli a questioni nelle quali le differenze tra paesi vanno rispettate.
La sensibilità del popolo italiano, su temi come matrimonio e famiglia, è diversa da quella francese, tedesca, inglese. E noi abbiamo il diritto che questa differenza venga rispettata, soprattutto da chi è esponente del nostro paese perché eletto nel nostro paese". In altre parole, "bisogna che il Parlamento europeo pratichi con maggior rigore il principio di sussidiarietà e rispetti i diversi orientamenti dei nostri popoli. Ma soprattutto, in casi come quello relativo alle parole di mons. Bagnasco , non bisogna dire menzogne". Fugace accenno, invece, quello del cardinale vicario Camillo Ruini, nel corso di un seminario presso la Pontificia Università Lateranense, per dire che la Chiesa cattolica, malgrado le polemiche, gode di un rispetto maggiore in Italia che non nelle istituzioni dell'Unione europea. "In Italia possiamo essere ottimisti - ha affermato Ruini - perché buona parte delle forze politiche e dell'opinione pubblica sono consapevoli dei valori degli italiani. Ma se da Roma ci spostiamo a Bruxelles o a Strasburgo la situazione è molto più chiusa. Qui da noi, nonostante qualche pallottola di carta - ha concluso -, andiamo abbastanza bene".
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