“Preghiera di riparazione”: tornano gli esami a settembre anche per gli esponenti della Chiesa?
Antonio Amoroso - resistenzalaica@gmail.com
martedì 08 gennaio 2008
Come popolo laico non aspettavamo altro che le scuse e le “lacrime di coccodrillo” del Vaticano che, mediante un intervento del cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione del clero (pubblicato sull’Osservatore romano), ha lanciato una campagna di preghiera riparatrice per fronteggiare i casi di pedofilia verificatisi negli ultimi anni per mano di chierici non osservanti la morale religiosa, o meglio, non osservanti alcuna morale umana…
L’iniziativa, annunciata dal prefetto clericale, riprende un suggerimento avanzato un anno fa da padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia: lo scorso 15 dicembre 2006, alla presenza di Benedetto XVI, il sacerdote aveva sottolineato come la Chiesa cattolica avrebbe dovuto fare un giorno di digiuno e penitenza per chiedere perdono per gli abusi sessuali che hanno visto coinvolti alcuni suoi rappresentanti…
Si legge su
www.repubblica.it:
Una preghiera su scala mondiale per “le vittime delle gravi situazioni di condotta morale e sessuale di una piccolissima parte del clero”, cioè per le vittime di pedofilia e abusi perpetrati da sacerdoti...(omissis)...“Ovviamente - aggiunge Hummes - si deve sempre ricordare che solo una minima parte del clero è coinvolta in situazioni gravi, neppure l’uno per cento ha a che fare con problemi di condotta morale e sessuale. La stragrande maggioranza non ha nulla a che vedere con fatti di questo genere. Ma tutti i sacerdoti hanno comunque bisogno di aiuto spirituale per continuare a vivere la propria vocazione e la propria missione nel mondo di oggi. La Chiesa, poi, ha sempre pregato per la riparazione dei peccati di tutti. E’ questa, ad esempio, una delle caratteristiche della tradizionale devozione al sacro cuore di Gesù”...(omissis)...Cantalamessa aveva osservato che la Chiesa ha “pianto e sospirato” recentemente “per gli abomini commessi nel suo seno da alcuni dei suoi stessi ministri e pastori”. “Non si potrebbe - aveva quindi chiesto - indire un giorno di digiuno e di penitenza, a livello locale e nazionale, dove il problema è stato più forte, per esprimere pubblicamente pentimento davanti a Dio e solidarietà con le vittime, operare insomma una riconciliazione degli animi e riprendere un cammino di Chiesa, rinnovati nel cuore e nella memoria?”.
Partendo dall’osservazione secondo la quale, a quanto pare, se ne ricordano una volta l’anno, ci sarebbe da sottolineare il fatto che nessun giorno di preghiera o di digiuno potrà mai “riparare” gli incalcolabili soprusi che gli esponenti ecclesiastici hanno commesso nei confronti di gente inerme e debole che, fiduciosamente, andava da loro per avere conforto e sostegno (e non altro): insomma, non esistono scuse o preghiere che tengano, in quanto sono loro, i primi che professano una sana morale ed etica e sarebbero loro, dunque, i primi a doverla seguire!
Detto ciò, c’è da evidenziare come un’iniziativa di questo tipo appaia, agli occhi dei più informati, un ennesimo e terribile plagio: sono infatti da ricordare le reazioni dei gerarchi pontifici di fronte ai molti episodi di pedofilia commessi da appartenenti alla casta ecclesiastica...
Si ricordi come la Chiesa abbia sempre tentato di nascondere la verità di fronte a casi del genere, cercando di mettere a tacere le vittime dei soprusi ed i loro parenti e conoscenti, mediante l’elargizione di grandi somme di denaro, e trasferendo i preti o prelati, che si fossero macchiati di simili reati, in altre diocesi o vescovadi senza, invece, consegnarli alla giustizia ordinaria penale…
Infatti, la stessa Chiesa non si è mai presentata “collaborazionista” con la Magistratura penale al fine di fare piena luce su casi che coinvolgevano pastori, prelati e “compagnia bella”, bensì essa si è sempre contraddistinta per una fortissima indole omertosa al punto da fare impallidire le organizzazioni criminali più note come mafia e ‘ndrangheta…
Alla luce di queste osservazioni, appare assai singolare che, in questi giorni, si venga a parlare di “scuse” e di “preghiere di riparazione”, dato che gli stessi vertici ecclesiastici non si sono mai presentati punitivi nei confronti dei loro confratelli “deviati”, anzi…
Ebbene, ora, con questa iniziativa, essi pretendono di far apparire, agli occhi dell’opinione pubblica, la loro presa di distanza dalla condotta di una “...piccolissima parte del clero...”: dopo le osservazioni su addotte, è inaccettabile!
Come inaccettabile è questo minimizzare le proporzioni del fenomeno: ogni giorno, su scala planetaria, si viene a conoscenza di episodi di libido o di violenza sessuale compiuti da preti o chierici in genere ed, a conti fatti, l’ingerenza dei reati di simile fattura, compiuti da questi personaggi, comincia ad essere alquanto notevole; siffatta ingerenza assume, poi, proporzioni ancora più vaste se tiene presente il fatto che i preti non sono una maggioranza rispetto ai comuni cittadini, anzi (e per fortuna) un’esigua minoranza…
Giusto per richiamare alcuni degli ultimi episodi, si potrebbe menzionare il caso del prete del Colorado (USA) fermato dalla polizia mentre faceva jogging completamente nudo alle 4:30 del mattino; oppure il caso del missionario in Uganda che ha, per anni, violentato una ragazza (all’epoca, ancora minorenne) da cui ha avuto, in seguito, una figlia che, una volta arrivata all’età di 16 anni, è stata ripetutamente violentata dallo stesso missionario (non solo pedofilo, ma pure incestuoso!); od, ancora, il caso del prete del Maryland che per quindici anni ha abusato di una parente di sesso femminile…
Ed, infine, come dimenticare l’attuale caso italiano di don Gelmini (ancora in via di accertamento)? O come non ricordare il caso (sempre italiano) di padre Francesco Fedele Bisceglie?
(Per saperne di più clicca su “trotzky.splinder.com”)
Forse, come è stato osservato, è vero che l’astinenza contro-natura, a loro imposta, li ha trasformati in lupi…
Concludendo, l’iniziativa del cardinale Hummes ricalca un po’ la falsa riga delle scuse “galantemente” donateci in passato riguardo all’Inquisizione (Papa Giovanni Paolo II la riconobbe come un errore: beh, grazie! Anche loro alla fine ce l’hanno fatta…) ed, a quanto pare, alla luce di questo pentimento, “tutti amici come prima”!
In realtà, non ci sorprendiamo molto per questo atteggiamento, dato che storicamente gli esponenti della Chiesa, di fronte a simili episodi, hanno sempre reagito così, ovvero, in maniera così singolare…
Infatti, a tal riguardo, si potrebbe ricordare la decretale pontificia di Papa Alessandro III (siamo tra il 1159 ed il 1181)…
Dal testo così tradotto dal latino, si viene a conoscenza di tutt’una incresciosa serie di violazioni dei precetti religiosi da parte di alcuni diaconi che avevano contratto matrimonio, violazioni a cui l’allora Pontefice Alessandro III riparò nella seguente maniera:
“Ci è stato segnalato che alcuni diaconi, che vivono nella tua diocesi, hanno osato contrarre dei matrimoni. Non ordiniamo che si indaghi accuratamente su quale sia stata la vita di quei diaconi prima del matrimonio e quale, si può opinare, essa sarebbe se si obbligassero a lasciare le loro mogli...Se essi hanno dimostrato di avere vissuto una vita corretta prima del matrimonio, tanto da fare ragionevolmente pensare che potranno vivere costantemente senza le loro mogli, allora, tu vescovo, a questi diaconi dall’onesta vita, comanderai di lasciare le loro mogli. Se viceversa alcuni hanno tenuto una vita dissoluta prima del matrimonio tanto da far pensare che, obbligati a lasciare quella sola donna, comincino a frequentarne parecchie, in questo caso tu potrai tollerare queste unioni matrimoniali al solo scopo di evitare un peccato di qualità più grave...”.
In sostanza, l’arguto Pontefice non si preoccupò di punire tutti coloro che erano andati contro il precetto canonico, bensì fece alcune distinzioni: coloro che si erano sempre presentati virtuosi prima di sposarsi erano costretti a lasciare le proprie mogli, mentre coloro che si erano presentati sempre dissoluti potevano restare uniti in matrimonio per non incorrere in un peccato più grave (ovvero, avere più donne): a quanto pare, la “volpe del vaticano” non aveva fatto i conti con le possibili corna che i diaconi dissoluti avrebbero potuto mettere alla rispettive mogli…
Ma ciò non rappresenta una novità, dato che la Chiesa è contro il “divorzio”, ma a favore del “matrimonio” (solo tra uomo e donna) anche se farcito di tradimenti…
Detto ciò e tornando al discorso di apertura, vediamo quanto bene faranno le preghiere riparatrici e se serviranno a raffreddare i “bollenti spiriti” dei chierici pedo-sessuomani: l’ironia è d’obbligo!!!
“...Una creatura, prima di avere una chiara
e precisa nozione di Dio, può possedere una concezione
o un senso del giusto e dell’ingiusto e vari gradi di vizi e virtù...”
…Anthony Ashley Cooper, Conte di Shaftesbury, “Inchiesta sulla virtù”
Fonte: Resistenza Laica