Re:
nevio63, 02/12/2009 7.01
Cosi', esattamente, la penso io. Stabiliamo solo un patto sociale, un'etica concordata e poi ognuno, nell'arco di una vita, creda cio' che voglia, che pure il credere si evolve e muta, proprio in mancanza di prove incontrovertibili.
Concordo: regole societarie paritarie, che tengano conto dell'uguaglianza degli esseri umani.
Vero, il credo (fantasia)DEVE EVOLVERSI, perchè, restando fermo, immobilizza l'autonomia di pensiero dell'uomo ... si può definire anche autocondizionamento.
In assenza di prove del credo, come affermi, si può dire tutto ed il suo contrario, ovvero come dire nulla.
nevio63: Gia' fatta l'ammissione, nei precedenti post, che provare l'esistenza di Dio secondo i requisiti del metodo scientifico sperimentale e' impossibile...
Quest'ammissione gioca senza meno a vantaggio della tua autonomia di pensiero ... pensa a quanti consentono, invece, che i loro pensieri vengano ipotecati da credenze altrui, rinunciando alla propria autonomia ed affidandola nelle mani di persone spesso senza scrupoli, convinti di agire nel nome di un dio.
..., tanto quanto lo sara', pero', dimostrare, trovando una macchina fotografica senza cartellino che riconduca a una marca rintracciabile, che essa non sia il frutto di una combinazione casuale di pezzi, un tempo veicolati dall'acqua, assemblatisi in miliardi di anni di prove ed errori di assemblatura.
Ragionamento, questo tuo, che ha convinto molti dell'esistenza di un qualche ente autonomo, intelligente e creativo, ma posto al di fuori del linguaggio.
Una regola del linguaggio dice che quando una premessa poggia su basi solide, fondate, anche la conclusione può essere altrettanto vera e fondata.
Ciò detto, tu sai già in partenza, nel caso della macchina fotografica, che essa è produzione dell'essere umano. Parti, cioè, da una premessa nota e, di conseguenza, sei in grado di giungere ad una conclusione altrettanto vera.
Nessuna persona al mondo metterebbe in dubbio che ad aver prodotto la macchina fotografica sia stato un essere provvisto di linguaggio (struttuta che consente di pensare).
Non è la stessa cosa per ogni altra cosa visibile che non abbia subito manipolazione umana.
Abbiamo già detto prima che le ipotesi della loro esistenza potrebbero essere infinite e che, in quanto ipotesi, sono tutte stringhe linguistiche prodotte dal linguaggio.
Qualunque ipotesi possa essere ritenuta vera resta comunque un'arbitraria produzione del pensiero, indimostrabile.
Se, dunque, una premessa non poggia su basi solide anche la conclusione non può essere ritenuta fondata.
Se interroghi, come abbiamo fatto per la macchina fotografica, tutti gli esseri umani sull'origine dell'esistenza dell'universo otterresti tante risposte quanti sono gli esseri umani, mentre, come detto, per la macchina fotografica otterresti unanimità indiscussa di risposte.
Il linguaggio consente di pensare ad un'esistenza al di fuori del linguaggio, come consente di pensare al concetto di infinito e di paradiso ed inferno, consente anche di costruire intorno a tutto ciò una logica ferrea, come fece Dante Alighieri con la Divina Commedia, ma non sarebbe in alcun modo provabile.
Il linguaggio può dunque produrre fantasie che trovano poi realizzazione nel concreto e fantasie che restano tali, in quanto non praticabili nel concreto.
Nè l'ipotesi "esistenza" potrebbe darsi fuori dal linguaggio, perchè, qualunque fantasia che sia all'interno del linguaggio o supposta fuori dal linguaggio, per essere prodotta, necessita del linguaggio e di null'altro. E' in ciò che consiste l'autonomia del pensiero e la necessità di appropriarsene.
Responsabile, perciò, dell'esistenza di tutto resta il linguaggio, ovvero il pensare dell'essere umano.
nevio63: Spero tu non abbia pensato a me formulando queste parole, perche' io non sono certo quella persona in ipotesi, per me ognuno puo' fare, dire, non dire, oggi questo, domani l'opposto di tutto nella piu totale liberta' di pensiero ed espressione, cercando di spiegare le proprie ragioni, cercando di essere convincente, in quanto sinceramente intenzionato e persuaso di certe cose, fermo tenendo l'impegno di non imporsi a nessuno in nessun modo.
I miei discorsi sono sempre di masssima generici.
Ho compreso perfettamente che, quanto meno, tu non affidi a terzi le tue decisioni e le tue scelte, come fanno credenti ed in genere benpensanti quando affidano a terzi, per quanto luminari, le loro conclusioni e le loro scelte.
nevio63: Quello che considero malefico, la morte, le malattie, l'ingiustizia, la violenza, m'irretisce, m'indigna, mi coinvolge molto, pyccolo. Cerco una tesi che metta d'accordo le mie osservazioni e non ne ho trovata una definitiva. Se guardo i resti del Colosseo, oltre ai quattro ordini architettonici sovrapposti, mi vengono in mente le atrocita' li' dentro perpetrate, mi viene una gran rabbia che, pero', non m'impedisce di credere che quell'edificio, tanto ingegneristicamente e architettonicamente valido, abbia avuto un progettista e dei costruttori.
Posso perfettamente comprendere ma, in ultima analisi, ciascuno di noi è responsabile di sè solo per ciò che lui produce sotto forma di idee e di fantasie.
L'etica e le regole societarie non sono divine.
Perchè gli esseri umani rinunciano ad un giusto convivere?
Spesso, molto spesso, sono le religioni ed in genere ogni ideologia che si ponga fuori dal linguaggio ad essere gli artefici di cotanto disordine.
Il loro tentativo di inglobare il pensiero e di uniformarlo non può che sortire la guerra fra chi vi si conforma, con la forza o la persuasione o con la paura, e chi dissente, perchè ha capito.
Religioni e sistemi politici possono non concordare su molte cose, ma concordano sul tenere sotto controllo il pensiero umano e, per questo, si offrono servigi a vicenda.
Per sè bisogna fare tutto quello che si può per migliorarsi, per gli altri dovrebbero essere gli altri a pensarci. Se tutti gradiscono farsi gestire mentalmente tu non puoi nulla per invertire quel percorso. Quello che potresti fare è promuovere la libertà di pensare
senza legami, o, almeno, promuovere il concetto di uguaglianza fra esseri umani e l'affermazione dei loro diritti già peraltro contemplati dalla carta costituzionale dei diritti umani fondamentali.
Salutoni
Pyccolo