Caso Englaro

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00giovedì 5 febbraio 2009 23:17
Il parere di P. Pellizzetti


Eluana, orrore e commozione
di Pierfranco Pellizzetti

Che altro dire se non: orrore e commozione.
Orrore per i miserabili marchingegni di gente grottesca prima ancora che miserrima, per l’improntitudine di anteporre la propria indicibile volontà di prevaricazione ad ogni altra ragione, alla ragionevolezza.
Commozione - al tempo stesso - per una povera creatura che non si vuole lasciare riposare in pace e per un padre umiliato dalla illimitata protervia di chi non è in grado neppure di provare umana pietà.
Stando al telegiornale di stasera i potenti, al servizio delle strapotenti gerarchie in gonne color rubino e dalle mani ingioiellate, hanno sentenziato che neppure l’ospedale di Udine andrebbe bene per porre fine alla non-vita di Eluana, durata la bellezza di diciassette anni. Questo è quanto dichiara il ministro del Welfare, Molosso Sacconi, un tipo la cui biografia parla solo parole di cinismo. Sulla scia di Roberto Formigoni, quello in bilico tra fioretti e food for oil. Alla faccia di nobili sentimenti di fede, devozione al magistero ecclesiastico e altre amenità!
In questo momento ignoro come andrà a finire, né riesco a immaginare quali ulteriori escogitazioni interruttive la pervicacia riuscirà a mettere in campo. Di una cosa – però – sono certo: l’interminabile, terribile, vicenda ha – se ancora ce n’era bisogno – definitivamente smascherato la natura immonda di cui è fatto il Potere, questo Potere che si fonda su un evidente “scambio politico”: il puntello di traballanti consensi politicanti a fronte della concessione monopolistca della decisione su come dobbiamo nascere, vivere, amare, morire.
Ma qui veniamo al punto: in che modo, noi laici e democratici, possiamo contrastare questo Potere oscurantista e autoritario se proprio le organizzazioni a cui abbiamo dato mandato a farlo si dimostrano del tutto al di sotto del livello politico necessario?
So di aver irritato molti navigatori di Micromega dicendo che non si promuove laicità con strategie dadaiste, come Marcel Duchamp non aveva demistificato l’arte universale limitandosi a “fare i baffi alla Gioconda”. Certo non si presidia la democrazia con operazioni di bottega come il 4% di soglia alle elezioni europee. Come ci hanno mostrato non solo i DS veltroniani ma anche Antonio Di Pietro.
Davanti all’orrore e alla commozione della vicenda Eluana c’è da dichiararsi arcistufi di questo Paese. Rivolgendo il proprio essere arcistufi soprattutto verso chi ci aveva promesso di lavorare per renderlo un po’ migliore.

(5 febbraio 2009)

Fonte Micromega.net

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