Etchegaray: “Ordinare preti sposati? Parliamone”

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kelly70
00lunedì 12 novembre 2007 22:04


La questione dell’ordinazione di sacerdoti sposati «può essere discussa». Arriva dal Vaticano un importante segnale su uno dei temi più spinosi e controversi. Il cardinale francese Roger Etchegaray, presidente emerito del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e vicedecano del Sacro Collegio apre ai sacerdoti sposati.
«La questione può essere posta, come avviene nella Chiesa greco-cattolica - afferma il porporato in un’intervista al quotidiano “Le Parisien” -. Ma deve essere chiaro che non è la soluzione al problema della crisi vocazionale». Parole ben ponderate che riaccendono le speranze delle sigle che si battono contro il celibato ecclesiastico. «E’ una grossa apertura, confidiamo che sia il primo passo verso un cambiamento delle leggi della Chiesa - esulta don Giuseppe Serrone, presidente dell’Associazione Sacerdoti Lavoratori Sposati -. La sensibilità del cardinale Etchegaray riporta l’attenzione al massimo livello dopo le posizioni di netta chiusura del Sinodo dei Vescovi».
Già lo scorso dicembre il ministro del Clero Claudio Hummes ipotizzò l’abolizione del celibato ecclesiastico, ma si oppose la maggioranza della Curia […]

In nome del rispetto dei diritti umani e della carità evangelica, abbiamo tre richieste per il Pontefice», protesta l’associazione «Vocatio». Primo. Che sia concessa facilmente ai sacerdoti che vogliono sposarsi la dispensa «senza umiliazioni e tempi biblici di attesa». Secondo. Che i preti sposati possano continuare a svolgere il ministero sacerdotale, «in linea con la Scrittura e per motivi pastorali, cioè per l’attuale carenza di sacerdoti». Terzo. La democratizzazione della gestione della Chiesa con un decentramento operativo e un ruolo maggiore della donna. «Siamo la Chiesa del silenzio - lamentano i sacerdoti italiani che hanno abbandonato il sacro abito per il matrimonio -. Un prete sposato è allontanato dal suo ministero e deve ricominciare da capo la sua vita, cercando casa e lavoro, bandito dalle comunità ecclesiali o a malapena tollerato ai suoi margini». La dispensa che permette al sacerdote di sposarsi legalmente può essere concessa solo dal Papa: è difficilissima da ottenere e con tempi sempre più lunghi. Paolo VI concedeva in fretta e senza difficoltà la dispensa ai sacerdoti che la chiedevano, i suoi successori no.

Fonte: laStampa.it
www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200711articoli/27521gi...

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Rainboy
00martedì 13 novembre 2007 08:06
Ih ih! I prelati iniziano ad accorgersi del fatto che chi non scopa non sopravvive... finalmente hanno capito una delle leggi fondamentali della biologia [SM=x789051] [SM=x789050]
MauriF
00martedì 13 novembre 2007 09:43
L'apertura di Etchegaray: «Nella Chiesa greco-cattolica avviene già»



Luigi Accattoli

CITTA' DEL VATICANO — La questione dell'ordinazione di preti sposati «può essere posta», ma non risolverebbe il problema della «crisi vocazionale »; la timida apertura a un argomento tabù — che l'ufficialità vaticana da sempre respinge — viene da un grande vecchio della Curia romana: il cardinale francese Roger Etchegaray, 85 anni, vicedecano del collegio dei cardinali. Ne ha parlato in un'intervista al quotidiano Le Parisien.
Etchegaray è in Vaticano quello che il cardinale Martini è nell'insieme della Chiesa cattolica: una voce libera, di grande prestigio personale ma di nessuna responsabilità istituzionale. In quella posizione uno può andare in avanscoperta e dire quello che pensa.
«La questione può essere posta, come avviene nella Chiesa greco-cattolica», ha detto il cardinale a Le Parisien.
«Ma deve essere chiaro: non sarebbe la soluzione al problema della crisi vocazionale ».
Il cardinale Etchegaray è notoriamente un liberal. In quella stessa intervista — data in occasione della pubblicazione delle sue memorie presso Fayard: J'ai senti battre le coeur du monde. Conversations avec Bernard Lecomte — afferma anche che «Dio non può essere conservatore» e che «il mondo è sempre nuovo».
Ai grandi vecchi in Vaticano si permette tutto, ma non c'è alcuna verosimiglianza che la questione del celibato possa essere affrontata a breve. Cardinali possibilisti sul celibato ce ne sono sempre stati, dal Concilio Vaticano II a oggi: i più noti tra quelli ancora attivi sono il nostro Martini, il belga Danneels, l'ucraino di rito orientale Husar. Ma la loro voce è fortemente minoritaria.
Parole possibiliste erano venute il dicembre dell'anno scorso anche da un cardinale brasiliano che il Papa aveva appena nominato prefetto della Congregazione per il clero, Claudio Hummes: aveva detto al quotidiano O Estado de S. Paulo che una «riflessione » sul celibato era possibile, benché bisognosa di tempi lunghi, perché esso «non è un dogma ma una norma disciplinare ». Aveva accennato alla «sfida» della diminuzione dei preti come a una spinta a quella riflessione e aveva concluso che la Chiesa «non è reazionaria e cambia quando deve cambiare».
Hummes — insomma — non vede male i cambiamenti, proprio come Etchegaray. Ma in Vaticano non la presero bene e appena arrivato a Roma per iniziare il suo lavoro in Curia dovette fare una precisazione che sgombrava il campo da ogni illusione sulla possibilità che quel tema venisse posto all'ordine del giorno: «La norma del celibato per i sacerdoti nella Chiesa latina è molto antica e poggia su una tradizione consolidata e su forti motivazioni, di carattere sia teologico-spirituale sia pratico-pastorale, ribadite anche dai papi». Conclusione lapidaria: «Tale questione non è attualmente all'ordine del giorno delle autorità ecclesiastiche».
Al Sinodo dei vescovi del 2005, l'unico che si è tenuto dopo l'elezione di Benedetto XVI, l'ordinazione di «uomini maturi» che vivono nel matrimonio — intesa come questione da sottoporre alla valutazione del Papa — fu scartata a maggioranza nella gran parte dei dodici gruppi linguistici.
Della faccenda si è riparlato in Curia l'ultima volta il novembre di un anno addietro con riferimento al caso Milingo, che sta chiamando a raccolta — con poco successo, si direbbe — i preti sposati di tutto il mondo. A conclusione di una riunione dei capidicastero con il Papa fu pubblicato un comunicato che tra l'altro diceva: «È stato riaffermato il valore della scelta del celibato sacerdotale secondo la tradizione cattolica».

Corriere della sera, 12 novembre 2007
kelly70
00lunedì 3 dicembre 2007 18:08
Celibato ecclesiastico. I diritti della Chiesa


Caro Romano, il cardinale francese Roger Etchegaray, riguardo all’ordinazione di sacerdoti sposati, ha affermato: «La questione può essere posta, come avviene nella Chiesa greco-cattolica». Ma il Sir, l’agenzia della Cei, insiste: «La castità per il Regno dei cieli fa parte dei “consigli evangelici” indicati da Gesù ai suoi discepoli». Per l’appunto: Gesù consigliava; san Paolo pure consigliava, e la Chiesa arbitrariamente, poco evangelicamente, ha trasformato il consiglio in obbligo per il cattolico che si sente chiamato da Dio alla vita sacerdotale.

Elisa Merlo Il Corriere della Sera 30 novembre 2007

Risposta (sbagliata) di Sergio Romano
Comprendo che sul problema del celibato ecclesiastico sia possibile avere posizioni diverse. E comprendo che molti fedeli possano chiedere alla Chiesa di modificare le proprie norme. Ma credo che la Chiesa abbia il diritto dipretenderlo. Il sacerdozio, dopo tutto, è una scelta libera e volontaria.


Replica a Sergio Romano
Gentile dottor Romano, alla mia lettera da lei intitolata “Celibato ecclesiastico. I diritti della Chiesa” (Corriere del 30 nov.), risponde:”Ma credo che la Chiesa abbia il diritto di pretenderlo. Il sacerdozio, dopo tutto, è una scelta libera e volontaria”.
Come conoscitore ed attentissimo osservatore delle vicende umane, lei dovrebbe sapere meglio di me che la Chiesa ha spesso commesso ingiustizie più o meno gravi. Ora, per stabilire se la Chiesa ha il diritto di pretendere qualcosa, è necessario entrare nel merito di ciò che essa pretende, giacché non si ha mai il diritto di pretendere cose ingiuste. E’ chiaro che la Chiesa, pretendendo il celibato dal giovane che desidera fare il sacerdote, non va contro la legge civile; ma se pretende qualcosa di ingiusto, va contro la legge morale, e quindi non può arrogarsi tale diritto.

Secondo san Paolo (Eb 5,4), e secondo lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica, al sacerdozio si è chiamati da Dio. Il giovane cattolico però che sente questa chiamata, non è libero di seguire la sua vocazione, così come lo è il giovane ortodosso o il giovane protestante. La Chiesa gli dice: se vuoi sposarti, devi rinunciare alla chiamata di Dio; se vuoi seguire la tua vocazione, devi rinunciare al matrimonio. E’ un abuso che fra qualche tempo la Chiesa riconoscerà come errore. Lo stesso errore la Chiesa lo commette quando nega il sacerdozio alle donne. La pretesa della Chiesa anche in questo caso non si basa né sulla ragione né sul Vangelo

www.uaar.it/news/
MauriF
00martedì 4 dicembre 2007 00:25
Totalmente sbagliato dal punto di vista teologico.
Non è un diritto il Sacramento dell'Ordine, ma una concessione della Chiesa.

Ed è chiaro:

Atti 6:3 Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico.
Atti 6:4 Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola».
Atti 6:5 Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia.
Atti 6:6 Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.


Chi elegge è il gruppo degli Apostoli e degli anziani...non vi è autoelezione o diritto di essere eletti.

E chi decide se imporre o meno le mani sono gli Apostoli.

Il concetto, poi, benchè venga continuamente rigirato...è semplice:

Gli apostoli della Chiesa hanno deciso di scegliere di "eleggere" solo fra coloro che fanno voto di celibato.

La questione è alquanto semplice.
®@ffstef@n
00martedì 4 dicembre 2007 00:35

E chi decide se imporre o meno le mani sono gli Apostoli




GLI APOSTOLI DEL XXI SECOLO NON IMPONGONO LE MANI
IMPONGONO LA PEDOFILIA
MauriF
00martedì 4 dicembre 2007 07:54
A te la prova che dal Papa fino all'ultimo vescovo sono tutti o anche solo in buona parte pedofili...

Disinformatore e diffamatore dei miei stivali... ;)

Rainboy
00martedì 4 dicembre 2007 08:06

Il concetto, poi, benchè venga continuamente rigirato...è semplice:

Gli apostoli della Chiesa hanno deciso di scegliere di "eleggere" solo fra coloro che fanno voto di celibato.

La questione è alquanto semplice.



Stai dicendo che fino all'XI secolo tutti i teologi, gli esegeti (e gli infallibili papi) che lasciavano la possibilità ai preti di sposarsi, commettevano un grave errore di interpretazione scritturale?
MauriF
00martedì 4 dicembre 2007 13:03
Sto dicendo che chi sceglie sono gli apostoli della Chiesa.

Loro dettano i requisiti di coloro che vogliono ordinare sacerdoti poichè è loro l'autorità di amministrare tale Sacramento.



Rainboy
00martedì 4 dicembre 2007 14:08
Quindi in sostanza da quando i vicari di Cristo hanno deciso che si possono ordinare sacerdoti soltanto i celibi e che tali devono rimanere, automaticamente anche Dio ha "cambiato opinione" in materia.

"Cio che tu riterrai giusto in terra, io lo riterrò giusto nei cieli", è così?
=omegabible=
00martedì 4 dicembre 2007 14:29
Re:
MauriF, 04/12/2007 13.03:

Sto dicendo che chi sceglie sono gli apostoli della Chiesa.

Loro dettano i requisiti di coloro che vogliono ordinare sacerdoti poichè è loro l'autorità di amministrare tale Sacramento.






....autorità...sacramento.....FAVOLE!!!! [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x789051] [SM=x1426849] [SM=x1426849] [SM=x1426849]


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