Bagnasco: "Basta estremismi aiuto a chi rispetta le regole"

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kelly70
00venerdì 16 maggio 2008 14:24


"Solidarietà della Chiesa a tutti coloro che subiscono violenza gratuita ed incontrollata
L'emergenza primaria è l'educazione. Ancora prima occorre ritrovare valori certi"


di MARCO POLITI

ROMA - Ai roghi dei campi rom il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, risponde: "Occorre neutralizzare gli estremismi, che non possono dettare legge a nessuno e non vanno considerati come la realtà totale di un popolo. E occorre, in positivo, creare condizioni di accoglienza e di dignità per tutti quelli che rispettano le regole della convivenza e si impegnano per una reale integrazione".

Pochi giorni fa il porporato è stato a Napoli per presentare un libro, spiega, che "documenta l'impegno religioso e sociale del cardinale Sepe e dell'intera Chiesa napoletana in quella bellissima città". In queste ore ricorda le parole di Benedetto XVI al Consiglio per i Migranti: "Nella sua azione di accoglienza e di dialogo con i migranti e gli itineranti, la comunità cristiana ha come punto di riferimento costante la persona di Cristo nostro Signore".

Cardinale Bagnasco, dai roghi di Napoli all'assassino efferato di Niscemi l'Italia assiste a un intreccio perverso tra violenze provenienti da immigrati, contro immigrati e fatti brutali che esplodono all'interno delle famiglie italiane. La Chiesa come intende agire?
"Sono tutti fatti da condannare. E va espressa solidarietà concreta a tutte le persone che subiscono violenza gratuita ed incontrollata. Dopo aver condannato senza ambiguità i fenomeni, si tratta però di interpretarli alla luce di un quadro sociale più ampio, marcato da una ipoteca culturale problematica".

A che cosa si riferisce?
"Alla visione antropologica di una società, che sembra afflitta da una forma cronica di individualismo che certamente favorisce e non attenua fenomeni di devianza. Deve indurre a riflessione il richiamo di Benedetto XVI - ai vescovi della Slovenia in visita ad limina - che non tutti gli umanesimi sono uguali".

Benedetto XVI arriva a Genova. Incontrare una grande città è come rivolgersi all'Italia. Cosa porta il Papa?
"Porta con sé la speranza, su cui ha scritto una splendida enciclica che segna con sigillo a fuoco questo pontificato: l'amore, cioè, che si esprime nell'annunzio della verità di Cristo e la speranza che si esprime nel volto di Cristo".

Lei ha indicato i rischi di disgregazione sociale in Italia.
"L'emergenza primaria, senza sottovalutare altre questioni, è l'educazione. Bisogna ritrovare il coraggio e il metodo educativo, perché senza educazione globale e sostanziosa, non ci saranno generazioni capaci di affrontare gli scenari futuri che - per effetto della globalizzazione - saranno ancor più esigenti".

Basta questa ricetta?
"Sotteso al problema educativo c'è un'altra emergenza, che è quella di rinvenire un quadro di valori condivisi e ancor prima certi, perché senza questa preliminare fiducia sul bene non si dà possibilità di impegnarsi e tantomeno di sacrificarsi".

Il Papa denuncia la cultura del relativismo morale.
"La Chiesa dialoga con tutti nella luce della fede, ma anche nella luce della ragione, che si esprime nell'esperienza universale. Per questo la Chiesa ha grande fiducia che il dialogo, che desidera con chiunque, possa avere ottimi risultati per il bene integrale della persona e della società".

Cosa si aspetta dalla visita papale a Genova?
"Mi aspetto che la mia diocesi veda nel Papa la conferma della fede autentica in Gesù Cristo e che esprima tutta la sua gratitudine e il suo affetto per Benedetto XVI, che ha scelto di venire. Mi aspetto pure che a Genova riprenda con più intenso slancio la vita cristiana nelle parrocchie e che la gioia della propria fede sia offerta a tutti, giacché si tratta di un bene che non può essere trattenuto, ma solo donato".

(16 maggio 2008)
www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/sicurezza-politica-3/bagnasco-solidarieta/bagnasco-solidari...
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