L' otto per mille cala e la burocrazia della cei dimagrisce

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kelly70
00domenica 21 giugno 2009 22:14

Un taglio di circa il 20% alle spese correnti degli uffici della Cei e – proprio mentre i vescovi italiani decidono di consacrare il prossimo decennio al tema dell' educazione (v. Adista n. 64/09) – al “Fondo per la catechesi e l' educazione cristiana”: e' questa, mentre rimangono invariati i fondi destinati alla “Carita'”, la conseguenza del calo percentuale delle firme dell' otto per mille destinato alla Chiesa cattolica italiana, gia' anticipato da Adista qualche mese fa (v. Adista n. 63/08).

La relazione sulla “Presentazione e approvazione della ripartizione e assegnazione delle somme derivanti dall'8‰ per l'anno 2009", curata dal segretario generale Cei, mons. Mariano Crociata, e presentata per l'approvazione all'ultima Assemblea Generale dei vescovi italiani (v. Adista n. 61/09), conferma infatti un calo dei fondi assegnati dallo Stato, in base alle firme in favore della Cei, dall'89,82% del 2008 al 86,02% del 2009: dai 1002,5 milioni di euro del 2008 (che facevano riferimento alle dichiarazioni del 2005 relative ai redditi del 2004) ai 967,5 milioni di euro del 2009 (che fanno riferimento alle dichiarazioni del 2006 relative ai redditi del 2005). Per l'esattezza, nel 2009 la Cei ha percepito 913,2 milioni versati dallo Stato come “anticipo”, e 54,3 milioni di euro di “conguaglio per le somme dell'anno 2006".


Questi numeri hanno portato un 'buco' da 34,9 milioni di euro nelle finanze della Cei - dovuto, spiega la relazione, “in parte (15,1 milioni di euro) all'aumento della percentuale delle firme per lo Stato, in parte (19,8 milioni di euro), alla diminuzione del conguaglio che si riceve ogni anno in gennaio” - che ha costretto i vescovi ad operare “qualche taglio” in alcune delle voci del proprio bilancio e a “svuotare”, per mantenere i livelli di spesa del 2008, il fondo “Accantonamento a futura destinazione per le esigenze di culto e pastorale e per gli interventi caritativi” dove erano stati collocati 42 milioni di 'avanzi' delle annate precedenti.


Ad aggravare ulteriormente un 2009 che per la Cei “rappresenta il punto minimo delle entrare dell'ultimo triennio”, la relazione preparata da mons. Crociata aggiunge che “quest'anno, in conseguenza della crisi dei mercati finanziari, potremo attingere dall'avanzo di gestione dell'esercizio 2008 le sole risorse necessarie a sostenere la carità del papa e gli aiuti alle Chiese dell'Europa orientale (11 milioni di euro)” mentre l'anno precedente “era stato possibile integrare la ripartizione con ben 21 milioni di euro”. In altre parole, se nel 2008 la Cei aveva chiuso in attivo e, a fine anno, aveva potuto 'rimpolpare' alcuni capitoli di bilancio con fondi aggiuntivi, quest'anno l'avanzo investito ha reso ben poco e basterà a coprire solo alcune delle 'elemosine' ufficiali.

Insomma, le prospettive per il futuro non sono rosee: “Da ciò – spiega infatti la Cei – deriva che potremo aspettarci aumenti significativi dei flussi dell'8‰ solo in presenza di incrementi del gettito fiscale e dal contestuale mantenimento della percentuale delle firme a favore della Chiesa cattolica”. Un fatto, quest'ultimo, che alla luce degli ultimi dati non sembra probabile.



La ripartizione dei fondi

Dei 967,5 milioni di euro percepiti quest’anno dalla Cei, 381,3 vanno all'Istituto Centrale di Sostentamento del Clero, con un aumento 'strutturale' di 8,3 milioni di euro; 205 milioni vanno alla carità, dato immutato per il terzo anno consecutivo, ma che rappresenta comunque solo il 20% circa dei fondi percepiti dalla Chiesa; infine, 423,2 milioni vanno al “culto e alla pastorale”, con una diminuzione di 1,3 milioni di euro rispetto all'anno precedente. Ma questo ridotto calo nasconde il fatto che, nel 2008, tale voce era stata rimpolpata nel corso dell'anno con ulteriori 21 milioni di euro di 'avanzo', cosa che – a quanto afferma la relazione – nel 2009 sarà impossibile.

All'interno di quest'ultima voce rientrano i fondi destinati alle diocesi, decurtati di 4 milioni a 156 milioni di euro, e quelli per l'edilizia di culto, 187 milioni, che calano di 8 milioni di euro, di cui tre milioni sottratti alla conservazione dei beni culturali della Chiesa. Crescono invece, con l'aumento delle cause e del personale, le spese per i tribunali ecclesiastici che si occupano delle cause matrimoniali, a 10,5 milioni di euro.

Sotto questa voce rientra anche il “Fondo per la catechesi e l'educazione cristiana”, che si occupa di “sostenere con sussidi la formazione catechetica e la sperimentazione educativa” e di contribuire, con “iniziative e proposte”, “alla matura formazione religiosa delle persone”: le sue disponibilità calano da 40,5 a 32,3 milioni di euro.


Tagli di 4,2 milioni anche alla voce “interventi di culto e pastorale di rilievo nazionale”, con la quale la Cei finanzia la sua vastissima rete di associazioni e lobby in ogni ambito della vita sociale: riceveranno per il 2009 'solo' 11,3 milioni di euro. E se i fondi per le spese di gestione della stessa Cei crescono di 700mila euro arrivando così a 14,7 milioni ciò è dovuto all'esigenza di “fare fronte a due iniziative straordinarie già programmate nell'anno corrente”, il Meeting degli insegnanti di religione cattolica (v. Adista n. 49/09) e l'Assemblea generale straordinaria di novembre. “Le esigenze operative – si legge nella relazione – avrebbero richiesto un incremento di circa due milioni di euro” ma questi due 'grandi eventi' avranno come conseguenza, come si diceva all’inizio, un “taglio di circa il 20% della disponibilità corrente degli Uffici e dei Servizi della Segreteria Generale”.



Il 'Sovvenire'

Buone notizie per la Cei non arrivano nemmeno dalle offerte deducibili (volontarie) dei fedeli per il sostentamento del clero: nel 2008 si registra un leggero calo sia nei fondi raccolti (16,5 milioni di euro, -1,4% rispetto all'anno prima) sia nel numero delle offerte (160.878, con una diminuzione del 6,2% rispetto al 2007). “Il risultato della raccolta resta cospicuo se paragonato a quello di altre raccolte fondi a livello nazionale”, osserva la relazione presentata ai vescovi: ma di fatto la Chiesa italiana raccoglie meno soldi 'volontari' dell'Unicef, di Telethon, della ricerca sul cancro e persino di ‘Medici senza frontiere’. La stessa relazione ammette che i fondi raccolti direttamente dei fedeli “non sono in grado di incidere in misura significativa sul fabbisogno complessivo del sistema di sostentamento del clero”. Preoccupante soprattutto il calo (-23%) delle raccolte con i bollettini distribuiti nelle parrocchie in occasione della Giornata nazionale del 'Sovvenire', che non è compensata dalla crescita del 50% della raccolta “tramite liste accuratamente selezionate di potenziali donatori”.



Lo scenario futuro

In conclusione, la relazione presentata da mons. Crociata ricorda che sarà prioritario, per il futuro, “provvedere alla ricostituzione del fondo” di ammortamento svuotato nel 2009, “che si rivela provvidenziale per contenere gli effetti delle ricorrenti oscillazioni delle risorse disponibili”. Tuttavia, la Cei afferma di poter guardare ai prossimi due anni, 2010 e 2011, con “prudente fiducia, in quanto il gettito Irpef degli anni 2006 e 2007 è cresciuto significativamente”. Le previsioni si basano però su un aumento delle firme a favore della Chiesa cattolica, con una crescita attesa all'87% per le dichiarazioni del 2007 e all'88% per quelle del 2008: se così sarà, si legge nella relazione, la Cei potrà ricostituire il fondo di riserva, il che è una “priorità assoluta, in previsione delle inevitabili contrazioni che il gettito dall'8‰ potrebbe subire negli anni 2013 e 2014, in corrispondenza con la possibile riduzione dell'Irpef del periodo 2009-2010, coincidente con l'attuale crisi economica”. (a. s.)

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