Il Wojtyla economista che sdoganò il profitto

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principessac
00lunedì 2 maggio 2011 17:47
Il Wojtyla economista che sdoganò il profitto
di Carlo MarroniCronologia articolo1 maggio 2011
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Ettore Gotti Tedeschi, economista e banchiere di lungo corso in molte istituzioni finanziarie private e pubbliche, dall'ottobre 2009 è presidente dello Ior, Istituto per le Opere di Religione, la "banca vaticana".

Giovanni Paolo II e l'economia: il Santo Padre ha segnato una svolta nel rapporto della Chiesa con il denaro.
Durante il suo pontificato papa Wojtyla scrisse due encicliche fondamentali per il pensiero cattolico, la Sollicitudo Rei Socialis del 1987 e la Centesimus Annus del 1991. Hanno tracciato un solco straordinario e vanno lette insieme.


Soprattutto con la seconda enciclica si arriva a un punto importante: la Chiesa sdogana il capitalismo.

La Chiesa ha sempre condannato la corruzione del denaro, ma non ha mai avversato il capitalismo, anzi, ne ha tracciato le fondamenta già dal XII secolo. Casomai Giovanni Paolo II lo riscopre. Furono i monaci francescani a dare forma alla legge della domanda e dell'offerta, princìpi che furono rilanciati dopo la scoperta dell'America dalla scuola di Salamanca. I protestanti e Max Weber, tanto per intederci, arrivarono ben dopo.

Ma allora cosa fa Wojtyla?
Riscopre che il mondo ha bisogno della libertà dell'uomo e quindi anche della libertà del mercato. A cento anni esatti dalla Rerum Novarum viene rimessa in primo piano la parte buona del capitale, che è quella che lo vede come strumento per creare ricchezza, che se non viene generata non c'è nulla da redistribuire. Quindi il capitalismo di per sé non è né buono né cattivo, la differenza la fa la riaffermazione della centralità dell'uomo.

Però alla fine ci deve essere sempre un profitto.
E questo è l'altro punto qualificante del pensiero wojtyliano in economia. Lui riscopre anche il concetto di profitto, che tuttavia viene corretto con il concetto di bene. Anche qui: non è un fine ma uno strumento di valorizzazione per misurare se i mezzi sono buoni. Ecco quindi che entra in gioco il concetto di saggezza dell'uomo per dare equilibrio agli strumenti a disposizione. Nella Sollicitudo si dice che se l'uomo non maturerà, questi strumenti gli sfuggiranno di mano.

Pare una profezia di quanto successo in anni recenti, tutto provocato da comportamenti che si stanno riproponendo, come emerge dalle inchieste di questi giorni del Sole 24 Ore sulla finanza fuori controllo.
Ma è evidente che nel 1987, cioè esattamente vent'anni prima del crollo dei subprime, il Papa aveva visto tutto con chiarezza. La crisi è stata generata non dagli strumenti, ma dal loro cattivo uso. E la visione cattolica non tende mai a scaricare le colpe sugli strumenti ma richiama le persone alla propria responsabilità. Questo tra l'altro è scritto con grande chiarezza anche nell'enciclica di Benedetto XVI Caritas in Veritate.

Quindi Giovanni Paolo II dette il via libera al capitalismo e al suo prodotto più emblematico, il profitto...

Ma anche alla globalizzazione. Affermò che il fenomeno andava compreso nella sua potenzialità, e governato. Pensiamo solo cosa ha prodotto di buono la delocalizzazione, che ha portato due miliardi e mezzo di persone in Asia e in Sud America a lavorare e produrre, con i risultati straordinari che conosciamo.

Quindi, alla luce di quanto detto, potremo dire che Papa Wojtyla, oltre a essere stato il Pastore della Chiesa Universale, fu anche un economista?
Certo che sì, uno dei più grandi, da premio Nobel. Perché il vero grande economista è quello che conosce quali sono i bisogni dell'uomo, e naturalmente non solo quelli materiali. Quello che sa comprendere qual è il sistema che integralmente soddisfa l'uomo.

Dopo le note vicende degli anni 80, il Papa nel 1990 riforma profondamente lo Ior e lo porta alla forma giuridica che vive ancora oggi. E Benedetto XVI ha di recente varato delle norme sulla trasparenza che allineano la Santa Sede ai Paesi Ue. Ormai la finanza vaticana, secondo lei, è sullo stesso piano degli altri Paesi occidentali?
Sì, certamente, la strada è segnata con chiarezza. Aggiungo che la Chiesa per raggiungere i suoi obiettivi spirituali di missione apostolica ha bisogno di strumenti reali ed efficienti, che garantiscano il raggiungimento degli scopi della sua missione.

www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-05-01/wojtyla-economista-sdogano-profitto-150246.shtml?uuid=... [SM=x1414722]
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