In chat al posto dell'amica: denunciata

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Jon Konneri
00giovedì 18 novembre 2010 13:00
lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201011articoli/60591gi...

Vercelli, 17enne su Facebook
con la password della rivale
per scipparle il ragazzo
ALESSANDRO NASI
VERCELLI
S cusa, come fai ad essere qui davanti a me se io sto chattando con te su Facebook?». Parte da questa frase l’indagine della polizia Postale di Vercelli che ha portato, nel giro di tre mesi, alla denuncia di una minorenne di Prato Sesia, nel Novarese, che nel social network più famoso del mondo si spacciava per un’altra ragazza, sua conoscente, per poter corteggiare con un loro coetaneo.

Un gioco, uno scherzo per flirtare, senza rendersi conto che si trattava di un reato. «Spesso succede tra i giovani - spiega l’ispettore della polizia Postale di Vercelli Rocco Pergola - vedono in Facebook un’innocente terra di nessuno, senza capire che scambiarsi l’identità con un altro è un reato e può portare a conseguenze anche pesanti. Il fenomeno purtroppo è in aumento e su Facebook è molto facile». La ragazza, 17 anni, è stata denunciata al Tribunale dei minori «per accesso abusivo a sistema informatico e per violazione di corrispondenza privata». Un’accusa per cui si rischia anche più di un anno. Tutto parte ad agosto di quest’anno. La minorenne riesce, senza grandi difficoltà, ad impossessarsi dei dati d’accesso al profilo Facebook di una ragazza di Gattinara, di 22 anni, sua conoscente. Una volta scoperto l’indirizzo mail che la ventiduenne usa per fare il login ed entrare nel sito, la ragazzina risale alla password, rispondendo alla domanda di sicurezza. «E questo è uno dei punti più importanti che vanno evidenziati - commenta l’ispettore della Postale di Vercelli Rocco Pergola -: la ragazza aveva messo una domanda di controllo troppo facile. Bisogna sempre mettere risposte personali e riservate, non informazioni come la data di nascita o la città di residenza». Una volta entrata nel profilo della vittima, la giovane cambia subito la chiave d’accesso e inizia a scrivere e chattare con gli amici della 22enne. Obiettivo: conoscere e flirtare con un ragazzo che le piace. Non commette nessun altro reato e non usa le informazioni della vercellese per scopi illeciti. L’unico è quello di riuscire a scambiare qualche parola con il ragazzo dei suoi sogni.

La vittima per un po’ non si accorge della truffa: è l’incontro con un amico a farle aprire gli occhi. «Ma se tu sei qui con me come puoi essere online su Fb?». Torna a casa, prova ad entrare su Facebook e il messaggio di errore assomiglia molto ad un campanello d’allarme. La denuncia alla polizia Postale di Vercelli scatta subito e la squadra, coordinata dall’ispettore Rocco Pergola, inizia le indagini. Dopo poco meno di tre mesi gli agenti riescono a risalire all’indirizzo Ip della giovane e la raggiungono a casa di Prato Sesia dove la ragazza confessa tutto tra le lacrime.

E proprio nella settimana in cui arriva nelle sale il film su Facebook, scatta l’allarme sociale intorno all’uso del network più famoso. Tra i giovani ma non solo. Sì, perché le cronache, non meno di qualche settimana fa, riportavano il «colpo» subìto da Paola Letizia, 44 anni di Palermo, fatto da un hacker che, colpendo più l’orgoglio e i sentimenti che il portafoglio della donna, aveva svaligiato la sua casa virtuale, costruita in uno dei giochi di Facebook più noti: «Pet society». La donna non si è rassegnata, si è rivolta agli avvocati e ha presentato denuncia alla Procura di Palermo che ha aperto un’indagine. La polizia Postale sta dando la caccia al pirata che ha violato l’account di posta elettronica della donna, un’«introduzione abusiva e aggravata» nella corrispondenza elettronica: un reato punibile con una pena da uno a cinque anni. Per evitare un compito in classe di matematica aveva mandato due e-mail firmate «killer di professione», annunciando la presenza di ben 70 bombe all’interno dell’istituto. La bravata ha fatto finire nei guai una ragazzina che frequenta una scuola media in provincia di Bologna. A scoprirla sono stati i carabinieri, che l’hanno denunciata alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni con l’accusa di procurato allarme. La studentessa si è tradita perché per spedire le mail minatorie alla scuola, aveva utilizzato il computer della madre, a sua insaputa.

------------------------------------------------------------------------------------------------------
Mi sembra assurdo arrestare una minorenne che si voleva divertire un po , rischia un anno di carcere per un motivo simile , potevano darle qualche verbale di 1000 euro da pagare , come se i carceri fossero vuoti.maaa
santapazienzauno
00giovedì 18 novembre 2010 16:37
Re:
Jon Konneri, 18/11/2010 13.00:

http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201011articoli/60591girata.asp

Vercelli, 17enne su Facebook
con la password della rivale
per scipparle il ragazzo
ALESSANDRO NASI
VERCELLI
S cusa, come fai ad essere qui davanti a me se io sto chattando con te su Facebook?». Parte da questa frase l’indagine della polizia Postale di Vercelli che ha portato, nel giro di tre mesi, alla denuncia di una minorenne di Prato Sesia, nel Novarese, che nel social network più famoso del mondo si spacciava per un’altra ragazza, sua conoscente, per poter corteggiare con un loro coetaneo.

Un gioco, uno scherzo per flirtare, senza rendersi conto che si trattava di un reato. «Spesso succede tra i giovani - spiega l’ispettore della polizia Postale di Vercelli Rocco Pergola - vedono in Facebook un’innocente terra di nessuno, senza capire che scambiarsi l’identità con un altro è un reato e può portare a conseguenze anche pesanti. Il fenomeno purtroppo è in aumento e su Facebook è molto facile». La ragazza, 17 anni, è stata denunciata al Tribunale dei minori «per accesso abusivo a sistema informatico e per violazione di corrispondenza privata». Un’accusa per cui si rischia anche più di un anno. Tutto parte ad agosto di quest’anno. La minorenne riesce, senza grandi difficoltà, ad impossessarsi dei dati d’accesso al profilo Facebook di una ragazza di Gattinara, di 22 anni, sua conoscente. Una volta scoperto l’indirizzo mail che la ventiduenne usa per fare il login ed entrare nel sito, la ragazzina risale alla password, rispondendo alla domanda di sicurezza. «E questo è uno dei punti più importanti che vanno evidenziati - commenta l’ispettore della Postale di Vercelli Rocco Pergola -: la ragazza aveva messo una domanda di controllo troppo facile. Bisogna sempre mettere risposte personali e riservate, non informazioni come la data di nascita o la città di residenza». Una volta entrata nel profilo della vittima, la giovane cambia subito la chiave d’accesso e inizia a scrivere e chattare con gli amici della 22enne. Obiettivo: conoscere e flirtare con un ragazzo che le piace. Non commette nessun altro reato e non usa le informazioni della vercellese per scopi illeciti. L’unico è quello di riuscire a scambiare qualche parola con il ragazzo dei suoi sogni.

La vittima per un po’ non si accorge della truffa: è l’incontro con un amico a farle aprire gli occhi. «Ma se tu sei qui con me come puoi essere online su Fb?». Torna a casa, prova ad entrare su Facebook e il messaggio di errore assomiglia molto ad un campanello d’allarme. La denuncia alla polizia Postale di Vercelli scatta subito e la squadra, coordinata dall’ispettore Rocco Pergola, inizia le indagini. Dopo poco meno di tre mesi gli agenti riescono a risalire all’indirizzo Ip della giovane e la raggiungono a casa di Prato Sesia dove la ragazza confessa tutto tra le lacrime.

E proprio nella settimana in cui arriva nelle sale il film su Facebook, scatta l’allarme sociale intorno all’uso del network più famoso. Tra i giovani ma non solo. Sì, perché le cronache, non meno di qualche settimana fa, riportavano il «colpo» subìto da Paola Letizia, 44 anni di Palermo, fatto da un hacker che, colpendo più l’orgoglio e i sentimenti che il portafoglio della donna, aveva svaligiato la sua casa virtuale, costruita in uno dei giochi di Facebook più noti: «Pet society». La donna non si è rassegnata, si è rivolta agli avvocati e ha presentato denuncia alla Procura di Palermo che ha aperto un’indagine. La polizia Postale sta dando la caccia al pirata che ha violato l’account di posta elettronica della donna, un’«introduzione abusiva e aggravata» nella corrispondenza elettronica: un reato punibile con una pena da uno a cinque anni. Per evitare un compito in classe di matematica aveva mandato due e-mail firmate «killer di professione», annunciando la presenza di ben 70 bombe all’interno dell’istituto. La bravata ha fatto finire nei guai una ragazzina che frequenta una scuola media in provincia di Bologna. A scoprirla sono stati i carabinieri, che l’hanno denunciata alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni con l’accusa di procurato allarme. La studentessa si è tradita perché per spedire le mail minatorie alla scuola, aveva utilizzato il computer della madre, a sua insaputa.

------------------------------------------------------------------------------------------------------
Mi sembra assurdo arrestare una minorenne che si voleva divertire un po , rischia un anno di carcere per un motivo simile , potevano darle qualche verbale di 1000 euro da pagare , come se i carceri fossero vuoti.maaa



Eppure ci sono anche degli adulti che credono di divertirsi un po, però poi il divertimento diventa troppo triste e amaro... per l'illusione che le conseguenze sono nulle perché ci si trova in una realtà virtuale...non credevo fossero così severe le pene per i reati commessi in una realtà che tendiamo spesso sottovalutare, perché nascosti dietro un computer.





Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:44.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com