La Binetti: esaudite le mie preghiere sul decreto

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kelly70
00martedì 25 dicembre 2007 21:50


Onorevole Paola Binetti, ieri su «Il Foglio» ha raccontato di avere «pregato e sperato che lo Spirito Santo scendesse sull’ aula del Senato» contro il ddl sicurezza, caduto poi per un errore nel testo. Crede di essere stata esaudita? «La certezza non l’ avrò mai. Ma io avevo messo tutta me stessa per non far approvare ciò che non ritenevo giusto, e alla fine avevo detto “no”, anche scandalizzando per la mia fermezza di valori. Ma non sarebbe servito». E si è rivolta a Dio? «Sì, sono abituata a mettere nelle mie azioni mezzi propri, ma anche di raccomandarle a Dio. E avevo detto “Signore, se tu puoi, mettici una mano”. E poi è saltato fuori l’ errore». Pensa alla Provvidenza? «Era proprio nel punto contro cui io avevo lottato. È una catena di casualità che personalmente ho vissuto con lo stupore colmo di gioia di chi dentro di sé dice: “Grazie Signore, da sola proprio non ce l’ avrei fatta”». Le era già capitato di pregare per un provvedimento specifico? «Tutte le mattine prego per la mia attività. L’ Opus Dei è proprio la santificazione del lavoro. Naturalmente nulla è automatico. È questo il mistero. […]

Ci sono suoi colleghi che chiedono l’ intervento dello Spirito Santo nella politica italiana? «Ma certo. I credenti in Parlamento sono più numerosi di quanto si pensi. Molti non capiscono che noi non ci mettiamo sotto le alte gerarchie della Chiesa, ma sotto la protezione di nostro Signore. Come i bambini pregano Gesù perché gli porti qualcosa, o i malati chiedono la guarigione». In quale altra occasione ha ringraziato Dio per l’ aiuto ricevuto? «Nel referendum sulla fecondazione assistita. Caspita se avevo pregato molto. E mica solo io! Avevamo tutti contro e invece vincemmo». […]

Fonte: il Corriere della Sera di ieri
archivio.corriere.it/archiveDocumentServlet.jsp?url=/documenti_globnet/corsera/2007/12/co_9_07122...
kelly70
00martedì 25 dicembre 2007 21:59
Re:

kelly70, 25/12/2007 21.50:



Onorevole Paola Binetti, ieri su «Il Foglio» ha raccontato di avere «pregato e sperato che lo Spirito Santo scendesse sull’ aula del Senato» contro il ddl sicurezza, caduto poi per un errore nel testo. Crede di essere stata esaudita? «La certezza non l’ avrò mai. Ma io avevo messo tutta me stessa per non far approvare ciò che non ritenevo giusto, e alla fine avevo detto “no”, anche scandalizzando per la mia fermezza di valori. Ma non sarebbe servito». E si è rivolta a Dio? «Sì, sono abituata a mettere nelle mie azioni mezzi propri, ma anche di raccomandarle a Dio. E avevo detto “Signore, se tu puoi, mettici una mano”. E poi è saltato fuori l’ errore». Pensa alla Provvidenza? «Era proprio nel punto contro cui io avevo lottato. È una catena di casualità che personalmente ho vissuto con lo stupore colmo di gioia di chi dentro di sé dice: “Grazie Signore, da sola proprio non ce l’ avrei fatta”». Le era già capitato di pregare per un provvedimento specifico? «Tutte le mattine prego per la mia attività. L’ Opus Dei è proprio la santificazione del lavoro. Naturalmente nulla è automatico. È questo il mistero. […]



Ma guarda un pò il Signore cosa si va a inventare...l'articolo sbagliato...non sarà invece che i politici italiani sono tutti incapaci???

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Ci sono suoi colleghi che chiedono l’ intervento dello Spirito Santo nella politica italiana? «Ma certo. I credenti in Parlamento sono più numerosi di quanto si pensi. Molti non capiscono che noi non ci mettiamo sotto le alte gerarchie della Chiesa, ma sotto la protezione di nostro Signore. Come i bambini pregano Gesù perché gli porti qualcosa, o i malati chiedono la guarigione». In quale altra occasione ha ringraziato Dio per l’ aiuto ricevuto? «Nel referendum sulla fecondazione assistita. Caspita se avevo pregato molto. E mica solo io! Avevamo tutti contro e invece vincemmo». […]

Fonte: il Corriere della Sera di ieri
archivio.corriere.it/archiveDocumentServlet.jsp?url=/documenti_globnet/corsera/2007/12/co_9_07122...




Ahhhhhhhhhhhh ecco svelato l'arcano... l'intervento dello Spirito Santo...e guarda un pò come siamo ridotti...infatti Prodi partorisce le finanziarie per opera dello Spirito Santo... [SM=x789065]

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Questa è fuori di testa... [SM=g8799]
kelly70
00venerdì 28 dicembre 2007 20:44
Scalfari: Non nominate il nome di Dio invano


Mi hanno molto colpito i pensieri e le parole scritte nei giorni Scorsi dalla senatrice Paola Binetti e da lei affidate in una lettera al “Foglio” che, a quanto lei stessa scrive, è ormai il suo giornale di elezione. Il testo di quella lettera è stato poi integralmente ripubblicato dal “Corriere della Sera”. E di nuovo la senatrice ha ripetuto e ancor più estesamente formulato i suoi pensieri in un dialogo sulla “Stampa” con Piergiorgio Odifreddi. Il tema di questi interventi è singolare. Viene affrontato per la prima volta nel mondo e per la prima volta nella Chiesa cattolica da parte d’un cattolico militante che si riconosce in un partito ed ha un seggio nel Senato della Repubblica. Si tratta dell’intervento di Dio nella formulazione delle leggi, sollecitato dalle preghiere della senatrice devota. Ricordo il caso per completezza di informazione. Si votò pochi giorni fa in Senato la conversione in legge del decreto sulla sicurezza. Tra Le varie norme ce n’era una che configurava come reato di razzismo la discriminazione nei confronti degli omosessuali effettuata con atti o parole di istigazione a discriminare. La Chiesa si allarmò per timore che la sua predicazione che considera l’amore tra omosessuali una devianza contro natura venisse giudicata reato penalmente perseguibile. Reclamò la cancellazione di quella norma e invitò esplicitamente i parlamentari cattolici a votare contro di essa. Si trattava con tutta evidenza d’un intervento e d’una interferenza che violavano in modo grave le disposizioni concordatarie. Talmente scoperta - quell’interferenza - da richiedere una protesta formale del governo nei confronti della Santa Sede. Protesta che invece e purtroppo non c’è stata. Il governo però, a sua volta allarmato dai possibili effetti di quell’interferenza clericale, pose la fiducia sul decreto e sui singoli articoli. I molti parlamentari cattolici che fanno parte della maggioranza votarono la fiducia pur con qualche disagio di coscienza. La Binetti, anch’essa con qualche disagio di segno opposto, votò invece contro la fiducia, cioè contro il suo partito e il suo governo, in obbedienza al dettame della gerarchia ccclesiastica romana. Il Partito democratico nel quale la senatrice milita decise di mostrare comprensione per il suo voto di dissenso e di non applicare nei suoi confronti alcuna censura politica. Quanto alla norma concernente l’omofobia, essa fu approvata per un solo voto. Quello contrario della Binetti (e l’altro egualmente contrario del senatore a vita Giulio Andreotti) furono infatti compensati da altri voti. Forse ispirati, questi ultimi, dal demonio. Non si sa e non si saprà mai.

Fin qui il caso Binetti. Niente di speciale: un caso di coscienza che avrebbe potuto far cadere il governo il quale riuscì tuttavia ad ottenere la fiducia e passare ancora una volta indenne in mezzo a tante traversie. Trasferitosi l’esame della legge alla Camera, dove il governo dispone d’una più solida maggioranza, si scoprì però che proprio quell’articolo sull’omofobia era affetto da un errore di redazione. Si menzionava infatti come punto di riferimento della norma una direttiva dell’Unione Europea contenuta in un trattato che risultò non essere quello citato ma un altro. Insomma una citazione sbagliata, un errore di sbaglio come si dice in casi analoghi con qualche ironia. Per evitare che l’emendamento dovesse nuovamente implicare un voto del Senato, il governo decise alla fine di far cadere l’articolo in questione per poi ripresentarlo in altro modo e con altro strumento legislativo. Normale gestione d’una situazione parlamentare complicata.

Ma ecco a questo punto insorgere un secondo caso Binetti. Ben più clamoroso del precedente, anche se per fortuna senza effetti parlamentari immediati. E sono appunto le lettere al “Foglio” e il dibattito sulla “Stampa” dove la senatrice sostiene la tesi del Miracolo. L’errore di sbaglio, la citazione incomprensibilmente sbagliata non si può attribuire, secondo la Binetti, ad una trascuratezza umana. Quella trascuratezza c’è indubbiamente stata, ma non è né dolosa né colposa. E’ talmente macroscopica e impensabile che non può che essere stata effetto d’un “intervento dall’Alto” - così testualmente scrive la Binetti - stimolato dalle sue preghiere. La senatrice enumera altri casi di leggi e norme da lei ritenute indispensabili per il bene della comunità e della morale, che sono State approvate in Parlamento e da lei attribuite ad altri “interventi dall’Alto”, anch’essi stimolati dalle sue Preghiere. Altre norme da lei desiderate e altre preghiere da lei elevate al cielo non hanno invece trovato ascolto (è sempre la senatrice che Parla) ma ella non dispera che lo troveranno in un prossimo futuro. Siamo di fronte ad un caso che, come ho prima accennato, non ha riscontro nella storia né parlamentare né religiosa di nessun Paese. Leggi e norme sull’approvazione delle quali si sarebbero verificati interventi di Dio in accoglienza di preghiere di parlamentari. Come giudicare simili affermazioni? Una presunzione inaudita? Un disturbo mentale? Una fede capace di muovere le montagne e quindi nel caso specifico di ottenere risultati parlamentari altrimenti inspiegabili? Una forma di fondamentalismo ideologico che può suscitare un anti-fondamentalismo di analoga natura ma di segno diverso?

Mi permetto di segnalare alla senatrice Binetti che il tipo di preghiere da lei elevate a Dio affinché intervenga nella legislazione italiana sono decisamente in contrasto con la costante dottrina della religione da lei professata. E’ curioso che la senatrice non se ne renda conto. È ancor più curioso che sia io a segnalarglielo. Ciò crea una situazione a dir poco comica. Divertente. Paradossale. La dottrina cattolica infatti ha costantemente incoraggiato la preghiera dei suoi fedeli. La preghiera privata ma soprattutto quella liturgica, tanto meglio se effettuata pubblicamente e coralmente nelle chiese o in qualsiasi sede appropriata. Ha anche indicato - la dottrina - quale debba essere l’oggetto della preghiera. Non già invocare Dio a compiere miracoli su casi concreti come la guarigione da una malattia o, peggio, un beneficio immediato, una promozione, una vincita alla lotteria, l’ottenimento d’un posto di lavoro e simili. L’approvazione di un articolo o di un comma o la vittoria d’un quesito referendario non sono state mai contemplate in questa casistica, ma ritengo che possano logicamente rientrarvi. Impegnare il nome e l’intervento di Dio in questi “ex voto” avrebbe piuttosto l’aria d’una provocazione e sfiorerebbe la blasfemia violando il comandamento mosaico che fa divieto di “nominare il nome di Dio invano”. L’oggetto della preghiera deve essere solo quello di chiedere a Dio che la sua grazia discenda sull’orante, che lo aiuti a sopportare il dolore e la sofferenza, che non lo induca in tentazioni, che lo liberi dal Male (cioè dal peccato), che fortifichi il suo amore per il prossimo. Perciò lei fa benissimo, senatrice Binetti, a pregare affinché la grazia discenda su Giuliano Ferrara (nella sua lettera al “Foglio” c’è scritto anche questo) volendo, potrebbe anche cimentarsi a chiedere che la grazia divina scenda su di me. Non me ne offenderei affatto e sarebbe carino da parte sua. Ma coinvolgere Dio nella discussione parlamentare, questo, gentile senatrice, è una bestemmia di cui forse lei dovrebbe confessarsi. Però da un sacerdote scelto a caso. Se va da sua eminenza Ruini sarebbe sicuramente assolta in terra. In cielo non so.

Post scriptum. “Il giusto modo di pregare è un processo di purificazione interiore. Nella preghiera l’uomo deve imparare che cosa egli possa veramente chiedere a Dio, che cosa sia degno di Dio. Deve imparare che non può pregare contro l’altro. Deve imparare che non può chiedere le cose superficiali e comode che desidera al momento, la piccola speranza sbagliata che lo conduce lontano da Dio. Deve purificare i suoi desideri e le sue speranze”. Queste parole si leggono nell’enciclica “Spe Salvi” di Benedetto XVI, a pagina 64 nell’edizione dell’”Osservatore Romano”. Le rilegga, senatrice, e cerchi di capirne bene il senso. Soprattutto non si autogiustifichi: il Papa, nella pagina seguente, ne fa espresso divieto.

Il pezzo è di ieri, ma rimane sempre attuale e intelligente. Un ringraziamento a Stefano Grassino per la segnalazione della notizia e a Carlo Ristori per il testo (che mi sono permesso di “scippare” dalla mailing list, non trovandolo sul sito).

Notizia inserita da Valentino Salvatore su UAAR

Fonte: La Repubblica

www.repubblica.it/
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