Il grande scisma d'Occidente

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kelly70
00domenica 9 marzo 2008 23:43
ovvero:morto un papa se ne fanno anche due,talvolta pure tre


di

ARTICIOC



PREMESSA

Il recente conclave che ha eletto Benedetto XVI dovrebbe aver reso conosciuto al pubblico il meccanismo per la successione alla Sedia di Pietro, che ripassiamo brevemente:
- Il papa, vicario di Cristo nella guida della Chiesa cattolica, dà il titolo di cardinale a delle persone la cui condizione variò nei secoli ma rimase generalmente quella di chierici. Il loro insieme è detto Sacro Collegio o Collegio dei Cardinali. Il concistoro è la riunione dei cardinali col Pontefice ed in esso egli comunica la creazione di nuovi cardinali.
- Il cardinale, è detto così perchè incardinato cioè teoricamente dovrebbe essere il parroco di una chiesa dell'Urbe ("titolo") come S. Maria in Cosmedin, Santa Maria sopra Minerva, ecc. oppure vescovo di una delle sette sottodiocesi attorno a Roma come la Sabina, Ostia, ecc.
- Essi sono divisi in cardinali vescovi (se titolari di una delle piccole diocesi suburbicarie di Roma), cardinali preti (se titolari di una parrocchia) e cardinali diaconi (se titolari di una diaconia), anche se questa distinzione è del tutto onorifica. Per curiosità, Giuseppe Ratzinger fu creato cardinal diacono nel 1977 da Paolo VI ed elevato a cardinale vescovo da Giovanni Paolo II: nel 2005, a 78 anni, si ritrovò ad essere il piu' anziano dei cardinali vescovi quindi gli spettò il titolo di Decano del Collegio ed il compito di presiede come primus inter pares il Sacro Collegio.
- Fra gli altri compiti dei cardinali vi è quello di riunirsi in conclave alla morte di un papa per eleggerne il successore, non necessariamente ma spessissimo uno di loro.

Tanto per curiosità , diremo che dal 1464 ebbero il privilegio della porpora -prima spettante al solo papa- per cui è entrato nell'uso comune chiamarli porporati, usando tale sinonimo anche per i cardinali prima del 1464, visto che comunque vestivano sempre di rosso. Che io sappia, la religione cattolica è l'unica fede centralizzata internazionale a contare un grande numero di fedeli: in genere le religioni diffuse presso tutti o quasi i popoli o non hanno un unico capo (Islâm sunnita, buddismo mahâyâna ecc.) oppure sono molto ridotte come importanza (mussulmani ismailiti, buddisti lamaisti) perchè di fatto limitate ad un gruppo ridotto di fedeli e quasi sempre generate dalla frazione di un'altra corrente.





ANTEFATTO REMOTO

Bonifacio VIII, papa corrotto ed ambizioso, si mise contro l'altrettanto corrotto ed ambizioso Filippo IV il bello di Valois, re di Francia, che non esitò a tentare di sbarazzarsi di lui e del suo successore Benedetto XI ma soprattutto nell'avere un altro papa, Clemente V, anch'egli corrotto ma piu' docile nei riguardi del monarca transalpino. Clemente vagolerà per la Francia meridionale finché non sceglierà come sua residenza Avignone.

A quei tempi Avignone era una cittadina del Sacro Romano Impero alla frontiera colla Francia, appartenente ai conti di Provenza, strettamente imparentati coi regnanti francesi ed anche, in qualità di re di Napoli, vassalli del Papa. Durante il pontificato di Clemente VI la città verrà poi acquistata dalla Santa Sede e le resterà legata fino alla Rivoluzione francese. A quei tempi, non era affatto raro che un prelato abitasse lontano dal luogo di cui era vescovo, parroco ecc., il quale era detto "beneficio": era un malcostume diffusosi nella Chiesa da secoli e personaggî come il Petrarca od il Viclefo ebbero i loro bravi beneficî; eppoi non era tanto strano che un papa si dovesse allontanare da Roma, cosa che si verificava abbastanza sovente nel medioevo: ribellioni (vedi sotto), concilî, invasioni ecc. fecero sí che diversi papi come Urbano III non risiedettero mai a Roma. Ma coi successori di Clemente V fu la prima (e l'unica) volta che la residenza fuori dall'Urbe divenne fissa. Ad ogni modo, dalla terra gallica proverranno 6 successori di Clemente ma proprio alcuni di loro si resero conto che il Sacro Romano Pontefice per esser tale sarebbe meglio che risiedesse a Roma e decisero pertanto di riportarvi la sede papale. Dopo la fugace apparizione di Urbano V (forse proprio per questo fatto in seguito beato), gli Stati Pontifici e la stessa Roma erano in preda al caos ed il piu' energico Gregorio XI nel marzo del 1376 manderà in loco 10.000 mercenari bretoni, i quali stavano assediando Avignone e che in seguito a denari e benedizioni si eran messi al suo servizio, al comando del cardinale Roberto dei conti di Ginevra (lontano parente dei Savoia): costoro l'anno successivo massacreranno 4.000 cesenati, guadagnando al loro comandante l'epiteto di boia di Cesena.

A questo punto sarebbe il caso di spendere qualche parola sulla condizione dei transalpini a quel tempo. S'è detto Avignone esser terra papale come Roma, Perugia o Spoleto, tuttavia Clemente V fu effettivamente un prezioso alleato di Filippo il bello: i due morirono nel 1314 ed i Pontefici posteriori, Giovanni XXII e Benedetto XII, ebbero un pò piú di libertà, ma perché i sovrani francesi glie la concessero; tuttavia il peso dei monarchi francesi diminuì soprattutto grazie alla Guerra dei Cent'Anni: questo conflitto, dunque, "arbitrariamente limitato agli anni 1337-1453, esorbita largamente da questo quadro cronologico e interpretativo. Si tratta in realtà di una serie di campagne militari separate da lunghi periodi di pace, aventi origini e obiettivi di volta in volta diversi." Scoppiato fra Inglesi e Francesi per motivi ufficialmente dinastici ma in realtà commerciali, vide incredibilmente prevalere le truppe sassoni e soltanto l'oculata strategia di Carlo V il saggio riuscì ad impedire la distruzione di uno Stato che nel lungo periodo avrebbe potuto soggiogare l'Europa e rendere il papa il suo cappellano (come tenteranno poi il re Sole e Napoleone e come avevano già tentato i re germanici). Mano a mano che la guerra andava avanti l'Italia centrale si rese sempre piú appetibile d'Avignone, alla portata di bande armate che negli anni '70 del secolo la assediarono andandonsene solo dietro compenso; d'altro canto il potere dei transalpini sempre meno rigido, permettendo così al Pontefice di tornarsene a casa. Come si leggerà poi in seguito, il ritorno dell'autorità regia in Francia permetterà un intervento importante nello Scisma ed il suo risvanimento un'altra fase di seppur ridottissimo stallo. Tornando al nostro Gregorio XI, egli partì da Avignone il 13 settembre 1376 ed arrivò a Roma il 17 gennaio dell'anno successivo: nella prima città rimanevano sei cardinali a custodire il Palazzo dei Papi. Poco dopo il Santo Padre moriva (il 27 marzo '78) in un'Urbe in cui la situazione, non ancora normalizzata, era destinata a degenerare.





IL CC PONTEFICE

Correva l'anno 1378 ed il 7 aprile -9 giorni dopo la morte del pontefice- s'aprì il conclave coi 16 cardinali allora presenti a Roma, dei quali 9 erano francesi, 4 italiani ed uno aragonese; Pietro Martínez: uomo di nobile famiglia (dei di Luna e Gotor), vasta cultura (insegnava diritto canonico a Montpellier) e modi ascetici, sembrava poter ottenere la maggioranza. Tuttavia il popolo di Roma non voleva un papa straniero che magari se ne tornasse nuovamente ad Avignone e vi furono disordini al grido di Romano o italiano lo volemo: pare che i cardinali arrivassero a temere per la propria vita e, dimentichi del colore rosso dei propri abiti [1], elessero Bartolomeo Prignano 200° pontefice. Il Prignano, sessantenne, napoletano, era arcivescovo di Bari e dotto canonista ma non cardinale: sarà l'ultima volta che la scelta di un papa ricadrà su un elemento esterno al Collegio cardinalizio. Tanto per descrivere la situazione nella quale si svolse l'elezione, "il nome dell'eletto non venne reso noto subito perchè non si trovava in Vaticano e tra il popolo corse voce che fosse stato eletto un francese; ci fu un'irruzione nella sala del conclave ed i cardinali impauriti, per prender tempo e calmare i rivoltosi, dissero che era stato eletto il vecchio ...romano Francesco Tebaldeschi. Il popolo voleva vederlo subito sul trono e il povero vecchio si oppose rivelando la vera identità del nuovo papa. Il 18 aprile dodici cardinali rimasti si ritrovarono in S. Pietro col pontefice che assunse il nome di Urbano VI".

I modi autoritari del nuovo papa, giustificati in parte dalla situazione politica degli Stati Pontifici e dalla corruzione della religione [2], gli inimicarono molti cardinali: i francesi e l'aragonese si riunirono ad Anagni, si ricordarono che il diritto canonico (la cui raccolta iniziò sotto Innocenzo III) definisce nulla un'elezione fatta sotto pressioni esterne ed annullarono l'elezione di Urbano (2-9 agosto); ritiratisi per maggior sicurezza a Fondi, nel Lazio, sotto la protezione del conte Caetani -lontano discendente di Bonifacio VIII- i cardinali elessero come papa (20 sett.) Roberto il boia che prese il nome di Clemente VII, che fu subito riconosciuto dai sei porporati rimasti ad Avignone. Era iniziato il Grande Scisma d'Occidente.





IL GRANDE SCISMA

Ovviamente i due pontefici rivali provvidero a scomunicarsi a vicenda e ci fu anche uno scontro militare, vinto da Urbano che costrinse l'avversario ad abbandonare gli Stati Pontifici ed a tornare ad Avignone.
Chi dei due aveva ragione? Secondo il diritto canonico Clemente ma Urbano poteva dirsi romano, anche se i disordini scoppiati a Roma [3] lo costrinsero a girovagare per l'Italia fino alla sua morte, avvenuta nel 1389. Il Prignano, essendogli rimasti solo 4 cardinali, ne nominò a piu' riprese altri 43, quasi tutti italiani, dei quali alcuni lo tradirono ed altri morirono prima dell' 89 [4].

Intanto la cristianità era nel dubbio: il re di Francia, Carlo VI il pazzo, optò naturalmente per la corrente francese e lo seguirono tutti i Paesi della sua orbita: Castiglia, Scozia, Aragona, e Napoli fintantochè vi regnò la regina Giovanna d'Angiò; questa fazione venne chiamata obbedienza avignonese. Di riflesso, il Sacro Romano Impero di Nazione Germanica, quasi tutte le città italiane ed il resto dei regni cattolici si schierarono per Urbano; questa fazione venne chiamata obbedienza romana. Fin dall'inizio dello scisma si pensò di ricorrere ad un Concilio per risolvere la questione: logicamente, la riunione dei rappresentanti di tutti i cristiani cattolici avrebbe dovuto intervenire poichè il Sacro Collegio cardinalizio non era capace di dirimere la questione della guida. Per una volta non sarebbe stata una riunione inutile ma invece, parlando in linguaggio moderno, si sarebbe andati alle elezioni poichè le camere non riuscivano a nominare un governo.
La novità della situazione era legata al fatto che mentre prima gli antipapi venivano creati di solito dall'Imperatore contro il pontefice regnante, questa volta il contrasto era non dico circoscritto ma in buona parte interno ai porporati il cui Collegio anzichè andare ai 2/3 si spaccava in due. Tornando alla morte di Urbano VI, essendo deceduto il rivale Clemente VII sperava di potersi fare riconoscere come legittimo dai cardinali creati dal rivale ma i 14 riuniti in conclave a Roma elessero un altro napoletano, Pietro Tomacelli, che assunse il nome di Bonifacio IX (1389-1404; sarà l'ultimo di questo nome). Nel 1394 moriva anche Clemente il boia ed i cardinali da lui nominati -quasi tutti francesi- scelsero quel Pietro Martínez che già avevamo trovato ai conclavi di 16 anni prima e che assunse il nome di Benedetto XIII.





VERSO LA SOLUZIONE

Ora, se il re Carlo VI di Valois era disposto a fare lo scismatico pur di avere un papa di lingua francese [5], non lo era se il soglio d'Avignone era occupato da un aragonese (l'Aragona corrisponde piu' o meno alla Catalogna, che sta alla Spagna piu' o meno come la Padania sta all'Italia). Nel 1398 venne organizzato un sinodo dei vescovi di Francia e decretò il rifiuto d'obbedienza a Benedetto e la Francia restò formalmente senza papa per un quinquennio: le truppe transalpine guidate da Goffredo di Boucicaut assediarono l'antipapa nel suo palazzo per cinque anni; questo nel 1403 riuscì a fuggire ed a rifugiarsi a Perpignano, che a quei tempi faceva parte del regno d'Aragona. Lo stesso anno Carlo VI tornò all'obbedienza al Martínez che prometteva di ritirarsi in caso d'abdicazione o di morte del papa di Roma.

Nel 1404 veniva eletto re dei Romani il conte Ruperto, il quale, non avendo ne autorità, ne truppe, ne soldi [6] non trovò altro di meglio da fare, per dare lustro a sè ed al suo titolo e per far terminare la situazione di stallo, che adoprarsi per un Concilio Ecumenico che dirimesse finalmente la questione. Lo stesso anno, deceduto Bonifacio IX, i porporati d'obbedienza romana scelsero come pontefice Innocenzo VII, cioè il sulmonese Cosimo Gentile Migliorati, vice camerlengo e vescovo di Bologna, creato cardinale di S. Croce nel primo anno di regno del suo predecessore. Morto Innocenzo due anni dopo la sua elezione fu il turno del veneziano Angelo Correr, patriarca latino di Costantinopoli e creato cardinale nel 1405, dal 30 novembre del 1406 papa col nome di Gregorio XII. Intanto l'Imperatore stava preparando un Concilio: per batterlo sul tempo i due papi indirono due sinodi, uno a Perpignano e l'altro a Cividale nel Friuli, ma furono scarsamente frequentati. Nel 1408 si riunirono a Livorno alcuni cardinali e vescovi e fu fissato per l'anno successivo un Concilio Ecumenico a Pisa.





...ED INVECE NO!

Correva l'anno 1409 ed il 25 marzo il marmoreo duomo di Pisa vide riunirsi quel Concilio che avrebbe dovuto por fine al Grande Scisma: vi parteciparono 10 cardinali "avignonesi", 14 "romani" [7], 4 patriarchi, 80 vescovi ed arcivescovi, 27 abati ed altri uomini di chiesa. Benedetto XIII e Gregorio XII vennero dichiarati deposti e fu eletto il 26 giugno l'arcivescovo di Milano, il card. Pietro Filargo da Creta: ma dietro Alessandro V [8] si intravedeva di già la longa manus dell'intrigante ed immorale canonista napoletano Baldassare Cossa, cardinale dal 1402, destinato a succedergli l'anno successivo col nome di Giovanni XXIII. Sembrava che lo stallo fosse finito, invece allo scellerato dualismo si sostituì un maledetto trialismo poichè gli altri due papi non si vollero sottomettere ma, soprattutto, rimasero alcuni potenti ad appoggiarli: fedeli a Benedetto XIII rimasero le nazioni d'obbedienza avignonese, meno Carlo VI di Valois (quindi Stati spagnoli, parte della Francia e la Scozia) mentre Gregorio XII aveva dalla sua Italia, Germania e Nord Europa.

[continua...]

www.alateus.it/scisma2.htm


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00domenica 9 marzo 2008 23:45


SEMBRA CHE LE COSE SI METTANO A POSTO

Morto Ruperto, nel 1411 venne eletto un nuovo imperatore tedesco [9], Sigismondo del Lussemburgo: anche questi, per dare un pò di senso alla sua carica, decise di adoperarsi per risolvere una situazione oramai assurda: convinse Giovanni XXIII a nominare un altro Concilio a Costanza, che fu aperto il 5 novembre 1414. Al Cossa mal glie ne incolse, perchè venne deposto. A questo punto anche Gregorio XII decise di collaborare e presentò le dimissioni il 4 luglio del 1415 (rientrando nel Sacro Collegio) e, cosa ancor piu' importante, legittimò il Concilio stesso. Per farvi capire: quello che fino al 4 luglio era stata per il papa romano una riunione abusiva, SOLO da quel giorno divenne invece effettivamente Concilio Ecumenico perché solo allora indetta regolarmente da un romano pontefice. Restava Benedetto XIII, da anni rintanato nel castello di Peñíscola vicino a Barcellona, sotto la protezione od almeno colla complicità del monarca Alfonso V il Magnanimo.
A Sigismondo che si recò da lui per chiedere di dimettersi egli rifiutò facendo notare fra l'altro che spettava a lui solo nominare un altro papa poichè l'unico cardinale ancora legittimo a tutti gli effetti era proprio lui; infatti era l'ultimo sopravvissuto dei porporati nominati da Gregorio XI [10]. Allora quasi tutti i Paesi della sua obbedienza si rimisero al Concilio e la sua opposizione rimase marginale potendo contare su sostenitori solo in Aragona e Francia del Sud. Deposto così il Tredicesimo (il 26 giugno), i 53 cardinali nominati da diversi papi e 6 delegati del Concilio elessero papa il card. Ottone Colonna, protonotaro apostolico: dal nome del santo di quel giorno fu Martino V. Si dice che a 4 giorni dall'inizio del conclave non mancasse che un voto per dare la canonica maggioranza dei due terzi al Colonna; sotto la camera di commercio di Costanza passò una processione impetratoria dove un coro di ragazzi a piu' voci cantava il 'Veni creator': commossi dalla loro innocenza due cardinali diedero il loro voto ad Ottone che fu eletto.

Il 6 luglio dello stesso anno intanto era stato condannato Giovanni Hus. Il teologo boemo, discepolo degli insegnamenti dell'inglese Giovanni Viclefo, aveva un lasciapassare fornitogli dall'imperatore che gli permetteva di evitare le grinfie dell'inquisizione fintantochè non continuava a diffondere le sue idee: ma siccome Hus venne pescato a predicare il lasciapassare decadde ed il tribunale nominato dal Concilio ebbe il via libera per processarlo. Lo Hus sarà bruciato l'anno seguente assieme al suo discepolo ed amico Gerolamo da Praga: ben presto si scatenerà una ribellione in Boemia che costringerà i regnanti ad un editto di tolleranza l'imperatore Sigismondo.




ED INVECE NO!

Arso Giovanni Hus e chiuso il Concilio, Martino V si recò a Roma.
Il 23 maggio 1423 si spegneva l'antipapa Benedetto XIII, dopo 29 anni di "regno": piu' di Giovanni Paolo II [11]. Sembra che la storia finisca qua, ma il giorno prima di andarsene l'ultranovantenne Martínez aveva nominato altri 4 cardinali. Dopo esser stati porporati sotto Benedetto XIII per 24 ore, tre di questi elessero Egidio Sanchez Muñoz Dousel d'accordo col re d'Aragona; Egidio, canonico di Barcellona, prese il nome di Clemente VIII. L'altro cardinale, invece, era arcidiacono di Rodez [12], cappellano del conte Giovanni d'Armagnac e si chiamava Giovanni Carrier. Questi non era d'accordo coi tre colleghi e dopo circa 2 anni decise di entrare in un solitario conclave ed il 12 novembre 1425 nominò -pardon, elesse- papa il suo sacrestano, Bernardo Garnier, che assunse il nome di Benedetto XIV [13].
Non sappiamo se, come da rito, il Carrier in conclave abbia pronunciato la Oratio pro eligendo pontefice ne se abbia usato schede (anzi, scheda) o fumate bianche. Non si sa nemmeno se abbia intimato l'"extra omnes", credo che ne abbia avuto bisogno dato che si riteneva l'unico della terra in grado di eleggere un papa.
Non so bene quando, se prima o dopo questo monoconclave, comunque il Carrier venne arrestato da Clemente VIII; pare che Giovanni morì in carcere alla fine degli anni '30 di quel secolo. Di nuovo si avevano tre papi anche se due con ridottissima obbedienza. Martino V a Roma s'era dato da fare ed era riuscito dopo un pò a convincere il re aragonese a riconoscerlo come papa e così nel 1429 Clemente VIII si sottomise a Roma: i suoi elettori rinunciarono al cardinalato e Sanchez Muñoz venne nominato, dall'ormai ex rivale, vescovo delle Baleari (morì nel 1445). Nell'ambasceria inviata ad Alfonso si distinse il card. Alonso di Borja, che nel 1455-58 sarà papa col nome di Callisto III [14].

La Francia in quegli anni era praticamente in preda ad una guerra civile fra i sostenitori del conte d'Armagnac e quelli del duca di Borgogna, che si contendevano la reggenza essendo intanto impazzito il sovrano: era il prodromo della Guerra dei Cento Anni, nessun potere centrale ripetè quello che era stato fatto nel 1398 ed il Garnier venne probabilmente riconosciuto come papa dai partigiani dell'Armagnacco, il quale però venne ucciso poco dopo. Alla fine morì anche Benedetto XIV, nel 1429 o nel '30.

Fin qui la storia certa. Su Internet, fonte inesauribile di miti, ho trovato anche una continuazione alla curiosa vicenda: Benedetto XIV avrebbe nominato anche lui dei cardinali i quali alla sua morte elessero Carrier e la sequela sarebbe continuata fino al regno secondo papa Borgia a Roma, cioè nel 1499, ma non ci sono prove di ciò. Non si capisce perchè anche Carrier avrebbe voluto chiamarsi Benedetto XIV (avrebbe dovuto essere invece Quindicesimo). Comunque pure i suoi due leggendari successori vollero prendere il nome di Benedetto: un XV (tal P. Tifane) nel 1437-70 ed un XVI (tal G. Langlade) nel 1470-99. Sempre stando a questa leggenda, ma riportata da un altro sito che citava il romanziere Gerardo Bavoux, la sequela di papi sarebbe proceduta nei secoli con una chiesa-ombra, la "Santa Chiesa", che si sarebbe in qualche modo ricongiunta a quella cattolica Apostolica Romana nel 1898, quando elesse alla sua guida Giuseppe Sarto, destinato cinque anni dopo a divenire papa Pio X e poi anche santo.

Intanto, dopo una riunione scarsamente frequentata a Pavia e Siena, il 23 luglio 1431 il neopapa Eugenio IV [15], ottemperando agli impegni presi dal suo predecessore Martino V, aprì un Concilio Ecumenico a Basilea. Questo procedeva fiaccamente ed il papa decise di chiuderlo. Non l'avesse mai fatto! I partecipanti -in maggior parte delegati- rifiutarono d'obbedire e continuarono i loro lavori. Dopo due anni Eugenio finì per cedere e riaprì ufficialmente il Concilio che dopo altri 3 anni di successivi contrasti lo depose ed elesse Amedeo, ex duca di Savoia, ritiratosi in eremitaggio, che prese il nome di Felice V.
Fu lo Scisma di Basilea detto anche Piccolo Scisma d'Occidente; il buon imperatore Sigismondo era morto nel 1437 e si dovrà essere rivoltato nella tomba, visto che era uno dei maggiori sostenitori iniziali di quel consesso. Il Condulmer riunì un Concilio rivale a Ferrara, ch'ebbe piú seguito per via dell'intervento degli ortodossi, desiderosi di chiudere lo scisma e soprattutto ricevere aiuti dall'Occidente contro i Turchi; molti delegati abbandonarono Basilea per Ferrara (poi trasferito Firenze) con questa speranza che alla fine fu accontentata: il 6 luglio 1439, sotto la cupola del Brunelleschi, venne solennemente proclamata la riunione fra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa alla presenza dell'imperatore e del patriarca di Costantinopoli: due greci (Isidoro di Tessalonica e Giovanni Bessarione) vennero fatti cardinali nel conclave del 18 dicembre di quell'anno, assieme, fra l'altro, a quel Giovanni Torquemada nunzio in Francia, zio del piu' famoso inquisitore Tommaso. Procedettero negli anni successive riunificazioni con gli armeni ed i monofisiti, il trasferimento del Concilio filo-romano a Roma ma soprattutto una serie di concordati coi regni d'Europa i quali mano a mano abbandonavano la neutralità o l'appoggio a Basilea per votarsi a Roma. Alla fine Felice V, senza soldi, senza sostenitori, abbandonato anche dal suo segretario Enea Silvio Piccolomini [16], decise di sottomettersi al successore di Eugenio, Niccolò V. Era il 1449 e finiva il Concilio di Basilea.

Fra gli atti del concilio vi furono i compactata, cioè dei concordati fatti con gli hussiti moderati, desiderosi di giungere a compromessi per via del protrarsi della guerra; per la prima volta nella storia della Chiesa, una eresia riusciva a resistere alla forza ed a venir riconosciuta.





LA STORIA INFINITA

Siccome il Concilio di Basilea non era stato formalmente chiuso, il domenicano Andrea Zamometìc tentò di richiamarlo in vita nel 1482 ma ovviamente non funzionò. Ad ogni modo Felice V è l'ultimo antipapa ufficialmente riconosciuto come tale. Per piu' di 500 anni la Chiesa non ebbe fratture al vertice ma alla base, colla Riforma ed il giansenismo (quest'ultima però rientrata).
Un altro scisma avvenne attorno al 1950, quando il governo di Pechino decise di "nazionalizzare" la Chiesa cattolica obbligando i cinesi fedeli a questa religione ad obbedire alla Chiesa Nazionale Patriottica; la Cina, assieme alla Russia, è stata l'unica nazione importante a non inviare rappresentanti ai funerali di Giovanni Paolo II. Lo scisma è ancora operante anche se c'è un lento riavvicinamento fra le parti.

Il 5 gennaio 1959 il Sommo Pontefice Giovanni XXIII annuncia il 22° Concilio Ecumenico in Vaticano, che s'aprirà il 11 ottobre 1962. Il 3 giugno dell'anno successivo il papa morirà di tumore allo stomaco, ma i lavori del Vaticano II andranno avanti, suscitando reazioni di ostilità nell'ala piu' conservatrice della Chiesa cattolica, ma grazie alla politica di Paolo VI e di Giovanni Paolo II le fratture saranno marginali: la piu' importante è quella di monsignor Marcello Lefebvre, che fonderà la Fraternita S. Pio X, dichiarerà eretico il papa, lancerà molti presagi di sventura: ancora oggi questa Fraternita celebra la messa in latino ma si stanno facendo anche qui una serie di lenti passi per il riavvicinamento con Roma. Nel 1988 Lefebvre nominò quattro vescovi e venne scomunicato; morì nel '91.

Qualche altro cattolico supertradizionalista ha pensato, con sprezzo del ridicolo, di creare alcuni moderni antipapi, dei quali ne elenco qualcuno, con sprezzo del ridicolo; si tratta di:

Davide Bawden, eletto con il nome di Michele I, il 16 luglio 1990, nel suo negozio nel Kansas (USA), da sei persone: se stesso, i suoi genitori e 3 amici di famiglia. Il suo Vaticano è una tipica casetta di legno americana ma in compenso s'è fatto un sito internet nel quale accusa papa Giovanni XXIII di varie apostasie. Una volta è stato intervistato dalla TV olandese.
Luciano Pulvermacher, alias Pio XIII, un prete ultaottantenne americano, eletto segretamente con voto telefonico nel 1998; subito decise di rimanere nascosto (temendo il Vaticano, come dice lui, od il ricovero, come penso io) ma dopo 2 anni uscì allo scoperto e ne parlò pure Specchio de la Stampa. Ha nominato dei cardinali e fra questi uno, che fra l'altro era sposato, poi lo ha bidonato ed è passato a Michele I, perché pare che in gioventù Pulvermacher avesse praticato la divinazione col pendolo, cosa espressamente proibita dal codice canonico e punita colla scomunica latæ sententiæ. Comunque l'antipapa, dal suo eremo nelle Montagne Rocciose (per chi volesse scrivergli:PO box 133-Springdale, WA 99173, USA), s'è piú volte scagliato contro: modernisti, luterani alleati al Vaticano II, altri credi (definiti "religioni di Satana") e poi l'ONU, i matrimonî omosessuali, magari anche il buon senso ecc. e scrivendo su internet (in inglese ed in giapponese) su alcuni problemi spinosi quali: "come fare a confessarvi senza un prete ordinato da me" o "i santi canonizzati da Giovanni Paolo sono buoni anche per me?".
Il sudafricano Vittorio von Pentz, appartenente al rito cattolico bizantino di S. Giovanni Crisostomo, eletto nel 1994 in una grotta di Assisi col nome di Lino II; il 30 di giugno di quell'anno "Sua Santità" si recò a Roma e tentò di entrare nella basilica lateranense ma lui ed il suo séguito vennero respinti da "più di 50 carabinieri ed agenti segreti con pistole". Secondo i suoi sostenitori, s'è trattato di uno dei segni dell'Apocalisse (" et abiit facere proelium cum reliquis de semine eius qui custodiunt mandata Dei et habent testimonium Iesu") che stiamo ancora aspettando.
Lo spagnolo Clemente Dominguez y Gomez, la cui vicenda si colloca tra la pazzia ed il romanzo: ebbe le sue prime visioni della Madonna nel 1968; nel 1975 fondò un ordine religioso e venne irregolarmente nominato vescovo da un arcivescovo vietnamita che venne poi scomunicato; l'anno successivo Clemente perse la vista in un incidente stradale; alla morte di papa Paolo VI si proclamò pontefice ed antiregnò dal 1978 al 2005 col nome di Gregorio XVII, con tanto di triregno, assunto il 15 agosto del '78 a Siviglia. Oltre ad aver avuto una massa di visioni apocalittiche non avverate, ha nominato dei "cardinali", ha canonizzato Cristoforo Colombo ed il generalissimo Franco ed ha avuto "improprietà sessuali" colle sue suore. Alla sua morte, avvenuta poco prima di quella di Giovanni Paolo II, Gregorio ha avuto pure un successore che ha preso il nome di Pietro II.
Pare anche che un canadese, tal Giovanni Gastone Tremblay, si sia proclamato da sé già nel 1968 usando ora il nome di Gregorio XVII e cambiando il suo cognome in "La Trinité; comunque è fuori gioco perché nel '99 venne arrestato per abusi sessuali a minori; sempre per rimanere fra i Gregorî, vuole una leggenda di internet attribuita ai cattolici piú conservatori, che nel conclave del 1958 fosse stato inizialmente eletto l'arcivescovo di Genova, Giuseppe Siri, cardinale da 5 anni; tuttavia un veto, pervenuto non si sa come dai comunisti minacciosi di persecuzioni, fece sì che i cardinali ripiegassero su Angelo Roncalli; la cosa si sarebbe ripetuta nel '63, alla morte di Giovanni XXIII, stavolta a beneficio del cardinal Montini che prese il nome di Paolo VI. Ma si tratta di una leggenda ed il buon Siri morì in comunione con la Chiesa, nel 1989; comunque pare che Siri avesse espresso la volontà di prendere il nome di Gregorio in caso venisse eletto. A differenza dei due mitomani di cui sopra, egli non ebbe mai scandali sessuali.
Forse ne sapremo di piu' quando usciranno i prossimi ...romanzi di Dan Brown.

[continua...]

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kelly70
00domenica 9 marzo 2008 23:46



INTERPRETAZIONI

Secondo la versione ufficiale della Chiesa Cattolica, il Concilio di Pisa fu irregolare, quindi non è' da considerarsi valida la prima deposizione di Gregorio XII -che fra l'altro non operò- e tanto Alessandro V che Giovanni XXIII furono due antipapi; di parere simile fu l'ala dell'obbedienza avignonese: un Concilio convocato contro i papi (e che crea altri papi) non ha valore. La stessa cosa dicasi per la altrettanto inoperante deposizione di Eugenio IV e l'elezione di Felice V. Secondo la Chiesa, l'unica linea legittima è quella che da Urbano VI conduce a Costanza quindi il nodo della questione potrebbe essere questo: l'elezione di Bartolomeo Prignano fu regolare oppure no? Se le pressioni da parte del popolo di Roma non furono determinanti alla sua elezione, come sostenuto dalla parte cattolica, allora amen; ma se invece le pressioni furono determinanti allora, secondo il Codice di Diritto Canonico, dalla parte della ragione era Clemente VII di Ginevra; è poi vero che nei primi secoli era proprio il popolo di Roma ad eleggere i papi, tuttavia da Niccolò II ed Alessandro III in poi questo diritto era stato trasferito ai cardinali. Certamente, la sua elezione non fu dovuta ad un gesto di gratuito legalitarismo, ma perchè i cardinali francesi speravano di trovare in lui un capo meno duro di Urbano VI, malleabile come già lo erano stati i papi (legittimi) di Avignone; insomma, sarà mica che da 600 anni viviamo guidati dall'obbedienza sbagliata?, visto anche che il Concilio di Costanza, che elesse Martino V, fu validato da Gregorio XII, terzo successore di Prignano. Come che sia, oggigiorno seguono tutti l'Annuario Pontificio, che è la raccolta storica meglio informata.






RIPASSO CRONOLOGICO DEI PAPI
Nota: dopo il nome dinastico di ogni Pontefice è riportato il suo cognome al secolo e sotto tre anni: quello di nascita, quello di elezione e quello di morte (questi evidenziato); per quelli deposti l'anno di deposizione precede quello di morte. Quando una data è seguita da un punto interrogativo indica che l'anno non è conosciuto di preciso e quando non c'è la data ed il ? è al suo posto, vuol dire che l'anno è ignoto.



Ultimo papa ad essere riconosciuto da tutte le parti GREGORIO XI-ROGER DI BEAUFORT 1331-1370-1378
Obbedienza romana ("urbanisti")Obbedienza avignonese ("clementini")URBANO VI-PRIGNANO CLEMENTE VII DI GINEVRA 1318?-1378-1389 1342-1378-1394
BONIFACIO IX-TOMACELLI BENEDETTO XIII-DI LUNA E GOTOR ?-1389-1404 1328-1394-(2 deposizioni)-1423
INNOCENZO VII-MIGLIORATI
1336-1404-1406
(Pontefici non riconosciuti come
antipapi dall'Ann. Pont.)
GREGORIO XII-CORRER CLEMENTE VIII BENEDETTO XIV 1325-1406-(1409 non val.)1415-1417 1380-1423-1429-1425 ?-1425-1430?
Obbedienza conciliare ("pisana") ALESSANDRO V-FILARGO 1340-1409-1410
GIOVANNI XXIII-COSSA 1370-1410-1415-1419
Ricomposizione dello scisma MARTINO V-COLONNA 1368-1415-1431
EUGENIO IV-CONDULMER Obbedienza "basileese"1383-1431-(1439 non val.)-1447 FELICE V-DI SAVOIA 1383-1439-1449-1451 NICCOLò V-PARENTUCELLI 1398-1447-1455
CALLISTO III-BORGIA 1378-1455-1458


N O T E


1]= che sta a rappresentare la loro disponibilità a sacrificarsi come martiri.


2]= che continuerà fino alla Controriforma. Pare che sorsero i primi screzi con la richiesta avanzata da parte dei cardinali francesi di trasferire di nuovo la sede papale ad Avignone. Questa città nel medioevo ebbe pessima fama giacchè fu chiamata nuova Babilonia duecento anni prima che i luterani rivolgessero quest'appellativo a Roma; il Petrarca la definisce: Pessimo sempre mi parve quel luogo per l'accolta che ivi si fece delle nequizie e delle lordure del mondo intero nulla essere in esso di vero, nulla di sacro, non timore di Dio, non santità dei giuramenti, non religione; tutto respira la menzogna: l'aria, la terra, le case e soprattutto le camere da letto.


3]= fatto tutt'altro che nuovo, in una città regolarmente in preda all'anarchia, priva di attività economiche al di fuori della curia, popolata da straccioni e parassiti arruolati al servizio di gruppi di nobili sempre in lotta fra loro e contro chi li voleva ridurre all'obbedienza. Lo storico ottocentesco E. Pani Rossi ha contato che vi furono 161 rivolte dei sudditi del Papa fra l'896 ed il 1859. Non so se vi siano compresi anche quelli fuori di Roma.


4]= fra cui Bonaventura Badoer di Peraga e Niccolò Caracciolo Moschino: il primo morì ammazzato, il secondo nel suo letto ma entrambi in odore di santità.


5]= la contea di Ginevra allora faceva parte del Sacro Romano Impero ma era vassallo dei Savoia, che però erano in quei dì alleati a Carlo. Comunque Roberto era stato vescovo di Cambrai, nel Regno di Francia, perciò si potrebbe dire che fosse diventato un "cittadino" francese.


6]= fu al tempo di Enrico II (1002-1024; imperatore dal 1014) che si affermò la consuetudine per cui l'imperatore veniva scelto in Germania (prima genericamente dalla nazione tedesca, in seguito da corpi giuridici piu' qualificati) e quest'elezione impegnava di fatto il papa a coronare in Roma il candidato. Questi diveniva imperatore con la pienezza del potere solo dopo quest'ultimo atto, mentre prima si intitolava semplicemente re dei Romani (Romanorum rex semper augustus)". Ora, Ruperto morì nel 1410 senza esser riuscito a farsi incoronare imperatore tuttavia molti testi di storia non applicano questa sottile distinzione e chiamano "imperatori" tanto lui quanto il suo successore. Da tempo il Sacro Romano Imperatore non era piu' che un titolo onorifico concesso dai principi tedeschi a quello dei loro che prometteva di far meno danno. Per la cronaca Ruperto, noto anche come Roberto, era conte del Palatinato ed apparteneva alla nobile famiglia dei Wittelsbach. Nacque in Baviera nel 1352, fu eletto nel 1400 con l'appoggio dei principi ecclesiastici dell'Impero dopo la deposizione di Venceslao , l'anno successivo fu incoronato re, scese in Italia ma fu sconfitto a Nave da Gian Galeazzo Visconti, se ne tornò in Germania nel 1402 e morì otto anni dopo ad Oppenheim.


7]= come fa notare lo storico Uberto Jedin, almeno uno dei due gruppi sarebbe stato da considerarsi illegittimo, tuttavia nel clima irenico del consesso si soprassedè e tutti i porporati poterono votare nel conclave aperto il 15 giugno.


8]= questo il nome dinastico scelto dal Filargo (anche noto come Filarghi). Si noti che siccome l'Annuario Pontificio lo riconosca come antipapa, il successivo pontefice di nome Alessandro avrebbe dovuto essere Quinto anche lui, invece Rodrigo Borgia, che scelse questo nome, fu Sesto. Al contrario Angelo G. Roncalli nel 1958 prenderà il nome di Giovanni XXIII, già assunto dall'antipapa Cossa.


9]= tecnicamente parlando, il Lussemburghese era stato fatto nel 1411 re di Germania e dei Romani, che erano le massime cariche che potevano allora conferire gli elettori tedeschi; per diventare imperatori bisognava essere incoronati a Roma o dal papa o da chi per lui; Sigismondo fu incoronato solo nel 1433 e si può capire anche perchè fosse così ansioso di avere il papa "buono": perchè solo un papa sicuramente legittimo poteva incoronare un imperatore sicuramente legittimo. Nonostante ciò tanto il Lussemburghese che il suo predecessore Ruperto sono chiamati Imperatore da quasi tutti i libri di storia. Fra l'altro, Sigismondo fu l'ultimo della casa di Lussemburgo a salire a quel grado. Bisogna ancora dire che oltre che Imperatore egli era anche re di Boemia ed Ungheria, inoltre i possedimenti del suo casato s'estendevano dal Lussemburgo, alla Moravia, alla Slesia, alla Lusazia e al Brandeburgo e sulla carta era il sovrano piu' potente d'Europa, tuttavia il Sacro Romano Impero era ingovernabile, la Boemia sarebbe precipitata nelle guerre hussite e l'Ungheria venne trascurata.


10]= per la precisione era stato creato cardinal diacono di S. Maria in Cosmedin nel 1375. Gregorio XI, al secolo Pietro Roger di Beaufort, pontefice dal 1371 al '78, era l'ultimo papa la cui legittimità non era stata messa in discussione.


11]= che regnò per 27 anni; ma ancora meno di Pio IX, 1846-78. Però a differenza di loro due l'Annuario Pontificio non lo riporta come legittimo.


12]= cittadina francese, capoluogo dell'Aveyron, venne annessa alla corona di Francia nel 1590.


13]= probabilmente in onore dell'elettore del suo elettore.


14]= il cognome è piu' noto come "Borgia"; Callisto eleverà diversi suoi parenti ad importanti cariche, fra cui il nipote Rodrigo, nominato cardinale nel '56 e futuro papa. I della Rovere ed i veneziani (Correr-Condulmer-Barbo) furono le altre due "dinastie" papali del quattrocento; quindi verranno i Medici, l'ultima famiglia a poter contare piu' d'un papa.


15]= al secolo il card. Gabriele Condulmer, vescovo di Siena e nipote di Gregorio XII.


16]= riconciliatosi con Roma fu vescovo di Siena -la sua città-, cardinale e poi papa nel 1458 (Pio II).


FONTI:
G. Rendina, I papi: storia e segreti, ed. Newton & Compton, 1983
U. Jedin, Breve storia dei concilii, ed. Herder Morcelliana, rist. 1983
ARTE, 2-il gotico (suppl. a Il Sole 24 ore)
En. wikipedia.org www.cths.fr/4DACTION/www_Con_Communic/88 Enciclopedia Multimediale Rizzoli Larousse


www.alateus.it/scisma2.htm
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00lunedì 10 marzo 2008 20:05
re
Grazie Kelly. Queste cose andrebbero annunciate all'Angelus tutte le domeniche mattina invece del solito inutile bla bla bla.... [SM=x1426849] [SM=x1426849] [SM=x1426849] [SM=x1420285] [SM=p1420241]

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