Atti ufficiali del processo a Galileo

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Claudio Cava
00mercoledì 6 settembre 2006 01:32

Dal sito del Vaticano

ATTI DEL PROCESSO CONTRO GALILEO GALILEI
Roma 1616, 1632-33

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Nonostante le lunghe e vaste ricerche che non pochi studiosi hanno svolto in passato per «scoprire», o meglio ritrovare gli atti del processo inquisitoriale di Galileo Galilei, fino ad oggi altro non possediamo di quelle scritture originali che un misero avanzo, estratto dai voluminosi «dossiers» inquisitoriali di Galileo all’epoca del processo (1633) o poco dopo. Questo «estratto» rimase per secoli nell’archivio della Congregazione dell’Indice (che richiese dal Sant’Offizio quelle carte), emigrò poi a Parigi durante il triste sequestro degli archivi vaticani disposto nel 1810 da Napoleone, passò quindi nelle mani del duca di Blacas e fu finalmente inviato dalla vedova di questi all’Archivio Segreto Vaticano nel 1843.

II volume, che erroneamente si è designato per tanto tempo come «processo di Galileo Galilei», è in realtà un insieme di scritture radunate dalla Congregazione dell’Indice dopo la condanna di Galileo allo scopo di trattare, sulla base delle deposizioni e confessioni processuali, la proibizione dei suoi libri e l’insegnamento della sua dottrina (all’interno vi sono numerose lettere di vescovi o rappresentanti pontifici che attestano l’avvenuta notificazione di simile proibizione). Alcune di queste scritture furono estratte dai perduti incartamenti (pare doversi parlare di più volumi) del processo di Galileo, di cui conservano ancora la foliazione (uno di questi volumi aveva almeno 560 fogli, cioè 1120 pagine).

Nel documento si può osservare uno dei costituti o interrogatori originali di Galileo Galilei di fronte all’Inquisizione (ff. 78r-87r). Più in particolare si tratta della parte finale della deposizione che Galileo rese il 12 aprile 1633, da lui sottoscritta, secondo la regola (riga 8: Io Galileo Galilei ho deposto come di sopra), e dell’inizio del costituto seguente (riga 9: Die sabbathi 30 aprilis 1633. Constitutus personaliter Romae in aula congregationum, coram et assistente quibus supra, in meique Galileus de Galileis de quo supra [...]).

Dopo la condanna delle tesi scientifiche sostenute da Galileo si giunse, com’è noto, all’abiura pronunciata dal grande pisano nella chiesa della Minerva il 22 giugno 1633. Nei mesi che seguirono Galileo ottenne da Urbano VIII di poter scontare la pena della prigionia nella sua villa di Arcetri (1 dicembre 1633). Da qui il 17 dicembre 1633 inviava una lettera interamente autografa al suo «protettore», il cardinale Francesco Barberini, per il cui intervento aveva ottenuto quel favore.


asv.vatican.va/it/doc/1616.htm
@Ljuba@
00mercoledì 27 settembre 2006 13:00

Si è soliti presentare il caso Galilei come un'espressione tipica e clamorosa del conflitto tra scienza e fede.

Io invece lo vedo come un conflitto tra fanatismo e...razionalità, fanatismo e fede, fanatismo..e basta.
Il pretesto, in realtà, per tirar fuori il fanatismo.

Lutero e Melantone accusarono Copernico di andare contro la Bibbia.
Padre Tommaso Caccini, in Santa Maria Novella, a Firenze, predicava davanti la matematica, "arte del demonio e causa di tutte le eresie".

Questo, per me, non è scienza e fede...
Fanatismo...contro il resto del mondo.

[SM=g27822]

[Modificato da @Ljuba@ 27/09/2006 13.01]

Claudio Cava
00giovedì 28 settembre 2006 01:42
Re:

Scritto da: @Ljuba@ 27/09/2006 13.00

Si è soliti presentare il caso Galilei come un'espressione tipica e clamorosa del conflitto tra scienza e fede.

Io invece lo vedo come un conflitto tra fanatismo e...razionalità, fanatismo e fede, fanatismo..e basta.
Il pretesto, in realtà, per tirar fuori il fanatismo.

Lutero e Melantone accusarono Copernico di andare contro la Bibbia.
Padre Tommaso Caccini, in Santa Maria Novella, a Firenze, predicava davanti la matematica, "arte del demonio e causa di tutte le eresie".

Questo, per me, non è scienza e fede...
Fanatismo...contro il resto del mondo.

[SM=g27822]

[Modificato da @Ljuba@ 27/09/2006 13.01]




Gia', i fondamentalisti.
Di entrambe le sponde, beninteso.

Per gli uni ad abiurare furono i pezzi scomposti, di Galileo, mica lui. [SM=x789048]

Per gli altri invece ad abiurare fu invitato paternalmente a tarallucci, vino e pacche sulle spalle. [SM=x789048]

[SM=x789049] [SM=x789062]

[Modificato da Claudio Cava 28/09/2006 1.43]

@Ljuba@
00giovedì 28 settembre 2006 13:51
Con...il senno del poi, ricordiamo che il tutto cominciò da Copernico, e la sua tesi, ossia i pianeti ruotano intorno al Sole e non intorno alla Terra.

La centralità della Terra, il suo non essere al centro dell'universo furono osteggiate duramente sia in campo cattolico che protestante.

I primi a reagire furono gli uomini della Riforma.
Lutero, nei suoi Tischreden, Discorsi conviviali, denunciava la follia di Copernico, dichiarando la sua dottrina in contrasto con la Scrittura: come dice la Sacra Scrittura, fu al Sole e non alla Terra che Giosuè ordinò di fermarsi", e anche Filippo Melantone si oppose alla dottrina copernicana.


Contro Galileo si opposero violentemente due domenicani, Niccolò Lorini e Tommaso Caccini.


Galileo, nel 1613, scrisse una lettera al padre Benedetto Castelli, suo fedele discepolo:

"Crederei che fusse prudentemente fatto se non si permettesse ad alcuno l'impegnar i luoghi della Scrittura e obbligargli in certo modo a dover sostenere per vere alcune conclusioni naturali, delle quali una volta il senso e le ragioni dimostrative e necessarie ci potessero manifestare il contrario"

In parole povere...non coinvolgete la Scrittura con le scienze naturali.

La lettera non sfuggì al Lorini (il domenicano di cui si parlava sopra), la quale fu trasmessa, manipolata, al Sant'Uffizio.

Il 24 febbraio 1616, il cardinale Roberto Bellarmino (santo [SM=g27828] ) convocava al Sant'Uffizio Galilei, e lo ammoniva ad abbandonare quella dottrina "stolta ed assurda in filosofia e formalmente eretica, in quanto contraddice espressamente alle sentenze della Sacra Scrittura".
Il 3 marzo fu messo all'Indice, fino a correzione, il De revolutionibus di Copernico.


L'Inquisizione, cadute le protezioni politiche a Galileo, aprì un processo per "veemente sospetto di eresia"-
Il processo si concluse il 22 giugno 1633 con una solenne cerimonia a Roma, in Santa Maria sopra Minerva: Galilei fu condannato per aver "tenuto e creduto dottrina falsa e contraria alle Sacre e divine Scritture, ch'il Sole sia centro della Terra e che non si muova da oriente a occidente, e che la Terra si muova e non sia il centro del mondo, e che si possa tener e difendere er probabile un'opinione dopo esser stata dichiarata e diffinita per contraria alla Sacra Scrittura"

Il Dialogo fu messo all'Indice, Galileo condannato al carcere.

L'erudito francese Peiresc, scrisse al cardinale Barberini, dicendo che tale condanna "sarà cosa trovata durissima per tutto e maggiormente dalla posterità che dal secolo presente"; essa "sarà una macchia nello splendore et fama di questo pontificato", e la persecuzione dello scienziao sarà "comparata un giorno alla persecuzione della persona et sapientia di Socrate nella sua patria".

(tratto liberamente dall'Enciclopedia Jesus, Cattolica.)


[Modificato da @Ljuba@ 28/09/2006 13.56]

kelly70
00domenica 20 gennaio 2008 18:27


[SM=x1420298] [SM=x1420298]
pcerini
00lunedì 21 gennaio 2008 12:28
Anche qui ---> www.animelibere.net/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=7... ,c'e' una interessantissima considerazione del professore di fisica Renzetti che da circca 35 anni si occupa del caso Galileo ( e percio' ne conosce bene ogni sfumatura )
Cristianalibera
00mercoledì 26 giugno 2013 19:04
Rinato81
00sabato 3 agosto 2013 15:33
La santificazione è progressiva, sia per un individuo, sia per una comunità; in questo caso la chiesa. Gettare fango su un errore passato della chiesa, considerandolo come attuale, nonostante la chiesa si sia autocondannata per questo errore, significa mandare in carcere un maggiorenne per un reato commesso da bambino.
kelly70
00sabato 3 agosto 2013 15:37
Re:
Rinato81, 03/08/2013 15:33:

La santificazione è progressiva, sia per un individuo, sia per una comunità; in questo caso la chiesa. Gettare fango su un errore passato della chiesa, considerandolo come attuale, nonostante la chiesa si sia autocondannata per questo errore, significa mandare in carcere un maggiorenne per un reato commesso da bambino.




Ma piantala. A noi della santificazione progressiva non ce ne può fregà de meno.

Perchè nella chiesa di progressivo c'è solo l'entità dell'imbroglio.

Sempre più grande. [SM=g2407716]
=omegabible=
00sabato 3 agosto 2013 17:05
Re:
Rinato81, 03/08/2013 15:33:

La santificazione è progressiva, sia per un individuo, sia per una comunità; in questo caso la chiesa. Gettare fango su un errore passato della chiesa, considerandolo come attuale, nonostante la chiesa si sia autocondannata per questo errore, significa mandare in carcere un maggiorenne per un reato commesso da bambino.



Il tuo discorso ha lo stesso valore della [SM=x1935919] !!!
Si è sempre dichiarata Mater et Magistra ,ora come allora!!
Magistra, una bella sega[SM=x2728399]
Mater, puttana che ha ucciso i suoi figli dopo averli incestuosamente trombati!!![SM=x2728397]

A Rinà,dai retta a un esperto .

[SM=g1941429] [SM=g1941429] [SM=g1941429] [SM=g1941429] [SM=g1666967]


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