Il Vaticano: preghiera mondiale per le vittime dei preti pedofili

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kelly70
00lunedì 7 gennaio 2008 00:13


CITTA’ DEL VATICANO - Una preghiera su scala mondiale per “le vittime delle gravi situazioni di condotta morale e sessuale di una piccolissima parte del clero”, cioè per le vittime di pedofilia e abusi perpetrati da sacerdoti.

La propone il Vaticano e l’iniziativa è annunciata all‘Osservatore romano dal cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il clero, che ritiene una “priorità aprire ‘cenacoli eucaristici’ suscitando un grande movimento spirituale di preghiera per tutti i sacerdoti e per la loro santificazione”. Ci sono sempre stati problemi tra i preti, rimarca il porporato, “perché siamo tutti peccatori, però in questo tempo sono stati segnalati fatti veramente molto gravi”.

“Ovviamente - aggiunge Hummes - si deve sempre ricordare che solo una minima parte del clero è coinvolta in situazioni gravi, neppure l’uno per cento ha a che fare con problemi di condotta morale e sessuale. La stragrande maggioranza non ha nulla a che vedere con fatti di questo genere. Ma tutti i sacerdoti hanno comunque bisogno di aiuto spirituale per continuare a vivere la propria vocazione e la propria missione nel mondo di oggi. La Chiesa, poi, ha sempre pregato per la riparazione dei peccati di tutti. E’ questa, ad esempio, una delle caratteristiche della tradizionale devozione al sacro cuore di Gesù”.

L’iniziativa annunciata dal prefetto della Congregazione per il clero riprende un suggerimento avanzato un anno fa da padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia. Lo scorso 15 dicembre 2006, alla presenza di Benedetto XVI, il sacerdote aveva sottolineato come la Chiesa Cattolica avrebbe dovuto fare un giorno di digiuno e penitenza per chiedere perdono per gli abusi sessuali che hanno visto coinvolti alcuni suoi rappresentanti.

Cantalamessa aveva osservato che la Chiesa ha “pianto e sospirato” recentemente “per gli abomini commessi nel suo seno da alcuni dei suoi stessi ministri e pastori”. “Non si potrebbe - aveva quindi chiesto - indire un giorno di digiuno e di penitenza, a livello locale e nazionale, dove il problema è stato più forte, per esprimere pubblicamente pentimento davanti a Dio e solidarietà con le vittime, operare insomma una riconciliazione degli animi e riprendere un cammino di Chiesa, rinnovati nel cuore e nella memoria?”.

Fonte: La Repubblica

www.repubblica.it/2007/12/sezioni/esteri/preti-violenza-risarcimento/preghiera-pedofili/preghiera-pedof...
®@ffstef@n
00lunedì 7 gennaio 2008 00:47
Santi rappresentanti di PONZIO PRELATO [SM=x789051]
pcerini
00lunedì 7 gennaio 2008 10:13
Re:
®@ffstef@n, 07/01/2008 0.47:

Santi rappresentanti di PONZIO PRELATO [SM=x789051]






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Andromaca75
00lunedì 7 gennaio 2008 12:10
Ma se oltre a pregare, prendessero questa piccolissima parte di preti e li consegnassero all' autorità civile?
La pedofilia è un reato, gli abusi e le molestie uguale, per i reati è competente la giustizia civile punto.
Quando le vittime vanno a denuciare ai vescovi questi dovrebbero chiamare la polizia.
Il fatto che un prete venga processato non vuol mica dire che deve trascurare la propria vocazione, in carcere può continuare ad avere tutta l' assistenza spirituale che vuole.
kelly70
00lunedì 7 gennaio 2008 23:31
Preghiera per le vittime dei preti pedofili: la storia si ripete!


Postiamo queste considerazioni di Francesco Paoletti, coordinatore del Circolo UAAR di Roma.



Alcuni lo hanno già dimenticato, ma nell’ultimo anno giubilare (il 2000), l’allora capo di stato vaticano escogitò un’iniziativa di impatto mediatico unica nel suo genere : la richiesta di perdono per le colpe perpetrate dalla chiesa nei secoli.
Il teocrate si presentò davanti da una piazza osannante inginocchiandosi e chiedendo perdono a dio per tutti i crimini che l’organizzazione di cui egli era rappresentante aveva commesso dal giorno della sua nascita.
Molta dell’opinione pubblica italiota (intrisa di quella giusta dose di superficialità estetica e bigotta che da sempre ci contraddistingue) fu seriamente impressionata da questo gesto.
L’assurdità farsesca si manifestò in tutta la sua ipocrisia quando vennero chiamati in causa gli stessi laici (dimenticando che tra i laici ci sono credenti e non credenti) a testimoniare il gesto del papa, senza considerare che per i non credenti non esiste il concetto di peccato e perdono come lo intendono i cattolici (laici o confessionalisti che siano).
Sembra doveroso a questo punto riesumare, con le dovute estensioni, le osservazioni che allora Eugenio Scalfari riportò su La Repubblica.
Agli occhi di un laico poco importa che si fosse chiesto perdono per salvare la faccia, perché nel bel mezzo dell’ultimo anno giubilare non c’era bisogno di essere Machiavelli per capire che si trattava di un atto politico essenziale nel disperato tentativo di riunificare le chiese di estrazione cristiana. In fondo il papa aveva chiesto perdono ad una divinità nel nome della quale quei crimini sono stati commessi, una divinità inventata e proposta dalla stessa chiesa cattolica e la cui esistenza è opinabile agli occhi di chi non è cattolico (perché, purtroppo per lui, non siamo tutti cattolici) : di fatto la chiesa ha chiesto perdono a se stessa.
Ma non venne chiesto alcun perdono alla comunità internazionale : a chi non la pensava come la chiesa cattolica e a chi dalla chiesa cattolica ha dovuto subire ingiurie e persecuzioni.
Chissà se l’opinione pubblica mondiale sarebbe stata altrettanto indulgente e disposta giustificare un imam o uno sciamano animista delle comunità sub-sahariane, che dopo aver incitato i propri fedeli allo sterminio di chi non condivideva i loro valori, fossero andati a chiedere perdono alle loro personali divinità.
Tra l’altro la richiesta di “perdono giubilare” del 2000 fu per delle colpe che hanno intaccato i principi stessi su cui poggia la fede cattolica, colpe che hanno violato i principi di amore per il prossimo, di diritti degli uomini e di “purezza dello spirito” (da questo punto di vista molto più gravi quindi di quelle commesse dalle altre dottrine) ma quelle colpe furono fondamentali e necessarie per costruire il potere prima temporale, poi politico e finanziario della stessa chiesa.
Un occhio critico a questo punto avrebbe il diritto di chiedersi : “Ma la chiesa sputa nel piatto dove ha mangiato ? … E poi non si autodefinisce santa ? … E la volontà dei papi non viene definita indiscutibile ? … E allora perché chiedere perdono per qualcosa che comunque era già ampiamente giustificato nel passato dall’infallibilità e dalla santità della chiesa e dei suoi stessi capi ?“.
Ciò che il confessionalismo non capirà mai del concetto di laicità è che “quel contesto” (suo contraltare) è costituito dalle libere opinioni e dai liberi pensieri : che possono essere funzionali o non funzionali, che possono essere utili o dannosi per la collettività, che possono essere colpi di genio o pura follia, che possono essere condivisi o rifiutati (a scelta di ciascuna persona) con tutte le possibili conseguenze.
E la chiesa (guarda caso) li rifiuta, anzi : li ha condannati in concili ed encicliche.
Quelle condanne restano tali, Woytila non le mise nell’elenco degli errori e delle colpe, e da un certo punto di vista è stato anche coerente : sarebbe stato alquanto curioso vedere il capo della chiesa cattolica iscriversi al circolo UAAR di Roma ed elogiare le tesi di Giordano Bruno, di Diderot e di Spinoza.
Non sarebbe stato certo un atto come quello recitato dal papa nel marzo del 2000 a cambiare la natura degli uomini e la natura stessa della chiesa cattolica, ma non è questo il punto : il problema nasce dalla modalità con cui tale atto venne proposto alla collettività.
A poco più di sette anni di distanza la storia si ripete : (dopo aver riconosciuto e mondato le proprie colpe dei secoli passati) su iniziativa del Cardinale Claudio Hummes, la chiesa si prostra di nuovo in un patetico e contrito atto di dolore per le vittime di abusi sessuali da parte dei propri esponenti in tutte le parti del mondo.
E’ legittimo chiedersi a questo punto se i numerosi casi di pedofilia (molti dei quali già consumati prima del 2000) erano stati dimenticati durante l’ammissione di colpa dell’ultimo giubileo o se il nuovo millennio ci ha portato una nuova era di “atti di dolore pubblici a ritmo serrato” da parte della CCAR.
Anche questa volta tutto si riduce ad una “preghiera mondiale” per le vittime, ma non ad una pubblica ammissione di responsabilità di fronte alla comunità internazionale e di fronte alle stesse vittime di quegli abusi dopo l’omertà adottata per decenni attraverso la procedura imposta da un pontefice (che, ricordiamolo, come tutti i suoi colleghi era infallibile per dogma) nota con il nome di Crimen Sollicitationis e diventata tristemente famosa nel 2007 con il video SEX CRIMES AND VATICAN.
Il confessionalismo utilizza la religione per indottrinare con veemenza i propri fedeli su quanto debbano fare e pensare, per poi demolire tali certezze quando sono le sue figure rappresentative a sedere sul banco degli imputati sfruttando il meccanismo del senso di colpa unito alla sua auto-definita superiorità etica e morale che sfocia in questo caso nell’arbitrio assoluto.
Quando alla fine l’apparato confessionale ubriaco della sua stessa onnipotenza rilascia una confessione pubblica vera e propria, la “liturgia” si è completata : il potere confessionale riafferma se stesso dichiarando inesistenti le macchie che costellano la sua coscienza sporca ed arrogandosi il diritto implicito a perseverare nella sua azione.
Come avviene per tutti gli apparati autocratici, i crimini che sono stati commessi in suo nome o dai suoi esponenti vengono riassorbiti in un meccanismo fondato sull’ebbrezza da potere e sulla degenerazione morale, che in questo caso si nascondono dietro ad una facciata di “valori sani” imposti da una dottrina che lo stesso apparato ha dichiarato indiscutibile.

Cedric Watts scriveva : “L’imperialismo può si riscattare solo se mosso da un’ideale”

Fonte: UAAR Roma

uaarroma.altervista.org/contributi/20080105-paoletti-preghiera-vit...
=omegabible=
00martedì 8 gennaio 2008 07:59
re

Questo ha centrato perfettamente il problema.
Chi pecca e ha il potere di autoassolversi è semplicemente ridicolo!!!!
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omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]
kelly70
00martedì 8 gennaio 2008 17:15
“Preghiera di riparazione”: tornano gli esami a settembre anche per gli esponenti della Chiesa?


Antonio Amoroso - resistenzalaica@gmail.com
martedì 08 gennaio 2008


Come popolo laico non aspettavamo altro che le scuse e le “lacrime di coccodrillo” del Vaticano che, mediante un intervento del cardinale Claudio Hummes, prefetto della Congregazione del clero (pubblicato sull’Osservatore romano), ha lanciato una campagna di preghiera riparatrice per fronteggiare i casi di pedofilia verificatisi negli ultimi anni per mano di chierici non osservanti la morale religiosa, o meglio, non osservanti alcuna morale umana…
L’iniziativa, annunciata dal prefetto clericale, riprende un suggerimento avanzato un anno fa da padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia: lo scorso 15 dicembre 2006, alla presenza di Benedetto XVI, il sacerdote aveva sottolineato come la Chiesa cattolica avrebbe dovuto fare un giorno di digiuno e penitenza per chiedere perdono per gli abusi sessuali che hanno visto coinvolti alcuni suoi rappresentanti…

Si legge su www.repubblica.it:
Una preghiera su scala mondiale per “le vittime delle gravi situazioni di condotta morale e sessuale di una piccolissima parte del clero”, cioè per le vittime di pedofilia e abusi perpetrati da sacerdoti...(omissis)...“Ovviamente - aggiunge Hummes - si deve sempre ricordare che solo una minima parte del clero è coinvolta in situazioni gravi, neppure l’uno per cento ha a che fare con problemi di condotta morale e sessuale. La stragrande maggioranza non ha nulla a che vedere con fatti di questo genere. Ma tutti i sacerdoti hanno comunque bisogno di aiuto spirituale per continuare a vivere la propria vocazione e la propria missione nel mondo di oggi. La Chiesa, poi, ha sempre pregato per la riparazione dei peccati di tutti. E’ questa, ad esempio, una delle caratteristiche della tradizionale devozione al sacro cuore di Gesù”...(omissis)...Cantalamessa aveva osservato che la Chiesa ha “pianto e sospirato” recentemente “per gli abomini commessi nel suo seno da alcuni dei suoi stessi ministri e pastori”. “Non si potrebbe - aveva quindi chiesto - indire un giorno di digiuno e di penitenza, a livello locale e nazionale, dove il problema è stato più forte, per esprimere pubblicamente pentimento davanti a Dio e solidarietà con le vittime, operare insomma una riconciliazione degli animi e riprendere un cammino di Chiesa, rinnovati nel cuore e nella memoria?”.

Partendo dall’osservazione secondo la quale, a quanto pare, se ne ricordano una volta l’anno, ci sarebbe da sottolineare il fatto che nessun giorno di preghiera o di digiuno potrà mai “riparare” gli incalcolabili soprusi che gli esponenti ecclesiastici hanno commesso nei confronti di gente inerme e debole che, fiduciosamente, andava da loro per avere conforto e sostegno (e non altro): insomma, non esistono scuse o preghiere che tengano, in quanto sono loro, i primi che professano una sana morale ed etica e sarebbero loro, dunque, i primi a doverla seguire!

Detto ciò, c’è da evidenziare come un’iniziativa di questo tipo appaia, agli occhi dei più informati, un ennesimo e terribile plagio: sono infatti da ricordare le reazioni dei gerarchi pontifici di fronte ai molti episodi di pedofilia commessi da appartenenti alla casta ecclesiastica...
Si ricordi come la Chiesa abbia sempre tentato di nascondere la verità di fronte a casi del genere, cercando di mettere a tacere le vittime dei soprusi ed i loro parenti e conoscenti, mediante l’elargizione di grandi somme di denaro, e trasferendo i preti o prelati, che si fossero macchiati di simili reati, in altre diocesi o vescovadi senza, invece, consegnarli alla giustizia ordinaria penale…
Infatti, la stessa Chiesa non si è mai presentata “collaborazionista” con la Magistratura penale al fine di fare piena luce su casi che coinvolgevano pastori, prelati e “compagnia bella”, bensì essa si è sempre contraddistinta per una fortissima indole omertosa al punto da fare impallidire le organizzazioni criminali più note come mafia e ‘ndrangheta…

Alla luce di queste osservazioni, appare assai singolare che, in questi giorni, si venga a parlare di “scuse” e di “preghiere di riparazione”, dato che gli stessi vertici ecclesiastici non si sono mai presentati punitivi nei confronti dei loro confratelli “deviati”, anzi…
Ebbene, ora, con questa iniziativa, essi pretendono di far apparire, agli occhi dell’opinione pubblica, la loro presa di distanza dalla condotta di una “...piccolissima parte del clero...”: dopo le osservazioni su addotte, è inaccettabile!
Come inaccettabile è questo minimizzare le proporzioni del fenomeno: ogni giorno, su scala planetaria, si viene a conoscenza di episodi di libido o di violenza sessuale compiuti da preti o chierici in genere ed, a conti fatti, l’ingerenza dei reati di simile fattura, compiuti da questi personaggi, comincia ad essere alquanto notevole; siffatta ingerenza assume, poi, proporzioni ancora più vaste se tiene presente il fatto che i preti non sono una maggioranza rispetto ai comuni cittadini, anzi (e per fortuna) un’esigua minoranza…
Giusto per richiamare alcuni degli ultimi episodi, si potrebbe menzionare il caso del prete del Colorado (USA) fermato dalla polizia mentre faceva jogging completamente nudo alle 4:30 del mattino; oppure il caso del missionario in Uganda che ha, per anni, violentato una ragazza (all’epoca, ancora minorenne) da cui ha avuto, in seguito, una figlia che, una volta arrivata all’età di 16 anni, è stata ripetutamente violentata dallo stesso missionario (non solo pedofilo, ma pure incestuoso!); od, ancora, il caso del prete del Maryland che per quindici anni ha abusato di una parente di sesso femminile…
Ed, infine, come dimenticare l’attuale caso italiano di don Gelmini (ancora in via di accertamento)? O come non ricordare il caso (sempre italiano) di padre Francesco Fedele Bisceglie?
(Per saperne di più clicca su “trotzky.splinder.com”)
Forse, come è stato osservato, è vero che l’astinenza contro-natura, a loro imposta, li ha trasformati in lupi…

Concludendo, l’iniziativa del cardinale Hummes ricalca un po’ la falsa riga delle scuse “galantemente” donateci in passato riguardo all’Inquisizione (Papa Giovanni Paolo II la riconobbe come un errore: beh, grazie! Anche loro alla fine ce l’hanno fatta…) ed, a quanto pare, alla luce di questo pentimento, “tutti amici come prima”!
In realtà, non ci sorprendiamo molto per questo atteggiamento, dato che storicamente gli esponenti della Chiesa, di fronte a simili episodi, hanno sempre reagito così, ovvero, in maniera così singolare…
Infatti, a tal riguardo, si potrebbe ricordare la decretale pontificia di Papa Alessandro III (siamo tra il 1159 ed il 1181)…
Dal testo così tradotto dal latino, si viene a conoscenza di tutt’una incresciosa serie di violazioni dei precetti religiosi da parte di alcuni diaconi che avevano contratto matrimonio, violazioni a cui l’allora Pontefice Alessandro III riparò nella seguente maniera:

“Ci è stato segnalato che alcuni diaconi, che vivono nella tua diocesi, hanno osato contrarre dei matrimoni. Non ordiniamo che si indaghi accuratamente su quale sia stata la vita di quei diaconi prima del matrimonio e quale, si può opinare, essa sarebbe se si obbligassero a lasciare le loro mogli...Se essi hanno dimostrato di avere vissuto una vita corretta prima del matrimonio, tanto da fare ragionevolmente pensare che potranno vivere costantemente senza le loro mogli, allora, tu vescovo, a questi diaconi dall’onesta vita, comanderai di lasciare le loro mogli. Se viceversa alcuni hanno tenuto una vita dissoluta prima del matrimonio tanto da far pensare che, obbligati a lasciare quella sola donna, comincino a frequentarne parecchie, in questo caso tu potrai tollerare queste unioni matrimoniali al solo scopo di evitare un peccato di qualità più grave...”.

In sostanza, l’arguto Pontefice non si preoccupò di punire tutti coloro che erano andati contro il precetto canonico, bensì fece alcune distinzioni: coloro che si erano sempre presentati virtuosi prima di sposarsi erano costretti a lasciare le proprie mogli, mentre coloro che si erano presentati sempre dissoluti potevano restare uniti in matrimonio per non incorrere in un peccato più grave (ovvero, avere più donne): a quanto pare, la “volpe del vaticano” non aveva fatto i conti con le possibili corna che i diaconi dissoluti avrebbero potuto mettere alla rispettive mogli…
Ma ciò non rappresenta una novità, dato che la Chiesa è contro il “divorzio”, ma a favore del “matrimonio” (solo tra uomo e donna) anche se farcito di tradimenti…

Detto ciò e tornando al discorso di apertura, vediamo quanto bene faranno le preghiere riparatrici e se serviranno a raffreddare i “bollenti spiriti” dei chierici pedo-sessuomani: l’ironia è d’obbligo!!!


“...Una creatura, prima di avere una chiara
e precisa nozione di Dio, può possedere una concezione
o un senso del giusto e dell’ingiusto e vari gradi di vizi e virtù...”

…Anthony Ashley Cooper, Conte di Shaftesbury, “Inchiesta sulla virtù”

Fonte: Resistenza Laica
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