Il Gran Rifiuto

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Claudio Cava
00giovedì 14 settembre 2006 20:29

Giornale Multimediale di Controinformazione di Terrasini e Cinisi - Fondato nel 2002 dagli ultimi cittadini liberi di Terrasini

Io mi astengo dalla Chiesa
il sublime

Per noi de “Il Gran Rifiuto”, che siamo stati gli unici a Terrasini a pubblicizzare con un nostro ampio speciale i quattro Referendum sulla Procreazione Medicalmente Assistita, è doveroso dare un commento sull’esito del voto, sulla campagna referendaria, sui quesiti. Insomma vorrei fare un analisi a mente fredda, e, perdonatemi, uno sfogo personale su alcuni atteggiamenti che durante queste settimane hanno preso piede sia nel nostro paese che nell’Italia intera.
Durante la due giorni referendaria ero stato stranamente nominato scrutatore, sezione 9, plesso Don Milani. E’ stata comunque una bella esperienza, perché potevi notare lo stato d’animo della gente che veniva a votare: andavamo dal votante rassegnato, che vedevi entrare piano piano, con l’espressione di chi tenta di vincere contro i mulini a vento, pur sapendo che la lotta era impari; passavamo per quello arrabbiato, colui il quale usciva con rabbia dalla cabina mormorando “gli italiani non hanno capito niente, le donne non hanno capito niente”, inoltre (specie rarissima) vi erano coloro i quali erano fieri di sbandierare i loro 4 NO e il loro diritto-dovere di recarsi alle urne, un diritto che nessuno al mondo avrebbe potuto proibire. In costoro (cattolici) neanche le velate promesse di scomunica o di inferno hanno fatto breccia (vi immaginate, Ratzinger che scomunica u zù Totò di Terrasini…). Un fatto importante è stato il primo voto (verso le 10 di mattina): una donna incinta. E’ entrata decisa, muovendosi a fatica con la Vita che portava in grembo, non ha detto una parola, ha votato, ringraziato ed è andata via così come è arrivata. E’ stato forse il momento più significativo del voto terrasinese, che si è ripetuto nel corso della giornata anche nelle altre sezioni.

Alla sezione 9 abbiamo avuto 61 votanti su 686 elettori, appena il 9%. Le altre sezioni hanno avuto un risultato simile, quindi possiamo dire che a Terrasini su circa (spero di non sbagliarmi) 7000 elettori hanno votato circa 700 persone, un 10% addirittura inferiore alla situazione siciliana e meridionale, attestatasi intorno al 15%. Le ragioni di questa affluenza possono essere molteplici e variano dalla complessità dei referendum, al periodo estivo che i nostri politici hanno deciso per far votare su cotanta materia, ai nostri politici stessi e alla confusione che hanno generato nella gente che non ha potuto contare neanche su di un punto di riferimento politico, ma alla fin fine, e chi tenta di nasconderlo o di metterci le fette di prosciutto negli occhi è bugiardo ed ipocrita, la responsabilità maggiore del fallimento del Referendum è della Chiesa cattolica.

Nei mesi passati la Chiesa, per mezzo della CEI, ha intravisto nei sondaggi effettuati tra l’elettorato cattolico, la quasi certezza di una vittoria del fronte del SI, che anche gli elettori cattolici avrebbero votato in stragrande maggioranza: il NO non aveva alcuna possibilità di vittoria, e di astensione nessuno ne parlava: i cattolici sarebbero andati a votare secondo coscienza. Fu necessario avviare una campagna (a mio avviso altamente disinformativa) che predicava l’astensione di massa dai quattro referendum, ritornando così al “non expedit” con il quale Pio IX proibì (fino alla formazione del partito popolare di Sturzo) ai cattolici di andare a votare o di esercitare attività politica, pena la scomunica.

Questa campagna si è diffusa capillarmente, sull’onda emotiva della morte di Giovanni Paolo II che sembrava avere lasciato una Chiesa indifesa, incerta sul futuro, da riorganizzare, intorno alla quale ci saremmo dovuti stringere tutti perché l’eredità storica e morale dell’erede di Wojtyla era pesantissima. E’stata organizzata molto bene, grazie alle strutture che la Chiesa, grazie al Concordato mussoliniano e a quello craxiano, ha creato ovunque nel nostro paese. Strutture che hanno come finalità la moralizzazione e la spiritualità del buon cattolico, ma che, vuoi o non vuoi, alla fine sono anche degli ottimi ed abbondanti bacini di voti (o nel nostro caso di non-voti). Parliamo delle scuole cattoliche, dell’opus dei, delle comunità parrocchiali, dell’Azione Cattolica, degli oratori, di tutti quei gruppi insomma che sulla carta dovrebbero riunirsi per lodare e glorificare il creatore et similia (insomma per una elevazione dello spirito), ma per i quali si è diffusa una inammissibile ingerenza politica, diventando così come dei beceri circoli di partito.

Attenzione però, qui non voglio assolutamente insinuare che un cattolico non deve riflettere, partecipare alla vita politica, prendere delle posizioni. E’ un diritto sancito dalla Costituzione: qualunque cittadino a prescindere dal credo religioso ha gli stessi diritti e gli stessi doveri, compreso quello di scegliere se votare o meno. Dico solamente che il nostro Stato, la nostra Italia, non è una repubblica cattolica, né uno stato teocratico: il ministro del culto, colui che detiene una sorta di potere spirituale sui fedeli, il tramite terreno tra l’uomo e il dio in cui crede (e qualunque esso sia), NON PUO’ E NON DEVE ABUSARE DELLA SUA POSIZIONE per determinati fini politici.

Io non condanno la Chiesa italiana per avere preso una posizione che (seppure nella sua “furberia”) è comunque legittima, la condanno per la PROFONDA OPERA DI COERCIZIONE SPIRITUALEE POLITICA DELLE MASSE DI FEDELI, alle quali non ha consentito una serena ed autonoma riflessione sui temi referendari. Ripeto, non mettiamoci le fette su prosciutto sugli occhi, in questi mesi ogni parroco, durante le funzioni domenicali, ha tenuto la sua brava omelia (e Terrasini non è esente da tutto ciò, è successo anche domenica 12, giorno di silenzio e di riflessione), minacciando i fedeli convenuti alla Messa di non andare a votare perché così ha detto il Papa, perché il Papa avrebbe potuto scomunicare chi disobbedisce, perché una disobbedienza così grave è degna della dannazione eterna, dell’inferno.

E l’uomo comune, l’uomo semplice e genuino che la domenica va a Messa, di fronte a questi anatemi che fa? Protesta? Rivendica il suo DIRITTO di decidere autonomamente di votare SI o NO? Ricorda al parroco che il potere temporale del Papa è finito con la breccia di Porta Pia? Eh no signori miei, l’uomo comune segue le indicazioni del proprio pastore, convinto intimamente e in buona fede che “se il Papa ci dice di non votare noi non votiamo”, e se un bel giorno il Papa impazzisce e, riattivando l’organizzazione capillare di cui sopra, rivendica, che ne so, la potestà territoriale dello Stato della Chiesa prerisorgimentale? La gente che farà?

Questo esempio, chiaramente e volutamente provocatorio, mi serve per farvi riflettere sul fatto che il potere della fede, quella genuina, la sincera devozione assoluta al mistero, se viene utilizzato per fini politici, se viene strumentalizzato, se viene distorto, può essere devastante, letale, assoluto.

Oggi la legge 40, grazie all’uso distorto della fede (un ateo o un agnostico potrebbe definirlo abuso della credulità popolare), è ancora così come è. Ma voglio proprio vedere i commenti che si faranno quando questa legge maturerà i suoi velenosi frutti. Voglio vedere quando la prima donna che obbligatoriamente avrà impiantati tutti e tre gli embrioni e che si svilupperanno in un pericolosissimo parto trigemellare, morirà di parto, assieme eventualmente ai suoi tre gemelli, voglio vedere dicevo chi si prenderà la responsabilità di queste morti.

Voglio vedere quando ad una coppia di talassemici nascerà un figliolo talassemico anch’esso e sarà costretto ad una vita di sofferenza e trasfusioni, dato che grazie alla legge non si può eseguire NEANCHE UNA DIAGNOSI PREIMPIANTO sull’embrione da fecondare, per verificare eventualmente le malattie genetiche o le malformazioni, voglio vedere chi avrà il coraggio di guardare questa coppia e il loro figlio senza un minimo di compassione e senso di colpa.

Voglio vedere chi non vuole che i malati abbiano una speranza. Voglio vedere quando uno di questi malati sia uno di loro stessi. Voglio vedere quando coloro che hanno la sclerosi multipla, o il Parkinson, o il diabete saranno costretti ad indebitarsi fino al collo per emigrare nella “dissoluta” Svizzera o Spagna o USA per sperimentale una coltura di staminali. I loro parenti astensionisti finanzieranno il viaggio della speranza?

C’è chi amaramente dice “va beh tanto fra cent’anni, quando si scoprirà che le staminali funzionano davvero e non sono una mistificazione, la Chiesa chiederà perdono e buonanotte al secchio”. Questo se possibile è ancora più aberrante e Galileo, Giordano Bruno e tutti gli altri si rivolteranno nella tomba. Ho apprezzato tantissimo, ed ho ammirato profondamente Wojtyla, quando chiese perdono per tutti i crimini che la Chiesa commise nel corso dei tempi. Non riuscivo veramente a credere che il capo di una struttura bimillenaria che fonda sulla tradizione e la conservazione dei valori la propria ragion d’essere, potesse pubblicamente fare umile atto di contrizione e supplicare al mondo il perdono per i misfatti della Chiesa. Caro Wojtyla, caro vecchio Papa, chi chiederà più perdono dopo di te? Tu, chiedendo perdono volevi affrancare la tua Chiesa dalle pastoie temporali dei secoli ed elevarla a luminosa stella dello spirito, eppure i tuoi successori sono ritornati ad uccidere metaforicamente Galileo, a privare il mondo dal progresso (quello benefico) della scienza. Mio buon Karol, avevamo perdonato di cuore la Chiesa, senza rancore, ma ha perseverato nell’errore (e lo diranno i tempi), persevererà ancora e forse non la potremmo mai più perdonare.

Io ho perso la fiducia in questa Chiesa, non voglio più andarci, non voglio più sentirmi dire dal prete quel che devo o non devo fare quando compio una scelta per il mio paese che è l’Italia, non perdo la mia religiosità che rimane mio patrimonio personale ed intimo, ma non voglio avere più a che fare con un’istituzione che credevo ingenuamente attenesse alle sfere spirituali della vita; se devo andarmi a sentire un comizio vado in piazza a Terrasini oppure al Consiglio Comunale, ma non voglio più tollerare di sentirne in Chiesa. Caro Gesù non preoccuparti, non ti abbandono, metterò una tua immagine nella mia stanza e sarà quella la mia Chiesa, non questa fanatica, politica, reazionaria ed intollerante struttura dorata che vuole sostituirsi al politico, al dottore e allo scienziato. I preti facciano i preti, il dottore guarisca le malattie, lo scienziato trovi le cure, il politico faccia politica, solo questo chiediamo. In Italia il politico fa il prete (Rutelli, Casini, Pera, Berlusconi, Mastella, Follini, Giovanardi…), il prete politica, lo scienziato scappa all’estero e il dottore non guarisce le malattie. E solo pochi hanno fatto una battaglia in nome della donna e del malato: i politici, compresi quelli che sopra ho nominato, vogliono catturare l’elettorato cattolico, quell’enorme bacino di voti di cui parlavamo prima, solo per conquistare il potere personale. Hanno fatto a gara ad inchinarsi al diktat del cardinale Rovini (ops, Ruini, un nome una garanzia) ed a meglio compiacerlo: i voti piacciono, le poltrone pure, la promessa di andare in paradiso ancor di più. E le cariche istituzionali? Coloro che rappresentano la Repubblica Italiana? Idem come sopra, i presidenti delle camere hanno il culo a ponte già da qualche mese, Berlusconi ha aspettato di vedere se la gente andava a votare per andarci pure lui o in caso di astenersi (insomma avrebbe in entrambi i casi detto che lui aveva vinto), il presidente Ciampi, un grande, il simbolo dell’Italia intera, è andato a votare ha svolto il suo dovere di cittadino italiano ed ha dato il buon esempio che chiaramente è stato disatteso da quasi tutti.

La verità è che noi italiani non siamo maturi per la democrazia, non ne sappiamo sfruttare la grandezza, preferiamo essere comandati, non assumerci responsabilità, aspettiamo le direttive del capo di turno, del Mussolini, del Papa, del Re d’Italia, insomma di chi esercita il potere temporale e spirituale del momento, la democrazia è troppo complicata, possiamo benissimo farne a meno.

Adesso chiudo, scusate lo sfogo ma lo sentivo dentro e avevo bisogno di esternarlo, chiedo scusa anche se qualcuno si può sentire offeso dalle mie parole, ma è la mia opinione e per quanto discutibile possa essere, resta questa: avevo fiducia e ora non l’ho più.
Ma non sono il solo.

Alla prossima

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