L'arte della mistificazione

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kelly70
00sabato 7 febbraio 2009 22:59

Eleonora Gitto

Ma perché i politici hanno la convinzione che i cittadini siano dei poveri deficienti da prendere comunque e sempre per i fondelli? Continuano a fare affermazioni assurde con una tale solennità e maestria da varcare come abili funamboli il confine tra realtà oggettiva e realtà inventata, riuscendo a farne quel miscuglio omogeneo definito “falsità”. E qui non c’entra nulla il concetto di verità e falsità che il filosofo Aristotele ci ha rimandato, qui si parla di vera e propria tecnica di mistificazione. Parte essenziale di questa tecnica, di cui hanno saputo farne un'arte, è conservare un riferimento parziale alla realtà, in modo da dare l'impressione di muoversi su un terreno noto che si potrebbe in ogni momento verificare. Una mistificazione sottile, giocata sul filo degli aggettivi, che porta a non pensare più, a seguire docilmente il discorso fino all'accettazione delle sue conclusioni: “Eluana potrebbe avere un figlio”.

Se si dovesse chiedere loro quale convinzione anima tanto accanimento e tanto zelo nel volere caparbiamente inseguire un decreto legge tanto inutile quanto incostituzionale, le risposte sarebbero date in stile slogan, belle e altisonanti parole edulcorate con tanti aggettivi e farcite con un po’ di ideologia , di retorica e di malsano buonismo. Ma basterebbe andare a fondo nella discussione per scoprire che le risposte attese non possono che essere superficiali perché dietro l’ “edulcorazione” non c’è competenza, preparazione: in poche parole la questione non la conoscono.
Se fossero padroni, non del buon senso, ma almeno della "conoscenza" probabilmente non saremmo costretti ad ascoltare espressioni e subire decisioni che offendono profondamente la nostra ragione.

Continuano a ripetere come un disco rotto:“difendere il diritto alla vita”, "non esiste la morte cerebrale", "finché il cuore batte c'è vita". Ma sanno di cosa parlano? Sanno che la morte cerebrale con conseguente espianto degli organi a “cuore battente” è già prevista nella nostra legislatura? Decreto Ministeriale 11 aprile 2008 , varato durante il governo Prodi, Ministro della salute Livia Turco. Tale decreto legge abbrevia i tempi per la certificazione della cosiddetta "morte cerebrale del neonato". In sostanza, i bambini e i neonati sono stati di fatto equiparati nei tempi della dichiarazione di "morte cerebrale" agli adulti, il tempo di osservazione è passato da 24 a sole 6 ore, oltremodo a sole 2 verifiche. Inoltre il decreto, mai avversato dal Vaticano, per la velocità con cui l’ex ministra l’ha proposto e fatto approvare, ha fatto sospettare che si voleva garantire l'espianto e la disponibilità di organi, di fatto ne facilita estremamente le procedure, soprattutto nella situazione di neonati figli di genitori disinformati.

Esiste un episodio legato a questo decreto che ha interessato la città di Caserta, infatti, lo scorso ottobre 2008, proprio in Campania si è avuto il primo espianto di organi subito dopo l'entrata in vigore del decreto Turco (decreto attualmente in vigore): un neonato espiantato a cuore battente considerato "donatore", ma che donatore non potrebbe definirsi, in quanto da neonati non si è nella legittimità di potersi definire tale.
Il neonato sfortunato di Caserta e i suoi organi sono andati in Danimarca, un Paese dalla legislazione, in materia di trapianti e donazioni, normale, contrariamente all'Italia ove, grazie alla cattolicissima ex ministra della salute Rosy Bindi, si passò nel 1999 alla "umana" norma del silenzio-assenso, cioè se un cittadino è distratto, o meglio disinformato, senza saperlo, finisce per dare, suo malgrado, il “consenso” all'espianto dei propri organi.

Il Vaticano non ebbe alcuna remora in merito a tale decreto, anzi, pronto offrì consensi e pareri positivi.
Il neonato di Caserta non è stato il primo caso di espianto veloce "a cuor battente". Già prima del decreto Turco, a Torino era accaduta la medesima cosa con un altro sfortunato neonato.
Come mai il Vaticano non è insorto come fa adesso per il caso Englaro? E’ presto detto: il caso Englaro è uno di quei motivi di "principio", che mina la stessa esistenza del Vaticano quale forza e potere politico. Insomma su questo “caso” c’è in atto un braccio di ferro, che ai nostri occhi appare azione indegna perché visto come bieco “sfruttamento” di un dramma umano, e che Clero e seguaci definiscono e fanno passare per “carità cristiana”.

Ma, nella sostanza vera e nei fatti, lo stesso Vaticano appoggia, sostiene la "morte veloce" e l'espianto degli organi, mitigando e, peggio, edulcorando il tutto nelle buone azioni di carità verso gli altri.

Ed ecco che il Clero da un lato confonde, con abile mistificazione, argomenti quali "sacralità della vita", "eutanasia", “testamento biologico” e dall’altro copre e sostiene le aberrazioni sui trapianti, le modalità e le metodiche. Non c’è che dire, è bravo questo Clero, che sfoggiando una nutrita esperienza secolare in materia, con un abile gioco delle tre carte, riesce sempre a teatralizzare la tragedia. Una teatralizzazione che serve anche al teatrino della politica. Tutti invocano all’unisono una legge per tutelare il “diritto alla vita”.

Certo è innegabile che la vicenda di Eluana Englaro ha reso necessario una legge che regolamenti il delicato tema del testamento biologico e le problematiche di fine vita. Una carenza che penalizza il nostro Paese. Arretratezza sociale, civile e legislativa che Eluana, e altri prima di lei, hanno pagato in prima persona. Se ci fosse stata una legge che le avesse permesso di redigere un testamento biologico, avrebbe potuto esprimere la sua ferma volontà di non essere mantenuta in vita qualora le fosse toccato un simile incubo. Meno male che l'Alta Corte di Cassazione le ha riconosciuto questo inviolabile diritto emettendo una sentenza che ha salvato anche la faccia a questo Paese perduto nel vortice del delirio oscurantista del Vaticano e delle sue appendici in Parlamento.



Ma poi, chissà perché questo“diritto alla vita” deve essere riconosciuto a un embrione e a un corpo tenuto in stato vegetativo da macchinari e farmaci in modo disumano e non è riconosciuto a chi tenta disperatamente di sopravvivere: alle migliaia di “morti bianche”; ai deportati del lager di Lampedusa; agli indiani arsi sulle panchine; ad Abdul; alle donne violentate, stuprate, uccise; ai bambini che muoiono di fame; ai morti seppelliti dal fango in un territorio flagellato che continua a crollare; ai morti di Sarno per spreco e abusivismo mai sanato; ai morti nella strage di Castelvolturno; ai morti per tumori e leucemie nei siti inquinati; ai morti della camorra alimentata da una politica corrotta e collusa; a chi non potrà curarsi perché ciò è vietato da un "decreto sicurezza".
L'elenco, cari politici, è davvero lungo. Perciò smettete tutti di "usare" Eluana per continuare a banalizzare le parole "diritto alla vita" : parole che sulle vostre bocche si svuotano di qualsiasi significato.

Lasciamo, tutti quanti, Eluana e la sua famiglia in pace. Cali un rispettoso silenzio di tutti su questa vicenda. Basta con le strumentalizzazioni! Troppo facile spostare l’asse dell’attenzione di tutti sul “caso Englaro” per distoglierla dalla realtà oggettiva, quella vera, quella che racconta con i numeri a quanti, quello stesso “diritto alla vita” di cui tutti si riempiono la bocca, ogni giorno viene negato. Un giochetto vecchio, un trucchetto facile in cui non caschiamo più.

www.resistenzalaica.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1526&...
=omegabible=
00sabato 7 febbraio 2009 23:26
RE


Condivido veramente in tutto!!!!
Razza di ipocriti e basta!!! [SM=x789071] [SM=x789071]



omega [SM=g27812] [SM=g27812] [SM=g27812]
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