La politica demografica della Chiesa cattolica

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kelly70
00sabato 14 maggio 2011 20:24
di Raffaele Carcano

Raffaele Carcano

L’ONU ha recentemente rivisto al rialzo le stime sulla crescita della popolazione mondiale. Pare, sostengono le Nazioni Unite, che alla fine del secolo il pianeta sarà abitato da oltre dieci miliardi di homines più o meno sapientes. Se non si ammazzeranno prima: perché le risorse disponibili non sono certo illimitate. Soprattutto in Africa, dove si concentrerà quasi in esclusiva l’aumento di oltre tre miliardi di persone rispetto alla popolazione odierna.
L’esplosione della bomba demografica è stata annunciata per la prima volta oltre due secoli fa dal pastore anglicano Thomas Malthus. Le sue catastrofiche previsioni non si sono mai tradotte in pratica soltanto perché la spinta all’aumento era, allora, quasi esclusivamente europea, e trovò una valvola di sfogo nel colonialismo, nell’emigrazione e nel progresso tecnologico. Quello stesso progresso ha, in seguito, limitato i danni prodotti dalla crescita esponenziale della popolazione dei paesi in via di sviluppo, ma non sembra più essere capace di svolgere questo ruolo.
L’Africa è un gigantesco arsenale di stati la cui popolazione è composta da una maggioranza di giovani senza grandi (e nemmeno piccole) prospettive, e la cui unica speranza è il trasferimento nel mondo occidentale. Che però sembra incapace di assorbire da solo una massa così enorme di esseri umani disperati. Nemmeno l’approdo di nuove nazioni a regimi democratici sarà particolarmente d’aiuto. Anzi, le esperienze del 1979 in Iran e del 1991 in Algeria provano che, quando un regime autoritario crolla, un altro regime di stampo religioso è pronto ad approfittare della maggior libertà per prendere il potere. Non è un caso che i cattolici e più in generale i cristiani temano questa prospettiva, sentendosi più tutelati da autocrati corrotti che dai leader dei movimenti religiosi concorrenti.

I mass media legati al Vaticano hanno dato ben poco risalto al rapporto ONU. La circostanza non sorprende affatto: sfruttando il suo status di osservatore permanente al Palazzo di vetro, e di membro votate durante le conferenze internazionali, la Santa Sede continua a operare affinché la crescita della popolazione sia ancora più massiccia di quanto previsto. In Africa i cattolici costituiscono una minoranza (come peraltro anche negli altri continenti, America Latina esclusa) e, al di là delle statistiche del Vaticano, di cui è conclamata l’assoluta inattendibilità, le conversioni sono numericamente poco significative. L’impegno diretto nel continente è, tutto sommato, limitato: anzi, al di là dell’enfasi posta sull’attività missionaria, Oltretevere tendono piuttosto a sguarnire le già magre schiere dei sacerdoti autoctoni trasferendoli nelle parrocchie della ricca Europa.
Una scelta di cortissimo respiro, un atteggiamento apparentemente incomprensibile per una religione profondamente proselitista nel continente che conoscerà un’enorme crescita della popolazione.
A meno che la strategia vaticana non sia quella di favorire sia l’incremento esponenziale delle nascite, sia il trasferimento in massa di africani nel nostro paese. Un dubbio legittimo, visto sia il business legato ai centri di accoglienza (le Caritas si fanno pagare profumatamente dallo Stato ogni ospite che alloggiano), sia il condizionamento sociale che – persino Ruby per una volta insegna – porta sempre più giovani immigrati ad abbracciare il cattolicesimo professato da chi dà loro una concreta prospettiva lavorativa.

Una eventualità funesta. Tanto più che il Vaticano non sembra aver mai elaborato, né qui né altrove, un progetto concreto di sviluppo compatibile con una Terra sovrappopolata. Molto probabilmente la Chiesa cattolica si limita soltanto ad agire in base alla Tradizione (quella che dice ‘no’ a ogni controllo delle nascite, e che concentra i sacerdoti laddove possono ricevere maggiori benefici ecclesiastici). Ma il dubbio resta, ed è un dubbio che Benedetto XVI dovrebbe fugare al più presto. Spiegando, per filo e per segno, come ritiene che un’umanità di quindici miliardi di persone (a tanto si arriverebbe rapidamente senza pianificazione familiare) possa evitare di portare al collasso il pianeta.

Raffaele Carcano*


* Studioso della religione e dell’incredulità, curatore di Le voci della laicità, coautore di Uscire dal gregge, segretario UAAR

NB: le opinioni espresse in questa sezione non riflettono necessariamente le posizioni dell’associazione.

 articolo originale http://www.uaar.it/news/2011/05/11/politica-demografica-della-chiesa-cattolica/

Max Cava
00sabato 14 maggio 2011 21:31
Gentile Sig. Carcano,

La CCR, come ogni altra associazione, politica e non, ha l'obbiettivo principale nell'avere più adepti, simpatizzanti, li chiami come vuole, possibile.

É un dato di fatto, basta guardare dove l'incremento demografico é più massiccio, che l'islam ci invaderà... pacificamente e quindi?

Questo non prendere posizione, che corrisponde a prenderla, é semplicemente una azione di "legittima difesa"!

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