Curia. Arriva la rivoluzione di Ratzinger?

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Claudio Cava
00giovedì 7 settembre 2006 19:34

Ratzinger sta pensando a una riforma della Curia. Nel giorno in cui dilagano le discussioni e le indignazioni su una presunta condanna di Harry Potter da parte del Vaticano, rimane in secondo piano la notizia di una possibile riforma della struttura di governo della Chiesa di Roma. Secondo quanto anticipano i giornali si ipotizza l'accorpamento del Pontificio Consiglio della Cultura nella Congregazione per l'Educazione cattolica, quello per il Dialogo Interreligioso nella Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, quello della Famiglia in una istituenda Congregazione per i laici. Così come esistono dicasteri per tre categorie del popolo di Dio (per i Vescovi, per il Clero per i Religiosi) così si pensa di istituire un dicastero per i Laici che assorbirebbe l'attuale Pontificio Consiglio. Si parla anche della istituzione di una Prefettura per le Informazioni e le Comunicazioni al posto dell'attuale Consiglio per le Comunicazioni che coordinerebbe le autonome attività della Radio vaticana, dell'Osservatore Romano, della Sala Stampa, Libreria Editrice, Tipografia Poliglotta, Centro Televisivo Vaticano, Vatican lnformation Service. Nel linguaggio un po’ da marketing che arriva dalla stampa, le varie operazioni di accorpamento vengono definite come il risultato di una volontà che il nuovo Pontefice ha espresso già in molti modi. La volontà cioè di razionalizzare, snellire, organizzare in modo più funzionale le attività del Vaticano. Di questo nuovo fronte aperto da nuovo Papa è possibile dare due letture. La prima è che il Papa stia realmente pensando ad una riforma concreta della Curia per fare finalmente un po’ di luce sui meccanismi interni di governo e per avviarsi ad un ufficio pastorale finalmente più libero dagli enormi interessi temporalistici del Vaticano. Una seconda ipotesi, diciamo pessimistica, farebbe interpretare lo snellimento e la riduzione dei soggetti che possono prendere iniziativa e parola nel mondo della Chiesa di Roma come un atto di ulteriore appesantimento. Il fatto che i soggetti debbano essere ridotti di numero, e ricondotti ad una autorità di controllo potrebbe voler dire che essi in qualche modo potranno (e forse dovranno, nelle intenzioni del Pontefice) ridurre la loro autonomia di giudizio e di iniziativa. L’esistenza di più voci del resto ha creato in passato qualche possibilità di aprire questioni e discussioni su argomenti nodali della vita della Chiesa. Discussioni che forse non vanno tanto a genio a Papa Ratzinger. In ogni caso entrambe le letture rimangono possibili.

blog.radioradicale.it/blog/data/anticlericalismo/2005_07.html

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