Il purgatorio

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kelly70
00sabato 9 settembre 2006 16:05
Jacques Le Goff, noto medievalista francese, nel 1982 ha pubblicato in Francia il libro "La Naissance Du Purgatoire" (La Nascita Del Purgatorio). Esso spiega come agli albori del XIII secolo la chiesa cattolica si "impadronì" di un "luogo" che pareva al di là delle influenze di ogni struttura umana, di uno "spazio" che si era sempre pensato proprio di essenze trascendenti l'umanità: la Divinità, il Fato, la Morte. Una conquista di tale importanza avvenne grazie a una invenzione, quella del Purgatorio. Quella cioè di un "terzo luogo" dove si "ripara", un luogo dove c'è ancora speranza vivendo tra i patimenti.

Quanti sono stati allevati nel cattolicesimo sono a considerare il Purgatorio come un "posto" al di là del tempo, alla pari di Paradiso e Inferno. Ma a sostenere queste affermazioni, non è uno qualsiasi ma nientemeno che Jacques Le Goff, il grande medievalista francese, erede di Marc Bloch, "signore" della Nouvelle Histoire, condirettore di quegli "Annali" che hanno rivoluzionato il modo di fare la ricerca storica.

Le Goff spiega: prima del XIII secolo né la parola Purgatorio né la sua rappresentazione esistevano. Come ha dichiarato al settimanale parigino "L'Express", l'invenzione del Purgatorio ebbe un ruolo nella grande mutazione dell'Occidente del XII-XIII secolo. Per arrivare all'invenzione del Purgatorio, infatti, ci è voluto del tempo: la Bibbia non ne parla affatto (come ribadiranno, in epoca della Riforma, i Protestanti) ma il concetto andò sviluppandosi adagio in seno alla chiesa cattolica. Il concetto di un terzo luogo intermedio tra Inferno e Paradiso dove non ci fosse né salvezza né dannazione era anche un'idea estranea all'uomo medievale.

Con il Purgatorio - immaginazione potente che godè di un pubblicitario di eccezione, Dante Alighieri - la chiesa cattolica "prende possesso" dell'Aldilà e, attraverso di esso, anche dell'Aldiqua. Con esso, la morte finiva di essere il momento cruciale in cui tutto è giocato, momento di frontiera tra vita e eternità. "Si può parlare - afferma Le Goff - di una vera e propria dilatazione delle occasioni di salvezza".

Da quel momento tra vivi e morti inizia uno scambio attivo. Di qua le messe per aiutare l'anima del penitente a liberarsi più in fretta dal Purgatorio, di là il rapporto individuale con l'Oltretomba. E in questa situazione grottesca e antibiblica è la chiesa cattolica, osserva Le Goff, che gestisce la "politica" del Purgatorio. Così la giurisdizione ecclesiastica si estende all'Aldilà che era di Dio. La folla di anime in attesa del Purgatorio si trova legata al mondo dei vivi. E i fedeli vengono gradualmente abituati (quasi legati) a un nuovo repertorio di gesti, preghiere, offerte.

"Le indulgenze - dice Le Goff - queste chiavi del Paradiso, ne sono l'esempio celebre e remunerativo". La chiesa cattolica stabilisce in terra un potere spirituale, ma anche economico, vastissimo. L'operazione, sostiene il libro, è teologica, ma l'operazione teologica non fa che sanzionare un'idea che già si era profondamente radicata nell'inconscio collettivo, nell'immaginazione popolare. In un'epoca confusa come il Medioevo, in cui gli spiriti viaggiavano in "strani universi" e tornavano a preoccupare i viventi, la chiesa cattolica seppe far buon viso a cattivo gioco: appropriandosi del Purgatorio seppe incanalare un'offensiva che non poteva contenere. "Se si vuole - dice lo storico - è il grande rinserramento dei morti. Per fare questo, per portare Immaginazione e Potere a coincidere, la chiesa cattolica ebbe bisogno di rendere "visibile" il Purgatorio, di descriverlo, di dargli un'immagine reale. E il trionfo visuale del Purgatorio avviene grazie all'Opera di un grandissimo propagandista, Dante Alighieri e la sua seconda Cantica. In fondo, prima di Le Goff che porta dimostrazioni e prove, due poeti avevano percepito lo sforzo geniale dantesco: sia Chateaubriand ("le purgatoire surpasse en poesie le ciel et l'enfer"), che Ezra Pound avevano per il Purgatorio una predilezione assoluta."

Con tutto questo (forse proprio per questo carattere, misterioso sognante e nuovo) l'idea del Purgatorio non si affermò poi tanto facilmente. La stessa invenzione teologica fu, seppure mal avversa, abbastanza cauta: il Purgatorio diviene dogma solo nel XVI secolo.

Ci rendiamo conto della tragedia?



camcris.altervista.org/purgat.html
)Mefisto(
00sabato 9 settembre 2006 20:31
Ai giorni nostri, il "purgatorio" è coloro che sono a Dieta Dimagrante Perenne, a me con i miei 240 Kg non succede, perchè sono a Dieta Perenne all'ingrasso.

W I Dolci. [SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27828]


)Mefisto(
=marco68=
00mercoledì 13 settembre 2006 10:18
Chi l'ha detto che la Bibbia non parla del Purgatorio? se ne accenna nel secondo libro dei Maccabei e ne parla piuttosto esplicitamente Gesù.

Inoltre la dottrina del Purgatorio non è per niente risalente al XIII secolo... è dottrina già presente nella Didachè (II secolo) e in tutti i padri della Chiesa del IV secolo.

Il culto dei morti, la preghiera di intercessione per i morti, l'offerta di sacrifici (in particolare quello eucaristico) per i morti, sono presenti in tutte le primitive comunità cristiane.

Quello che non viene compreso è che ciò che stabiliscono dogmaticamente i concili NON sono novità! ma la codificazione dogmatica della tradizione.

Un esempio: Nel concilio Vaticano II si rende dogma di Fede la differenza tra errore ed errante. Ma non è una novità... già nel 1855 (un secolo prima del concilio) Alessandro Manzoni nel suo "Osservazioni sulla morale cattolica", al capitolo VII, dice che "è dottrina perpetua della Chiesa detestare l'errore e amare l'errante".

Dunque è antistorico e gravemente erroneo far risalire una dottrina al concilio che la dogmatizza.
Mc Klaus
00mercoledì 13 settembre 2006 10:57
Re:

Scritto da: =marco68= 13/09/2006 10.18
.





Ma benvenuto [SM=g27828]

anche se ci siamo gia' incontrati......

presentarsi prima di postare...no eh? [SM=x789064]
Claudio Cava
00mercoledì 13 settembre 2006 12:11
Re: Re:

Scritto da: Mc Klaus 13/09/2006 10.57




Ma benvenuto [SM=g27828]

anche se ci siamo gia' incontrati......

presentarsi prima di postare...no eh? [SM=x789064]



Ma io lo saluto lo stesso, ci mancherebbe.

Ciao Marco. [SM=g27823]

Ti aspettavo. [SM=x789048]

Se non ci credi leggi qui, intorno alla sestultima riga:
freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=59308&idd=1878

[SM=x789049] [SM=x789062]
kelly70
00mercoledì 13 settembre 2006 14:35
Re:

Scritto da: =marco68= 13/09/2006 10.18
Chi l'ha detto che la Bibbia non parla del Purgatorio? se ne accenna nel secondo libro dei Maccabei e ne parla piuttosto esplicitamente Gesù.


DOVE?

Inoltre la dottrina del Purgatorio non è per niente risalente al XIII secolo... è dottrina già presente nella Didachè (II secolo) e in tutti i padri della Chiesa del IV secolo.

Il culto dei morti, la preghiera di intercessione per i morti, l'offerta di sacrifici (in particolare quello eucaristico) per i morti, sono presenti in tutte le primitive comunità cristiane.




Il culto dei morti NON è la credenza nel purgatorio



Quello che non viene compreso è che ciò che stabiliscono dogmaticamente i concili NON sono novità! ma la codificazione dogmatica della tradizione.


Le tradizioni spesso sono create da uomini in base a necessità,ma nel momento in cui non hanno più ragione di esistere o sono addirittura controproducenti è irragionevole continuare a seguirle

Un esempio: Nel concilio Vaticano II si rende dogma di Fede la differenza tra errore ed errante. Ma non è una novità... già nel 1855 (un secolo prima del concilio) Alessandro Manzoni nel suo "Osservazioni sulla morale cattolica", al capitolo VII, dice che "è dottrina perpetua della Chiesa detestare l'errore e amare l'errante".

Dunque è antistorico e gravemente erroneo far risalire una dottrina al concilio che la dogmatizza.





Claudio Cava
00mercoledì 13 settembre 2006 14:46
Re:
Scritto da: =marco68= 13/09/2006 10.18

Chi l'ha detto che la Bibbia non parla del Purgatorio? se ne accenna nel secondo libro dei Maccabei

Si, in quel Vecchio Testamento che quando lo tiriamo fuori "noi" dite che non vale piu', che e' stato sostituito o aggiornato dal nuovo, da Cristo e cosi' via (vado a braccio).

Insomma siamo alle solite.


e ne parla piuttosto esplicitamente Gesù.

Parlava di ***luoghi*** in cui si ***purgano*** i ***peccati commessi in vita***?

Avresti la compiacenza di farmelo vedere?


Inoltre la dottrina del Purgatorio non è per niente risalente al XIII secolo... è dottrina già presente nella Didachè (II secolo) e in tutti i padri della Chiesa del IV secolo.

Embe'?
Sempre posteriore alla Bibbia e', e quindi, ti piaccia o no, ***invenzione umana***, se ti vuoi basare su questo.


Il culto dei morti, la preghiera di intercessione per i morti, l'offerta di sacrifici (in particolare quello eucaristico) per i morti, sono presenti in tutte le primitive comunità cristiane.

Quello che non viene compreso è che ciò che stabiliscono dogmaticamente i concili NON sono novità! ma la codificazione dogmatica della tradizione.

Quello che non comprendo io invece e' cosa c' entri:

Il culto dei morti, la preghiera di intercessione per i morti, l'offerta di sacrifici (in particolare quello eucaristico) per i morti

Con UN LUOGO IN CUI SI PURGANO I PECCATI COMMESSI IN VITA.

E' questa l' invenziona cattolica.

Il resto sono solo i soliti equilibrismi e contorsionismi in difesa dell' indifendibile.

Ciao
Claudio
Claudio Cava
00mercoledì 13 settembre 2006 16:48

Sempre sia lodato.

San Google. [SM=x789063]


www.evangelo.org/opuscoli.asp?operazione=visualizzapaginabrano&id=13&numeropagina=4&pagine...

www.evangelo.org/opuscoli.asp?operazione=visualizzapaginabrano&id=12&numeropagina=5&pagine...

il regno dei cieli è simile ad un re,
Lett. ad un uomo-re, per contrapposto al Re del cielo. È questa la prima parabola nella quale Iddio comparisce nel suo carattere di Re.
Il quale volle fare i conti
Questo rendiconto, fu il re medesimo che lo volle, ed ai sottoposti non fu dato né evitarlo, né opporvisi. Non è questo però il rendiconto finale, di cui parlasi in Matteo 25:19. Iddio fa i conti con noi ogni volta che gli piace di rammentarci i nostri peccati, facendoci sentire che anche i più segreti, egli "li mette alla luce della sua faccia" Salmo 90:8, e dimostrandoci, colla sua Parola, colla sua Provvidenza, col suo Spirito, quanto abbiamo bisogno del suo perdono.
con i suoi servitori.

Non si tratta qui di servitori ordinari, poiché uno era debitore di diecimila talenti. Erano probabilmente ministri di Stato, o esattori d'imposte, sebbene ciò non implicasse di necessità ch'essi fossero nati liberi. Dai monarchi orientali, gli schiavi emancipati venivano spesso elevati a cariche di gran fiducia: così avvenne di Daniele in Babilonia. A ogni modo, che non fossero schiavi è cosa chiara, poiché risulta dalla narrazione, che il Re poteva venderli, non già per il solito diritto, ma perché il loro debito li metteva a sua mercé. Nel linguaggio orientale vedi Erodoto, tutti i sudditi d'un monarca. Inclusi i suoi ministri di Stato, eran chiamati "servi". Coloro che Cristo redense dalla schiavitù del peccato e dai lacci di Satana, sono pur sempre "sotto la legge di Cristo" e sono servi di Dio.

PASSI PARALLELI
Matteo 3:2; 13:24,31,33,44-45,47,52; 25:1,14
Matteo 25:19-30; Luca 16:1-2; 19:12-27; Romani 14:12; 1Corinzi 4:5; 2Corinzi 5:10-11
24 24. Ed avendo cominciato a fare i conti, gli fu presentato uno, ch'era debitore di diecimila talenti.
Dal testo risulta che il Re chiamò a rendere conto in primo luogo i più alti funzionari. Per un servo subalterno, sarebbe stato impossibile contrarre un sì grosso debito, senza farsi scoprire. Probabile cosa è che il conto si facesse in talenti attici di argento; giacché, se trattato si fosse di oro, la somma, sarebbe stata enorme. Il valore del talento d'argento viene calcolato diversamente Secondo Calmet Dizionario della Bibbia, il ragguaglio sarebbe questo: 1 Mina = 100 danari = L. It. 71,30; 60 Mine = 6000 danari = 1 Talento L. It. 4.278,00; dunque 10.000 talenti sarebbero L. It. 42.780.000. Secondo il calcolo di Lange Commentario su Matteo: 1 Mina = 100 danari = L. It. 78,12; 60 Mine = 600 danari = 1 Talento = L. It. 4.687,20; dunque 10.000 talenti equivarrebbero a L. It. 46.872.000. La grandezza del qual debito risalterà ancora maggiormente, quando si pensi al fatto, ricordato in 2Cronache 25:6, che il re Amasia poté arruolare un esercito di 100.000 uomini con 100 talenti d'argento, e che tutto quanto l'oro adoperato nella costruzione del Tabernacolo nel deserto, sebbene profuso, non superò i 29 talenti Esodo 38:24. Il servitore non si sarebbe mai presentato volontariamente, anzi si sarebbe, se fosse stato possibile, sottratto a quel rendiconto; ma troppo assoluto era il comandamento del Re. Iddio scruta il cuore, e, volere o no, s'impadronisce della nostra coscienza.

PASSI PARALLELI
Luca 7:41-42; 13:4
Luca 16:5,7
1Cronache 29:7; Esdra 9:6; Salmo 38:4; 40:12; 130:3-4
25 25. E, non avendo egli di che pagare, il suo signore comandò ch'egli fosse venduto lui con la moglie, e i suoi figliuoli, e tutto quanto avea, e che il debito fosse pagato.
Per la legge giudaica, se un ladro non aveva tanto da restituire il maltolto, poteva il derubato farlo vendere come schiavo Esodo 22:3; un debitore insolvente poteva vendere sé medesimo, od esser venduto dal creditore Levitico 25:39,47; ed i figli d'un debitore defunto si potevano sequestrare 2Re 4:1; onde possiamo dedurne che si potevano anche vendere. Confrontate Deuteronomio 15:12; Geremia 34:14; ed anche Isaia 50:11; 1Re 21:20; 2Re 17:17, ove trovansi allusioni metaforiche a siffatti usi. In questa parabola però la similitudine è tratta dal dispotismo orientale, poiché, sotto la legge mosaica, quella vendita veniva mitigata dalla liberazione obbligatoria all'epoca del giubileo. Anche l'idea della prigione e degli aguzzini Matteo 18:30,34, favorisce questa congettura, essendo cose che non hanno che fare colla legge giudaica. La punizione qui, sebbene rigorosa, concordava colla legge e colle costumanze; il reo non si lagnò della sentenza come ingiusta; egli chiese solamente pietà. Quando un uomo, il quale, per lungo tempo, ha resistito alla propria coscienza ed a Dio, viene finalmente costretto ad aprire il proprio cuore all'Onnisciente, e ad esaminare se stesso, egli scopre che il suo debito è indicibilmente grande. La somma qui nominata non è un'esagerazione; non indica essa tutta quanta la reità che Iddio scopre nel peccatore, la quale gli viene rimproverata dalla sua coscienza? il momento nel quale il peccatore si trova faccia a faccia con DIO, oppresso dal proprio peccato, è tremendo! in quell'istante la legge compie l'opera sua, terribile ma pure misericordiosa, di convincimento.

PASSI PARALLELI
Levitico 25:39; 2Re 4:1; Nehemia 5:5,8; Isaia 50:1
26 26. Onde il servitore, gittatosi a terra, gli si prostrò dinanzi, dicendo: Abbi pazienza con me, e ti pagherò tutto.
La promessa di pagare non indica altro che il suo desiderio di scampare; prometteva, non perché sperasse di poter mantenere, ma perché era questo il miglior mezzo di sfuggire il castigo. Egli pensava di ottenere grazia promettendo di saldare l'intiero debito. Ecco l'immagine d'un peccatore, cui la parola di Dio coi suoi rabbuffi, e la coscienza con i suoi rimorsi convincono di peccato, ma che non si è umiliato davanti a Dio, e non ha ancora ottenuto la sua grazia il primo sentimento che gli nasce in cuore, lo spinge a dire: "Abbi pazienza inverso me, ed io ti pagherò tutto". Ch'egli speri seriamente di adempiere alla promessa, può esser dubbio; ma certamente egli pensa che è impossibile di soddisfare Iddio altrimenti. Infatti, il primo proponimento d'una coscienza conturbata è sempre: "Io pagherò tutto". L'uomo vuol fare ammenda dei peccati passati col pentimento, fidando nella futura obbedienza.

PASSI PARALLELI
Matteo 18:29; Luca 7:43; Romani 10:3
27 27. E il signor di quel servitore, mosso a compassione, lo lasciò andare, e gli rimise il debito.
Il Re mosso a compassione, non solo aderì alla sua richiesta, ma gli concesse al di là di quello che egli aveva ardito domandare o sperare: "gli rimise il debito!". È questa un'immagine ammirabile, di ciò che "Iddio suole fare col peccatore". Iddio non obbliga il reo a mantenere la promessa temeraria ch'egli fa; egli non lo tratta secondo i suoi meriti, ma secondo i suoi bisogni, concedendogli un perdono immediato, completo e senza condizioni. Questo perdono appartiene a chiunque l'accetta con riconoscenza e senza riserve. Il servo, come il seguito dimostra, non l'aveva accettato con questo sentimento.

PASSI PARALLELI
Giudici 10:16; Nehemia 9:17; Salmo 78:38; 86:5,15; 145:8; Osea 11:8
28 28. Ma quel servitore, uscito, trovò uno dei suoi conservi, che gli dovea cento denari: ed afferratolo lo strangolava, dicendo: Paga quel che devi!
Costui non aveva mai sentito né pentimento profondo né gratitudine vera, altrimenti non avrebbe mostrato una simile spietatezza; riconoscente, avrebbe tosto fatto partecipare alla sua gioia il suo debitore. La somma dovutagli dal suo conservo ammontava a 100 denari romani, cioè a lire 80 circa. Il debitore perdonato che non perdona, rappresenta l'uomo che tremò nel sentimento del suo peccato, e all'idea del giudizio, ed avendo udito e ricevuto il Vangelo per qualche tempo, si sentì liberato dai suoi timori. Passato il momento in cui Dio scosse l'anima sua egli è ricaduto di nuovo nel mondo! Fu impaurito, ma non convertito; non ricevette il perdono, ma solo una sospensione del castigo. Il timore è passato per il momento, ma non è subentrata la fede. Appena gli si presenta la tentazione, la sua non domata carnalità riprende vita e vigore.

PASSI PARALLELI
Matteo 20:2
Deuteronomio 15:2; Nehemia 5:7,10-11; 10:31; Isaia 58:3; Ezechiele 45:9
29 29. Onde il conservo, gittatosi a terra lo pregava, dicendo: Abbi pazienza con me, e ti pagherò. 30. Ma colui non volle; anzi andò, e lo cacciò in prigione, finché avesse pagato il debito.
Il suo conservo non nega di essere suo debitore, ma si contiene e parla con lui precisamente come egli aveva fatto col Re. Così il rigore che lo spietato usa senza rimorso è in diretta opposizione colla misericordia da esso implorata e ottenuta. Un uomo, che ha ricevuto da Dio il perdono dei suoi peccati, è stato lievemente offeso da un suo simile, e benché questi gli chiegga pietà nel modo stesso col quale egli testè l'aveva chiesta a Dio, non però la ottiene: il che prova ch'egli medesimo non aveva accettato la misericordia offertagli da Dio. Se avesse aperta l'anima sua all'eterna fonte della misericordia, per riceverla, la misericordia medesima ne sarebbe sgorgata a richiesta del suo fratello che la implorava. Ma nessuna compassione scaturì da quel cuore a rinfrancare l'anima del suo prossimo angustiato, perché quel suo cuore non si era veramente aperto a ricevere la misericordia di Dio.

PASSI PARALLELI
Matteo 18:26; Matteo 6:12; Filemone 18-19
31 31. Or i suoi conservi, veduto il fatto, ne furono grandemente contristati, e andarono a riferire al loro signore, tutto l'accaduto.
L'indignazione provata dai conservi, e che li induce a riportare il fatto al loro padrone, rappresenta ciò che gli uomini sentono contro l'ingratitudine di coloro che sono stati largamente beneficati. Quel re terreno aveva bisogno d'essere informato, ma lo scrutatore dei cuori non ne ha bisogno. Pure, non è improbabile che il nostro Signore, parlando di quel che fecero "i conservi", avesse l'intenzione di alludere alle preghiere di intercessione a favore dei perseguitati contro, i loro oppressori, le quali vengono fatte di continuo da coloro che temono il Signore e odiano l'ingiustizia e l'oppressione. Se l'oppressore potesse udire tutte le voci che gridano vendetta contro di lui, ed "entrano nell'orecchie del Signore degli eserciti" Giacomo 5:4, egli tremerebbe!

PASSI PARALLELI
1Re 21:27-29; 22:27
32 32. Allora il suo signore lo chiamò a se, e gli disse:
Questa intimazione al servo infedele di comparire in presenza del suo Signore indica senza dubbio il rendiconto finale nel giorno del giudizio.
Malvagio servitore, io t'ho rimesso tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; 33. non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come anch'io ebbi pietà di te?
innanzi di castigarlo, il re gli rinfaccia seriamente la vergognosa ed irragionevole condotta da lui tenuta, dopo essere stato perdonato, e gl'infligge una doppia punizione. Questo è analogo al giudicio di Matteo 25:41.

PASSI PARALLELI
Matteo 25:26; Luca 19:22; Romani 3:19
Matteo 5:44-45; Luca 6:35-36; Efesini 4:32; 5:1-2; Colossesi 3:13
34 34. E il suo signore, adirato, lo diede in man degli aguzzini,
letter. tormentatori, Noi sappiamo che nell'antica Roma i debitori incarcerati erano consegnati al "tormentatore", affinché egli li costringesse al pagamento. Nell'Oriente, ove spesso accade che le persone, le quali si dichiarano insolvibili, posseggono dei tesori nascosti, la tortura è tuttora applicata ai debitori per costringerli a dichiarare dove trovansi i loro tesori; o, se non ne hanno, per eccitare la compassione dei loro amici, affinché paghino per loro. Se noi consideriamo il senso spirituale della parabola, l'uso della parola "tormentatori" desta in noi idee terribili di castigo.
fino a tanto che avesse pagato tutto ciò che gli doveva.
Cioè fino alla fine della vita, perché costui non avrebbe mai potuto pagare. Quindi, questo rappresenta la sentenza che pronunzierà il giudice all'ultimo giorno Matteo 25:41. È questo uno dei passi che i teologi romani recano con qual ragione, lo lasciamo giudicare al lettore a conforto della dottrina del purgatorio Vedi note Matteo 5:26; e "Il Purgatorio", del dott. Desanctis, cap. 4.

www.evangelo.org/opuscoli.asp?operazione=visualizzapaginabrano&id=14&numeropagina=4&pagine...

www.evangelo.org/opuscoli.asp?operazione=visualizzapaginabrano&id=13&numeropagina=6&pagine...
=marco68=
00mercoledì 13 settembre 2006 22:42
Re: Re:

Scritto da: kelly70 13/09/2006 14.35







Ti posto qui alcuni punti del catechismo dove puoi trovare anche alcuni riferimenti scritturali. La credenza nel purgatorio è immediata tra i cristiani che poi la tradurranno in dottrina dogmatica.

Non credere nel purgatorio significa che non esistono peccati perdonabili nel prossimo secolo... significa cioè che Gesù avrebbe detto una cosa non vera. Significa che non esiste un carcere in cui pagare fino all'ultimo spicciolo... significa dunque che Gesù avrebbe detto un'altra cosa ancora non vera.

Se non ti piace il nome "purgatorio" chiamalo come vuoi... ma esiste [SM=g27823]

III. La purificazione finale o purgatorio

1030 Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo.

1031 La Chiesa chiama purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt'altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al purgatorio soprattutto nei Concili di Firenze 621 e di Trento. 622 La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, 623 parla di un fuoco purificatore:

« Per quanto riguarda alcune colpe leggere, si deve credere che c'è, prima del giudizio, un fuoco purificatore; infatti colui che è la Verità afferma che, se qualcuno pronuncia una bestemmia contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro (Mt 12,32). Da questa affermazione si deduce che certe colpe possono essere rimesse in questo secolo, ma certe altre nel secolo futuro ». 624

1032 Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: « Perciò [Giuda Maccabeo] fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato » (2 Mac 12,45). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, 625 affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti:

« Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre, 626 perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? [...] Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere ». 627
Claudio Cava
00giovedì 14 settembre 2006 00:42
Re: Re: Re:

Scritto da: =marco68= 13/09/2006 22.42
Non credere nel purgatorio significa che non esistono peccati perdonabili nel prossimo secolo... significa cioè che Gesù avrebbe detto una cosa non vera. Significa che non esiste un carcere in cui pagare fino all'ultimo spicciolo... significa dunque che Gesù avrebbe detto un'altra cosa ancora non vera.



La dottrina del Purgatorio

La Chiesa cattolica insegna che, dopo la morte, alcune persone vanno in un luogo chiamato purgatorio, affinché siano ulteriormente "purificate" prima di andare in cielo.

"La Chiesa [Cattolica] ha formulato la propria dottrina di fede sul Purgatorio in modo particolare ai Concili di Firenze e di Trento" (catechismo cattolico, pagg. 268-269, #1031).

Non è irragionevole chiedersi da dove un gruppo di uomini abbia preso simili informazioni sulla vita dopo la morte per poter formulare una tale dottrina.

Amici Cattolici, se state pregando per i vostri amati defunti, credendo che essi siano in purgatorio, sappiate che non è stato Dio a dire che essi sono in purgatorio, ma un gruppo di leader religiosi:

"Ma al momento presente alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini in terra. Altri sono morti e si stanno purificando, mentre altri ancora sono in gloria..." (catechismo cattolico, pag. 249, #954).


Ciò che turba maggiormente in questa dottrina, è che la Bibbia non ha mai parlato dell'esistenza di un luogo simile. E la Bibbia non insegna neppure che dopo la morte è necessaria un'ulteriore purificazione per guadagnare l'ingresso nei cieli. Al contrario, la Parola di Dio dichiara che la salvezza è un dono gratuito per chiunque la accetta:

"Perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore." (Romani 6:23)
"...con un solo atto di giustizia (quello di Gesù) la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita." (Romani 5:18)

Potrebbe un Dio amorevole e veritiero, offrirti la vita eterna come dono gratuito - e poi farti soffrire per guadagnarla - e quindi mentire nella Sua Parola?

"Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio." (Efesini 2:8)
Se credi a ciò che dice la Bibbia, allora non serve alcun'altra purificazione per quelli che muoiono in Cristo. Essi sono già stati purificati da Gesù:

"Tanto più dunque, essendo ora giustificati per il suo sangue, saremo per mezzo di Lui salvati dall'ira." (Romani 5:9)
"...sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù." (Romani 3:24)
"Non mi ricorderò più dei loro peccati e delle loro iniquità" (Ebrei 10:17)

L'apostolo Paolo sottolinea questo stesso punto:

"E tali eravate alcuni di voi; ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e mediante lo Spirito del nostro Dio." (1 Corinzi 6:11)

I veri Cristiani sono già stati purificati perché Gesù ha portato tutti i loro peccati sulla croce:

"...una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio." (Ebrei 9:26)
Ai figli di Dio non viene chiesto di soffrire per essere salvati, perché sono già stati acquistati e pagati a caro prezzo:

"Infatti siete stati comprati a caro prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio." (1 Corinzi 6:20)
Il prezzo pagato fu il sangue di Gesù Cristo:

"...la chiesa di Dio, che egli (Gesù) ha acquistata con il proprio sangue." (Atti 20:28)

camcris.altervista.org/purgat.html


Comincia a stufarmi, 'sta storia. [SM=x789048]

Troppo facile. [SM=x789062]

[Modificato da Claudio Cava 14/09/2006 0.46]

Mc Klaus
00giovedì 14 settembre 2006 01:24
Re: Re: Re:

Scritto da: =marco68= 13/09/2006 22.42



[SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816]
Claudio Cava
00giovedì 14 settembre 2006 01:33
Re: Re: Re: Re:

Scritto da: Mc Klaus 14/09/2006 1.24


[SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816] [SM=g27816]



Scommetto che pensavi alla Taxa Camarae [SM=x789049]

[SM=x789062]
maestro-seymour
00giovedì 14 settembre 2006 14:32
salve,
nn pensate ke il purgatorio nn esiste se ne avete paura...
il purgatorio esiste...
ma la parola di un povero uomo nn conta...
forse lo scoprirete un giorno, forse no... ma nn ne dubitate...
Claudio Cava
00giovedì 14 settembre 2006 15:02
Re:

Scritto da: maestro-seymour 14/09/2006 14.32
salve



Benvenuto [SM=g27823]

Ciao
Claudio
Mc Klaus
00giovedì 14 settembre 2006 18:37
Re:

Scritto da: maestro-seymour 14/09/2006 14.32





Paperopoli??????

[SM=x789048]
MauriF
00sabato 7 aprile 2007 12:12
Esiste il Purgatorio? Naturalmente! Le ragioni di tanta certezza non risiedono solamente nella fede, ma anche nell'approfondito studio della Scrittura e dei testi dei Santi Padri che la tradizione della nostra Chiesa Cattolica ci ha donato. Attraverso alcuni dei più significativi brani della Parola e ripercorrendo le più importanti tappe storiche desideriamo portarvi alla nostra medesima certezza. Il Purgatorio esiste e ve lo dimostriamo!

In molti si sono cimentati nel cercare di dare una spiegazione definitiva all’interrogativo circa l’esistenza del Purgatorio che, per noi cattolici, è una profonda e ben salda verità di Fede. Molti però non accettano l'idea di una purficazione dopo la morte, credendola una tradizione puramente umana e creata di recente. Persino alcuni storici di prestigio ritengono che la dottrina del Purgatorio sia stata inventata dalla Chiesa medievale. Secondo tali personaggi quindi nessuno avrebbe mai parlato prima di questa realtà ultraterrena. Dimostreremo che non è così. Anche qualche giornalista è di questo parere. Su un articolo del Corriere della Sera del 1 agosto 1999 si legge che il Purgatorio è nato con il MedioEvo. Dall'assurdità e dalla completa infondatezza di queste affermazioni nasce l’esigenza di difendere la verità sul Purgatorio. Innanzitutto che cos'è il Purgatorio per noi Cristiani? Acoltiamo ciò che dice il Catechismo della Chiesa Cattolica. Chiunque fosse interessato ad approfondire ulterioremente questo tema, potrà farlo consultando l'approfondimento sul Purgatorio presente nella sezione teologica del sito.


Che cos’è il Purgatorio?

Il Catechismo della Chiesa Cattolica (1030-1032) dice

1030 Coloro che muoiono nella grazia e nell'amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, ad una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del cielo.

1031 La Chiesa chiama purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt'altra cosa dal castigo dei dannati. La Chiesa ha formulato la dottrina della fede relativa al purgatorio soprattutto nei Concili di Firenze (621) e di Trento. (622) La Tradizione della Chiesa, rifacendosi a certi passi della Scrittura, (623) parla di un fuoco purificatore:
« Per quanto riguarda alcune colpe leggere, si deve credere che c'è, prima del giudizio, un fuoco purificatore; infatti colui che è la Verità afferma che, se qualcuno pronuncia una bestemmia contro lo Spirito Santo, non gli sarà perdonata né in questo secolo, né in quello futuro (Mt 12,32). Da questa affermazione si deduce che certe colpe possono essere rimesse in questo secolo, ma certe altre nel secolo futuro ». (624)

1032 Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: « Perciò [Giuda Maccabeo] fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato » (2 Mac 12,45). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, (625) affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti:
« Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre, (626) perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? [...] Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere ». (627)
MauriF
00sabato 7 aprile 2007 12:13
cosa dice l'antico testamento?


Abbiamo deciso di iniziare la nostra spiegazione apologetica riguardante il Purgatorio a partire dall’analisi di alcuni brani dell’Antico e del Nuovo Testamento proprio perché la dottrina sul Purgatorio nasce, come vedremo, all’interno della Sacra Scrittura e sebbene in molti si rifiutino di accettare questa verità essa è ben illustrata nella Parola di Dio!

Vi proponiamo la bellissima spiegazione data dal noto apologeta e direttore della rivista “Il Timone” Giampaolo Barra, nel corso di una delle sue seguitissime trasmissioni di Apologetica su Radio Maria.

Nell’Antico Testamento è di fondamentale importanza il capitolo 12 del secondo libro dei Maccabei, specialmente i versetti 43-46. Qui si narra di un episodio veramente significativo. Giuda Maccabeo, dopo avere vinto una decisiva battaglia per la nobile causa dell’indipendenza degli Ebrei, si reca sul campo di combattimento per seppellire i caduti. Si accorge che sotto la tunica di ciascun caduto vi erano oggetti idolatrici, oggetti dedicati agli idoli pagani e Giuda Maccabeo capisce, in quel momento, il perché questi soldati erano morti.
Dio li aveva puniti per questo grave peccato.

Cosa ci racconta la Bibbia?

Ci racconta che Giuda Maccabeo prega e fa pregare il popolo di Israele perché Dio perdoni il peccato commesso da questi soldati. Erano morti combattendo per una nobile causa, erano morti con “sentimenti di pietà” (lo dice il racconto biblico) e Giuda Maccabeo fa innalzare preghiere a Dio per i defunti. Questa è la prova che si credeva nella possibilità che i peccati dei defunti fossero perdonati, rimessi.
Si legge ancora nel racconto biblico Giuda Maccabeo fece una colletta e la “inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio” e la Bibbia dice che agì “in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della Risurrezione. Perché se non avesse avuta ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentavano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato” (2 Mac 12,43-45).

Dunque, ricaviamo subito un primo insegnamento. Quanto noi cattolici preghiamo per le anime dei nostri defunti siamo in perfetta sintonia, in perfetto accordo con quanto è insegnato nella Parola di Dio, fin dall’Antico Testamento. Facciamo un’opera “buona e nobile”, facciamo un’opera “santa e devota” quando preghiamo per i nostri defunti, proprio come ha fatto Giuda Maccabeo.
MauriF
00sabato 7 aprile 2007 12:13
cosa dice il nuovo testamento?


Abbiamo deciso di iniziare la nostra spiegazione apologetica riguardante il Purgatorio a partire dall’analisi di alcuni brani dell’Antico e del Nuovo Testamento proprio perché la dottrina sul Purgatorio nasce, come vedremo, all’interno della Sacra Scrittura e sebbene in molti si rifiutino di accettare questa verità essa è ben illustrata nella Parola di Dio!

Il Nuovo Testamento presenta ben tre brani significativi. Vi proponiamo (come abbiamo già fatto per l'Antico Testamento) la bellissima spiegazione data dal noto apologeta e direttore della rivista “Il Timone” Giampaolo Barra, nel corso di una delle sue seguitissime trasmissioni di Apologetica su Radio Maria.

Ricordiamo brevemente tre passi del Nuovo Testamento che alludono abbastanza chiaramente al Purgatorio.

Il primo lo troviamo nel Vangelo di san Matteo. Ascoltiamolo:

“Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo” (5,25-26)

Questo brano del vangelo di san Matteo è interessantissimo. Lasciamo agli esegeti il compito di approfondire il significato di questo passo, ma facciamo solo una considerazione. Delle due l’una: o Gesù, quando parla di questa prigione, intende una prigione terrena, come quelle che ci sono sulla terra (e allora, spiace dirlo, si è sbagliato: pensate a quanti esempi, soprattutto nella nostra Italia, si possono fare di persone che escono di prigione senza aver scontato tutta la pena), oppure Gesù parlava di una “prigione” non terrestre, prigione dove si sconta – quindi si purga – fino all’ultimo spicciolo, infallibilmente. E questa prigione dove, chi lo merita, sconta fino all’ultimo spicciolo è il Purgatorio.

Il secondo passo lo troviamo sempre nel Vangelo di san Matteo:

“Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell’uomo sarà perdonato; ma la bestemmia contro lo spirito non sarà perdonata né in questo secolo né in quello futuro” (12, 31-32)

Sant’Agostino, san Gregorio Magno e san Bernardo hanno visto in questo passo evangelico la chiara allusione alla possibilità che alcuni peccati, meno gravi della bestemmia contro lo Spirito, siano perdonati nella vita futura, quindi dopo una purificazione.

Ma il brano più importante viene da san Paolo. Ascoltiamo attentamente quanto l’Apostolo delle genti scrive nella sua prima Lettera ai Corinti:

“Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l’opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell’opera di ciascuno. Se l’opera che uno costruì sul fondamento resisterà, costui ne riceverà una ricompensa; ma se l’opera finirà bruciata, sarà punito; tuttavia egli si salverà, però come attraverso il fuoco” (1 Cor 3,10-17)

Anche per questo brano di san Paolo lasciamo il compito agli esegeti di spiegarci bene ogni particolare. Ma a noi resta un dato di fatto: san Paolo insegna che l’opera di quelli che hanno costruito la loro vita sul fondamento Gesù Cristo verrà provata, verrà giudicata. Se, nonostante abbiamo costruito meritoriamente su Gesù Cristo , l’opera verrà trovata imperfetta, costoro verranno puniti, ma non per sempre: si salveranno, però dopo essere passati per il fuoco purificatore.

Bene: questo è il Purgatorio. Vedete bene che la credenza nella esistenza del Purgatorio è fondata biblicamente. La credenze nella possibilità di scontare i propri peccati in Purgatorio è credenza fondata biblicamente. Credere che è necessario pregare per le anime del Purgatorio ha fondamento biblico.

Noi cattolici possiamo dunque stare tranquilli. La nostra fede è pienamente conforme all’insegnamento biblico.
MauriF
00sabato 7 aprile 2007 12:13
cosa dice la tradizione cristiana dei primi secoli?


Abbiamo deciso di iniziare la nostra spiegazione apologetica riguardante il Purgatorio a partire dall’analisi di alcuni brani dell’Antico e del Nuovo Testamento proprio perché la dottrina sul Purgatorio nasce, come vedremo, all’interno della Sacra Scrittura e sebbene in molti si rifiutino di accettare questa verità essa è ben illustrata nella Parola di Dio!

Come abbiamo già detto nella prefazione, non è difficile incontrare storici, giornalisti, o semplicemente gente sprovveduta credere che l’idea di Purgatorio sia stata inventata a tavolino nel Medioevo.
Badate bene però, se così fosse la tradizione storica tramandata dai primi cristiani non dovrebbe menzionare né fare alcun tipo di riferimento al Purgatorio, ma così non è…
Veniamo dunque alle più importanti testimonianze storiche dei primi cristiani partendo dalla più antica.

Epitaffio di Abercio

Nel secondo secolo (ci troviamo dunque intorno al 100 d.C.), la storia ha collocato un’importante testimonianza riguardante la credenza nella necessità di pregare per le anime dei defunti e quindi, ovviamente, del Purgatorio, anche se non lo si chiamava con questo nome. Tale documento prende il nome di “Epitaffio di Abercio”. In questo epitaffio leggiamo:

“Queste cose dettai direttamente io, Abercio, quando avevo precisamente settantadue anni di età. Vedendole e comprendendole, preghi per Abercio.” Abercio era un cristiano, probabilmente vescovo di Ierapoli, in Asia Minore il quale, prima di morire, compose di propria mano il suo epitaffio, vale a dire l’iscrizione per la sua tomba. Riflettiamo: Abercio invita quelli che visiteranno la sua tomba a pregare per lui. Invita a pregare per lui defunto, quindi per la sua anima. Si può facilmente comprendere come la Chiesa primitiva, la Chiesa dei primi secoli, credeva al Purgatorio e alla necessità di pregare per le anime dei defunti.

Il diario di Perpetua

Nell’anno 203,all’inizio del terzo secolo dopo Cristo ci perviene la più importante testimonianza. A farcela, attraverso il suo diario è la martire cristiana Perpetua morta il 7 marzo del 203 insieme ad altri cinque cristiani: Felicita, Revocato, Saturnino, Secundolo e il loro catechista Saturo.

Il diario ci narra un episodio importane. Perpetua, mentre è in prigione, ha una duplice visione.
Nella prima visione vede suo fratello Dinocrate, “morto a sette anni per un cancro che gli aveva devastato la faccia” al punto che, scrive Perpetua “la sua morte aveva fatto inorridire tutti”. Nella prima visione, Perpetua vede suo fratellino uscire “da un luogo tenebroso dove vi era molta altra gente; era accaldato e assetato, sudicio e pallido. Il volto era sfigurato dalla piaga che l’aveva ucciso”. E ancora, in questa prima visione, Perpetua vede suo fratello che tenta senza riuscirci di abbeverarsi ad una piscina e capisce che Dinocrate sta soffrendo. Non riesce ad abbeverarsi e questo era per lui motivo di grande sofferenza.

Perpetua prega per l’anima di suo fratello defunto. Il Signore ascolta le sue preghiere e in una seconda visione, Perpetua vede Dinocrate perfettamente guarito, in grado di abbeverarsi, capace di giocare come fanno tutti i bambini. Interpretando questa seconda visione, Perpetua scrive nel suo diario: “Mi svegliai e compresi che la pena (del Purgatorio) gli era stata rimessa”.

Le opere di Tertulliano

Un’altra preziosa testimonianza ci giunge da Tertulliano (ca 155 – ca 222) un pagano, convertito al Cristianesimo; divenne uno strenuo apologeta del cattolicesimo prima di cadere, purtroppo nell’eresia montanista.

Nel suo De Corona, Tertulliano scrive: “Nel giorno anniversario facciamo preghiere per i defunti”.

Nel suo De monogamia, scrive: “La moglie sopravvissuta al marito offre preghiere per la gioia di suo marito nei giorni anniversari della sua morte”, dove si intende bene che la moglie prega perché l’anima del defunto giunga presto alla gioia del Paradiso.

La testimonianza di Sant'Agostino

Sant’Agostino attesta la fermissima fede della Chiesa dei primi secoli nella esistenza del Purgatorio. Scrive: “Non si può negare che le anime dei defunti possono essere aiutate dalla pietà dei loro cari ancora in vita, quando è offerto per loro il sacrificio del Mediatore (qui sant’Agostino sta parlando del sacrificio della Santa Messa), oppure mediante elemosine” (De fide, spe, et caritate).

La testimonianza di Sant'Efrem di Siro

Scrive sant’Efrem di Siro, vissuto nel IV secolo (306-373) nel suo testamento: “Nel trigesimo della mia morte ricordatevi di me, fratelli, nella preghiera. I morti infatti ricevono aiuto dalla preghiera fatta dai vivi” (Testamentum). San Girolamo (ca 347 – 419 o 420) attesta che gli scritti di sant’Efrem erano letti pubblicamente in Chiesa, dopo la Sacra Bibbia.

Alla luce di questi bellissimi testi della tradizione cristiana appare fin troppo evidente come nella tradizione della Chiesa già a partire dal secondo secolo dopo Cristo i cristiani credevano fermamente nell’esistenza del Purgatorio, altro che Medioevo!
=omegabible=
00domenica 8 aprile 2007 08:31
re x Maurif
Più che le parole con te servono [SM=x789065] [SM=x789065] [SM=x789065] [SM=x789065] [SM=x789065] [SM=x789065] [SM=x789065] omega [SM=x789054]
kelly70
00domenica 8 aprile 2007 23:01
Re:

Scritto da: MauriF 07/04/2007 12.13
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La testimonianza di Sant'Agostino

Sant’Agostino attesta la fermissima fede della Chiesa dei primi secoli nella esistenza del Purgatorio. Scrive: “Non si può negare che le anime dei defunti possono essere aiutate dalla pietà dei loro cari ancora in vita, quando è offerto per loro il sacrificio del Mediatore (qui sant’Agostino sta parlando del sacrificio della Santa Messa), oppure mediante elemosine” (De fide, spe, et caritate).

La testimonianza di Sant'Efrem di Siro

Scrive sant’Efrem di Siro, vissuto nel IV secolo (306-373) nel suo testamento: “Nel trigesimo della mia morte ricordatevi di me, fratelli, nella preghiera. I morti infatti ricevono aiuto dalla preghiera fatta dai vivi” (Testamentum). San Girolamo (ca 347 – 419 o 420) attesta che gli scritti di sant’Efrem erano letti pubblicamente in Chiesa, dopo la Sacra Bibbia.





Ti rendi conto da solo dell'assurdità e della incredibile ingiustizia di quello che hai riportato o devo spiegartelo io?


[SM=x789071] [SM=x789073]

MauriF
00martedì 10 aprile 2007 19:35
Mi rendo conto dell'incredibile giustizia e dell'assoluta coerenza dottrinale di quello che ho riportato.
Claudio Cava
00martedì 10 aprile 2007 19:58
Re:

Scritto da: MauriF 10/04/2007 19.35
Mi rendo conto dell'incredibile giustizia e dell'assoluta coerenza dottrinale di quello che ho riportato.



Mauri, una domandina:

il Purgatorio e' o non e' un' invenzione umana?

Ciao
Claudio
MauriF
00mercoledì 11 aprile 2007 01:05
No
(Upuaut)
00lunedì 23 aprile 2007 21:30
Così come hanno abolito il limbo, si può benissimo abolire anche il purgaorio (ma anche l'inferno, il paradiso, Dio stesso...). Un'invenzione metafisica vale l'altra, e un invenzione si può sempre abolire.

=omegabible=
00lunedì 23 aprile 2007 23:50
Re x Upuaut
Eh no! questa volta non sono d'accordo.
Il purgatorio non lo possono abolire!!!! Ti rendi conto degli introiti che hanno per le messe a suffragio!!!!??????
Ehhh,si NO Purgatorio NO party!!!!!!!omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]
MauriF
00martedì 24 aprile 2007 07:41
Re:

Scritto da: (Upuaut) 23/04/2007 21.30
Così come hanno abolito il limbo, si può benissimo abolire anche il purgaorio (ma anche l'inferno, il paradiso, Dio stesso...). Un'invenzione metafisica vale l'altra, e un invenzione si può sempre abolire.




La dottrina ha la sua base sulla Parola.
Il Limbo era un'ipotesi teologica che esprimeva un'incertezza teologica, il Purgatorio invece è una verità di fede con solida base nella Parola.
=omegabible=
00martedì 24 aprile 2007 08:49
Re: Re:

Scritto da: MauriF 24/04/2007 7.41


La dottrina ha la sua base sulla Parola.
Il Limbo era un'ipotesi teologica che esprimeva un'incertezza teologica, il Purgatorio invece è una verità di fede con solida base nella Parola.



l'unica verità di fede è che tu a forza di baciare pile e ingoiare ostie ti sei ridotto così...omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]
MauriF
00martedì 24 aprile 2007 20:06
Io ti perdono e prego perchè il Signore ti perdoni per quello che dici.
=omegabible=
00mercoledì 25 aprile 2007 07:19
Re:

Scritto da: MauriF 24/04/2007 20.06
Io ti perdono e prego perchè il Signore ti perdoni per quello che dici.



Ma com'è umano lei!!!!....(dal film di Fracchia!!!) [SM=x789053] [SM=x789053] [SM=x789053] omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]
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