Il Vaticano: “Sì” e “No” ugualmente irresponsabili

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kelly70
00domenica 25 maggio 2008 17:06



Non l’ultimo arrivato ma un esperto di questioni di fede e di questioni astronomiche come il Direttore della Specola, cioè dell’Osservatorio astronomico vaticano di Castel Gandolfo, ha assicurato in una recente intervista che non vede nessuna inconciliabilità tra la fede cattolica e la convinzione che esistano nell’universo molti altri esseri intelligenti, creati da Dio come noi.
Beato lui ! Perché io e, credo, ogni altra persona di buon senso, qualche inconciliabilità ce la vediamo, eccome !

Anzitutto, sono la figure stesse di Dio Padre e di Gesù, per non parlare della teologia del Peccato Originale e della Salvazione, che diventano a dir poco strane se accettiamo l’ipotesi (d’altronde più che probabile) dell’esistenza di esseri spirituali extra-terrestri. Com’è noto, la Terra non è che un minuscolo pianeta sperduto nella Via Lattea (cioè in una miriade di miliardi di altri sistemi solari) che a sua volta è solo una dei miliardi di galassie osservabili nell’universo con i moderni telescopi.
Ora, se ammettiamo l’esistenza di una sia pur minima quota di pianeti abitati (qualche migliaio ?) tra questi miliardi di miliardi di galassie e corpi celesti, la figura di Dio Padre, che manda in ognuno il Figlio a morire nei tormenti per riconciliarsi con gli ET locali, diventa più orripilante di Erode o di Kronos, mentre la stessa Passione e Agonia del Figlio, ripetuta migliaia e migliaia di volte, al di là del suo atroce contenuto rischia di diventare una tragicomica routine da commesso viaggiatore.

Per non parlare delle complicanze connesse alla figura di Maria, vergine e madre, travasata in sistemi biologici ove magari il sesso, la fecondazione e le complicate procedure della maternità terrestre non esistono neppure.
Insomma, la mia impressione è che, da un lato, le Sacre Scritture del cristianesimo e di varie altre religioni siano troppo legate alla visione geocentrica dell’Universo per risultare applicabili alla realtà dell’universo oggi conosciuto e che, dall’altro, le gerarchie vaticane non siano minimamente consapevoli delle implicazioni di certi loro “Sì” e “No” dispensati con la disinvoltura di chi si ritiene depositario della verità universale.

Quest’incoscienza vaticana delle conseguenze di certi disinvolti assensi emerge in modo quasi divertente nella tranquilla ammissione della vita extra-terrestre pronunciata in questi giorni dall’astronomo vaticano. Ma la stessa incoscienza emerge, e in modo addirittura tragico, nel caparbio divieto della regolazione delle nascite espressa non occasionalmente e per bocca d’un povero astronomo, ma per secoli e per bocca delle massime gerarchie vaticane, a partire dai papi.
E’ un divieto che lo stesso papa attuale ha ribadito categoricamente pochi giorni fa celebrando il quarantesimo anniversario dell’Enciclica di Paolo VI “Humanae Vitae”, cioè d’uno dei più irresponsabili e catastrofici documenti della Chiesa cattolica, che vietò solennemente l’uso dei mezzi anticoncezionali. Anche quel divieto fatale, come l’odierno assenso dell’astronomo, fu una decisione personale del papa, che non sembrò né capire né prevedere lontanamente le conseguenze tragiche e crudeli del suo “No”: e cioè fame, sete, guerre, disastri ambientali, disoccupazione di massa, sterminio per fame di 15 milioni di bambini l’anno e lavoro schiavo per altri 250 milioni. Sì, quella di Paolo VI fu una decisione strettamente personale che non aveva e non ha nella Sacre Scritture nessun imperativo e che, difatti, ignorò e calpestò il parere favorevole alla regolazione delle nascite espresso non solo da tutte le altre chiese cristiane del mondo ma anche da ben due Commissioni di scienziati cattolici nominate dallo stesso papa.

Il peggio fu che, mentre l’assenso alla vita extra-terrestre proviene da uno di questi scienziati vaticani che il papato considera da sempre marginali, il veto agli anticoncezionali fu pronunciato da un papa ed è quindi inchiodato all’arrogante e nefasto dogma dell’infallibilità papale che rende irrevocabile, come ai tempi di Galileo, qualunque follìa vaticana con tutte le sue tragiche conseguenze. Solo un altro papa potrebbe revocare il folle veto di Paolo VI ma in quello integralista attuale non c’è da sperare la minima resipiscenza e, del resto, il Papa che intendeva revocarlo, Giovanni Paolo I, è stato prontamente liquidato dai cari integralisti della curia.

Ora però che la catastrofe prodotta dalla sovrappopolazione incombe sul mondo, anzi è già iniziata, coll’impennata dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia non è più accettabile che gl’irresponsabili diktat vaticani continuino ad essere subiti o, peggio, magnificati dalle nostre dirigenze politiche, culturali e scientifiche.

posted by Luigi De Marchi
www.luigidemarchi.it/2008/05/il-vaticano-s-e-no-ugualme...
Rainboy
00domenica 25 maggio 2008 20:19

le gerarchie vaticane non siano minimamente consapevoli delle implicazioni di certi loro “Sì” e “No” dispensati con la disinvoltura di chi si ritiene depositario della verità universale.



Ma va, i prelati ne sono perfettamente consapevoli; e soprattutto sanno che se anche gli omini verdi esistessero noi non li incontreremmo mai... quindi ci sparano sopra tutte le scemenze che desiderano, tanto chissene frega! [SM=x789055]
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