Re:
Rainboy, 16/11/2007 15.56:
Su che base affermi che caratteristiche "antropomorfiche" relative alla "figura" di Dio dovrebbero essere intese come aventi "probabilità zero"?
E che cosa intendi per "caratteristiche antropomorfiche"?
Sicuro di non confonderti con l'utilizzo dei cosiddetti "miti" teologici?
Beh Mauri, se non erro il cattolicesimo non crede in un generico "essere divino" che ha creato l'universo. Crede piuttosto in un essere che ha creato l'universo allo scopo di destinarlo all'uomo, che pensa secondo schemi umani e concepisce i termini della morale umana, al punto da volerli addirittura correggere quando secondo lui diventano degenerati; che inoltre "ama infinitamente" l'uomo, che lo ha formato a sua immagine e somiglianza, che comunica con lui, che si interessa a lui, che lo stermina quando diventa troppo cattivo e gli promette ricompense e alleanze quando si sveglia di buon umore; che sceglie popoli eletti, detta comandamenti, effettua profezie, invia la propria progenie sulla Terra a scopo educativo, nomina vicari, effettua miracoli, e infine... si appresta a distruggere tutto il creato e addirittura a far risorgere tutti i morti al fine di verificare in un plateale processo senza giuria, se gli umani si sono dimostrati conformi ai suoi dettami.
Ecco, questi sono i principali aspetti antropomorfi di cui parlo. Molti di essi sono verificabili o per meglio dire falsificabili, per esempio la magia, i miracoli, i deliri; altri sono perlomeno studiabili, come le presunte descrizioni storiche; altri ancora sono talmente assurdi che non meritano altra risposta se non la pura osservazione del mondo circostante, e tolto tutto ciò, quello che resta mi sembra più che altro il tentativo storico di molta gente che viveva nel dolore della fame, della malattia e dell'ignoranza, di dare un senso compiuto alla propria esistenza.
Immagino tu classifichi queste osservazioni come l'apice della banalità e della confusione di chi non ha (ancora) conosciuto la vera luce. Come persona sensibile mi spiace di tale punto di vista, ma in fondo se tu non lo pensassi forse non saresti ciò che sei, e io non trarrei riflessioni significative nel leggere il tuo pensiero su questo forum.
Caro Rainboy,
Devi stare attento quando prendi in mano la Bibbia, a non fare come fa un fondamentalista ma ad applicare, quantomeno, il cosiddetto metodo critico-storico.
Questo perchè i libri della Bibbia sono la storia di Dio che si rivela all'uomo.
Tale rivelazione è progressiva e se ne possono delineare le tappe...
Vi è proprio una pedagogia.
La rivelazione di Dio all'uomo non può che essere espressa, dall'uomo stesso, se non in forma di "miti", cioè di strutture espressive che permettono di comunicare parziali aspetti di una verità trascendente.
Se, quindi, mi citi i "capricci" di Dio nell'Antico Testamento, stai facendo l'errore di prendere per la "definizione ebraica di Dio", ciò che è semplicemente un tentativo teologico umano ancora rozzo, di spiegare Dio.
Ci sono svariati concetti teologici che Dio fa crescere nell'uomo...e se ne può notare chiaramente la progressiva maturazione.
Riguardo alla creazione dell'universo, la teologia non è propriamente quella che hai delineato.
L'universo è stato creato perchè Dio è amore e, in quanto tale, tende a diffondere se stesso.
La naturale diffusione dell'amore è la creazione che, in se stessa, non ha senso "strumentale"...ma è amata in ogni sua singola parte dal creatore.
L'uomo è solo il culmine della creazione, cioè l'ulteriore se non estrema diffusione dell'amore di Dio.
Questa non è una "antropomorfizzazine" di Dio ma, viceversa, è l'espressione del massimo grado di naturale diffusione dell'amore.
In che senso?
Nel senso che una creatura creata "capace" della divinità e quindi in grado di scegliere liberamente nell'amore, è la massima espressione della diffusione d'amore.
Il creare creature che, scegliendo liberamente l'amore, possono essere rese compartecipi della divinità di Dio.
Riguardo a "come" Dio si rivela all'uomo e lo guida a Se...
E'ovvio che non può che abbassarsi al suo livello e "parlare la sua lingua".
Bisogna poi considerare anche se vi sono elementi che orientano una certa modalità di rivelazione...
Mi sembra che tu abbia un'idea molto riduttiva di rivelazione nel contesto biblico.
Non considero affatto queste tue conclusioni come causate dalla "nebbia di chi non conosce ancora Dio"...ci mancherebbe.
Le considero solo frutto di qualcosa che non hai ancora avuto il tempo di affrontare seriamente ed onestamente.
Ti basi su luoghi comuni...spesso è proprio una "riluttanza religiosa" la più brutta bestia con la quale un non credente deve fare i conti.
Infatti non sono tanti i non credenti che hanno trovato la "forza" di affrontare l'argomento con dedizione oggettiva.
Ciao
Mauri