I 75 anni del Cardinale Dionigi Tettamanzi

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snaplinx
00martedì 17 marzo 2009 02:15
I 75 ANNI DEL CARDINALE DIONIGI TETTAMANZI

(14/03/2009) - Oggi, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, teologo, originario di Renate (MI), compie 75 anni (essendo nato il 14 marzo 1934) e, secondo il Diritto canonico vigente, dovrebbe lasciare l'incarico di Arcivescovo di Milano per raggiunti limiti d'età nelle mani di papa Benedetto XVI. Macom'è consuetudine in questi casi, il Papa ha concesso all'Arcivescovo di Milano una proroga di due anni, cioè fino a 77 anni. Quindi, Mons. Tettamanzi, resterà alla guida della Diocesi più popolosa d'Europa fino al 2011. Ritorniamo a mons. Tettamanzi che dal 2002 è alla guida dell'Arcidiocesi di Milano. Una Diocesi che ha 5 milioni e 200 mila abitanti, 10 Vicari Episcopali, 5 Vescovi ausiliari, 40 uffici di Curia, 1 Moderator Curiae, 1.104 parrocchie, 2.115 sacerdoti, 100 diaconi permanenti, 1.900 docenti di religione cattolica. Un Seminario semi vuoto come nel resto d'Italia, la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale a Milano città, l'Istituto di Scienze religiose, la Biblioteca Ambrosiana, l'Università della Terza età, i Collegi Arcivescovili, la Charitas ambrosiana, la rivista mensile il Segno, la pagina domenicale su Avvenire, e le missioni in Camerun, Zambia, Burundi, e Perù. Questi dati solo per fare alcuni esempi significativi. Il cardinale Tettamanzi fino a 55 anni è rimasto nella sua Diocesi dove faceva il professore in Seminario e allevava decine di preti. Poi fu chiamato a fare il vescovo di Ancona e di Genova; infine a 68 anni ritorna nuovamente a Milano come Arcivescovo di Milano. In questi 13 anni in cui sarà assente da Milano la città cambia volto. La presenza massiccia di immigrati stranieri, i nuovi poveri, le periferie abbandonate, la solitudine di anziani e malati; il consumismo, il materialismo, e l'edonismo che aumentano a dismisura. E, da ultimo, la crisi e la recessione economica. La questione morale che esplode in in tutta la sua drammaticità: la mancanza di solidarietà, di accoglienza, la voglia sicurezza fai da te, la violenza degli stupri. E ancora: la scristianizzazione, la secolarizzazione e il neopaganesimo della società milanese Tettamanzi si troverà a esercitare il suo ministero episcopale in una società complessa: multi culturale, multi religiosa e multi etnica. Senza contare la crisi delle vocazioni, l'allontanamento dai Sacramenti, la diserzione di massa verso l'ora di Religione cattolica con 100 mila studenti non avvalentisi, le Chiese vuote, e un apostolato biblico che ha sostanzialmente fallito. Troverà nel 2002 una città di un milione e 350 mila abitanti guidata da un imprenditore, Gabriele Albertini, che fa riferimento al partito guidato da un altro imprenditore Silvio Berlusconi. Poi nel 2006 il testimone va a un altro imprenditore Letizia Moratti. Milano con Berlusconi, Albertini e la Moratti è ormai diventata la "Repubblica degli imprenditori" che essendo "illuminati" e "migliori" di tutti guidano il popolo. Esattamente un modello di "aristocrazia" di cui ci aveva parlato il filosofo greco Platone tra il 390 a.C. e 360 a.C. con la differenza che egli auspicava una repubblica dei filosofi. Tettamanzi, con le sue omelie, i suoi discorsi alla città, i suoi messaggi, i suoi interventi pubblici diventerà la figura morale della città dopo il suo illustre predecessore Carlo Maria Martini che gli consegna la "Croce" in Piazza Duomo nel senso anche di portare un "peso" nell'esercitare il suo ministero episcopale. Ma Tettamanzi non è impreparato. E' attivo, dinamico, un intellettuale, un ottimo teologo, uno studioso, un Pastore, un Vescovo che è stato Segretario generale della CEI sotto la Presidenza del cardinale Camillo Ruini. E poi conosce la Diocesi di Milano in ogni suo anfratto, conosce centinaia di preti, il seminario, la Curia, e la Facoltà teologica. Sa molto bene che alla Facoltà teologica i professori guardano alla teologia protestante rimanendone affascinati, e premierà il professor mons. Franco Brambilla nominandolo Preside della Facoltà. Qualche anno prima Tettamanzi su Avvenire riprese il teologo Franco Brambilla per le sue posizioni non proprio consone al Magistero della Chiesa. Ma il tempo ha ricucito lo strappo e Tettamanzi lo fa addirittura suo Vescovo ausiliare. Un segnale forte a tutti i progressisti della Diocesi presenti soprattutto in Curia, in Seminario e dentro la Facoltà Teologica. Un altro problema che Tettamanzi deve affrontare è l'emergenza ora di religione cattolica a scuola. In città 6 studenti su 10 non fanno religione a scuola. Un dato grave e preoccupante che egli eredita. Purtroppo il responsabile del Servizio Insegnamento della religione don Giovanni Giavini, un biblista del Seminario, ha avuto per 25 anni la delega in bianco ad occuparsi di questo settore, ma con risultati drammatici. L'ora di religione a Milano città sta scomparendo nei Professionali e negli Istituti Tecnici. Al posto di don Giavini, ora pensionato, è stato designato un prete esperto d'oratorio, don Michele Di Tolve, che dopo circa 2 anni non è riuscito ad arrestare l'emorragia, non è riuscito ad arginare il fenomeno, a contenere il disastro, probabilmente perché deve rivedere e affinare la sua strategia. Sempre che esista. Mi dicono che egli quando parla in pubblico esordisce solennemente cosi: "Vi parlo in nome del cardinale Arcivescovo.... chi non dovesse fare questo... gli verrà tolta l'idoneità all'insegnamento". No, don Di Tolve, non ci siamo. No. Mons. Faccendini, Vicario episcopale per l'insegnamento della religione, cosi non va! Con i docenti bisogna dialogare, non minacciare! Lei , don Di Tolve, parlerà pure a nome del Cardinale arcivescovo, ma cerchi di dialogare con i suoi docenti, di ascoltare le loro difficoltà, i loro problemi, le loro gioie e le loro ansie. Lasci perdere le minacce, apprenda l'umiltà del Cardinale. Dia fiducia a questi insegnanti; don Di Tolve i docenti di religione sono precari a vita, spesso hanno complessi di inferiorità dentro la scuola, ma hanno una famiglia, educano i giovani alla cultura religiosa e all'educazione ai valori, e lei non gli dà credito, non gli dà fiducia, li intimidisce. Si ricordi sempre che sono persone, con titoli accademici e culturali, e non ragazzini d'oratorio turbolenti e vivaci che vanno ripresi e ammoniti. Siamo passati dal permissivismo di don Giavini all'autoritarismo di don Di Tolve. Due eccessi che se non saranno aggiustati con una stategia ad hoc e mirata, liquideranno l'ora di religione cattolica in città in cui da anni diversi sindacati della scuola boicottano nelle classi con i loro docenti e dirigenti scolastici anticlericali e laicisti l'ora di religione cattolica considerata, a torto, un privilegio della Chiesa. E' inutile parlare di laicato maturo se poi questi laici restano sempre fuori dalla porta e non vengono mai consultati. E' inutile parlare di crisi delle vocazioni quando c'è una crisi nel relazionarsi con i laici perché prevenuti o pieni di pregiudizi. Quindi no all'arroganza e alla superbia. Il cardinale Tettamanzi, in questi sette anni, si è occupato dell'evangelizzazione, annunciando Gesù Cristo crocifisso e risorto a tutti e a ciascuno. Nell'evangelizzazione ha usato per primo Youtube, Telenova, radio Marconi dimostrando di essere un Vescovo moderno, aperto al nuovo, e in sintonia con il tempo in cui viviamo. Dove internet presenta indubbiamente dei vantaggi positivi ma, se usato in modo sbagliato, può diseducare e indurre a comportamenti sbagliati. Tettamanzi ha ripreso nel suo ministero episcopale a Milano le tematiche care al cardinal Martini: la scuola della Parola e le scuole di formazione all'impegno politico per i giovani. La prima per conoscere la sacra Scrittura e diffonderla, la seconda per i giovani affinché vengano educati alla politica intesa come gestione della cosa pubblica al servizio del bene comune. Il cardinale Tettamanzi è intervenuto a difesa degli immigrati stranieri, dei rom, dei maghrebini, dei romeni, e dei popoli dell'America latina e dell'Africa perché creati a immagine e somiglianza di Dio. Si è battuto contro la militarizzazione della città, delle ronde che hanno sovente il fine di farsi giustizia da sè. Si è occupato del degrado delle periferie, abbandonate da Dio e dagli uomini, dove gli unici punti di aggregazione sono l'oratorio, i bar o i cinema a luci rosse. Non esistono teatri, cinema, biblioteche, centri culturali. Sono degli enormi quartieri dormitorio (Gallaratese, Gratosoglio, Baggio, Quarto Oggiaro, Niguarda, Rogoredo, Giambellino, ecc.) in cui i Centri commerciali diventano il ritrovo degli abitanti. Il Cardinal Tettamanzi si è interessato delle fabbriche e dei lavoratori e ha costituito per primo in
Italia un fondo per le famiglie bisognose stanziando un milione di euro che, nel frattempo, sono diventati tre milioni grazie ai benefattori e alla Fondazione Cariplo. Il Cardinale ha poi voluto conoscere da vicino il mondo della sofferenza: ha visitato le carceri della Diocesi, le case di riposo per anziani, gli ospedali e per tutti ha avuto parole di conforto e di speranza. Il cardinale Tettamanzi ci ha insegnato in questi sette anni a dialogare con le altre religioni: l'Islam, l'Ebraismo, la Chiesa ortodossa e quella protestante superando antichi pregiudizi. Lui stesso ha fatto molti viaggi religiosi con finalità ecumeniche: in Terra santa, In Romania, in Russia, ecc. Tettamanzi è stato, in questi anni, il Vescovo degli ultimi, di coloro che non hanno voce, che non sono tutelati, e che sono indifesi. Infine il Vescovo che ha difeso la libertà di educazione, la vita, la famiglia ( scrivendo anche ai divorziati e ai separati), ha diffuso la Parola di Dio, non trascurando la Dei Verbum quando afferma che essa non può sussitere senza il magistero della Chiesa e senza la Tradizione), ha ripreso a parlare di senso morale in una società decadente, e ha contrastato il razzismo e la xenofobia insegnandoci la cultura dell'accoglienza e della solidarietà. In una metropoli ricca, gaudente ed opulenta alla ricerca del benessere, del potere e del denaro. L'Arcivescovo di Milano Tettamanzi, ci ha insegnato la tolleranza, il dialogo, l'integrazione con uomini e culture diverse e ad accrescere la nostra fede in Dio Padre. Tettamanzi, in questi anni difficili, sembra aver voluto dire ai fedeli della sua Arcidiocesi: "...in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti" (Filippesi 4,6) E ancora: "Acclamate al Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza". (Salmo 100, 2). In ogni caso, il cardinale Dionigi Tettamanzi, a 75 anni (portati molto bene), nel prossimo Conclave, sicuramente sarà uno dei protagonisti e uno dei candidati italiani al soglio pontificio. Ci sono già due illustri precedenti: Pio XI e Paolo VI, entrambi Arcivescovi di Milano.

Alberto Giannino
a_gi@live.it
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snaplinx
00martedì 17 marzo 2009 02:16
IO LO STIMO.
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