Natale arriva in anticipo: ecco tutti i “doni” della Chiesa (da rispedire al mittente)

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kelly70
00venerdì 14 novembre 2008 15:05
Tiziana Ficacci per NoGod   
mercoledì 12 novembre 2008
Basta polemiche unilaterali, Pio XII è stato un «eccezionale dono» per la Chiesa. Papa Ratzinger tronca d'autorità la discussione sul controverso atteggiamento di Pacelli durante la stagione del nazismo”. Così Repubblica rilancia il tema della beatificazione di papa Pacelli, da settimane ormai al centro di un acceso dibattito, che domina sulle pagine dei principali quotidiani.

L’occasione è l’intervento di Benedetto XVI a un congresso sul magistero di Pacelli, ripreso anche dagli altri quotidiani, che secondo Repubblica segnala “un'inarrestabile escalation di Ratzinger verso la beatificazione di Pio XII”. “In Curia – scrive Marco Politi – è forte il partito di coloro che si dichiarano «irritati per le intromissioni» provenienti dall'ebraismo e sostengono che bisogna smettere di essere «sotto ricatto» da parte di personalità in Israele e fuori, che rimproverano continuamente alla Santa Sede il suo comportamento durante la Shoah. Sono frasi testuali, che si colgono negli ambienti di Oltretevere, anche se off record”.

Immediata la reazione di alcuni esponenti del mondo ebraico. Tullia Zevi, già presidente dell’Ucei, intervistata sempre su Repubblica da Orazio La Rocca, non condivide affatto “il nuovo entusiastico giudizio che Benedetto XVI ha espresso ieri su papa Pacelli”. Il problema, sottolinea Zevi, non è se parrocchie o conventi abbiano o meno dato aiuto agli ebrei. “Qui stiamo parlando dello sterminio di 6 milioni di innocenti in difesa dei quali nessuno si espose. A partire dal Papa che purtroppo non parlò pubblicamente al momento delle deportazioni”. Decisamente caustico il commento del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni che in un’intervista alla Stampa alla domanda “Pio XII è stato «un dono di Dio» come dice il Papa?” ribatte “Sicuramente non lo è stato per il popolo ebraico. Non bisogna nominare il nome di Dio invano”. “A me sembra – prosegue – che in tutta la questione Pacelli di unilaterale, per usare le parole di Benedetto XVI, ci sia solo la campagna condotta dalla Chiesa per riscrivere il profilo storico di Pio XII”.

I fatti, sottolinea Di Segni, richiederebbero però “ben altra prudenza”. “Per esempio – dice – dopo il rastrellamento degli ebrei al ghetto di Roma, il treno dei deportati è stato fermo alla stazione Tiburtina senza che Pio XII spendesse una sola parola per bloccarlo e non farlo partire verso i lager”. Per il rabbino Di Segni la questione della beatificazione di Pio XII va comunque fatta rientrare in una prospettiva più ampia e tutta interna alla Chiesa. “È in pieno svolgimento nella Chiesa uno scontro molto duro tra fazioni, proprio attorno alla figura di Pacelli. La parte della Curia più vicina al Papa sta utilizzando le polemiche su Pio XII per un disegno apologetico globale, cioè per arrivare ad una totale autoassoluzione della Chiesa. In pratica, si vuole sbandierare al mondo che la Chiesa è infallibile, ha sempre ragione e non c'è nulla nella storia ecclesiastica che richieda un mea culpa”. Sullo stesso argomento, sul Corriere un’intervista di Lorenzo Cremonesi ad Avraham Burg, ex deputato, autore del saggio Sconfiggere Hitler da poco edito anche in Italia. Da israeliano e laico Burg ritiene la beatificazione una questione che riguarda esclusivamente il mondo cattolico ma che non potrà non influire sui rapporti interreligiosi.

Intervento ampio del santopadre anche per ricordare il settantesimo anniversario della notte dei cristalli, quando si scatenò in Germania la furia nazista contro gli ebrei. E anche in questo caso la solerzia dei media ha dato ampio spazio ai persecutori (sempre B16) guardandosi bene dal fare una briciola di intervista ai perseguitati che, pur se minoranza, ci sono, e lesinando le immagini sul mea culpa che cristiani e (pochi) cattolici hanno fatto in Germania per il loro colpevole disimpegno durante quegli anni.
Riotta direttore del tg1, santo subito, altro che Pio XII!
Papa superstar su tutti i giornali, ma non può sfuggire all’attenzione la preghiera del leader dell’Avia Antonio Di Vietri, e di Fabio Berti rappresentante dei piloti Anpac. I due, prima hanno deciso lo sciopero dei voli di quel che resta di Alitalia, e poi a braccetto si sono recati nella parrocchia Santa Melania, zona Casal Palocco, tra ali di telecamere rai, mediaset e sky.

Ma la perlina della settimana riguarda il già ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, il politico più futile del decennio. Da un po’ di giorni politici e giornalisti ricevevano sms sulla presenza dell’angelo, e qualcuno pensava che il cellulare di Pecoraro fosse stato clonato da qualche mattacchione. Invece no, il fatuo ha dichiarato all’universo mondo che gli angeli sono fra noi, anzi ognuno ha il suo angelo custode che ci segue e ci protegge. In particolare lui ha chiesto la protezione del suo angioletto con il quale ha tanto pregato perché il governo non mandasse l’esercito a fronteggiare i manifestanti contro la Tav in Val di Susa. Poi ne ha chiesto anche l’intercessione per un malessere di sua madre. In breve lo stinto verde, non nuovo ad outing che lasciano indifferente il mondo, ha deciso di regalare una statua di san Michele Arcangelo ad un convento in provincia di Rieti. Insomma, non è questa l’età dell’oro.
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