In centinaia per la contromanifestazione a Firenze

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Claudio Cava
00lunedì 28 maggio 2007 04:06

Slogan, striscioni e dibattiti per denunciare “la subalternità della politica alla Chiesa”

Ballano, si baciano, mano nella mano si fanno fotografare con il velo di tulle colorato in testa, qualcuno decide di cogliere l´attimo per sposarsi di fronte alle telecamere tv, celebrazione di gruppo, matrimonio gay. E´ la festa degli esclusi quella che va in scena nella piazza di fronte al Palacongressi. Dentro, le coppie regolari, le “famiglie normali” selezionate dal ministro Bindi per il question time con Romano Prodi. Fuori, tutto il resto. Si srotola un grande drappo fucsia, simbolo della laicità, si sventolano bandiere con la scritta “No Vat” (Vat, Vaticano), qualcuno alza cartelli contro il clero - che forse vede al suo ingresso anche il vescovo vicario di Firenze Claudio Maniago - come: “Incinta del mio parroco. Siamo una famiglia naturale?” e “Vergogna Bagnasco”. Lo sposalizio collettivo è celebrato da uno speaker che dal microfono urla «Per i poteri della laicità e dell´autodeterminazione io vi dichiaro quel che vi pare», con l´inossidabile “I will survive” come sfondo sonoro. Dentro “la famiglia” - una, unica, declinata al singolare - fuori tutte le complessità di un mondo fatto di unioni e affetti senza etichetta convocato in questa piazza dal comitato Facciamo Breccia, che ha annunciato da settimane la sua contromanifestazione.

Centinaia di persone spinte da urgenze diverse che protestano tutte insieme per denunciare, come spiega Graziella Bertozzo di Azione Gay e Lesbica, «la subalternità della politica alla Chiesa». In piazza anche femministe, studenti universitari, madri e padri di otto differenti etnìe che occupano da mesi un ex ospedale abbandonato sulle colline e non riescono ad ottenere un pullman che porti i loro sessanta bambini a scuola la mattina, il Movimento di Lotta per la casa che si batte contro gli sfratti e gli extracomunitari di un corteo antirazzista confluito qui «perché anche i migranti, come gli omosessuali e le famiglie “atipiche” temono l´esclusione e la perdita di dignità sociale», spiega Renato Buscarello di Facciamo Breccia.

Un solo blitz dentro al palazzo, quello di due esponenti della Lega italiana per le famiglie di fatto. Sono il consigliere comunale di Padova Alessandro Zan e Adele Parrillo, la convivente del fotografo Stefano Rolla caduto a Nassiriya che non venne ammessa al funerale di Stato perché non era una vera moglie. Con un fazzoletto sulla bocca e un cartello al collo, “Bindi non imbavagliare le famiglie”, entrano nell´auditorium del meeting. E´ Prodi ad accorgersi di loro, li indica a Rosy Bindi e subito interviene la vigilanza per allontanarli. «Una suora mi ha addirittura strappato il cartello», racconta Adele Parrillo. «E´ una vergogna». […]

Il testo integrale dell’articolo di Laura Montanari e Simona Poli è stato pubblicato su La Repubblica e può essere letto sul sito gaynews.it

www.uaar.it/news/2007/05/27/in-centinaia-per-la-contromanifestazione-a-...
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