Re: Ipazia, i parabolani e gli scheletri nell'armadio
Jon Konneri, 26/04/2010 19.12:
di Rino Camilleri
tratto da Il Giornale 25 aprile 2010
Ricordate il film Le crociate di Ridley Scott? L'autore dichiarò di aver voluto fare un’opera contro tutti i fondamentalismi ma, guarda caso, nella trama solo i cristiani erano cattivi e infidi, mentre i musulmani erano buoni e generosi. Ora è il turno di Alejandro Amenábar, che - testuale - col suo film Agorà ha voluto denunciare, anche lui, i fondamentalismi. Ma, vedi un po’, anche qui i cattivi sono i cristiani. Naturalmente è vero che anche il cristianesimo ha avuto i suoi supporters a mano armata, ma Scott ha dovuto cercarli nel XII secolo e Amenábar nel V. Sì, perché a far problema oggi non è certo il cristianesimo, bensì altre religioni i cui fanatici la mano armata ce l’hanno ancora, e certi registi olandesi ne sanno qualcosa. Così, è più comodo «denunciare» chi non si difende, per cose avvenute mille e rotti anni fa, e pazienza se oggi non è certo la «scienza» ad essere perseguitata bensì il cristianesimo.
Ipazia, scienziata bella e giovine, trucidata dai cristiani su ordine del vescovo Cirillo ad Alessandria nell’anno 415: questo il mito politicamente corretto. Intanto avvertiamo che prima di Voltaire (1736) Ipazia non se la filava nessuno; sono i philosophes a trarla dall’armadio dei secoli per metterla in quello degli «scheletri» della Chiesa. Nel secolo dei romantici Ipazia diventa la rappresentante del mondo pagano (visto come dorato e tollerante, dove si viveva in armonia con la natura e i suoi dèi) uccisa dal fanatismo monoteista. Nel Novecento eccola proto-femminista contro la «misoginia» cattolica. La verità? Innanzitutto, della sua beltà niente sappiamo: aveva sui sessant’anni quando morì. Scienziata? Suo padre, Teone, si dava da fare coi misteri ermetici e orfici. Lei era neoplatonica e la sua «scuola» era in realtà un cenacolo ristretto in cui si insegnavano «misteri» da non divulgare ai «profani» (infatti, non rimane alcuna sua opera, quel poco che si sa lo si deve ai discepoli). Come neoplatonica era molto vicina al cristianesimo di cui apprezzava le virtù stoiche, tant’è che Sinesio di Cirene, suo alunno e ammiratore, finì vescovo. Come quel Cirillo (santo e Padre della Chiesa) che, secondo alcuni, avrebbe ordinato il linciaggio di Ipazia per odio al paganesimo, alle donne e alla scienza. Macché. Cirillo non temeva affatto i pagani, ormai innocua minoranza, bensì gli eretici (cristiani), che non cessava di contrastare. Suo antagonista politico era il governatore (cristiano) Oreste, il quale, da buon funzionario bizantino e, dunque, cesaropapista, riteneva che la Chiesa dovesse essere sottomessa alla Stato. Il contrasto (ripetiamo: politico) tra i due aveva creato in città partiti contrapposti, fazioni politiche che nell’età bizantina erano la regola.
Ebbene, in Alessandria tutti sapevano che eminenza grigia di Oreste era la vecchia Ipazia. Nel partito favorevole a Cirillo c’era un gruppo che il santo a stento riusciva a tenere a bada, i famigerati «parabolani», così chiamati dal nome dei gladiatori contra leones aboliti molto tempo prima da Teodosio. Si aggiunga che nella testa del popolino - e nelle dicerie - gli insegnamenti misterici di Ipazia, di cui nulla trapelava, erano diventati chissà quali pratiche di magia nera. Finì che la lettiga con cui gli schiavi portavano Ipazia a spasso venne assalita e lei linciata. Cirillo e Oreste, che non pensavano che le cose sarebbero trascese a tal punto, rimasero così impressionati da affrettarsi a far pace. Oreste, cui l’ordine pubblico era sfuggito di mano, lasciò la città. Rimase san Cirillo con la patata bollente in mano. Morale: se qualcuno si scandalizza del fanatismo di certi cristiani d'antan ricordi che anche Robespierre, Hitler e Stalin erano battezzati cristiani. Hitler era addirittura cattolico.
Rino Camilleri, apologeta ignorante, i cui articoli se li filano soltanto "Il Giornale" e "Il Timone". Ci vuole coraggio nel prendere le fonti storiche e rivoltarle e proprio favore, dal momento che né Damascio e né Socrate Scolastico parlano di chissà quale eresia a monte dei fatti di Alessandria, ma unicamente di odio incondizionato dei cristiani verso ebrei e pagani, in primo luogo vero le donne, le quali, nella tollerante Alessandria, consumavano gli ultimi spazi pubblici a loro concessi. Ipazia non è mai stata praticante e teorica di magia nera. Dov'è la fonte storica a suggello di questa accusa? Quando morì aveva 60 anni? Dove sta scritto? Non le sa filava nessuno? Ma che stai a dì Camilleri? Pochi antichi personaggi hanno avuto l'onore di essere ritratti in una biografia ufficiale da parte dei loro discepoli, nel caso da parte di Damascio e Simone di Cirene, a conferma dell'autorevolezza della maestra nei confronti dei suoi allievi. Se ella aveva trovato spazio nella immensa biblioteca di Alessandria, nella quale Damascio ha attinto le notizie storiche su di lei, significa che circa un secolo dopo la sua morte, il suo ricordo e la riverenza verso di lei erano ancora custoditi in una città dilaniata dalla violenza cristiana. Ipazia scienziata? Si, ha presente l'idroscopio Camilleri? Non è certo opera di S. Agostino.
Quanto all'influenza di Ipazia nel sistema delle scuole filosofiche, basti ricordare che fu a capo della celebre scuola alessandrina, la più importante del globo. Ma non avrebbe senso spiegare a questo analfabeta cosa fosse la scuola di Alessandria e quale peso avesse nell'assetto delle scuole filosofiche.
La faccenda più triste è che buffoni internettiani si bevono il ciarpame di questo Camilleri.