La smentita

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kelly70
00lunedì 14 gennaio 2008 21:19
Il sesso nel cristianesimo e nella Chiesa
Il motivo: il diverbio sull'insegnamento della Chiesa riguardo al sesso. Riporto da altro thread:

http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7144027


x Kelly,

Leggiti l'enciclica...
E se non ti basta cerca, nel magistero (Catechismo della Chiesa Cattolica) qualche insegnamento a sostegno della tua tesi...

Capirai che molte persone se lo sono inculcato loro nella mente quest'insegnamento del quale abbiamo parlato...

Ti sfido io a smentire quello che ho detto.




Ahahahahahahahahahahahahaaaaa

Fai finta di non capire eh?????????

Cosa me ne faccio di una enciclica del XXI secolo con una parvenza di apertura??????

Ma con chi ti credi di parlare???????

Ma le hai lette le invettive dei secoli passati dei papi e dei padri della chiesa contro il sesso?????????????????

Lo vedi che NON rispondi alle domande ma giri la frittata a tuo piacimento e poi dai dell'ignorante agli altri???????

Cosa devo smentire??????????????

Ci sono secoli di storia che testimoniano quello che ho detto e tu fai finta che non esistano??????

E credi di tappare la falla con una enciclica tappabuchi????????

Fammi un favore Mauri, stai zitto perchè mi viene da vomitare.



Anche se Cascioli non ti è simpatico non me ne frega niente, quello che riporta è documentato, non credo che se lo sia inventato [SM=g27828]

E questo è solo l'inizio...

La Madre Badessa [SM=p1420241]

P.S. E' ovvio che nel catechismo queste cose non ci sono, infatti io mi riferivo al fatto che la chiesa per secoli ha imposto queste idee e adesso se ne esce con la sua bella enciclica per pararsi il [SM=x1420282] .

A buon intenditor.... [SM=x789062]




Se Adamo ed Eva non avessero commesso il peccato di disobbedienza mangiando il frutto che gli era stato proibito da Dio, gli esseri umani procreerebbero, secondo il Cristianesimo, in una "santa gioia" che, coinvolgendo soltanto lo spirito, permetterebbe all’uomo di usare gli organi riproduttori senza compiere il peccato mortale della concupiscenza che è intrinseco nel piacere sessuale. Come prova dimostrante che il cedere alle tentazioni della carne è motivo di riprovazione e di condanna da parte di Dio, i sostenitori della morale cristiana ci dicono che Adamo ed Eva, presi da vergogna subito dopo aver compiuto l’atto, nascosero i loro attributi genitali con una foglia di fico.


Come conseguenza di questo primo coito eseguito da Adamo ed Eva dietro la tentazione di un serpente, si venne a creare il cozzo tra il "bene", che imponeva all’uomo di procrearsi escludendo ogni ricerca di piacere, e il "male" che lo spingeva invece a godere il più possibile dei piaceri sensuali.

Che la Chiesa sia stata sempre contraria ad ogni rapporto sessuale sin dagli inizi della sua fondazione ci viene dal fatto che essa concesse ai suoi seguaci il permesso di sposarsi soltanto quando, in seguito alla mancata realizzazione di una profezia che dava per imminente la fine del mondo, fu costretta a riconoscere che l’interdizione ad ogni forma di accoppiamento avrebbe portato all’estinzione della specie umana.

Costretta quindi a riconoscere l’indispensabilità della fecondazione, la Chiesa, aggiudicatosi il ruolo di moralizzatrice, autorizzò i matrimoni dietro la condizione che i coniugi si attenessero nella maniera più scrupolosa alle leggi della sua morale.



Costituiti di conseguenza i canoni che stabilivano ciò che era lecito e ciò che era illecito, la Chiesa si garantì della loro osservanza imponendo ai suoi seguaci di dichiararli a dei controllori che, in qualità di confessori, decidevano in nome di Dio quale era la punizione da darsi sotto forma di penitenze che variavano secondo la gravità dei peccati che poteva essere veniale o mortale. (Che la confessione sia stata l’arma più valida del Cristianesimo per costruire il proprio imperialismo, ci viene dal fatto che la Chiesa, imponendola ai re e agli imperatori cristiani, poteva controllare attraverso il loro confessore personale tutte le decisioni di Stato).


Codice Morale

Perché si possa capire l’oscurantismo e l’ottusità della morale cristiana, riporto alcuni passi del suo codice morale riguardante le relazioni sessuali:

1. Non si commette peccato se i coniugi compiono l’atto sessuale senza provare piacere. (Casistica).

Fu in seguito a questo precetto che le donne per non compiere il peccato di concupiscenza, di cui poi dovevano confessarsi (molto probabilmente ce ne sono ancora di queste), recitavano durante il coito: "Non lo fò per piacer mio ma per dare un figlio a Dio".

2. Se durante il coito uno dei due coniugi desidera ardentemente l’altro, costui compie peccato mortale. (S. Geronimo - Teologo).

3. I palpeggiamenti che precedono il coito, da considerarsi peccato veniale se si limitano a semplici carezze, assumono una gravità mortale se sono eseguiti con baci sugli organi genitali e sulla bocca e soprattutto se con l’introduzione della lingua. (Debreyne - Teologo).

4. Il coito tra marito e moglie deve essere praticato non più di quattro volte al mese. (Sanchez- Teologo) 5) Non è peccato se ad un coito compiuto durante il giorno ne segue un altro nella notte successiva. (Sant’Alfonso de Liguori - Teologo).



5. Non è peccato se uno dei coniugi si ritira dal coito prima di emettere semenza. (Ciò perché si credeva che anche la donna producesse liquido seminale). (Sanchez- Teologo).

6. Poiché l’uomo s’indebolisce prima, la donna commette peccato se pretende due prestazioni consecutive. (Zacchia- Teologo).

7. Tra gli atti preliminari del coito sono considerati veniali la penetrazione del membro nella bocca e l’introduzione di un dito nell’ano della donna. (Codice ecclesiastico).

8. Commette grave peccato mortale l’uomo che misura la lunghezza del proprio pene. (Monsabré - Teologo).

9. La masturbazione femminile, considerata veniale se eseguita sulla parte esterna della vagina, diventa peccato mortale se viene praticata con l’introduzione delle dita o di altro qualsiasi strumento. (Debreyne - Teologo).

10. Poiché il distendersi sul dorso è contro natura, per non commettere peccato la donna deve eseguire il coito mostrando all’uomo la sua parte posteriore. (Casistica).



11. Quando una donna dice di essere stata violentata dal demonio, affinché si possano esaminarne gli effetti, si deve eseguire un’approfondita analisi su di essa osservandone minuziosamente la vagina e l’ano. (Per farci un’idea di come venivano operati questi controlli dai padri inquisitori nei conventi quando le suore erano possedute dal demonio, basta riportare ciò che scrissero alcuni testimoni ai fatti: "Il vizio dei teologi inquisitori si realizzava in cerimonie scandalosamente oscene" (Margaret Murray).

"La curiosità dei giudici era insaziabile, essi volevano conoscere tutto dei rapporti sessuali che le monache avevano avuto con il demonio entrando in ogni più piccolo dettaglio" (Henry Lea). (Una prassi che si pratica ancora oggi nei confessionali), e Jacques Fines, cronista del tempo, scrive di aver visto gli inquisitori stessi violentare le suore durante i loro accertamenti. (Praticamente gli inquisitori sostituivano le dita con il membro).

12. Perché il coito non costituisca peccato, lo sperma deve essere lasciato nell’interno della vagina oltre le labbra dell’utero (Ultra uteri labra). (Zacchia -Teologo).

13. Per combattere la frigidità che si dimostrava attraverso la mancata erezione del pene, se si dovevano far celebrare tre messe secondo Sanchez, per gli altri teologi era invece più efficace ricorrere all’esorcismo o alla pratica della comunione.

14. Il coito anale non costituisce peccato mortale se viene concluso nella vagina. (Sanchez -Teologo).

15. I seminaristi e i giovani preti commettono solo peccato veniale se arrivano all’eiaculazione attraverso semplici carezze. (Diagonali).

16. Contrariamente alla polluzione involontaria che non genera colpa, è da ritenersi peccato gravissimo la masturbazione perché essa, secondo a chi si rivolge il pensiero, corrisponde all’adulterio, all’incesto e allo stupro. La masturbazione diventa poi un orribile sacrilegio se l’oggetto del desiderio è la Beata Vergine Maria. (Sanchez - Teologo).

Basterebbe soltanto questo, cioè considerare che i preti possono ammettere che ci si possa masturbare davanti all’immagine della Madonna, per comprendere a quali livelli di perversione può addurre la morale cristiana!





Repressione Sessuale



L’osservanza di questi precetti, imposta attraverso i confessionali, portò i fedeli ad un soffocamento così eccessivo, che la Chiesa stessa fu costretta, per evitare una reazione di rivolta, a concedere delle feste carnascialesche perché le masse potessero sfogare la loro repressione.

<>. (Da una lettera inviata da Padre Tillot nel 1444 alla facoltà di teologia di Parigi ).

Queste feste orgiastiche volute dalla Chiesa per scaricare i propri seguaci della pressione che in essi si accumulava a causa della repressione sessuale, andarono avanti fino al 1700 assumendo spesso un carattere estremamente dissacratorio soprattutto quando venivano eseguite nell’interno delle stesse chiese.

"A queste cerimonie, oltre alla popolazione, vi partecipavano anche i preti appartenenti al clero povero. Questi preti intervenivano soltanto a cerimonia iniziata presentandosi, secondo l’usanza, ballando e cantando versi osceni perlopiù travestiti da donne. I riti religiosi venivano parodiati offrendo al posto dell’ostia salsicce di sangue e bruciando scarpe vecchie al posto dell’incenso. Bevendo senza ritegno, si mischiavano tra la folla e tra rotti e vomiti mostravano il loro astio contro la repressione ecclesiastica facendo delle imitazioni caricaturali dell’erotismo e ripetendo le mosse del coito e della masturbazione e, sempre nell’ambito dei travestimenti, ce n’erano di quelli che montavano altri preti mascherati da monache. E poiché in queste occasioni era tutto permesso, sacrilegamente costoro si esaltavano sessualmente in lente danze ecclesiastiche che trovavano più eccitanti se accompagnate da lenti canti mortuari. Erano delle vere feste baccanali nelle quali, nella maniera più esplicita, il popolo reagiva contro la repressione della morale cristiana esaltando Satana.



Ma la repressione sessuale che veniva così mitigata nel mondo religioso esterno con l’autorizzazione di orge collettive, produsse i suoi danni in quei luoghi, mi riferisco ai conventi, dove non essendo permesso nessuno sfogo fisico si cercò di soddisfare il sesso con illusori accoppiamenti eseguiti dai religiosi con partners spirituali: le suore con Gesù Cristo e i monaci con la Vergine Maria.

Questi penitenti, che nella nomenclatura religiosa vengono chiamati "mistici", impegnandosi per una convinzione derivante dal plagio a rispettare nella forma più assoluta l’osservanza di una morale che basa la perfezione spirituale nella rinnegazione di ogni piacere che viene dalla carne, in realtà non erano, come lo sono, che degli esaltati illusi di poter reprimere impunemente quelle leggi naturali che impongono la riproduzione attraverso lo sfogo degli istinti sessuali.

Il dramma che essi vivono, originato da una perenne astinenza corredata da continue sevizie sul proprio corpo per castigarlo quale fonte di concupiscenza (sevizie che li rendono dei perfetti masochisti), produce in costoro quegli stati di alienazione mentale che se per la Chiesa sono "estasi", per la psicanalisi sono invece allucinazioni derivanti da "turbe psichiche da repressione sessuale".

Il Dottor Caufeinon afferma che "la non soddisfazione dei bisogni sessuali è una delle cause più potenti a generare l’isterismo" e aggiunge a proposito dei conventi: "Se la vita claustrale favorisce questa malattia nervosa non è soltanto per l’astinenza sessuale ma anche per la preghiera incessante a cui le monache sono sottoposte, per la vita contemplativa e le continue preghiere a cui bisogna aggiungere l’eccitazione nervosa data dalla continua preoccupazione delle terribili punizioni che gli riserva la giustizia divina per i loro peccati".

Gli psicologi Dupré e Logre spiegano ampiamente come le estasi non siano altro che nevrosi mistiche dovute a deliri d’immaginazione e il Dottor Murisier nel suo libro "Malattie del Sentimento Religioso" dimostra come <>.

James Leuba, specializzato in psicologia religiosa, chiaramente accusa la Chiesa di essere una costruttrice di pazzi quando afferma: <>.

L’Abate Jacques Gauden riporta in un suo scritto: <>.

Non potendo evitare tali nefaste conseguenze attraverso un intervento diretto come aveva risolto per le masse con l’autorizzazione di orge periodiche, la Chiesa ha risolto ogni accusa che poteva essere diretta alla sua falsa morale trasformando la pazzia in santità.

Gli arrossamenti della pelle caratteristici delle vergini, delle vedove e di tutti coloro che sono costretti a una vita solitaria, non sono che il primo sintomo di un’isteria derivante da una prolungata insoddisfazione sessuale. Il dramma, di natura psicofisica, si esterna attraverso infiammazioni cutanee che possono essere dirette dalla volontà su quelle parti del corpo su cui si concentra l’interesse del soggetto, come nel caso degli asceti che, avendo come scopo quello di imitare Cristo, anelano rivivere le sofferenze della passione concentrando il loro pensiero sulle ferite prodotte dalla crocifissione. Gli arrossamenti non sono che una dilatazione delle vene dovuta a una concentrazione sanguigna che, oltre al dolore, può causare delle uscite di sangue in seguito alla lacerazione dei tessuti. È il caso delle ferite che appaiono nelle mani e nei piedi dei grandi asceti, dei quali si può portare come esempio Padre Pio il quale affermava che le sue stigmate erano state precedute da macchie rosse accompagnate da un forte dolore.


D’altronde, esempi di esteriorizzazioni della volontà attraverso manifestazioni fisiche li troviamo, oltre che nell’uomo e negli animali in quelle che sono le erezioni del membro quando sono causate dal pensiero, anche in quel fenomeno epidermico che determina il mimetismo negli animali.



Sesso nei monasteri

Che l’isterismo causato dalla repressione sessuale sia retaggio dei monasteri ci viene confermato dal detto popolare: "Se per soddisfare le depravazioni di un paese è sufficiente un solo demonio, per soddisfare quelle di un convento non ne bastano mille.

Più le regole imposte nelle comunità sono severe e tanto più la perversione tende a coinvolgere in massa i loro componenti che, in un alternarsi di profumi di fiori e di esalazioni di zolfo, entrano in vere e proprie orge collettive che la Chiesa, attribuendole all’azione dei demoni, risolve furbescamente attraverso gli esorcismi invece di affidarle alla psichiatria.

Tra l’infinità dei casi riportati dalle cronache, citiamo come esempio, per dimostrare l’oscurantismo esistente nella religione cristiana, il rapporto firmato da quattro vescovi presenti agli esorcismi eseguiti nel convento di Auxonne: << Le monache vomitano spaventose bestemmie durante le sante messe e i riti eseguiti per liberarle dalla possessione diabolica. I loro corpi sono marcati da segni di certa natura soprannaturale eseguiti dai demoni. Le monache assumono durante gli esorcismi posizioni che per essere eseguite abbisognano di una forza sovrumana come il prosternarsi per terra con la punta del ventre intanto che il corpo arcuato si protende in aria oppure piegandosi a cerchio a tal punto che la testa tocca la punta dei piedi ecc.ecc.>>

...e ancora: "Nel convento di Nazaret a Colonia, le monache si allungavano per terra e come se avessero un uomo sopra, ripetevano i movimenti del coito".

Nel convento di Louviere in Belgio, "le orge collettive si consumavano in un alternarsi di estasi, durante le quali le suore in ginocchio invocavano Gesù, e di crisi nevrasteniche nelle quali porgevano le parti posteriori scoperte al Demonio che sollecitavano a possederle".

A questo punto, dopo esserci soffermati brevemente su questi deliri psichici di cui la Chiesa si è tolta ogni responsabilità che possa scaturire dalla sua imposizione all’astinenza attribuendoli all’azione del Demonio, passiamo ad esaminare quelli che, nel colmo di una sfrontatezza senza limiti, sono stati trasformati da crisi epilettiche in estasi santificanti.



Estasi e Santi



Santa Margherita Maria Alacoque, fatto voto di castità a quattro anni ed entrata in convento a otto, comincia ad avere i primi contatti estatici con Gesù, "suo fidanzato", a quindici.

Dalla sua biografia:

<>.

<< Ero di natura così delicata che la più piccola sporcizia mi rivoltava lo stomaco. Gesù mi rimproverò così energicamente per questa mia debolezza che io reagii contro di essa con tanta decisione che un giorno pulii con la mia lingua il pavimento sporco del vomito di una malata. Egli mi fece provare tanta delizia in questa azione che avrei voluto avere l’occasione per farlo tutti i giorni >>. (Masochismo da delirio isterico)




<< Una volta che avevo dimostrato una certa ritrosia nel servire una malata di dissenteria, Gesù mi rimproverò così severamente che, per riparare, mi riempii la bocca dei suoi escrementi; li avrei ingurgitati se la Regola non avesse proibito di mangiare fuori dei pasti. (Idem)

<>. (Coito vissuto fisicamente attraverso l’immaginazione).

Il ripetersi di atti di masochismo che si alternavano a estasi nelle quali Maria Alacoque viveva nella maniera più carnale gli accoppiamenti con Gesù, che lei chiamava il "mio fidanzato", furono così frequenti che fanno di essa, secondo gli psicologi, un classico caso di erotomania isterica.

La Chiesa, approfittando della credulità e dell’ignoranza umana, ha dato origine all’apostolato del Sacro Cuore basandosi sulle affermazioni di una ninfomane le cui estasi rivelatrici non sono altro, nella realtà dei fatti, che crisi catalettiche provocate dall’assoluta repressione sessuale.

Come accadeva ad altre Sante mistiche, così, anche a Margherita Alacoque, appariva continuamente la Madonna.

<>. Questa intromissione della Madonna nei rapporti amorosi tra le Sante e Gesù trova giustificazione nel bisogno che avevano di avere il consenso della madre di colui che esse amavano in una maniera quanto mai clandestina attraverso le loro estasi. La relazione amorosa, avendo un carattere sessuale e quindi peccaminoso, dava a loro un complesso di colpa del quale cercavano di liberarsi, per godere pienamente degli accoppiamenti, non solo ottenendo il consenso della madre del loro amante ma anche rendendolo pubblico attraverso le loro autobiografie. Che le biografie siano la loro catarsi, cioè la liberazione di un senso di colpa, ci viene dimostrato dal fatto che esse le usano come una confessione liberatoria nella quale descrivono tutti i particolari dei loro orgasmi tanto da renderle dei veri trattati di pornografia.


Santa Maria dell’Incarnazione, dopo aver sollecitato Gesù, suo sposo ad unirsi a lei con parole che hanno veramente poco di spiritualità: <>,così racconta nella sua biografia ciò che provava nell’isteria delle sue estasi "Nei rapimenti mi sembrava di avere nel mio interno delle braccia che io tendevo per abbracciare colui che tanto desideravo>>.

Santa Guyon, asceta e penitente, scrive che in un’estasi Gesù l’aveva portata in un bosco di cedri dove c’era una camera con due letti e a lei, che gli aveva chiesto per chi fosse l’altro letto, egli gli aveva risposto: <>, e riferendosi poi ai piaceri sessuali che raggiungeva nelle estasi, scrive ancora nel suo libro. << Io arrivavo a possedere Gesù non nella maniera come s’intende spirituale attraverso il pensiero, ma in un modo così tangibile da sentire la partecipazione del corpo nella maniera più reale>>.

Quando poi ritornava nella normalità, si fa per dire, ritenendo il corpo responsabile di questi suoi peccati, si accaniva contro di esso infiggendosi le sevizie più atroci: <>.

Dalla biografia di Sant’Angela da Foligno: <<...Durante le estasi era come se fossi posseduta da uno strumento che mi penetrava e si ritirava strappandomi la carne...Venivo riempita d’amore e saziata di una pienezza inestimabile...Le mie membra si frantumavano e si rompevano di desiderio mentre io languivo, languivo, languivo...Quando poi rinvenivo da questi rapimenti d’amore mi sentivo così leggera e appagata da voler bene anche ai demoni...>> . (Bellissima descrizione della quietudine dei sensi che segue l’orgasmo!).

Sant’Angela da Foligno era così consapevole che i piaceri che provava durante le estasi erano di natura sessuale che ella stessa dichiara di essere vittima di un "vizio che non oso nominare", un vizio di concupiscenza del quale cercava di liberarsi mettendo "carboni ardenti sulla vagina per smorzarne le voglie".

Santa Rosa da Lima per poter vivere i piaceri sessuali nella maniera più libera da ogni senso di colpa, come se scontare la pena prima l’autorizzasse a commettere il reato, puniva il corpo prima delle estasi con sevizie che fanno rabbrividire il buon senso: "Nonostante che il confessore la incitasse a non esagerare, ella arrivò a darsi cinquemila frustate in quattro giorni..."

Santa Giovanna degli Angeli fu lei, quale superiora di un convento di Orsoline, che con le sue ripetute estasi trasmise il contagio dell’isterismo a tutta la comunità.

Da una cronaca del tempo: "Tutte le suore del convento delle Orsoline di Loudun, dove era superiora Madre Giovanna degli Angeli, si misero ad urlare, a sbavare, a spogliarsi mostrandosi nella loro totale nudità".

Un certo Robbyns, cronista del tempo, presente ad una di queste crisi collettive, nella descrizione che fa dei fatti, si sofferma in un particolare: << Suor Clara cadde al suolo e in uno stato di trans. assoluto continuò a masturbarsi gridando:<< scopatemi, scopatemi...>>, finche, preso un crocefisso, ne fece un uso che il pudore mi proibisce di riferire >>.

Incaricato dalla curia vescovile un certo padre confessore, di nome Surin, di praticare gli esorcismi nel convento, ben presto anche lui fu coinvolto tanto in queste orge da scrivere: << La mia lingua gustava Dio come quando bevo il vino moscato o mangio le albicocche >>. (Non credo che ci sia bisogno di spiegazioni per intuire dove costui cercasse Dio con la lingua!).

Padre Surin venne sostituito da un altro prete esorcista di nome Ressés, il quale, resistendo ad ogni tentazione, riuscì a liberare il convento dai demoni. Come prova di esorcismo riuscito venne presa l’interruzione della gravidanza della stessa superiora Giovanna degli Angeli che lui diceva aver fatto abortire liberandola dal demonio con l’acqua benedetta.

Siccome lei affermò di essere stata guarita da San Giuseppe che gli era apparso durante l’esorcismo, la Chiesa, presa la palla al balzo, riuscì a trasformare le orge sessuali del monastero di Loudun in manifestazioni edificanti gridando al miracolo. Le bende e gli stracci usati da Giovanna degli Angeli per curarsi le ferite prodotte dalle flagellazioni, trasformate in oggetti benedetti, furono usati per curare i malati che cominciano ad affluire al convento in pellegrinaggi organizzati.

Considerata ormai una Santa guaritrice, Giovanna degli angeli cominciò a girare la Francia per curare gl’infermi e tanta fu la fama a cui pervenne che lo stesso Cardinale Richelieu la invitò presso di lui per farsi alleviare i forti dolori che gli venivano dalle emorroidi. In una cronaca dell’epoca si afferma che tra le tante personalità che ricevettero vantaggio da Santa Giovanna degli Angeli ci fu anche Anna d’Austria, la quale, sofferente per un parto complicato, si sentì sollevata toccando un lembo della sua camicia. Così, usando quall’arte della mistificazione di cui è maestra, (leggere "LA FAVOLA DI CRISTO"), la Chiesa riuscì ancora una volta a tirare l’acqua al proprio molino trasformando in santità un isterismo prodotto da repressione sessuale.

Santa Teresa d’Avila è certamente una delle più rappresentative di questo mondo di ninfomani represse che affollano il Paradiso dei cristiani. Essa potrebbe costituire un esempio classico da portarsi nei libri di sessuologia come dimostrazione dei danni cerebrali che può produrre l’astinenza sessuale.


Dalla sua autobiografia: <>.

<< Mentre Cristo mi parlava, io rimanevo a contemplare la straordinaria bellezza della sua umanità... Provavo un piacere così forte che non è possibile provarne dei simili in altri momenti della vita...

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Questi brani tratti dalle autobiografie di donne portate alla pazzia dalla repressione sessuale che la Chiesa ha convertito in esempi edificanti, non sono in realtà che la dimostrazione più evidente della falsità della morale cristiana.

L’essere umano ha bisogno di sesso come ha bisogno di cibo. L’astinenza prolungata, come la fame, genera squilibri mentali che portano l’uomo a comportamenti spesso pericolosi per se e per gli altri. Molti dei vizi e delle perversioni che si verificano nella società sono determinati da tabù che impediscono il normale svolgersi delle leggi naturali. La Natura quando viene contrastata, prima o poi fa valere le sue ragioni e in maniera tanto più violenta per quanto più violenta è la repressione che si opera contro di essa.

In una società dove il sesso è considerato come un bisogno fisiologico e non come fonte di vizio e di peccato, tutte le perversioni sarebbero ridotte pressoché a nulla come lo sarebbero quelle violenze carnali e quegli omicidi che spesso sono determinati da un odio verso la donna che è vista dall’uomo come responsabile dell’angoscia derivante dalla repressione. Il sesso, che in una società priva di tabù potrebbe essere motivo di distensione e di concordia, diviene così, in un mondo basato sulla frustrazione, motivo di ricatto, di odio e di rancore.

Chi è colui che nell’agonia, ricordando le sofferenze patite durante la vita dalla repressione, non è portato a maledire chi ne è stato la causa?

Respingiamo, dunque, finche se ne è in tempo, quanti ci impediscono di godere (sempre rispettando la libertà altrui), nella maniera più libera e completa delle gioie del sesso tenendo sempre presente che ogni battuta lasciata, oltre a procurare l’inevitabile rammarico che prima o poi si farà avanti per averla persa, rappresenta soprattutto un ritardo al raggiungimento di quell’esperienza di cui abbisogniamo per conoscerci e migliorarci.

Il credere che la rinuncia ai piaceri della carne ci renda meritevoli di ricompense dopo la morte non è che uno dei tanti assurdi sostenuti dal Cristianesimo per imporre, attraverso il plagio, un imperialismo basato su una falsa morale!



di Luigi Cascioli
www.luigicascioli.it/home_ita.php


Postato da Mata Hari
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=5370109
kelly70
00lunedì 14 gennaio 2008 21:30
L'impurità della donna nella storia della Chiesa


Nel corso di gran parte della storia, specialmente in Occidente, le donne sono state considerate ritualmente impure .
Secondo la tradizione Ebraica, una donna, durante il flusso mensile, era regolarmente in uno stato di corrompimento rituale .
Simili tabù contro le mestruazioni esistevano anche nelle culture pagane Greche e Romane.
Attraverso la loro sessuofobia, i Padri della Chiesa hanno aggravato la paura della impurità rituale delle donne .

Coloro che guidavano la Chiesa erano atterriti che l'impurità potesse profanare la santità degli edifici sacri, del santuario e soprattutto dell'altare.
In un tale clima, ed in modo via via crescente, tutti gli aspetti relativi al sesso ed alla procreazione vennero considerati come contaminati dal peccato,ed i teologi giunsero alla conclusione che ad una 'creatura impura' come la donna non può essere affidata la cura delle cose sacre a Dio..
Una lunga serie di proibizioni fondate sul presupposto della 'impurità rituale' delle donne è rimasta nel Codice di Diritto Canonico negli ultimi 700 anni.

Sulla base di questo scenario, non dobbiamo sorprenderci se scopriamo che la grande maggioranza dei Padri, dei legislatori canonici, dei teologi e dei capi della Chiesa fossero dell'opinione che ad una persona 'ritualmente impura' non potesse essere affidato il ministero dell'Eucarestia .
Ma è anche chiaro che questo tipo di prevenzione sociale e culturale invalida il loro giudizio sulla opportunità dell'ordinazione delle donne.

La paura Ebraica della contaminazione col sangue mestruale
Il testo chiave del Vecchio Testamento sulla contaminazione nei periodi mensili è il Levitico 15,19-30 che contiene le seguenti prescrizioni:

“La donna che al ricorso mensile ha il suo flusso di sangue, sarà segregata per sette giorni.”

“Chiunque la toccherà sarà impuro sino a sera.”

“E ciò su cui essa abbia dormito o si sia seduta nei giorni di quella sua segregazione, sarà impuro.
Chi toccherà il suo letto si laverà le vesti e la persona con acqua, e sarà impuro sino a sera.
Chiunque toccherà una cosa qualsiasi sulla quale essa si sia seduta, si laverà le vesti e la persona con acqua, e sarà impuro fino a sera.”

“Se un uomo si sarà congiunto con lei nel tempo del suo flusso mensile, sarà impuro per sette giorni, ed ogni letto ove dormirà diverrà impuro.”

“La donna che fuori del ricorso mensile abbia per più giorni perdite di sangue, o alla quale il sangue non cessi dopo il detto ricorso, sarà impura per la durata di tale incomodo, come durante il flusso mensile.”

“Ogni letto ove avrà dormito, come ogni oggetto sul quale si sarà seduta, sarà impuro.
Chiunque la toccherà si laverà le vesti e la persona con acqua, e sarà impuro sino a sera. Se il sangue si fermerà, e cesserà di fluire, essa conterà sette giorni dalla sua guarigione.
Il giorno ottavo, offrirà per sé al sacerdote due tortore o due colombine, all'ingresso del tabernacolo della testimonianza.
Il sacerdote ne sacrificherà uno per il peccato, e l'altro in olocausto; e pregherà innanzi al Signore per lei e per la sua purificazione.”

“Insegnate dunque ai figli d'Israele a guardarsi dall'impurità acciò non muoiano nella loro impurità, dopo aver macchiato il mio tabernacolo che sta in mezzo a loro.”

Queste leggi vennero rese ancora più onerose e complicate dalla tradizione rabbinica che seguì. Le conseguenze per le donne erano:

Ogni mese, c'erano sette o più giorni duranti i quali erano considerate ritualmente impure.

Dovevano purificarsi dopo il parto; dopo la nascita di un figlio la madre rimaneva impura per 40 giorni, se nasceva invece una bambina, la madre era considerata impura per un periodo doppio, 80 giorni (Levitico 12,1-8).

Il tabù delle mestruazioni nella cultura Greco-Romana
Il tabù contro le donne durante la gravidanza e le mestruazioni erano comuni a molte civiltà antiche nei secoli pre-Cristiani. Non solo le donne erano considerate esseri "impuri" durante questi periodi, ma correvano il pericolo di comunicare ad altri la loro impurità .

“In seguito al contatto con una donna in questo stato, il mosto inacidisce, i semi diventano sterili, gli alberi appassiscono, quelli da frutto si seccano e i loro frutti cadono solo che essa si sieda sotto; ... solo che ne venga guardato uno sciame d'api immediatamente morrà, mentre il bronzo e il ferro immediatamente arrugginiranno ... un cane che ne assaggi il sangue, impazzirà ed il suo morso diventerà velenoso come nella rabbia. Inoltre, il bitume che in certi periodi dell'anno si vede galleggiare sulla superficie del lago di Galilea può essere ridotto in pezzi unicamente mediante un filo che sia stato immerso in detta infetta materia. Un filo da un vestito infetto è sufficiente. Il lino, toccato da una donna durante la bollitura o la lavatura in acqua diventa nero. Così magico è il potere delle donne durante i periodi mestruali che la grandine ed i turbini sono trascinati se il sangue mestruale è esposto ai bagliori dei lampi" da Plinio il Vecchio, Storia Naturale , libro 28, cap. 23, 78-80; libro 7, cap. 65.

"Le viti giovani soffrono irrimediabilmente del contatto con una donna in tale stato, mentre la ruta e l'edera seccano all'istante"

"Le piante perdono il colore, se toccate da una donna che abbia su di sé lo spurgo mestruale"

I Padri Latini ed il tabù delle mestruazioni
Durante i primi cinque secoli dell'era Cristiana, la Chiesa di lingua Greca e Siriaca protesse le donne dagli effetti peggiori del tabù delle mestruazioni. Nel 3° secolo la Didascalia spiega che le donne non sono impure durante questi periodi, che non hanno bisogno di abluzioni rituali e che i loro mariti non dovrebbero abbandonarle. Le Costituzioni Apostoliche hanno ripetuto questo messaggio rassicurante. Nel 601, Papa Gregorio I accolse questa visione. Le donne mestruate non dovrebbero essere tenute fuori dalla chiesa e allontanate dalla comunione. Ma questo messaggio veramente cristiano fu sfortunatamente travolto da un intensificato pregiudizio nei secoli successivi.

Furono i Padri Latini che reintrodussero un'isterìa sessuofobica nella morale Cristiana. Cominciò Tertulliano (155-245) quando dichiarò che anche il matrimonio legale ‘è contaminato dalla concupiscenza’. San Gerolamo (347-419 ) continuò su questa linea di pensiero , insegnando che la corruzione intacca tutti gli aspetti dei rapporti sessuali, anche nel matrimonio legittimo. Il matrimonio, con tutta la sporcizia del sesso, sarebbe venuto solo dopo la caduta di Eva. Nessuna meraviglia dunque se San Gerolamo ritenga che 'il fluido mestruale' renda le donne impure.

Diventando uomo, Gesù tollerò le 'rivoltanti condizioni' dell'utero

Astenendosi dal sesso una donna può diventare come 'un uomo'

Una donna sposata è santa solo se vive come una vergine

La verginità è l'originale e pura condizione umana; il matrimonio venne con il peccato

Sant' Agostino (354-430) non fu da meno. ‘Il piacere’ durante i rapporti viene associato alla concupiscenza , conseguenza del peccato. Nel matrimonio, il sesso è peccato, anche se 'veniale'. Il 'piacere' dei rapporti è, nei fatti, il mezzo attraverso il quale si è manifestato il peccato originale. Perciò il seme umano è corrotto. Anche a lui era chiaro che una donna mestruata non avrebbe mai potuto servire all'altare come sacerdote.

I rapporti sessuali nel matrimonio sono permessi solo a causa della debolezza umana , o per generare figli.

Se Adamo ed Eva non avessero peccato, Dio avrebbe creato i loro figli senza bisogno dei rapporti sessuali

I rapporti sessuali che intercorrono nel matrimonio senza generare figli sono un peccato veniale

Gesù non è nato da un rapporto sessuale, cioè dal 'peccato della carne'

La vergogna dei rapporti prova la sua origine dal peccato

La concupiscenza, anche in un buon matrimonio, passa attraverso il peccato originale

Il piacere carnale nel matrimonio è conseguenza del peccato originale

A causa del peccato originale il seme umano è corrotto

Il desiderio negli organi sessuali è segno della concupiscenza causata dal peccato

Il piacere nel matrimonio è una malattia

Un buon Cristiano evita ogni unione con la moglie ed i rapporti sessuali

La coppia Cristiana perfetta vive come fratello e sorella

‘Il piacere’ durante i rapporti è veicolo del peccato originale


La prassi nella Chiesa nei secoli successivi
Già nel 241 Dionisio, Arcivescovo di Alessandria, scriveva: “le donne mestruate non devono venire all'altare, o toccare il Santo dei Santi, né venire in chiesa, ma pregare altrove.” Queste erano voci rare nella Chiesa d'oriente, dove le diaconesse servivano in tutte le diocesi.

Il vero problema però fu in Occidente, nelle diocesi di lingua Latina, l' Africa del Nord, l' Italia, la Francia e la Britannia.

Il Concilio di Cartagine (concilio locale) nel Nord Africa (nel 345) introdusse severe regole di astinenza per i vescovi, i sacerdoti ed i diaconi.

I Concili locali in Francia: Orange (441) ed Epaon (517), decretarono che nella loro regione nessuna donna venisse ordinata diacono. L'ovvia ragione era la paura che le donne mestruate profanassero la chiesa.

Papa Gelasio I (494) protestò per il fatto che le donne servissero all'altare.

Il Sinodo diocesano di Auxerre (588) decretò che le donne dovessero coprirsi le mani con un panno nel momento di ricevere la comunione.

Il Sinodo di Rouen (650) proibì che i sacerdoti porgessero il calice nelle mani delle donne o che li aiutassero nella distribuzione della comunione.

Il vescovo Timoteo di Alessandria (680) stabilì che le coppie si astenessero dai rapporti il sabato e la domenica ed il giorno prima di ricevere la comunione. Stabilì inoltre che le donne mestruate non ricevessero la comunione, non potessero ricevere il battesimo o visitare la Chiesa nel giorno di Pasqua.

Il vescovo Teodoro di Canterbury (690), ignorando la lettera di Papa Gregorio al suo predecessore, proibì che le donne mestruate visitassero la chiesa o ricevessero la santa comunione. Le madri rimanevano impure per quaranta giorni dopo aver dato la vita.

Il vescovo Teodolfo di Orléans (820) proibì alle donne di entrare nel santuario. Inoltre: “Le donne dovrebbero ricordare la loro debolezza, e l'inferiorità del loro sesso: e perciò dovrebbero aver paura di toccare qualsiasi cosa sacra che sia nel ministero della Chiesa.”

I teologi Scolastici e l' impurità rituale delle donne
La retorica contro la presunta impurità rituale delle donne venne proseguita dai teologi del Medio Evo.

“Alle donne non è permesso visitare la chiesa durante le mestruazioni o dopo la nascita di un figlio. Perché la donna è un animale mestruato. Attraverso il contatto col suo sangue i frutti non matureranno. Il mosto degenera, l'erba si secca e gli alberi perdono i loro frutti anzi tempo. Il ferro arrugginisce e l'aria diventa scura. Quando i cani lo assaggiano, diventano rabbiosi.” Paucapalea, Summa, Dist. 5, p. § 1 v.

Una donna non può distribuire la comunione agli infermi e deve rimanere fuori dalla chiesa dopo il parto. Ecco le ragioni: “Quel sangue è così esecrabile ed impuro che, come ha scritto Giulio Solinus nel libro 'i miracoli del mondo', al suo contatto i frutti non maturano, le piante seccano, l'erba muore, gli alberi perdono i loro frutti, l'aria diventa scura, i cani diventano rabbiosi ... Ed i rapporti al tempo del periodo mestruale diventano molto rischiosi. Non solo a causa dell'impurità del sangue devono essere evitati i contatti con una donna mestruata: da tali rapporti vengono generati feti alterati.” Rufinus, Summa Decretorum, passim.

Le donne non possono toccare alcun oggetto sacro. La nascita di un bambino porta con sé una duplice maledizione: “C'erano due comandamenti nella Legge (il Vecchio Testamento), il primo relativo alla madre che dà la nascita, il secondo a colui che nasce. Riguardo alla madre, se dava alla luce un figlio maschio, essa doveva guardarsi dall'entrare nel Tempio per quaranta giorni come una persona impura: perchè il feto, concepito nell'impurità, pare che rimanga informe per quaranta giorni. Ma se nasce una femmina, lo spazio di tempo veniva raddoppiato, per il sangue mestruale, che accompagna la nascita, considerato particolarmente impuro perchè al suo contatto, come afferma Solinus, i frutti e le erbe appassiscono. Ma perchè il tempo per una bambina femmina è stato raddoppiato? Questa è la soluzione: perchè una duplice maledizione grava sulla donna. Perchè su di lei grava la maledizione di Adamo e per la punizione 'tu partorirai con dolore'. O, forse, perché, come la scienza medica rivela, durante il concepimento le figlie femmine restano informi per un tempo doppio rispetto ai maschi.” Sicardo di Cremona, Mitrale V, cap. 11.

Il pregiudizio relativo 'all'impurità rituale' delle donne ha determinato una lunga serie di proibizioni nella Legge Ecclesiastica
La presunta 'impurità rituale' delle donne entrò nella Legge Ecclesiastica specialmente attraverso il Decretum Gratiani (1140), che divenne legge ufficiale della Chiesa nel 1234, come parte vitale del Corpus Iuris Canonici che restò in vigore fino al 1916.

Una donna non può distribuire la comunione

Una donna non può insegnare

Una donna non può insegnare o battezzare

Una donna non può toccare gli oggetti sacri

Una donna non può toccare o indossare paramenti sacri

Le proibizioni rituali contro le donne nel Corpus Iuris Canonici (composto da collezioni normative formatesi tra i secc. XIII e XV e "ufficializzate" col concilio di Trento nel sec. XVI e poi, nel sec. XX, dal Codice di diritto canonico Codex iuris canonici del 1917) possono essere evidenziate con altri esempi :

Una donna non può essere ordinata

Una donna non può,in circostanze normali , battezzare

Una donna non può toccare il corporale

Una donna non può ricevere la comunione durante i periodi mestruali

Una donna può ricevere la comunione nelle mani solo se le mani sono coperte da una tovaglia o sulla lingua

Una donna deve essere velata quando riceve la comunione

Una donna non può cantare in Chiesa

La proibizione per le donne di 'cantare in chiesa' venne ripetuta più volte dalla Sacra Congregazione per la Liturgia . 'Le ragazze o le donne non possono essere membri di nessun coro' (decreto 17 settembre.1897). “Le donne non possono essere parte del coro. Cori di donne separati sono assolutamente vietati, eccetto che per particolari motivi e con l'autorizzazione del vescovo” (decreto 22 novembre 1907). “Qualunque tipo di coro misto di uomini e donne , anche se stanno in piedi lontano dall'altare, è totalmente vietato” (decreto 18 dicembre 1908).

Il Codice di Diritto Canonico, promulgato nel 1917, contiene i seguenti canoni fondati sul presupposto della impurità rituale delle donne:

Le donne devono essere scelte per ultime per somministrare il battesimo

Le donne non possono distribuire la santa comunione

Le ragazze o le donne non sono ammesse a servire la Messa all'altare.

Solo gli uomini possono essere ordinati agli Ordini Sacri

Le donne devono avere la testa velata in chiesa

Le sacre vesti devono essere lavate da un uomo, prima che possa toccarle una donna

Le donne non possono predicare in chiesa

Le donne non possono leggere le Sacre Scritture in chiesa

L'inversione nel 1983 (?)
Il nuovo Codice di Diritto Canonico (1983) segna molti miglioramenti nello 'status' delle donne nella Chiesa. Sebbene esso mantenga la proibizione contro l'ordinazione delle donne, e riserva anche il lettorato ed il ministero di acolito ai soli uomini, ha finalmente invertito la posizione della Chiesa per affermare che le donne, 'per delega temporanea', possono compiere questi ministeri in Chiesa.

Le donne possono essere lettori delle Sacre Scritture durante le funzioni liturgiche

Servire messa;

Commentatori durante l'Eucarestia;

Predicatori della Parola;

Cantori e cantanti, sia come solisti che come membri del coro;

Dirigenti dei servizi liturgici;

Ministri del battesimo

Possono distribuire la comunione.

Attraverso queste modifiche della Legge Ecclesiastica e della prassi, la Chiesa ufficiale ha finalmente riconosciuto, con alcune eccezioni, che il suo pregiudizio contro le donne basato sulla 'impurità rituale' era infondato. Perché le gerarchie della Chiesa non giungono all'ovvia conclusione che il divieto dell'ordinazione delle donne, fondato su questo ed altri pregiudizi, è totalmente nullo?

Nel passato molti Padri, legislatori canonici, teologi e Capi della Chiesa erano dell'opinione che le donne non potessero essere ordinate sacerdoti perché i loro periodi mestruali le rendevano 'ritualmente impure'.
Se alle donne non era permesso avvicinarsi all'altare, toccare i paramenti dell'altare o i sacri calici ,se non potevano entrare in una chiesa durante le mestruazioni o dopo il parto, e così via, come si poteva immaginare che le donne potessero presiedere all'Eucaristia sull'altare?
E' innegabile, perciò, che la loro opposizione al sacerdozio femminile si giustificava, in larga misura, col pregiudizio che le donne rappresentassero un rischio rituale.
E' chiaro anche questa prevenzione sociale e culturale ha invalidato il loro giudizio sull'opportunità dell'ordinazione delle donne.

www.fisicamente.net/index-1470.htm

=omegabible=
00lunedì 14 gennaio 2008 22:29
re
E il papa vuole andare alla Sapienza!!!!!!
L'illuminato!!!!!! [SM=x789053] [SM=x789053]
Speriamo che lo accolgano a scurreggioni!!!! [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789052] [SM=x789051] [SM=x789051]


omega [SM=x789054] [SM=x789054] [SM=x789054]
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