L’ultimo amore, estremo e disperato

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
kelly70
00giovedì 21 giugno 2012 01:06
Perché l’amore, la passione, la gelosia, la violenza e perfino l’omicidio dovrebbero essere prerogative dei giovani, e non dovrebbero travolgere anche gli anziani, ultrasessantenni, ultrasettantenni o più ultra ancora? Succede sempre più spesso che si formino coppie di anziani, anziani con anziani o anziani con giovani. Uno dei più bei romanzi d’amore l’ha scritto Guy de Maupassant, s’intitola Forte come la morte, e forte come la morte è appunto l’amore. Se è forte come la morte, resiste alla morte, è un’illusione d’immortalità. E infatti in Maupassant lui muore alla fine, ma l’amore continua, e sul letto di morte invoca la presenza dell’amata, vuol morire guardandola.

Solo che c’è un brutale colpo di scena, che sull’amore tra anziani la dice lunga. La passione del pittore era prima verso una coetanea, poi alla fine si trasforma bruscamente in un’attrazione infrenabile, inguaribile, mortale, per la figlia di lei: nella figlia vede la madre rinata, e amandola ha l’impressione non solo di amare una donna tornata ragazza, ma di tornare ragazzo a sua volta.

È questa la molla degli amori tra anziani. Tornar giovani, ricominciare da capo (detto tra parentesi: allontanare la morte). L’amore è un arresto della vita, la blocchi, pronunci le immortali parole di Faust: «Férmati o attimo, sei bello». Perché non dovrebbero cercare quest’attimo gli anziani, i vecchi? Perché non dovrebbero bloccare la vita, loro che stanno per perderla? Nella tarda età le passioni esplodono, è umano che succeda, ed è umano che siano forti come e più delle passioni giovanili. Conosco una signora che ha passato i settanta, è stata abbandonata dal marito (al solito, per una più giovane), ha trovato un coetaneo e lo definisce «la ciliegina sulla torta»: è pronta a morire per lui, come non era per il primo marito. Gelosia, violenza e omicidio nelle coppie giovanili sono meno spiegabili che nelle coppie anziane. Perché i giovani che hanno una relazione hanno quell’occasione, ma se va male ne avranno tante altre. Mentre per gli anziani che hanno una relazione suona la campana: o quella o niente più. Perciò l’amore degli anziani è violento, è estremo, e non conosce condizioni di età, di lingua, di religione, di classe sociale. Quando il vecchio viene messo da parte dalla famiglia, e accudito soltanto dalla badante, nel suo caso si sommano due contrari: la famiglia, per la quale ha consumato la vita, non se ne cura, e una straniera, per la quale non ha fatto niente, lo assiste a tempo pieno. Non è raro che il vecchio, morendo, lasci quel che può, anche tutto, alla badante. Al momento di andarsene pensa a chi l’ha amato, aiutato, servito. Non vede che la badante. E la ricambia. Le badanti sono sole, immerse in un ambiente ostile, di altra lingua, altra cultura. Come il vecchio: nella casa crescono altri poteri, altri interessi, lui è un estraneo, non conta più niente. Badante e, chiamiamolo così, badato, hanno molto in comune. Normalmente nasce gratitudine, gentilezza, amicizia, ma se fanno un altro passo, nasce l’amore.

L’amore dei vecchi è più brutale di quello dei giovani, perché è un amore all’antica. Una vecchia canzone dice: «Ma se ti trovo / in compagnia, / te l’ho giurato, / ti ammazzerò». E così va, in effetti: c’è chi la uccide solo perché parla con un altro. Oppure perché lei si conserva meglio, è desiderabile e dunque certamente è desiderata. La si ammazza per questo, credendo di fare giustizia. È sbagliato dire che la vecchiaia è saggezza. La vita è una sequenza di sbagli, e la vecchiaia ha questo di brutto: dice che non c’è più tempo, bisogna tirare i conti. Ognuno tira i suoi, nessuno è contento, e ognuno cerca di arraffare più che può.

spogli.blogspot.it/
=omegabible=
00giovedì 21 giugno 2012 17:26


[SM=x2517577] Kelly, non c'è bisogno che tu mi rincorra per avere una risposta!!! [SM=g2283909] [SM=g2283909]

Quello descritto è un fenomeno sociale che secondo me non va incoraggiato perchè è sommamente ingannevole.
L'uomo,fin dalla nascita sà che deve morire e a questo ineluttabile destino sà che non potrà sottrarsi in alcun modo.
Io ho educato il mio pensiero nel corso della mia vita in questa prospetttiva e non solo, mi sono altresì educato a fare le cose che l'età poteva consentirmi in quel tempo.
Derogando da questi pensieri è chiaro che si crea una discrasia di notevole spessore che porta inevitabilmente a situazioni che non portano altro che ad una sofferenza terribile all'annullamento della quale molti ricorrono al suicidio.
La vita dell'uomo non può essere intessuta di chimere ma piuttosto di realtà quotidiane che nel loro quotidiano accadimento dovrebbero rammentare sempre il mio assioma.
La saggezza viene dagli antichi e da qualche parte è scritto :

3:1 Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
3:2 C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
3:3 Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
3:4 Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
3:5 Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
3:6 Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
3:7 Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
3:8 Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
.................
Qoheleth


[SM=x789061] [SM=x789059]


Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 20:23.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com