Re:
Ti dirò...
anch'io, come Rain, mi trovo d'accordo col giornalista.
Non ha scritto un inno al suicidio, ha semplicemente posto una domanda: chi siamo noi per "condannare" qualcuno a vivere?
Eppoi, come impedire il suicidio di una persona che cerca la morte con convinzione e, a parer suo, con cognizione di causa?
Metodi coercitivi? Sono vietati dalla legge così come, in Italia, l'eutanasia.
Possiamo non mettere il suicidio tra i DUF o, addirittura, renderlo fuorilegge ma... non credo che il diretto interessato si impressionerà più di tanto.
Chiaramente si dovrebbe far di tutto per convincere una persona "sana" a non suicidarsi ma, alla fin fine, non é materialmente possibile impedirlo.
Da noi, in Svizzera, un malato terminale ha la possibilità di porre fine, legalmente, alle proprie sofferenze.
Ci sono diversi Enti che "accompagnano" i pazienti nell'ultimo viaggio.
Anche in caso di suicidio assistito, comunque, non é che fai una telefonata e dopo 10 minuti sei morto.
Fanno le dovute verifiche, viene consultato il medico di famiglia o quello curante, vengono coinvolte le autorità, si lascia al paziente il tempo di ripensarci etc. etc.
Se "aiutano" anche persone "sane" non te lo so dire.
Ho dato una sbirciata nello Statuto di una organizzazione, EXIT, e non ho trovato, a prima vista, nulla che andasse in questa direzione.
Per concludere, credo che anche nel caso il suicidio venisse legalizzato, vale a dire si avesse la possibilità, anche per futili motivi, di rivolgersi ad una organizzazione per "andarsene" in pace, non ce ne sarebbero più di quanti ce ne siano ora.
Ciao
Massimo