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Pino Lupo il 7 dicembre 2009 17.14
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Avevo un vicino di casa che ha fatto parte della scorta di Caselli, quando era Magistrato a Palermo.
Qualche anno fa, lavoravo in un ufficio vicino all'abitazione di questo famoso Magistrato, sempre presidiato da due volanti della polizia.
Alla fine di gennaio di quest' anno, per una serie di coincidenze e di 4 giorni intensi, vissuti con la presenza a Torino dell'amico Vito Pucci, che fu l'ultimo ospite a casa mia, in Corso Cincinnato 222 (TO), prima di essere accompagnato all'aereoporto, Vito, mi fece una richiesta.
"Pino, visto che siamo in largo anticipo, mi accompagni al Tribunale di Torino?", mi chiese, Vito!
Dopo circa venti minuti, dopo aver visto uscire dall' ufficio di Caselli, il giudice Guariniello, fu il nostro turno.
Ci dedicò trenta minuti! Vito spiegò, con molta chiarezza, la situazione complessa di una "battaglia" che dura da molti anni, con la comunità dei testimoni di Geova.
Il giudice Caselli mostrò molto interesse, il suo sguardo e le sue domande, rivelavano che la "causa" presentata da Vito era stata compresa in tutta la sua portata.
Fu un momento magico quell' incontro, perché mai avevo sentito esporre con così efficacia, in poco tempo, degli argomenti così "gravi" per le violazioni dei diritti umani e, nello stesso tempo, mai avevo visto una persona così "pronta" nell' inquadrare un contesto così difficile anche perché toccava temi non solo sociali ma di interpretazione religiosa.
Sia Vito che Caselli mi diedero un esempio di come amano entrambi la materia legislativa e di come sia incarnata in loro una notevole competenza.
Le affermazioni, qui sopra riportate, le faccio da persona predisposta verso materie umanistiche e non legali, per cui, il mio modo di vedere le cose ha percorsi diversi, ma non è detto che si possano legare od incrociare con cammini legislativi.
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L'altra sera, sabato 5 dicembre, ho ascoltato l'intervista di Fabio Fazio al giudice Gian Carlo Caselli, per parlare del libro, appena uscito, "LE DUE GUERRE" - Perché l'Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia.
... Posso dire di aver visto un uomo di 70 anni con la stessa prontezza e decisione di quasi 1 anno fa, dopo averlo incontrato personalmente.
La notizia che diversi capi saldi della mafia siano stati catturati gli ha fatto dire che certamente, oggi, abbiamo una organizzazione criminale in difficoltà, ma non sconfitta completamente.
Il "calcio di rigore", al 90°, come dice Caselli nel libro, usandolo da metafora, che avrebbe dato il colpo di grazia, non è stato calciato, anzi, la squadra degli "11 giocatori" si è ritirata negli spogliatoi - io direi, più schiettamente, che molti di quei "giocatori" sono in uno "spogliatoio" sotto due metri di terra-.
Nel momento che qualche Magistrato si avvicina al mondo della politica e dell' alta finanza ed il livello di "sospettati" si alza alle "alte sfere", allora cominciano le "difficoltà" ed i "guai" per chi ci "mette il naso".
Ecco perché l'alto Magistrato Caselli continua a vivere in "trincea", una vita "blindata" da 35 anni.
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Dr. Giuseppe Lupo
Presidente Nazionale SOSPI ONLUS
Amministratore - Forum SO.SPI
www.soccorsospirituale.org - PER I DIRITTI FONDAMENTALI DEI SINGOLI