Si avvicina inesorabilmente la visita pastorale del primo inquilino del Vaticano in Puglia.
Di qui a mezzo giugno è facile ipotizzare un crescendo rossiniano di peana e cori di cortigiana adulazione.
Dell’ammainabandiera di quasi tutta la politica locale avremo modo di occuparci, ahinoi, a più riprese nell’immediato futuro.
Oggi focalizzeremo l’attenzione su di un aspetto grottesco, se vogliamo, ma utile ad illustrare il clima da ventennio che avvolge la vicenda del pontificato ratzingeriano in ambito devoto.
Il quotidiano on-line “Petrus” ha lanciato, nei giorni scorsi, la proposta di ” far indossare a papa Ratzinger, per le celebrazioni liturgiche, i paramenti sacri appartenuti al suo predecessore pugliese e gravinese, servo di dio, Benedetto XIII”.
Il tutto per ” offrire al santo padre qualcos’altro oltre agli scenari di incomparabile bellezza” ecc ecc…
Il personaggio in questione , che occupò il soglio di Pietro dal 1724 al 1730 fu , come si evince dai biografi, persona assai zelante: confermò la dura condanna dei giansenisti opera dei predecessori,ma spesso dimostrò “semplicità ed ingenuità di fronte a situazioni e confidenze di persone più scaltre e senza scrupoli che abusarono della sua confidenza.”(fonte Wikipedia).
Nulla di particolare, anche se aggiungiamo le allora consuete condanne all’indice dei libri proibiti e le altrettanto ordinarie persecuzioni di eretici, apostati ed ebrei affidati alle capaci e caritatevoli cure dell’Inquisizione.
Nel frattempo, ci rincuoriamo molto nell’apprendere che ” anche dal sito nazionale e regionale dei Papaboys è giunto un entusiastico incoraggiamento.”
Di questi tempi è bene accontentarsi…
Fonte: FattiiDiritti
oknotizie.alice.it/go.php?us=10800af0550056dc