21/04/07
La lotta senza quartiere della chiesa cattolica contro il diritto delle donne a decidere sulla propria maternità, contro i diritti di donne e uomini a decidere sulla propria vita, sulla propria salute e sul proprio corpo, contro la parità di diritti delle persone omosessuali, sta provocando in Spagna un' emorragia di fedeli e l' aumento clamoroso di cittadini che si definiscono atei, agnostici o indifferenti.
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L'Europa e il caso Zapatero
La cattolicissima Spagna vede ormai un clero in grave difficoltà e in rapida diminuzione
mi.de.ci.
Con Zapatero è guerra. Da quando l'ombra del giovane premier socialista ha iniziato a dar fastidio alla chiesa spagnola, il conflitto si è scatenato su tutti i fronti possibili: scuola, famiglia, bioetica, rapporti stato-chiesa, riforma costituzionale. Il caso spagnolo sembra riassumere i termini della crisi in cui si dibatte il cattolicesimo europeo, percorso dalla secolarizzazione trionfante. E anche la chiesa iberica è una «malata grave», soprattutto per il declino dei preti: secondo dati del marzo 2006, in tutto il paese vi sono 18mila sacerdoti diocesani; quelli che abbandonano l'abito talare sono il doppio dei nuovi ordinati. Inoltre l'età media dei sacerdoti è 67 anni, il 40% è over 75. Nel giro di 10 anni il numero dei preti diminuirà di circa la metà rispetto a oggi. In forte calo sono anche i grandi ordini religiosi come gesuiti e francescani. La speranza è affidata a nuovi movimenti come i neocatecumenali (nati in Spagna) o all'Opus Dei, che sta cercando di aumentare la sua influenza in Europa e nel mondo. Ma non è facile: secondo una ricerca condotta nel 2006, le nuove generazioni sono sempre più distanti dalla fede: su un campione di 4.000 ragazzi, solo il 49% si definiva cattolico, mentre 12 anni erano il 77%. E il 46% del campione preferiva definirsi ateo, agnostico o indifferente al problema religioso. Farsi preti o suore, dunque, è una prospettiva lontana anni luce.
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