Dio

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Claudio Cava
00lunedì 16 aprile 2007 15:32
Con Dio, nelle religioni e filosofie monoteiste, si intende l'essere supremo, eterno e infinito, creatore dell'universo. In questa accezione viene solitamente indicato con l'iniziale maiuscola. In particolare, nella tradizione ebraica, cristiana ed islamica, a Dio viene attribuito un carattere personale ed una rivelazione pubblica.

Nelle religioni politeiste con dio (generalmente indicato con la lettera minuscola) si intende un essere immortale dotato di caratteristiche superiori a quelle degli uomini. In questo caso spesso viene ulteriormente identificato con il nome proprio, ad esempio nella religione greca il dio Apollo, la dea Atena, ecc.

Visione Ebraica

Nella religione ebraica e nell'Antico Testamento Dio è visto come l'Essere Supremo, Creatore, Autore e Causa prima dell'universo, Governatore del mondo e degli uomini, Giudice supremo e Padre, la cui giustizia è temperata dalla misericordia, i cui propositi sono realizzati da agenti prescelti, che possono essere sia individui sia nazioni. Dio comunica la sua volontà attraverso profeti e altri canali stabiliti.

I nomi di Dio

Dio traduce l'ebraico 'El (nome anche di una divinità fenicia), 'Eloah, ed 'Elohim (grammaticalmente plurale, da cui varie ipotesi su di un politeismo originario). Si trova nei testi che lo studio filologico fa risalire alla corrente eloista del Pentateuco.

Appare pure il nome di Yahvè (o Yehovà: la differenza dipende dalla Bibbia che si usa, e dal fatto che nell'ebraico biblico non si scrivono le vocali, ma solo le consonanti, per cui ogni traduttore o editore deve usare un qualche criterio per inserire nel tetragramma YHWH le vocali che permettano di leggerlo in italiano o in un'altra lingua). Gli ebrei ancora oggi non leggono questo nome in maniera diretta, a causa della loro concezione della transcendenza di Dio, e ogni volta che appare la parola la leggono Adonai, che significa Signore. Il nome di Yahvé si trova, nel Pentateuco, nei testi della corrente yahvista.

Dalla monolatria al monoteismo

La fede del popolo ebraico è in un primo momento un culto di monolatria: ogni popolo ha il suo Dio, ma il Dio del popolo ebraico è l'unico che Israele adora e serve. Sono eco di questa concezione passi biblici come quelli che dicono: "Yahvè è il nostro Dio, il più grande di tutti gli dei". Ci si riferisce a lui come il "Dio dei nostri padri", "il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe".

È solo al tempo dell'Esilio babilonese (VI secolo AC) che Israele passa della monolatria al monoteismo: c'è un solo Dio, tutti gli altri sono apparenza.

Gli "attributi" di Dio
Il Dio degli ebrei è creatore di tutte le cose, che ha plasmato dal nulla.

Ha inoltre tre "attributi" fondamentali: la giustizia, la misericordia, la fedeltà.

L'azione di Dio nella storia
Il Dio degli ebrei è un Dio impegnato in loro favore (all'inizio), e verso tutti gli uomini (tempi più tardi).

Israele nasce come popolo quando sperimenta che Dio lo libera della schiavitù d'Egitto. Da quel momento in avanti Dio è colui che dice "presente" (Yavhé = Io Sono = Io sono qui con te), ed è al suo lato per accompagnarlo e salvarlo.

Anche le circostanze dolorose, come cadere in mano dei nemici o l'Esilio babilonese, sono interpretate come un'azione di Dio che corregge il suo popolo a causa dei suoi peccati.

Bibbia e ateismo
A scanso di equivoci, nella Bibbia l'esistenza di Dio non è dimostrata ma presupposta, non ci sono tentativi di dimostrare la sua realtà.

Lo scetticismo filosofico appartiene ad un periodo posteriore a quello in cui furono composti i libri della Bibbia, non ha senso discutere di ateismo prima dell'epoca dell'Illuminismo.

Solo nel Qohelet o Ecclesiaste e nei salmi 14, 53 e 94 troviamo tracce di una qualche tendenza pessimista che può far pensare, da molto lontano, all'ateismo moderno.

Visione Cristiana

Dio nel cristianesimo comprende due punti di vista contrastanti: da un lato si afferma la professione di fede ebraica sull'Unicità di Dio, dall'altro si accoglie letteramente l'affermazione di Gesù "chi vede me vede il Padre".

Nel Vangelo secondo Giovanni si riporta l'affermazione di Gesù che rivela che Lui è nel Padre e il Padre è in Lui; l'evangelista Giovanni parla anche della Terza Persona della Trinità, un Consolatore (paraclito), lo Spirito Santo che il Padre avrebbe inviato ai suoi figli fino alla fine dei tempi dopo la crocifissione, morte e resurrezione di Gesù: tale promessa si compie per la tradizione cristiana e viene ricordata dai cattolici nel giorno di Pentecoste, che celebra appunto la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli.

Il riferimento giovanneo costante alla Trinità e all'inabitazione trinitaria nell'uomo è da conciliare con la divinità dell'antico testamento al cui interno i profeti fecero numerosi riferimenti ad un Messia che sarà figlio d'uomo ed eletto di Dio. La sintesi di varie chiese cristiane è quella di un Dio Uno e Trino, una Persona sola e tre Persone distinte (Padre, Figlio e Spirito Santo) distinte (ma non diverse): tale articolo di fede, insieme alla incarnazione, passione, morte e resurrezione di Gesù sono i misteri fondamentali della fede cristiana.

Nei primi concili ecumenici, a partire dal IV secolo, si cerca di razionalizzare questo contrasto. Nel Credo di Nicea si professa un solo Dio, Padre onnipotente, creatore dell'universo e di ogni cosa, visibile o invisibile. Con questo si rimane nel solco dell'ebraismo da cui il cristianesimo è sorto.

Il Credo però prosegue dichiarando che Gesù Cristo è "Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero", che è consustanziale a Dio, che al tempo stesso possiede la natura umana, e che anche lo Spirito Santo è Dio. Si viene a definire la dottrina trinitaria, la più caratteristica del cristianesimo, che lo separa dalla radice ebraica da cui è derivato.

Le chiese cristiane concordano nel parlare di mistero cristologico e mistero trinitario, ritenendo ineffabile la natura profonda di Dio, e che perciò fosse necessaria una rivelazione da parte di Dio stesso, non potendo la ragione umana arrivare a dedurlo.

Questa dottrina è condivisa dalle tre maggiori forme di cristianesimo: cattolicesimo, ortodossia e la maggior parte del protestantesimo. La sua definizione ebbe luogo, come detto prima, a partire dal IV secolo, a seguito della disputa fra la chiesa "ortodossa" e l'Arianesimo, ora estinto, che negava la natura divina di Gesù. l cristiani che non accettano la dottrina trinitaria sono detti "unitariani" e in prevalenza sono una branca minoritaria del protestantesimo.

Visione Musulmana

Dottrine manichee
Molte posizioni riconducono la lotta fra il bene e il male a una lotta fra due forze di pari livello, eterna e senza un vincitore. Questa teorizzazione è sentita in varie sophie orientali e ha avuto una dottrina densa di conseguenze nel manicheismo. Il profeta Mani, rifacendosi alle idee di Zarathustra (latinizzato in Zoroastro), nella Persia del VII secolo AC (odierna Iran) fece molti proseliti con una dottrina che prevedeva un'eterna contrapposizione fra il principio del bene e del male: Ahura Mazda e Arimane.

L'idea di due principi a fondamento dell'essere contrastava con il pensiero greco, che ricercò delle spiegazioni non dicotomiche all'esistenza del male, pensando il non-essere come qualcosa di relativo, minore e inevitabile conseguenza che necessitava dell'essere-bene per esistere, mentre l'essere poteva evitare il non-essere restando Uno e puo' evitarlo tornando in sé.

Ricavato da:
it.wikipedia.org/wiki/Dio
kelly70
00sabato 1 marzo 2008 23:23

Altro giro, altra uppata [SM=x789048]
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