L'ultima sortita da Fort Apache

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kelly70
00mercoledì 26 marzo 2008 22:06


In genere gli eventi della politica sono incomprensibili per i comuni mortali, ma se, armati di pazienza, ci impegniamo nella ricerca dei nessi logici che li tengono insieme, arriviamo a capire senza problemi il gioco di interessi dei personaggi, apparentemente al di fuori di ogni sospetto, che ne tessono la trama.
Se ripensiamo ai misteriosi rapporti intercorsi negli ultimi tempi tra gli Stati Uniti e il Vaticano, sentiamo destarsi in noi un sensazione di sgomento al pensiero di quanta perversione e malafede agita le notti dei Potenti della Terra, che, per il loro squallido tornaconto, sono capaci di addivenire a qualsiasi compromesso.

Per convincersi di questa verità, è sufficiente puntare l'attenzione su quanto di poco chiaro è apparso nella vicenda dei preti pedofili americani e di conseguenza nei rapporti tra il cardinale Ratzinger e il Presidente Bush.

Nel maggio 2001, sull'onda delle denunce che si susseguivano contro i membri della Chiesa cattolica in seguito alle violenze perpetrate sui minori, Ratzinger - allora Capo della Congregazione della Dottrina della Fede - indirizzò una lettera ai vescovi di tutto il mondo, per informarli della sua decisione di avocare alla stessa Congregazione la gestione degli abusi, di imporre il segreto pontificio sui dibattimenti dei Tribunali ecclesiastici, sotto pena di scomunica per chi lo violasse, e di far durare dieci anni - a partire dal giorno in cui il minore compiva il diciottesimo anno di età - la giurisdizione della Chiesa.

Il principio che la Chiesa possa attriubuirsi dei privilegi e che questi siano intoccabili venne ribadito poi dal cardinale Bertone, che sostenne l'infondatezza della richiesta fatta a un vescovo di denunciare un prete pedofilo reo confesso.

Daniel Shea, difensore di alcune delle vittime, fece tuttavia notare ai giudici che "non c'era ragione perché le indagini dovessero iniziare solo dal momento in cui il minore raggiungeva la maggiore età" e John Beal, professore di diritto canonico presso l'università cattolica americana, affermò sotto giuramento che la lettera di Ratzinger aveva esteso la giurisdizione della Chiesa ai crimini di natura sessuale perpetrati dai suoi membri.

Tenendo conto anche del fatto che Ratzinger in quel momento era implicato in una azione di copertura di preti pedofili per la quale un Tribunale del Texas gli aveva rivolto una accusa molto seria, lo stesso Ratzinger fu invitato a comparire davanti ai giudici per ostruzione alla giustizia.

Qualche tempo prima delle elezioni presidenziali del 2004, Ratzinger mandò un'altra lettera ai vescovi cattolici americani con cui minacciava i candidati di non concedere loro i sacramenti, se avessero sostenuto apertamente il diritto di aborto.
La conseguenza fu che Kerry perse le elezioni, mentre Bush, che aveva scatenato la guerra in Iraq e fatto morire migliaia di innocenti, fu rieletto. Per ricambiare il favore il Presidente gli concesse poco dopo l'immunità diplomatica.

La conclusione a cui arriviamo dall'interpretazione di questi eventi è che tra i due Capi di Stato era stato stretto un patto non scritto per il quale il Papa attuale avrebbe aiutato il candidato repubblicano a vincere le elezioni e questi avrebbe operato in modo che l'immagine della Chiesa e del suo Capo non venisse offuscata. E i fatti che seguono sembrano confermarla.

Un fratello di Bush e Ratzinger hanno dato vita insieme a una Fondazione Ecumenica Svizzera. Lo stesso membro della famiglia Bush è accorso a congratularsi con Ratzinger, quando questi è stato eletto Papa. Ratzinger è intervenuto contro Kerry, ma non contro Clinton, che pure era favorevole all'aborto. Ratzinger si scaglia quasi tutti i giorni contro l'aborto, ma non ha mai detto una parola contro la guerra in Iraq. Il Dipartimento di Giustizia, chiamato a rispondere sulla richiesta di estradizione, ha atteso quasi due anni per rispondere.

La sortita da Fort Apache è stata resa possibile dal concorso di eventi favorevoli, che in futuro difficilmente potranno ripresentarsi. Il fenomeno dei preti pedofili, infatti, si va estendendo a macchia d'olio, per cui la credibilità della Chiesa cattolica negli Stati Uniti è oramai prossima allo zero, e i cristiani evangelici non si oppongono più all'aborto, né sono interessati ad appoggiare i repubblicani alle prossime elezioni.
D'altra parte la scarsità delle risorse energetiche e il crollo dell'economia americana costringeranno il governo italiano a ad avvicinarsi ai Paesi che le producono.

La Chiesa cattolica ha già perduto l'Austria, la Spagna, l'Irlanda e la Polonia, che erano considerate le sue roccaforti tradizionali in Europa. Una volta perduto pure gli Stati Uniti e dato per scontato che l'Italia dovrà rispettare quanto prima le risoluzioni della Ue riguardanti i diritti civili, non le resteranno più carte da giocare sulla scacchiera intenazionale, con le conseguenze che ognuno può immaginare.

Trotzky
www.resistenzalaica.it/index.php?option=com_content&task=view&id=1005&...
Frances1
00venerdì 28 marzo 2008 15:30

La Chiesa cattolica ha già perduto l'Austria, la Spagna, l'Irlanda e la Polonia, che erano considerate le sue roccaforti tradizionali in Europa. Una volta perduto pure gli Stati Uniti e dato per scontato che l'Italia dovrà rispettare quanto prima le risoluzioni della Ue riguardanti i diritti civili, non le resteranno più carte da giocare sulla scacchiera intenazionale, con le conseguenze che ognuno può immaginare.



Non mi pare che la CCR abbia perduto roccaforti quali il Portogallo e la Polonia. Quest'ultima poi, ha varato una legge antiaborto che in pratica riduce allo zero la possibilità di ricorso all'interruzione di gravidanza, con la conseguenza che gli aborti clandestini negli ultimi mesi sono triplicati. L'Austria rappresenta un caso a parte, in quanto da quelle parti nazionalismo, conservatorismo e omofobia non hanno radici religiose, bensì politiche. In Portogallo la situazione è stagnante, il che significa che non peggiora né migliora. Sul campo occidentale, paesi quali Italia, Portogallo e Spagna, guarda caso, sono quelli che patiscono i maggiori disagi nell'ambito dei diritti civili e nelle politiche salariali. Un bell'intreccio tra politica, religione, poteri "occulti" non può che produrre miseria, dittatura e disinformazione. Chi parla del "bel paese" come di un paradiso terrestre guarda ad un Italia che non c'è più. Mentre la geografia dei paesi più civilizzati si estende a quelli una volta considerati inferiori come la Spagna, l'Italia è rimasta dietro al progresso, un errore che sta pagando e continuerà a pagherà in termini di immagine, benessere e libertà.
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